La giornata balorda - Film (1960)

La giornata balorda
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Anno: 1960
Genere: drammatico (bianco e nero)
Note: Tratto dai racconti di Moravia "Il naso" e "La raccomandazione", inseriti nelle raccolte "Racconti romani" e "Nuovi racconti romani".

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 31/01/15 DAL BENEMERITO GIùAN
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Giùan 31/01/15 21:20 - 4539 commenti

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Il "pellegrinaggio" di un giovane proletario alla ricerca di un lavoro in una Roma infame e viziosa. Tra le più potenti trasposizioni moraviane e misconosciuto frutto del sodalizio Bolognini (regista)/Pasolini (scrittore). L'amalgama tra l'estetica dell'immagine del primo (si veda l'eloquenza virtuosistica del piano sequenza iniziale nella borgata) e la volontà del secondo di sondare l'ipocrisia dei tabù di quegli anni (prostituzione morale e materiale, corruzione, degrado civico), trova una quadra non calligrafca. Perfino Sorel è credibile, magnifica Lea.
MEMORABILE: Il piano sequenza tra i caseggiati della borgata; L'untuoso personaggio di Stoppa; La bellezza di Jeanne Valerie.

Markus 10/03/17 12:27 - 3682 commenti

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Incontri disparati per un giovane romano con la smania di trovar lavoro in un sol giorno. Film con palesi ambizioni da tardo neorealismo, ma alla base il racconto appare manieristico. Anche il protagonista (un quasi debuttante Jean Sorel), pur bravo, risulta troppo "piacione" per non destare il sospetto che sia un "personaggio" atto più a soddisfare l'occhio che a dar manforte all'intento della pellicola. In ogni caso il lavoro di Bolognini (complice un buon ritmo e un'ottima fotografia) risulta complessivamente convincente.

Homesick 2/07/17 07:34 - 5737 commenti

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Dopo aver descritto con marcati tratti neorealisti le misere vite negli appartamenti di ringhiera delle borgate romane - palese il contributo di Moravia e Pasolini -, Bolognini allenta la presa sino a mollarla del tutto, perdendosi in una sceneggiatura frammentaria e cedevole. Il protagonista Sorel è così pulitino e impacciato che sembra uscito dal set di un fotoromanzo; per contro, molto più vividi e definiti sono i ritratti femminili (le determinate Massari e Valérie) e quello del losco ragioniere Stoppa. La Ciangottini è poco più di una bambina.
MEMORABILE: «Monnezzaro...»; La Massari alla guida del camion.

Myvincent 21/12/17 18:44 - 3727 commenti

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La giornata di un giovane squattrinato in cerca di lavoro dalla periferia affollata, al centro di Roma, nei palazzi decadenti, degni di un museo di paleontologia. Bolognini descrive Pasolini alla sua maniera, ripulendo i lineamenti dei volti (Jean Sorel è davvero troppo francese) e affrontando lo squallore interiore in modo soffice. Sarà stato anche per il veto opposto da troppe assurde censure dell'epoca, ma qui la Roma dei palazzinari fa meno male allo sguardo.

Rufus68 14/07/18 21:12 - 3825 commenti

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La derivazione moraviana, più attenta al cinismo e al basso sotterfugio, situa il film più sul versante della narrazione bozzettistica che della metafisica pasoliniana degli ultimi (anche se il disprezzo per il denaro, nel gesto di Sorel che replica quello finale di Terzieff ne La notte brava, è proprio da Pasolini). Bolognini ha il merito di trasfigurare i toni letterari in un itinerario (psicologico e) visivo di rara nitidezza coadiuvato dalle musiche sgocciolanti di Piccioni. Splendida la fotografia. Bravissima la Massari, perfetto Sorel.

Zampanò 7/04/20 21:41 - 381 commenti

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Sceneggiato da Pasolini quando ancora credeva nella santità proletaria ma pensato da Moravia, più spiccio e meno lirico. Un day movie ben tinteggiato da Bolognini, zoppo solo in qualche frangente (sbrigativo il cliché della sciura annoiata). A Soler, bello come un fauno danzante, il regista concede tutto, con una certa pietas. Il motivo jazz del girovagare per Roma è un amabile ponentino. Da ovazione il lento piano sequenza iniziale tra le case a ringhiera e i panni stesi.
MEMORABILE: Davide ruba l'anello al morto, come in un episodio del Decamerone.

Daniela 20/08/20 23:58 - 12625 commenti

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La giornata di un ventenne romano disoccupato in cerca di lavoro, tra incontri e disavventure... Come in altri film del periodo, i racconti romani di Moravia forniscono la traccia per un film con ambizioni di ritratto ambientale, che qui risultano penalizzate dalla scelta di Sorel, molto attraente ma dall'aspetto più da pariolino che da poveraccio di borgata. Molto più centrate invece le interpreti femminili, con Massari in primo piano, assai efficace Stoppa nel ruolo del viscido ragioniere Moglie e belli alcuni scorci neorealisti in testa-coda. Nel complesso, film interessante.

Noodles 4/12/21 11:48 - 2204 commenti

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Tratto dai "Racconti romani" di Moravia, un ottimo film dai tratti neorealisti che condensa in una breve durata la giornata di un borgataro romano alla ricerca di un lavoro. Le sapienti mani di Moravia e Pasolini delineano una vicenda amara, piena di personaggi interessanti, in una cornice squallida e vera. Uno dei migliori esempi dell'epoca. Jean Sorel bravo ma ci sta come i cavoli a merenda, ottima come sempre la prova di Lea Massari e Paolo Stoppa. La colonna sonora di Piccioni ben ci accompagna in un breve e desolante viaggio. Mauro Bolognini già ad alti livelli. Ottimo.

Nando 29/06/22 15:02 - 3810 commenti

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Una giornata di un proletario romano con figlio a carico alla ricerca di un lavoro che possa mantenere la sua famiglia. La narrazione si svolge tra presunte raccomandazioni, incontri con personaggi poco raccomandabili e donne che svolgono il mestiere più antico del mondo. Una pellicola che trova la sua associazione nel classico neorealismo nonostante Sorel appaia troppo bello e pulito come protagonista. Vivaci le presenze femminili a cominciare dalla Massari. Laida ed efficace la maschera di Stoppa.

Reeves 7/07/22 09:58 - 2174 commenti

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Guardando questo film, pasoliniano fino all'eccesso come storia, si capisce perché Pasolini abbia poi scelto di passare personalmente alla regia: tra questo lavoro calligrafico e beneducato come il bel volto del protagonista Jean Sorel e la forza espressiva di Accattone, infatti, c'è davvero un abisso a favore del film che Pasolini stesso ha diretto. Qui non si va oltre un compitino fatto bene ma anonimo.

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Giufox 20/01/23 19:28 - 324 commenti

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Il sodalizio acquisisce linfa (Moravia) proiettandosi in una nuova trasposizione dal coscienzioso impegno storico-sociale. L'incipit è feroce, poi il tema della disoccupazione si cristallizza nella ruvida - e ostentata - dissolutezza di Davide, smorzando il tono denunciatorio e anti-borghse del film - non bastava alla censura che ne tagliò metri salienti. Onnipresente, il sottofondo jazz cuce il tutto rendendo grazioso omaggio nel preambolo finale. Non omogeneo e sbrigativo - in particolare nel passaggio da Freja alla paternità - ma prezioso banco di prova per Pasolini.
MEMORABILE: ''Quelli quanno morono che gli racconteranno al patreterno?''.

Paulaster 30/08/23 18:08 - 4391 commenti

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Ragazzo neopadre cerca cinquantamila lire per comprare un lavoro. I racconti di Moravia vengono sceneggiati da Pasolini facendo un ritratto singolo della Roma popolana, che non ha gran voglia di lavorare ma non fa del male a nessuno. Ambienti non ostili ma frequentati da opportunisti, laidi e prostitute non da marciapiede. L'entrata in scena della Massari devia il discorso spostandolo sulla borghesia. Sorel è più belloccio che borgataro.
MEMORABILE: Stoppa che aspetta la chiamata per la prostituta; Il camion fatto incendiare; Il monnezzaro.
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