Inaspettatamente divertentissima sia per le battute che per alcune scene, questa commedia con una Banks davvero sexy (per esempio in Che cosa aspettarsi quando si aspetta dovevano averla un po' imbruttita, perché non me la ricordavo cosi) e brava. La vicenda ricalca situazioni dove alla protagonista ne succedono continuamente di tutti i colori (vedi film come Tutto quella notte) e il titolo si riferisce al vestito che porta la Banks. Sicuramente consigliato per distrarsi un'oretta e mezza.
Commedia americana piuttosto divertente, che narra le peripezie di un'affascinante giornalista la quale, dopo una notte di baldoria, si risveglia in casa di uno sconosciuto e le accade di tutto. La storia ovviamente è molto semplice, quasi banale e scontata, ma le trovate azzeccate e il modo come viene sviluppata le danno un tocco di originalità e freschezza. La protagonista (la bellissima e super sexy Elizabeth Banks), è molto brava e anche il resto del cast funziona. Quasi sorprendente direi.
Commedia ultraleggera e senza alcuna pretesa, che ha però dalla sua una simpatica e ben doppiata protagonista, che dovrà superare una serie di ostacoli, conseguenza di una a dir poco pessima nottata e giornata. Anche gli attori di contorno se la cavano; e i tre neri della topaia del crac offrono una serie di spunti piuttosto divertenti. Certo, al massimo si sorride, ma il buon ritmo e il giusto minutaggio consentono alla pellicola di mantenere un dignitoso livello. Non male, dopotutto.
MEMORABILE: Il test dell'idiota (pare che l'essersi sentiti fuoriposto in uno strip club sia un punto a favore...buon per me); Al ghetto "Lei è il signor?" "Hulk"
Basta guardare come si riduce il bel vestitino giallo (che esalta la silhouette della Banks) alla fine del film, per capire come si sia vissuta assieme a lei una notte, dove veramente capita di tutto alla presentatrice della rete televisiva KZLA. Il walk of shame del titolo originale è percorso da tutti i personaggi che la protagonista incontra, bambino compreso, più che da lei stessa; addirittura ne escono vincenti i ragazzi neri del ghetto del crack. La Banks se la cava molto bene, la regia mantiene un buon ritmo. Divertente.
Credevo molto peggio. Classico filmetto estivo con trama molto esile, in realtà riesce a divertire con poco e (questa è davvero una novità) per quanto la protagonista possa essere la solita squinzia che saltella e "squittisce", riesce a essere simpatica al di là del suo indiscusso aspetto estetico. La pellicola è quindi godibile e viene ben sostenuta dai suoi comprimari. Da vedere.
MEMORABILE: I tre ragazzi di colore nel ghetto che litigano con lei presente.
Per una serie di coincidenze, alla vigilia di una occasione importante per la sua carriera una giornalista tv si ritrova sperduta in piena notte a Los Angeles, senza documenti, soldi, cellulare... Sorta di versione al femminile del Fuori Orario scorsesiano, quella di Brill, già responsabile del peggior Sandler di sempre, è una commediola inconsistente, in cui le occasione di sorriso sono tutte legate alle gags di alcuni personaggi di contorno, come i tre crackeristi del ghetto o la coppia di poliziotti incapaci, mentre Banks è più bella che simpatica.
Operazione scacciapensieri per un’innocua commediola di nessun valore, se non quella del sano intrattenimento. Il pubblico maschile potrà godere della statuaria bellezza della Banks che, “vestita” di un tubino giallo mozzafiato che ne esalta le curve e il gradito stacco di coscia, suo malgrado è vittima di 24 ore di incredibili peripezie (con trovate di sceneggiatura talvolta ben congegnate e divertenti). Se ci si accontenta, è un film che in definitiva non delude.
Commedia femminile a metà tra Fuori orario e Una notte da leoni. Il ritmo piuttosto sostenuto riesce in parte a mascherare le carenze di una sceneggiatura piuttosto povera e pochissimo originale (molto sa di "già visto"), anche se il vero asso nella manica è la presenza di Elizabeth Banks attrice assai versatile, qui meritatamente protagonista. Abbastanza incolore la prova degli altri membri del cast. Doppiaggio piuttosto scadente.
Mediocrissima commedia made in Usa, che merita comunque una visione per la prova della bellissima Banks, la quale palesa la propria convinzione verso il progetto. Per il resto si assiste alla classica commedia dai mille imprevisti, con pochissimi momenti veramente comici. Poco accorta la regia di Brill, che ha il peccato mortale di essere oltremodo anonima. Pessima e fourviante la titolazione italica, che non rende giustizia al bel titolo originale. Il resto del cast non fornisce una prova di ricordare. Dozzinale.
MEMORABILE: Il vestitino e le scarpette della Banks.
Filmetto sbrigativo tutto gag sceme e situazioni improbabili tipicamente all'americana, che però si lascia vedere con disincantata simpatia. La protagonista simpatica e prorompente, ma non stucchevolmente "burrosa", corre all'impazzata da un capo all'altro della città per non bruciare un'importante occasione di carriera. Tra peripezie che rasentano quasi l'autoparodia e qualche incontro fortuito che ispira tenerezza, ci si può gustare questa commediola degli equivoci con compiacente leggerezza.
Come sopravvivere una notte nella sterminata Città degli Angeli con indosso solo uno striminzito vestito giallo canarino e (non sempre) un paio di scarpe non proprio comodissime. Ci pensa una simpaticissima Banks a dettarci le coordinate, a suo agio tra i quartieri come tra le etnie che incontra nella sua gita fuori programma. La comicità è di quelle sane e giammai volgari, preferisce una gag visiva a un contrassegno di parolacce. Ideale, quindi, per trascorrere qualche momento in totale spensieratezza.
MEMORABILE: L'incontro con la band della droga "in the hood".
Mediocre storia degli equivoci mal diretta e scritta. Non aiuta l'interpretazione caricaturale e fuori luogo di gran parte degli attori, protagonista Banks in testa. La storia si risolve in una serie di disavventure abbastanza noiose. In un'ora e mezza di film è appena passabile la parte centrale; stucchevoli e banali i primi e gli ultimi 20 minuti. Da evitare.
Commedia brillante su di una giornalista che, dopo una notte di bagordi in discoteca finita in un appartamento di un simpatico sconosciuto, si ritrova a vagare per la città senza macchina, documenti e cellulare. E' l'inizio di una giornata stralunata, dove tutti la scambiano per una prostituta/criminale. Elisabeth Banks sfoggia non solo il suo lato sexy (vedi il vestito giallo e le scarpe con i tacchi a spillo), ma anche un umorismo paragonabile a quello della Goldie Hawn degli anni d'oro. E' grazie a lei che il film acquista in qualità.
Il titolo originale "Walk of shame", espressione utilizzata per indicare il rientro imbarazzante di una donna dopo una notte fuori, si riferisce qui alle disavventure di una giornalista che, dopo una notte brava per dimenticare una delusione lavorativa, si ritrova in giro per Los Angeles senza nient'altro addosso che un vestito sexy giallo. Poteva essere una provocazione sulla capacità femminile di affrontare situazioni normalmente appannaggio del genere maschile, invece si riduce a una commedia leggera con gag tutt'altro che irresistibili.
Uscita da una discoteca completamente ubriaca, una presentatrice televisiva finirà per vivere una girandola di situazioni folli che la porteranno a mettere a rischio la propria carriera. Il film ricorda molto vagamente Fuori orario di Scorsese. anche se ovviamente qui il risultato è decisamente diverso. Alla lunga il giochetto della biondona che scappa con le scarpe con il tacco a spillo stufa un po', ma il film tutto sommato è simpaticamente riuscito. Per una serata all'insegna del totale disimpegno.
Commediola sciocca ma non presuntuosa che si presenta come una sorta di Fuori orario al femminile, con Elizabeth Banks in provocante vestitino giallo che dopo una notte di baldoria affronta un'odissea urbana per le vie di Los Angeles. Scambiata per prostituta, inseguita da poliziotti e spacciatori, la poveretta si troverà coinvolta in una sequela di gag del tutto innocue (l'originale "rated R" è assicurato semplicemente dal linguaggio volgarotto), ma per fortuna meno irritanti di quanto i primi venti minuti lascerebbero presumere. Accettabile a patto che le aspettative restino basse.
MEMORABILE: Il laidissimo Ken Davitian nei panni del tassista; Attentato morale alla comunità ebraica; Il bambino occhialuto birichino; Scenata al deposito auto.
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE: Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT): Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ: Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICHE: Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
Markus ebbe a dire: Buio, confermo che potrebbe piacerti e ti dirò che ricordo perfettamente inquadrature ravvicinate di sicuro interesse (per te soprattutto). ;-)
Elizabeth Banks esce ubriaca sul retro di un locale e col tacco delle sue scarpine resta incastrata sulla grata delle scale di sicurezza. Un passante la vede e l'aiuta.
No ma come sai nulla è al caso, quindi quell'indugiare con la cinepresa sulla scarpa e sul piedino della bella biondina (anzi biondona!) per me sa di fetish pruriginoso camuffato. Una scena che si poteva evitare o raccontare in maniera diversa e, invece...
Lo stesso discorso vale (sempre per me) nel film I DONGIOVANNI IN COSTA AZZURRA. Ricordo fatti analoghi e ripetitivi in alcuni film di Lattuada (tanto che son quasi convinto che era feticista del piede, o quanto meno che la cosa non gli dispiacesse).
Markus ebbe a dire: No ma come sai nulla è al caso, quindi quell'indugiare con la cinepresa sulla scarpa e sul piedino della bella biondina (anzi biondona!) per me sa di fetish pruriginoso camuffato. Una scena che si poteva evitare o raccontare in maniera diversa e, invece...
Lo stesso discorso vale (sempre per me) nel film I DONGIOVANNI IN COSTA AZZURRA. Ricordo fatti analoghi e ripetitivi in alcuni film di Lattuada (tanto che son quasi convinto che era feticista del piede, o quanto meno che la cosa non gli dispiacesse).
Sì, certo, la malizia c'è eccome...D'altronde molti registi si fissano sulle scarpine e i piedini femminili anche quando non lo si richiederebbe (ma al sottoscritto fà sempre un gran piacere)
Zender ebbe a dire: Ok, ci sarà un indugiare del regista, però per entrare nello speciale è necessario che sia una scena in cui la scarpa diventa protagonista.
Assolutamente, è questo lo scopo dello speciale!
Deve essere oggetto del desiderio la scarpa stessa...