Whiplash - Film (2014)

Whiplash
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Whiplash
Anno: 2014
Genere: musicale (colore)
Note: Presentato al 32° Torino Film Festival nella sezione Festa Mobile.
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

L'educazione musicale come una battaglia, le lezioni di jazz come un'esercitazione col sergente Hartman (citato pure apertamente quando Fletcher insulta un allievo dandogli della "palla di lardo"). Dura la vita del batterista di talento, se di fronte hai l'insegnante più collerico e intrattabile che si possa immaginare, uno che non si fa problemi a tirarti dietro una sedia se solo sbagli tempo, che è pronto a sostituirti con la riserva al primo errore, che grida e t'insulta come se davvero ci si stesse preparando alla guerra. Difficile pensare che insegnare jazz significhi questo, ma nell'ottica della spietata concorrenza di cui è imbevuta...Leggi tutto la cultura americana non c'è da stupirsi di nulla. Per diventare i migliori c'è bisogno che qualcuno tiri fuori il meglio di te e secondo troppi la cosa può avvenire solo così. A voi decidere se è giusto o sbagliato... Intanto, per quanto riguarda il cinema, l'importante è che il tutto funzioni a livello narrativo e non si può dire che non sia così (almeno prima che non ci si cominci a ripetere un po' troppo). Scandito anche nel virtuoso montaggio dai colpi secchi della batteria che s'inseriscono sempre superbamente, un film che magnifica come pochi lo strumento, esaltando soprattutto chi apprezza la velocità con cui sullo stesso si muovono le bacchette. Già nell'incipit la progressione con cui Andrew (Teller) fa salire il suono affascinando per la prima volta il professore (Simmons) destinato a diventare il suo unico vero rapporto con la realtà (giacché la bella ragazzina con cui esce durerà ben poco) dà la misura della potenza con cui non necessariamente dovrebbe misurarsi il jazzista, per sua natura lontano dalla stucchevole esibizione di tecnica. E invece tutta la sfida tra l'allievo e il maestro sembra racchiusa proprio nella tecnica, nel perfezionismo necessario a non sbagliare mai un tempo e l'intero film vive del confronto “privato” tra i due, in cui gli altri allievi sono solo marionette da utilizzare quando serve come incentivo. Tenere l'intera durata su ritmi alti senza considerevoli variazioni di registro non era facile ma il regista Chazelle vi riesce appoggiandosi soprattutto sull'istrionismo feroce di Simmons, che domina tutto e tutti cedendo solo nel finale, quando una lunga esibizione diventa un autentico terreno di battaglia, uno scontro tra l'uomo e il suo strumento con tanto di sudore e sangue. E con una chiusa che una volta tanto arriva quando deve, senza inutili epiloghi.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 8/12/14 DAL BENEMERITO COTOLA POI DAVINOTTATO IL GIORNO 12/02/16
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Cotola 8/12/14 23:00 - 9044 commenti

I gusti di Cotola

Film musicale (a base di ottimo jazz) a stelle strisce: infatti è perfetto per spiegare la concezione che gli americani hanno del cinema. Non si può dire che sia mal fatto, anzi. La confezione è professionale (ma la regia totalmente anonima) e la sceneggiatura è un orologio nel coinvolgere lo spettatore ma come ogni orologio non lascia sorprese su quale ora segneranno il minuto dopo le lancette. E poi solo gli americani sfidano il ridicolo come fa la pellicola negli ultimi 30 minuti. Ma questa è l'America (terra della seconda possibilità per tutti) gente e non ci potete fare niente, niente!
MEMORABILE: L'assolo finale di batteria: da urlo! La prova di Simmons.

Daniela 18/01/15 00:10 - 12662 commenti

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Soldatino di talento, un volta arruolato nel conservatorio, viene brutalizzato da un sergente maggiore che lo umilia in tutti i modi, lo mena, lo costringe ad estenuanti flessioni sulla batteria, fino a fargli sputare sangue sui piatti... Opps! Ho fatto confusione fra la prima parte di questo film e quella di Full Metal Jacket. Eppure ben presto si capisce che Simmons (bravissimo) non si ispira a R.Lee Ermey ma a Louis Gossett Jr. Film musicalmente valido e ben realizzato ma prevedibile, dal discutibile assunto (suonare sport estremo, valore educativo del sadismo) e con cadute nel ridicolo.
MEMORABILE: Certo l'assolo finale di batteria elettrizza anche i più duri d'orecchio: niente da obiettare dal punto di vista musicale

Matalo! 16/01/15 10:56 - 1378 commenti

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Buddy Rich è croce e delizia per noi batteristi: grande virtuoso ma anche diseducativo. Simmons ricalca la sua figura, anche se fa il caporchestra. Il film è anche una riflessione sul concetto di competitività "darwiniano" non solo americano. Il finale è ambiguo: in fondo la sfida del protagonista col docente sembra dare ragione a quest'ultimo. La musica è gioia e praticarla un piacere e i linguaggi sono infiniti. Diciamo un'occasione persa. Magistrale la realizzazione tecnica relativa ai musicisti. Simmons superlativo.
MEMORABILE: Tutte le riprese relative alla musica sono competentissime.

Paulaster 19/01/15 10:04 - 4419 commenti

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Il dualismo tra allievo e maestro sviscerato stavolta nel campo più circoscritto della musica jazz. I dialoghi all’americana dove tutti han la possibilità ma solo uno vince (persino a tavola) tolgono ogni sorpresa (lo stesso dicasi per la risibile parentesi amorosa). Le carte vengono scombinate nell’ultima esibizione, ma il livello di fantasia della sceneggiatura è al limite del verosimile. Regia che solo nell’incidente ha un sussulto, ma regna il melò di sangue e sudore. Simmons ha qualche buona movenza ma non è Gossett Jr, in un ruolo analogo.

Galbo 14/02/15 18:15 - 12393 commenti

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La formazione di un giovane batterista jazz avviene con metodi discutibili ma alla lunga efficaci, e poco importa ricordi da vicino l'addestramento militare per durezza non priva di una punta di sadismo. La morale è quella solita di molti film che raccontano storie di formazione. Film godibile (la colonna sonora e le interpretazioni sono eccellenti) ma nello stesso tempo prevedibile sia nell'assunto che nello svolgimento e penalizzato da una regia assai poco personale.

Rullo 13/02/15 20:28 - 388 commenti

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Un ottimo film che fa di due attori veramente in stato di grazia il reale centro focale dell'azione. La loro relazione è interessante, seppur non troppo originale, rafforzata dalla bellezza e il fascino della musica e da un montaggio che, come il titolo suggerisce, pare una vera e propria frustata. Sarebbe potuto cadere in semplicismi del genere, invece si mantiene fino alla fine su ottimi livelli, dimostrandosi un film estremamente frizzante ed energico.
MEMORABILE: Il finale al cardiopalma.

Xamini 18/02/15 10:33 - 1252 commenti

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Se un batterista talentuoso incontra il sergente Hartman (c'è anche la citazione) quello che ne scaturisce è un ritmo forsennato, senza un momento di fiato. Chazelle sceglie di rappresentarlo con una serie di inquadrature ravvicinate, talvolta con camera a mano e di montarle con un senso ritmico che pare quello della batteria del nostro protagonista. Ne risulta un'omogeneità a più livelli, tra i quali è predominante quello dello spettatore, che entra a far parte del flusso energetico del film e ne esce sudato, quasi come se avesse dato a sua volta l'anima rispettando al millesimo i tempi di Whiplash.
MEMORABILE: La corsa in auto per l'esibizione e relativo tentativo. Il finale

Kinodrop 22/02/15 17:16 - 2950 commenti

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Alla sequela di film Usa di formazione attraverso la sfida, la sconfitta e la rivincita, mancava la storia di un batterista jazz vittima di un cattivo maestro burbero e militaresco. Molti sono i vuoti e le incongruenze di questa regia un po' diseducativa (ti martorizzo ma per il tuo bene) e prevedibile che punta tutto sul virtuosismo di alcune riprese, trascurando la credibilità della scrittura. Attori bravi ma al servizio di una trama legnosa. Belle e godibili le esecuzioni, specie per i patiti del genere. Jazz, sudore e lacrime.
MEMORABILE: L'incomprensibile gara dei tre batteristi all'inseguimento di un "tempo" musicale; L'eccessiva subordinazione dei musicisti (non siamo in caserma).

Aal 24/02/15 15:34 - 321 commenti

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Le buone prove attoriali (niente che vada oltre ben collaudati cliché) non bastano a salvare un film intrinsecamente violento e involontariamente ridicolo. Oltretutto il messaggio che viene veicolato è, a mio parere, fortemente diseducativo. Il jazz non ha niente a che vedere con la paura, con la sottomissione, con l'umiliazione, con la negazione della vita. Questo è un film pericoloso: vade retro! Miles Davis: "Non aver paura degli errori. Non esistono."

Myvincent 4/03/15 13:55 - 3741 commenti

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"Non esistono in qualsiasi lingua del mondo due parole più pericolose di "bel lavoro": questa citazione sintetizza il metodo di un severo, severissimo docente di jazz che spreme fino all'inverosimile i suoi discepoli, per tirare fuori tutto il talento che solo la loro caparbietà può concedere. Fra secchi colpi di batteria s'inseriscono quelli di "scena", in una storia che fino all'ultimo riserva sorprese-emozioni.
MEMORABILE: "Non siete per un concerto di Bette Midler!".

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Digital 10/03/15 13:25 - 1257 commenti

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Sopravvalutato e scontato. La storia del talento che deve “sopravvivere” alle molestie del severo insegnante per arrivare al successo non è certo di prima mano; tanto più che viene condotta prevedibilmente, senza mai avere la sensazione che vi possa essere una svolta tale da poter capovolgere ciò che è palese fin dall'inizio. Mettiamoci oltretutto insopportabili inverosimiglianze (dopo l’incidente automobilistico ci si rialza come niente fosse...) e il filmino altamente consumabile (ma al contempo dimenticabile) è servito. Bravo Simmons.

Lou 27/03/15 00:07 - 1121 commenti

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Il solito dramma angosciante di formazione, che ricalca le situazioni di tensione parossistica di sudore e sangue dei film alla Full metal jacket, dove il clima di terrore a fin di bene (si fa per dire) imposto dal maestro di musica favorisce, in modo del tutto prevedibile, l'impegno ossessivo ma proficuo dell'allievo, in questo caso un batterista determinato a diventare "uno dei grandi". Ottima la scelta del tema musicale, ma la vicenda è estrema, con una sceneggiatura fin troppo furba nel coinvolgere lo spettatore.

Herrkinski 3/06/15 00:07 - 8112 commenti

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Da musicista, non sono particolarmente d'accordo con il messaggio del film; detto questo, rimane un lavoro che m'è piaciuto molto, specialmente per come delinea il rapporto quasi morboso tra alunno e docente, in bilico tra rispetto reciproco, odio, attrazione e competizione. Girato e montato molto bene; nervoso, tra sudore, sangue e lacrime, sconta qualche esagerazione di Simmons (comunque bravissimo) reminescente dei vari Lee Ermey e Gossett Jr., riequilibrata comunque dalla prova controllata dell'imberbe Teller. Ottime le parti musicali.
MEMORABILE: L'esibizione finale; Lo "sclero" di Teller dopo l'incidente.

Didda23 11/06/15 14:29 - 2426 commenti

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Nonostante la mia inguaribile idiosincasia verso il mondo jazz, devo ammettere che Chazelle è molto bravo a far entrare lo spettatore nell'opera regalandogli una felice chiave di lettura col rapporto fra allievo e insegnante. Lo spunto è davvero intrigante (qual è il modo più efficace per coltivare il talento?) e la sceneggiatura non si perde in facili scene madri, ma offre un quadro qualitativamente omogeneo con un finale di rara efficacia. Il giovane Teller si fa nettamente preferire a Simmons (ultra celebrato per il ruolo). Un bel film.
MEMORABILE: L'assoluta devozione del giovane Teller; Il finale.

Pumpkh75 14/10/15 17:52 - 1749 commenti

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Il classico racconto di formazione americano, qui nell’inedito e rischioso imbuto dell’universo jazz; ma pur sempre della stessa solfa si tratta: lo scontro/incontro tra l’inespresso allievo talentuoso e il professore rigido e sgradevole. Per evitare la conseguente prevedibilità e la previsione profetica degli eventi, ci si aggrappa alle bellissime musiche (paurosi gli ultimi minuti) e alla prova superba di Simmons, vero motivo d’interesse del film. Non nuoce, è piacevole, ma lo spazio interiore per la sua morale lo hanno già occupato altri.

Piero68 19/10/15 11:23 - 2957 commenti

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E' più unico che raro che un film metta d'accordo Academy Awards e Sundance Festival. Whiplash ci riesce egregiamente sfaccettando e costruendo la storia sulla ottime spalle di Simmons, sadico insegnante di musica in perfetto stile sergente Hartman. E un po' se ne sentiva la mancanza, di un personaggio così nel cinema. Teller spalleggia e segue, e tutto sommato lo fa anche bene. La sceneggiatura è abbastanza lineare, il montaggio davvero buono e le tecniche batteristiche sfoggiate un po' e un po'. Ben vengano comunque film così.

Nando 19/10/15 13:09 - 3814 commenti

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Buon film sulla formazione musicale di un giovane batterista jazz "brutalizzato" da un severo insegnante, un efficace Simmons. Sviluppo narrativo abbastanza convenzionale ma provvisto di discreto ritmo e accompagnato da eccellente contributo musicale. La formazione dell'allievo ricorda molto l'addestramento militare.

Tarabas 27/10/15 11:43 - 1878 commenti

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Rielaborazione di un tema molto sfruttato (il rapporto docente-discente, il sadismo accettato dalla vittima come necessario per il risultato finale). Invece che in caserma o in palestra siamo al conservatorio (il modello è la prestigiosa Juilliard School di Manhattan) e l'obiettivo è una carriera da jazzista. Interessante il parallelo tra il padre comprensivo e il "patrigno" inflessibile. Sontuosa e mobilissima regia (le panoramiche a ritmo di grancassa), splendida colonna sonora, bravi attori. Alcuni eccessi e forzature narrative, ma è un film notevole.
MEMORABILE: "Not quite my tempo!". Se il batterista dell'orchestra sente questa frase da Fletcher, sono guai seri.

Mirella58 27/10/15 12:04 - 1 commenti

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Buon film. Realizzato su una soggetto tutto sommato semplice, ma in un crescendo emotivo dettato dalla grande tenacia del protagonista. Sono riuscita a farlo apprezzare a mio figlio 13enne: la dimostrazione che con un buon soggetto si riesce, probabilmente senza troppo denaro, a realizzare un film, peraltro premiato al Sundance Film Festival.

Viccrowley 13/11/15 00:29 - 814 commenti

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"No easy way out" cantava Robert Tepper in Rocky IV. E di scorciatoie non ce n'è manco per idea neanche per il povero ma talentuoso batterista Teller, vessato e tartassato da un insegnante che sembra sbucato da Ufficiale e gentiluomo. Tutto fatto per far tirar fuori la grinta? O sotto covano ambizioni e delusioni personali? Cast quadrato e in parte con l'eccellente Simmons sugli scudi, granitico e coraggiosamente sgradevole. La cornice è quella del jazz, che da sempre può essere letto come una metafora sull'esistenza e sul modo di condurla.
MEMORABILE: Le mani insanguinate di Teller; La corsa contro il tempo per arrivare al concerto.

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Capannelle 13/01/16 10:55 - 4411 commenti

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L'istruttore bastardissimo e il ragazzo in cerca di riscatto. Un classico, però condotto bene per come il regista riesce a inquadrare la sofferenza della vittima e il funzionamento dell'orchestra musicale (e per la prova dei due protagonisti). Non convincono alcune sequenze (il triello durante le prove, l'incidente) ma di energia il film ne trasmette ed è un ottimo esempio di collaborazione tra regista e interpreti.

Lythops 3/03/16 11:03 - 1019 commenti

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La parte del sergente Hartman tocca s J. K. Simmons, eccellente attore utilizzato in un film che con la musica, il "jazz" e le percussioni (nella fattispecie la batteria) c'entra ben poco. Psicologicamente di una violenza rara, è un inno all'arrivismo e alla competizione che lascia la persona e l'umanità fuori dalla porta. E' un'opera anomala, che non si capisce - o si spera di non capire - quale messaggio voglia lasciare. Fuori luogo, teso e angosciante senza una motivazione valida.

Almicione 11/01/17 00:58 - 764 commenti

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Chazelle farà strada: va a tempo e sa dare il giusto ritmo. Film indipendente che monta una trama piuttosto semplice eppure intrattiene come pochi, merito di due protagonisti straordinari: il severo Simmons con la sua particolare filosofia e Teller, non abbastanza lodato per questa difficoltosa prova. La regia si muove bene, mostandosi sicura ma al tempo stesso propositiva con godevoli pp sugli strumenti. Si riesce a non cadere in pietosismi e banalità di sorta, sia per la carriera che per la ragazza, finendo – bruscamente però – con sincerità.
MEMORABILE: La Musica, con la M maiuscola.

Jandileida 3/03/17 07:35 - 1565 commenti

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La mia relazione con i pezzi jazz è questa: girare la manopola della radio per cambiare stazione. Seguire un film incentrato sull'educazione bastarda di un batterista, appunto, jazz mi è quindi risultato alquanto difficile, ma per fortuna non impossibile. Pur percorrendo sentieri già ben tracciati (la relazione tra il giovane virgulto e il burbero istruttore) il film infatti ha un buon ritmo, è girato in maniera molto pulita, forse anche troppo e non indugia eccessivamente in dettagli musicali. J. K. Simmons regala senza dubbio la prestazione della vita.

Saintgifts 30/03/17 11:48 - 4098 commenti

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Dopo il corto, dallo stesso titolo, Damien Chazelle amplia quello che era un piccolo esempio di metodo di insegnamento fino a esasperarlo, con strascichi vendicativi da entrambe le parti. J. K. Simmons sembra nato per la parte: se il film fosse una pièce teatrale (potrebbe diventarla) Simmons sarebbe in grado di ripetere all'infinito il suo ruolo, sempre con la stessa vigoria. Il nuovo allievo alla batteria (Teller, che in certi momenti ricorda nei tratti Rock Hudson) è all'altezza dell'assurda situazione, da cui si può trarre qualche morale.

Gabigol 11/04/17 17:45 - 580 commenti

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Chazelle cattura l'essenza stessa del sacrificio massimo nella passione, così totale da neutralizzare il mondo esterno e renderti tanto vincitore nella tua materia quanto sconfitto sotto l'aspetto personale e privato. Una battaglia fra vinti in cui si perde il contatto con la realtà e il successo si tramuta come il solo, forse l'unico rimasto, obiettivo per sentirsi vivi. La coppia d'attori è convincente (Simmons staripante) e il montaggio fa un buon 60% del lavoro sporco necessario a intrattenere.
MEMORABILE: Il pugno insanguinato che entra nel ghiaccio; Simmons che bluffa circa l'errore musicale commesso dal gruppo di ragazzi; Il finale.

Bruce 30/06/17 16:44 - 1007 commenti

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L'incontro speciale tra due persone che amano alla follia la musica; ne nasce un rapporto quasi sadico tra maestro e allievo, senza esclusione di colpi ma che ha per oggetto l'amore assoluto di entrambi per le note, il suono perfetto e l'arte. Raramente ho visto tanta passione, coinvolgimento e partecipazione in una rappresentazione cinematografica. Regista e protagonisti fenomenali. Notevolissimo!

Josephtura 30/06/17 15:17 - 188 commenti

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Sulla base di una trama di educazione scolastica, di carattere musicale si riflette sui drammi che provocano l'ambizione e la superbia. Un professore fanatico è convinto che la sua missione nella vita sia scoprire il "nuovo" Charlie Parker e coi suoi metodi da Collina del disonore non si stupisce degli scarsi risultati, anzi. Di contrasto il padre della sua ultima vittima, con calma e in silenzio, vince il premio in un'altra scuola e con altri metodi come insegnante dell'anno bello ed esagerato.
MEMORABILE: La confessione del bravissimo Simmons: "Non ho mai trovato un nuovo Charlie Parker".

Deepred89 2/07/17 12:06 - 3706 commenti

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Film indubbiamente ben girato e ritmato, spassoso nella sua descrizione dello scontro maestro-allievo (debitrice di molte pellicole note) ma piuttosto scontato nei contenuti, con opachi personaggi di contorno e un'idea di musica come sofferenza, virtuosismo e maledettismo che fa francemente sorridere. La scorrevolezza dell'insieme e i gustosamente spietati insulti che l'insegnante-tiranno rivolge agli allievi salvano un film altrimenti piuttosto anonimo.

Gordon 3/07/17 11:54 - 261 commenti

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Un buon film musicale che si basa sul solito tema del rapporto tra maestro e allievo qui rielaborato in chiave diversa: il maestro è infatti un sadico che vessa i suoi studenti nei modi più umilianti mentre l'allievo andando avanti col film perde sempre più il contatto col mondo esterno compromettendo i rapporti con gli altri. Il film sarebbe ottimo se non ci fossero alcune forzature di troppo (l'incidente e il finale). Ottimi i dialoghi serrati e la musica, un po' meno la regia.
MEMORABILE: L'assolo finale alla batteria.

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Minitina80 10/11/17 20:37 - 2984 commenti

I gusti di Minitina80

Cronaca di un rapporto viscerale e umorale con la musica, di due personalità opposte ma simili nel perseguire con lucida follia un perfezionamento stilistico a qualsiasi prezzo. Un maestro e un discepolo si scontrano in una sala prove che assume le sembianze di un tatami all’interno del quale le regole cambiano. Le riprese sono puntuali e dinamiche come lo scoccare del tempo della batteria, mentre è semplicemente magistrale e in crescendo il concerto conclusivo, coinvolgente sotto ogni punto di vista.

Magi94 24/11/17 18:31 - 952 commenti

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Nulla da eccepire sulla confezione e sulla bella fotografia, ma al di là dell'antipatia naturale che si prova nei confronti dei personaggi un po' fighetti, rimangono dubbi sulla concezione che il regista ha della vita e dell'umanità: lascia proprio insoddisfatti sorbirsi il maestro-sergente Hartman per tutto il film senza una bella fucilata finale, anzi le simpatie vengono virate con l'ultimo colpo di scena verso la sua discutibile ed elitaria visione del mondo. Dubbiosa la visione della musica come pura tecnica, un po' ruffiana la scelta del protagonista.
MEMORABILE: Le parti musicali.

Schramm 8/01/18 18:47 - 3495 commenti

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Se ogni ascolto musicale è meditatio mortis, figurarsi cos’è stare di là della barricata dove le note sono dolenti, ogni croma è trincea, e l’esercitazione artistica marcia verso l’ascesi a passo d’oca. Per chi non se lo figura, Chazelle intona un Carme che agglomera tutta la Gloria del cinema. Simmons, marionetta futurista calata in un musical termonucleare sognato da De Sade, è il nocciolo di plutonio dell’ordigno e porta Schillinger sul golfo mistico, Teller e la Benoist fanno venir voglia di rivedere tutti i giorni un film cui non basterebbero millenni di poesia per cantarne la Bellezza.

Giùan 12/01/18 10:48 - 4559 commenti

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Ha il merito di valorizzare massimamente i suoi pochi pregi: le performance "eccessive" di J. K. Simmons versione spaventatore e di un Miles Teller protervamente anaffettivo, la regia temeraria fino all'impudenza di Chazelle; detonando i suoi palpitanti difetti: la morbosità un po' fatua del rapporto docente-maestro che rasenta più volte il ridicolo, una ripetitività di situazioni alfine esasperante, una "classicità" cinematografica pelosetta. Si tratta tuttavia di un film che tiene avvinti, nonostante tutto, in forza della sua cruda purezza e sincerità.

Ryo 16/10/18 00:23 - 2169 commenti

I gusti di Ryo

Film molto interessante, trascinato quasi interamente dal carisma del "cattivo" maestro e direttore d'orchestra che insegna jazz con metodi per nulla ortodossi (offende pesantemente, lancia sedie, distrugge psicologicamente chi non è perfetto). Dall'altra parte il protagonista, un batterista che in una sorta di sfida contro se stesso e il maestro spinge allo stremo i propri limiti (tanto gli sanguineranno le mani). Belle musiche, ottimo montaggio, riprese fulminanti con fotografia cupa. Eccezionali i colpi di scena multipla e un finale tronco.
MEMORABILE: Il concerto finale; L'incidente; I batteristi che turnano sino a quando qualcuno non azzecca il tempo.

Bubobubo 25/09/18 00:46 - 1847 commenti

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L'esordio lungo della giovane promessa Chazelle è un campo lungo estetico dove la passione per la musica diventa tortura, mutilazione, arma contundente verso i propri e altrui limiti. Molti dettagli emergono solo in visioni successive, ma l'intrigante dialettica tra maestro e allievo (coronata da battute divenute in pochissimo tempo già instant classic) viene spesso mortificata da uno svolgimento ancora pedestre e incapace di incanalare appieno la forza del soggetto (comunque non particolarmente profondo). In scena non va il miglior jazz.
MEMORABILE: "Are you rushing or are you dragging? "; Il provino all'ultimo sangue (è il caso di dirlo) tra batteristi; Il modesto Fletcher al night; Il finale.

Puppigallo 18/02/19 10:52 - 5275 commenti

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C'è persino un "palla di lardo", se qualcuno avesse dei dubbi sul parentado "Perchè guardi in basso, palla di lardo!? Non ci sono merendine per terra!". Detto ciò, se lo si guarda come profano del genere, il motivo d'interesse di questa pellicola, girata con un certo mestiere, ma senza particolare talento, è dato proprio dal rapporto "sergente di ferro-recluta batterista". Esagerato, a tratti fastidioso, ma alla fine sarà questo a restare impresso, oltre all'assolo finale.
MEMORABILE: "Sparisci, Mini-Me!"; "Sei lento? Sei veloce? Sei lento?". Lo fa impazzire così; Le piaghe da accelerazione.

Enzus79 12/11/19 23:30 - 2896 commenti

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La dura educazione (ai limite del militare) che subisce un giovane batterista jazz dal suo professore: fra i due il rispetto sfocia nell'odio. Il messaggio della storia non è certamente da sottoscrivere, ma il film in sé risulta decisamente notevole; per come è scritto, girato (i dettagli del movimento del batterista sono da applausi) e interpretato: J.K. Simmons ottimo nella parte del professore bastardo.
MEMORABILE: La perdita dello spartito; La scena finale.

Domino86 15/03/20 18:58 - 607 commenti

I gusti di Domino86

L'insegnamento ai limiti della norma di un famosissimo musicista che forma in maniera non molto "ortodossa" un gruppo di ragazzi, per lui considerati i migliori della famosa scuola newyorkese in cui insegna. Il film fa inevitabilmente scaturire la rabbia per i modi di fare del maestro, che però alla fine forse a qualcosa porta, pur se è difficile giustificarne i mezzi. Inizialmente sembra possa annoiare essendo troppo lo spazio occupato dall'orchestra, poi invece acquista il suo perché.

Lupus73 20/03/20 12:17 - 1494 commenti

I gusti di Lupus73

Un ragazzino ambizioso che suona la batteria in una scuola di jazz e un insegnante che definire intransigente e spietato sarebbe poco. I temi sono la ricerca della perfezione tecnica fino al sacrificio fisico (il sangue dalle mani), il rapporto tra un allievo disposto a soffrire e un mentore senza scrupoli che passa con disinvoltura dagli insulti agli schiaffi, tanto da ricordare un addestratore dei marines (Full metal jacket), ed è interessante vedere come ruoli ed eventi si evolvono. Gran prova (anche strumentale) di Teller e di Simmons.
MEMORABILE: L'interpretazione di Simmons; Teller che per l'occasione ha dovuto davvero imparare l'approccio jazz allo strumento.

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Pigro 25/12/20 09:50 - 9666 commenti

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Ottimo passaggio dal corto al lungo. La storia punta qui sul ricco filone dei giovani ambiziosi spronati al successo dal pedagogo carismatico e odioso attraverso il sacrificio, affilando lo sguardo soprattutto sul rapporto tra maestro/padre e allievo/figlio: inutili le scene a corollario, mentre tutto sta nelle magistrali sequenze musicali e di prova (con finale strepitoso). Un film fatto di sangue e sudore, che porta al grado zero Fame! e Il cigno nero, chiedendosi quale sia il metodo per stimolare l’eccellenza, con esito ambiguo e luciferino.

Giufox 31/03/21 12:49 - 324 commenti

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Accademico e inutilmente drammatico, l'anglo-francese Chazelle finge empatia per i suoi personaggi e li affoga in quella morale americana dell'esasperazione del conflitto e del superamento di se stessi. Talento c'è, e pure tanto; ma non c'è "jazz" in questo film e neanche verosimiglianza: le osannate e invadenti enfasi pedagogiche sono ampiamente superate e magari illegali di questi tempi. Resta la musica, che sa far evadere in sala prova coadiuvata da editing e sonoro, ma che si spegne in intoppi stradali e pulsioni amorose puramente di contorno. Meglio il successivo La la land.
MEMORABILE: Le batute di Simmons; La magia di "Caravan".

Xabaras 16/05/23 19:28 - 210 commenti

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Fino a che nel film si instaurano le figure "patriarcali" essenziali per un ragazzo di diciannove anni (un padre, una fidanzata, un maestro di batteria che potrebbe diventare anche maestro di vita se teniamo buono il discorso sul nuovo Charlie Parker) il film scorre benissimo. Peccato per la parte centrale in cui l'american way of life pare goffamente prendere il sopravvento. Ottimo il finale in cui si ha un doppio lieto fine. Naturalmente il personaggio del maestro pare ricalcare quello di Full metal jacket, ma se ne discosta quasi subito (quel "palla di lardo!" a uno strumentista).

Medusa 9/08/23 11:12 - 33 commenti

I gusti di Medusa

Dichiarazione d'amore per la musica (jazz ma non solo) e la batteria, storia sulla dedizione assoluta necessaria ad emergere in campo musicale. Interpreti ottimi, coinvolgente e claustrofobico. E' una parabola della vita: l’iniziazione del giovane protagonista, timido e appassionato, cui un’apparente sconfitta e una rabbia profonda danno la forza arrogante per confrontarsi ad armi pari con l'insegnante/aguzzino che lo ha scoperto e motivato. Politicamente scorretto forse, ma reale. Finale non scontato e stupefacente, di riconciliazione verso un futuro aperto ad ogni ipotesi.
MEMORABILE: L'assolo finale di batteria e lo sguardo del maestro/carnefice.
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  • Discussione Matalo! • 11/01/18 20:29
    Call center Davinotti - 614 interventi
    Schramm ebbe a dire:
    ATTENZIONE CONTIENE SPOILER SUL FINALE

    Quando Andrew (Miles) lascia il palco del saggio finale dopo il fail procuratogli dal primo brano a tradimento, trova dietro le quinte ad attenderlo e rincuorarlo il padre. Questa scena era inizialmente molto più estesa: dopo un diverbio sulla metodologia e il reale carattere/intento di Fletcher, Andrew finiva col cacciare il padre e col disconoscerlo: all’arrivare di una guardia della sicurezza, Andrew dichiarava di non averlo mai visto in vita sua e che fosse un suo stalker, ottenendone la cacciata forzata. La scena è stata tagliata perché, pur perfettamente recitata e assai tesa e drammatica, secondo regista e montatore sgonfiava troppo il ritmo e spezzava troppo il flusso continuativo dell’esecuzione totale.

    (Fonte: commento audio di Chazelle)


    Meno male che l'ha tagliata; ancora peggio secondo me
  • Discussione Matalo! • 11/01/18 20:30
    Call center Davinotti - 614 interventi
    Daniela ebbe a dire:
    non bastava la fidanzatina, pure il padre fatto cacciare a forza ... ma che bella persona è diventato il nostro caro ragazzo a forza di bacchettate sulle gengive :oP

    PS: Scusa Schramm, te lo chiedo perché non è presente un tuo commento nella relativa scheda, ma hai visto il film successivo del regista? Ossia quel La la Land ricoperto di lodi e premi, a mio parere abbastanza piacevole ma sovrastimatissimo e molto (troppo) ruffiano. A me ha confermato l'impressione, già avuta con Whiplash, che Chazelle sia un regista certamente abile ma più furbo che ispirato.



    Io ho visto La La Land.
    Parere: Emma Stone la donna dei miei sogni.
    Film diretto con abile ritmo ma vacuo come le coreografie
    Chazelle è il nuovo furbetto del cinema americano
  • Discussione Matalo! • 11/01/18 20:33
    Call center Davinotti - 614 interventi
    Comunque pure io sono investito dal sacro fuoco dell'arte (che trovo una definizione un po' melodrammatica ;-)) ma il sistema Simmons non è l'incitamento a dare il meglio di sè; sono patologie. "Non nascono più Armstrong, più Parker". E chi l'ha detto? Col senno di poi sono dei giganti ma Parker è morto a 35 anni ed era un musicista marginae, da vivo (tolto il periodo Verve a cui misero gli archi per vendere) e Armstrong divenne un divo internazionale facendo musica pop (ma io lo amo a prescindere).
  • Discussione Matalo! • 11/01/18 20:35
    Call center Davinotti - 614 interventi
    Schramm ebbe a dire:
    Capannelle ebbe a dire:
    Matalo! ebbe a dire:
    Il modesto Chazelle gioca su questa ambiguità per creare spettacolo di mediocre lega
    Però nei momenti memorabili scrivi che "Tutte le riprese relative alla musica sono competentissime."
    Cioè posso capire se il messaggio del film non piace, perchè diseducativo, perchè troppo esasperato.
    Però riconosciamo al regista che la materia filmica l'ha trattata bene e non riconduciamo ad esempio un monopalla (non parlo di te Matalo) solo perchè si dissente sul messaggio.


    assolutamente d'accordo. il rischio enorme è questo. anche perché non è appunto detto, come dicevo anche poco sopra, che il messaggio che noi gli attribuiamo fosse un intento primigenio dell'autore. ed è qua il valore di un film o di una canzone. con una stessa cosa a fare da imbuto si generano e convergono miriadi di visioni differentissime tra loro ma che hanno tutte medesima forza e significanza. però ecco, il cinema è anche estetica (ed è dall'estetica che viene l'etica, il discorso contrario mi fa personalmente rabbrividire) e da un punto di vista estetico quest'opera mi ha incantato e commosso al punto da averla rivista altre tre volte in due giorni.

    Schramm, per me il cinema è forma. Giustamente i contenuti se son supportati da una cattiva forma son solo...cattivo cinema. Ma il bilanciamento delle due cose in Chazelle propende per una spettacolarità ruffiana
  • Discussione Schramm • 12/01/18 10:39
    Scrivano - 7694 interventi
    Matalo! ebbe a dire:
    Comunque pure io sono investito dal sacro fuoco dell'arte (che trovo una definizione un po' melodrammatica ;-))

    sì, ci sono andato apposta giù d'enfasi per mettere ancor più al centro dell'occhio di bue che sono risultati che negli individui che interpongono l'arte alla vita (e si potrebbero fare non pochi esempi illuminanti nella storia dell'arte tutta, se non portassero il discorso troppo fuori pista) si avrebbero a prescindere dall'essere sotto la sferza di uno scolarca tirannico: quel che più mi ha appassionato di questo film è il suo evidenziare la complementarità tra la figura dell'artista più invasato e quella del militare più oltranzista: con i dovuti distinguo sono due figure che hanno più di un cromosoma in comune. credo si tenda più a mettere in risalto questo che non a dire che le angherie sopra le righe di fletcher siano ottimali per l'apprendimento.

    Matalo! ebbe a dire:
    ma il sistema Simmons non è l'incitamento a dare il meglio di sè

    no, ma sono concorde con quanto afferma lo stesso Simmons (vedi curiosità): in taluni casi fanno scattare il giusto relé e ampliano i giusti condotti. va a casi, a persone.

    Matalo! ebbe a dire:
    "Non nascono più Armstrong, più Parker". E chi l'ha detto? Col senno di poi sono dei giganti ma Parker è morto a 35 anni ed era un musicista marginae, da vivo (tolto il periodo Verve a cui misero gli archi per vendere) e Armstrong divenne un divo internazionale facendo musica pop (ma io lo amo a prescindere). qui mi trovi sostanzialmente concorde: mentre abbiamo questo scambio non si ha il calcolo di quanti mostri di bravura sono inumati dall'indifferenza, dall'ostracismo o dall'idea -ahimé mai dominante e solcata come in quest'epoca- che la troppa eccellenza non paga e che si debba stare tra le placide e blande fila del carino e il troppo bravo sia un ingombro, un imbarazzo, una seccatura (ma non accadeva anche a scuola? l'ottimo e il pessimo, in differenti modi, via subito, eliminare): gente di genio della cui esistenza e produzione non abbiamo neanche idea del nome e che urla sotto le macerie, inascoltata e inascoltabile, per far respirare la propria progenitura creativa. allargherei il discorso al fatto che se "non si intravedono più parker né armstrong" è perché è saltato per aria e si è disarticolato, sparigliato, rovesciato, tutto l'apparato che li sosteneva e aiutava a emergere. basti pensare che non esistono quasi più manager teatrali, molte agenzie di spettacolo sono franate o lobbizzate. ma questo è appunto un discorso che porta in zone che stanno fuori dal film o lo attraversano velocemente in diagonale, per cui mi fermo qua.
  • Discussione Raremirko • 20/01/18 20:45
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Chazelle lo apprezzo molto e mi son piaciuti sinora tutti i suoi film; i vostri discorsi son sempre interessanti.

    Comunque non lo definirei ne furbo ne ruffiano.
  • Discussione Galbo • 21/01/18 10:42
    Consigliere massimo - 3990 interventi
    Film a mio avviso penalizzato da una storia prevedibilissima....
  • Discussione Schramm • 21/01/18 15:30
    Scrivano - 7694 interventi
    Galbo ebbe a dire:
    Film a mio avviso penalizzato da una storia prevedibilissima....

    king avrebbe risposto: "non è la storia, è chi la racconta" ;)
    Ultima modifica: 21/01/18 15:30 da Schramm
  • Discussione Galbo • 21/01/18 16:10
    Consigliere massimo - 3990 interventi
    Schramm ebbe a dire:
    Galbo ebbe a dire:
    Film a mio avviso penalizzato da una storia prevedibilissima....

    king avrebbe risposto: "non è la storia, è chi la racconta" ;)


    Non sono d’accordo, la storia è fondamentale...
  • Discussione Schramm • 21/01/18 17:36
    Scrivano - 7694 interventi
    Galbo ebbe a dire:
    Schramm ebbe a dire:
    Galbo ebbe a dire:
    Film a mio avviso penalizzato da una storia prevedibilissima....

    king avrebbe risposto: "non è la storia, è chi la racconta" ;)


    Non sono d’accordo, la storia è fondamentale...


    mah si e no. storie arcirisapute nelle giuste mani possono diventare qualcosa di immenso e viceversa storie all'insegna dell'originalità hanno solo quella dalla propria ma risentono poi di una pessima narrazione che non incanta o trascina. una vecchia barzelletta può far ridere o far pena a seconda di chi la racconta. di davvero fondamentale in una storia c'è l'affabulazione di chi la narra.

    non sono nemmeno d'accordo sulla prevedibilità assoluta della vicenda. molti elementi del plot non me li aspettavo assolutamente (a partire dal fatto che non si era mai visto prima un film interamente incentrato sulla percussione e sul ritmo quale disciplina estrema) e non si può dire che li si siano già visti in film di formazione accademica simili.