Cugine mie - Film (1978)

Un gradevole film erotico con un cast di procaci ragazze interessanti. Potrei definirlo anche una "commedia sexy", ma purtroppo mancano i comici. Il regista Marcello Avallone ha realizzato una storia erotica girata con classe e senza alcuna volgarità; infatti si nota la mano dello sceneggiatore Roberto Gianviti, storico collaboratore della coppia Franchi e Ingrassia. Le attrici protagoniste funzionano molto bene e ci mostrano tanto di nuda bellezza. Anche Susan Scott se la cava benissimo e ci offre una buona interpretazione.

Tre sorelle (Galleani, Borghi, Gonella) finiscono dagli zii (Scott e Sposito) in quel di Padova dove porteranno scompiglio. Un trio femminile fantastico (sempre mezze nude, alcune volte molto gratuitamente ma mai volgarmente) supportato anche dalla Maiolini è la vera forza nonché motivo di visione del film. Il ritmo è più che buono visto il genere di film e le situazioni piccanti tengono viva l'attenzione anche grazie alla buona prova di Sposito, molto in forma e ben doppiato.

Erotico curiosamente collocabile più dalle parti degli epigoni nordici del genere che tra le commedie sexy. Non che ciò lo salvi dalla sua pochezza narrativa, ma si apprezza il riuscito bilancio tra nudi (abbondanti) e volgarità (non eccessiva) e la regia regala qualche affondo stramboide non disprezzabile, dalle scene a teatro fino all'assurdo prefinale "avanti popolo alla riscossa". Il trio protagonista incide solo se preso nel suo complesso e ad avere la meglio è una Maiolini che centellina i nudi regalando la scena più sensuale del film.

Se nel finale non si fosse macchiato col Bandiera Rossa e la stupidissima festa di partito, sarebbe da top. Qui abbiamo nudo e bellezza femminile amplificato a 3 se non a 5, che non viene utilizzato come volgarità fine a se stessa o come mezzo di propaganda politica (con la suddetta eccezione!), ma come libertà totale del proprio spirito, come autovalutazione estetica non arrogante o prevaricante, nonché come invito a mollare l'ipocrisia e la pudicità fasulla che molto spesso son causa di immobilismo e di arretratezza culturale. Nobile intento!

D'accordo, per un democristiano bigotto sentirsi cantare in faccia "Bandiera rossa" può costituire grave insulto, ma il finale del film è un imperdonabile spot in favore del PCI... A parte questo, la pellicola vanta buoni tempi comici e schietto spirito libertario, mentre la regia di Avallone magnifica il nudo femminile in tutto il suo innato splendore artistico; e oltre a starsene spogliate con il massimo agio come se nemmeno ci fosse la mdp, le tre grazie - particolarmente provocante e sensuale la Borghi - rivelano anche personalità e arguzia. Estrose musiche del poliedrico Fidenco.

Commedia erotica priva di comici di razza in grado di riscattare la situazione; offre un'atmosfera libertaria e anti-borghese/anti-clericale post-sessantottina completamente fuori tempo massimo, battutacce sconce da osteria di paese, doppiaggio in pseudo-veneto e location che saltano senza batter ciglio dagli esterni padovani alle cascate di Monte Gelato. Il trio di protagoniste (la migliore è la Borghi) s'aggira in costume adamitico per il 90% del tempo sulle note del classico Fidenco, collezionando gag softcore che non fanno mai ridere.

Commediola sexy per l'epoca alquanto sconcia, giacché le tre protagoniste (Gonella, Galleani, Borghi) restano in topless per tutta la durata senza ritegno alcuno; farneticano frasette legate a una sessualità gratuita, solamente smorzata dai toni "ironici" di uno Sposito sopra le righe. In termini di pruderie, secondo i miei canoni, alla fine la Maiolini ruba la scena alla tre protagoniste. Va dato il solo atto ad Avallone di aver dato un certo ritmo alla pellicola, salvandola dal fallimento totale.

Terribile commediaccia che vorrebbe essere anche erotica ma che, purtroppo, non lo è nemmeno in minima parte. E' figlia di un tempo in cui ogni occasione era buona per svestire le protagoniste e si pensava che ciò bastasse, forse a ragione visti i tempi, ad eccitare gli spettatori. Ma il film fallisce anche sul versante comico: ci sono blandi intenti di satira politica che mancano miseramente il bersaglio. Le risate sono rarissime: al massimo strappa pochi sorrisi. Forse non ci si annoia troppo, ma ciò non basta a risollevarlo dal disastro.

Pessima commedia sexy che pur facendo leva su un'ambientazione collaudata (la bigotta provincia veneta che ha sempre offerto spunti ghiotti dai tempi di Signore & signori di Germi) e moltiplicando al cubo il lolitismo delle protagoniste schierate (ben tre: la Gonella, la Galleani e la Borghi) soffre la mancanza di controparti maschili comiche in grado di garantire un minimo di divertimento e di sopperire all'inconsistenza della trama. Si soffre a monopallinare un film che presenta almeno due delle nostre dee personali, ma tant'è.

Commedia abbastanza filante ma che si limita a esibire nudi a volontà senza costruire attorno un minimo di gag azzeccate o di trama. Si parte subito con le tre cuginette che scandalizzano un intero quartiere ma le situazioni sono veramente di grana grossa, come quando si crea l'ammasso di preti guardoni (tutti adoni poi) a spiarle. Le uniche varianti apprezzabili si hanno con la Maiolini post conversione e con le note molto orecchiabili di Fidenco. Nel finale cede anche la zia, una Navarro sempre in piena forma.