Dragon trainer 2 - Film d'animazione (2014)

Piccoli vichinghi crescono, ma per fortuna, a parte le prime cottarelle e qualche zoppichio iniziale, la pellicola, col passare dei minuti, si rianima, grazie anche all’inserimento di un nuovo elemento umano e dell’Alfa. Rispetto all’originale, non c’è più la sorpresa dei draghi alleati degli umani, ma inserendo l’alternativa dell’ottuso, che ha la possibilità di ribaltare a suo favore la situazione, si è aggiunta nuova linfa alla sceneggiatura. Animazione di livello e azione determinano poi la riuscita dell’operazione filmicartoonesca.

Sono entrato in sala disperato, perché avevo ignorato il primo film e perché non mi andava di rivedere una delle pellicola già viste. Mi sono ritrovato in un mondo magico, fatto di vichinghi e di draghi e mi ci sono appassionato subito. Forse la prima parte è un po' troppo lunga; il vero nemico appare solo nella seconda, anche se spinge il protagonista e il suo drago a prendere un'importante decisione. Il motto di Spider-man sui poteri e le responsabilità fa proseliti e coinvolge un altro eroe.

Meno coeso rispetto al folgorante capostipite (il cattivo è abbastanza generico, i poteri dell'Alfa sono buttati lì a beneficio della trama senza una spiegazione valida), è comunque fedele per quanto riguarda lo sviluppo dei personaggi e, soprattutto, ottimo dal punto di vista dell'animazione. Aumentano i draghi e le evoluzioni aeree, queste ultime rese particolarmente coinvolgenti dalla grafica di altissimo livello. La storia si fa un po' più seria e sentimentale ma non mancano comunque le risate.

Un sequel che manca della forza innovativa del film precedente ma che si fa apprezzare per il buon ritmo e la adeguata caratterizzazione dei personaggi. Funziona l'alternanza tra momenti drammatici e parti brillanti che servono a stemperare la tensione. Meno efficace il personaggio del cattivo che peraltro compare alquanto tardivamente nella storia. Buono il doppiaggio.

Come dare prosieguo a un racconto di formazione (quale era il prequel) quando la formazione è stata ampiamente superata? Si prendono una marea di tematiche alla rinfusa (il valore dell'amicizia e della coesione, il potere e la sua influenza, il rapporto col destino e le proprie responsabilità) e le si condensano in 80 minuti di film. L'insieme gira così ipertrofico e veloce che la metabolizzazione è pressoché nulla. Si trangugia, non si assapora, come in un fast food, ma l'attenzione non scema mai e visivamente lo spettacolo è garantito.

Purtroppo il successo del primo capitolo ha reso appetibile la nascita di questo seguito che sconvolge per quanto riguarda la banalità e la forzatura di una trama che nel precedente era invece notevole. Forzato è il termine più appropriato per la trovata finale, per l'apparizione del personaggio femminile al fianco del protagonista e molto superficiale la spiegazione che viene fornita nella trama per tale apparizione. L'animazione è sempre eccellente, qualcosa di buono c'è, ma se ne poteva fare a meno.

Se il primo capitolo godeva dell'effetto sorpresa soprattutto per il gradevole rapporto di conflitto umani-draghi, questo prosegue il discorso familiare con innesti non troppo convincenti e si adagia su soluzioni narrative pedisseque (il luogo, non svelato a occhi umani, di innumerevoli draghi che fanno capo a uno più grande). Rimane sempre simpatico vedere vecchie conoscenze squamose - Uncinato Mortale, il Gronkio, Terribile Terrore - e tutto sommato l'intrattenimento arriva, tra un inseguimento e qualche scaramuccia. Villain risibile.

Come spesso accade, il sequel è deludente rispetto al primo episodio, soprattutto se costruito sul successo del precedente. Sembra che la necessità di questo film sia nella prima parte spadellare scene spettacolari di volo, innocue scaramucce e mielose smancerie (una noia mortale), e nella seconda sostituire le scaramucce con scontri apocalittici lasciando intatto il resto, e aggiungendo tutt’al più un generico tema “guerra e pace”, con il cattivo di turno che scatena un conflitto tra draghi. Un luna park chiassoso con poco contenuto.

Dopo un bel primo capitolo su schema da "odd pet movie", il seguito cambia correttamente registro, puntando all'epico: più battaglie, più draghi in scena, sequenze di volo spettacolari e un po' di ambientalismo sotto copertura (l'idilliaca isola-santuario). Peccato che l'introduzione della madre di Hiccup stoni pesantemente con l'altrimenti encomiabile abilità di LeBlois nel gestire le parentesi emozionali (non mancano momenti ad alto impatto drammatico): la giustificazione della sua assenza in tanti anni non convince, alienando le simpatie del pubblico. A ogni modo sequel godibile.

Come tanti sequel, rischia di restare nella terra di mezzo (e di nessuno) tra l'ancoraggio al vecchio e approdo verso sconosciute isole. DeBlois (senza la sensibilità registica del sodale Sanders) mostra di non avere la sicurezza e il coraggio per fare con decisione né l'una né l'altra cosa e il film "gonfia" i muscoli dell'epica vichinghi/draghi puntando sulla animazione di "massa" in cui la Dreamworks conferma la propria competitività. Spettacolare ma con poca presa, riprenderà quota.