Ghost in the shell - Film d'animazione (1995)

Ghost in the shell
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Kokaku kidotai
Anno: 1995
Genere: animazione (colore)
Cast: (animazione)
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

L'eredità di AKIRA in GHOST IN THE SHELL è evidente, evidentissima. Era tempo, ci si sarà detti, che il più importante film d'animazione giapponese trovasse un suo degno successore. Così è nato GHOST IN THE SHELL, visivamente splendido e dal soggetto complesso quanto quello di AKIRA. E infatti, riprendendo in parte i temi del celebre anime cult e inserendoli nuovamente in un futuro dominato dai cyborg e dai computer, si è commesso il medesimo errore arrivando a rendere la storia ancora una volta semi incomprensibile: piacerà agli appassionati...Leggi tutto di intelligenze artificiali (e problematiche sociali connesse) ma rischierà di lasciare insoddisfatti gli amanti degli anime meno impegnati ma più coinvolgenti. Tra agenti-cyborg, misteriosi nemici telematici, progetti segretissimi e giochi sottobanco c'è da perdere la testa. Meglio allora concentrarsi sulla spettacolarità dei disegni, che coniugano l'animazione tradizionale con i nuovi ritrovati nel campo della computer grafica ottenendo a volte risultati sorprendenti. C’è un intermezzo descrittivo, verso la metà del film, che accompagnato da splendidi cori giapponesi (le musiche sono uno dei punti di forza) dà perfettamente l'idea dell’altissima qualità raggiungibile dai disegnatori odierni di anime. Rispetto ai lavori della Disney siamo su un altro pianeta, anche perché la direzione in cui ci si muove è totalmente diversa (il target di riferimento è più adulto). Spettacolare l'uso delle luci, ancora poco fluidi i movimenti.

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Flazich 4/01/07 15:16 - 669 commenti

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GitS è il chiaro esempio di come sia completamente differente il concetto di animazione in oriente. Le immagini, in alcune scene a dir poco incredibili, sono sostenute da un trama decisamente solida. La narrazione non lineare obbliga lo spettatore a porre la massima attenzione in ogni istante. Come ho detto prima la trama è notevole e incredibilmente matura. Tra innesti celebrali e arti bionici questa pellicola si mostra per quello che è: una piccola perla.

Attis78 20/01/07 13:45 - 22 commenti

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Decisamente una pietra miliare, nel suo genere. Scena spettacolare quella in cui, sui canali di una futuribile Hong Kong e la musica di "Making a Cyborg", la cyborg individua la sua copia; è uno scorrimento colto nel suo attimo di fragore. Le altre figure hanno spesso una troppo debole caratterizzazione psicologica, e questo è un peccato; l'ideale sarebbe stata una trattazione come quella di Anno (Evangelion), che l'avrebbe arricchito indubitabilmente. Da vedere, in ogni caso.

Undying 7/02/08 20:29 - 3807 commenti

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Cinema d'animazione, che non disdegna il confronto - per complessità di trama e contenuti - con pellicole interpretate da grandi attori. La tematica dell'ibrido uomo-macchina, e della conseguente localizzazione dell'anima, dei sentimenti e della "razionalità" è un pallino ricorrente per gli artisti orientali. La reiterazione del soggetto, quindi, si fa pesantemente sentire (specialmente per chi non è più un adolescente), ma l'ottimo tratto delle matite e la poderosa colonna sonora lo rendono film da visionare senza riserve...

Macguffin 16/02/11 17:39 - 124 commenti

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Film d'animazione giapponese (basato sull'omonimo manga) visionario e anticipatore (nel 1995 il concetto di grande rete informatica non era usuale come ora). Il soggetto è molto buono e stimola riflessioni profonde sui rapporti tra memoria ed esistenza, corpo e spirito, uomo e macchina; le immagini sono suggestive e le musiche ottime. Unico neo: si poteva forse, senza perdere di spessore, limare qualche complessità per agevolare la fruizione.

Mickes2 17/02/13 18:42 - 1670 commenti

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Lo spunto è quello di Blade runner, da cui si riprendono le splendide atmosfere cyberpunk e i personaggi disillusi nonchè il ritratto realista di una società disumana e distopica, dominata dal potere, basata sulla capacità di plagiare l’Io (il ghost, l’unico barlume d’Umanità) delle persone piegandole ai propri voleri attraverso la rete, ostruendone la memoria, imprimendo false illusioni ed effimere certezze. Quadro apocalittico, allegoria estremamente e drammaticamente attuale, dove l’uomo (la coscienza) e la macchina (la cibernetica) tendono a fondersi, la giustizia ad annullarsi, il Bene e il Male ad estinguersi verso un futuro indecifrabile, infinito.

Cotola 4/02/15 22:26 - 9052 commenti

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A suo tempo fece epoca e se ne può capire il perché. Anche oggi i meriti non mancano ma forse ne è passata di acqua sotto i ponti e ciò che una volta poteva stupire e molto, oggi non lo fa più di tanto. E' comunque un bel film, pieno di fascino ed interesse che forse sconta una trama di cui non si "capiscono" appieno tutti i passaggi e che a volte non risulta così originale come vorrebbe (strizza l'occhio a Blade Runner, soprattutto in un certo approccio filosofico però non sempre profondissimo ed originale). Tris di pallini.

Yamagong 15/09/15 12:05 - 274 commenti

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La mdp, sussiegosa, inquadra un gruppo di manichini: involucri vuoti, spenti, inerti. Gusci corporei privi di spirito. Ma in fondo è proprio la presenza di un'anima, di un patrimonio mnemonico assolutamente manipolabile, a renderci così diversi da dei gusci, si chiede il maggiore Kusanagi? L'identità ai tempi dell'iper-tecnologia, le signolarità, il superamento della dicotomia cartesiana corpo-mente... la maieutica filosofica è qui però rimpiazzata da cinema cyberpunk d'alto profilo artistico. Di granitica potenza l'OST di Kenji Kawai.
MEMORABILE: Tutte le riflessioni di Kusanagi; I monologhi del Burattinaio; La fusione Burattinaio-Kusanagi (profondamente simbolica).

Viccrowley 17/08/15 00:17 - 814 commenti

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I Wacho-cosi e il loro tanto decantato Matrix dovrebbero erigere un bell'altarino alla coppia Shirow/Oshii. E' del 1995 il precursore di ogni nota cyberpunk dell'universo matrixiano. Prendendo spunto dalla narrativa di Gibson contaminata dalle atmosfere di Blade runner, il capolavoro di Oshii non perde smalto nemmeno a decenni di distanza. Sfaccettato, complesso e algido, il ghost può essere la tanto decantata anima umana quanto un freddo ammasso di ricordi artificiali. Quale che sia la verità a noi rimane in dote un gran pezzo di cinema.
MEMORABILE: Il Maggiore alle prese con il gigantesco robot; La carrellata a precipizio sulla città; Il risveglio e il discorso del Burattinaio.

Rebis 7/08/16 13:43 - 2339 commenti

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In uno scenario cyberpunk che vede la burocrazia territoriale incapace di tenere il passo di un mondo virtuale sempre più interconnesso e affrancato dalle istituzioni, il film di Oshii, aldilà della portata filosofica e avveniristica, è anche, e forse soprattutto, un'opera sul processo di individuazione - junghianamente parlando... - inteso come integrazione dell'io - il maggiore Kusanagi - nel Sé - il Burattinaio - in una più ampia, illimitata sfera di coscienza. Fitto di complicazioni narrative e concettuali, rivendica la sua natura animica negli scorci estatici, puramente contemplativi.

Taxius 24/03/17 21:26 - 1656 commenti

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Ghost in the Shell è indubbiamente una delle pietre miliari del cinema cyberpunk che deve molto, in fatto di ambientazione e tematica, a Blade Runner ma che è a sua volta grande creditore di Matrix. La storia è ambientata in un mondo totalmente connesso alla rete in cui uomini e androidi si sono fusi in un'unica cosa e in cui basta un attacco hacker per controllare il cervello di una persona. Ambientazioni e colonna sonora sono stupende. Alcuni passaggi sono un po' difficili da seguire e per questo è doverosa una seconda visione.

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Galbo 17/11/17 06:36 - 12398 commenti

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È innegabile che ricordi Blade Runner, non solo nell’ambientazione e in generale nell’approccio stilistico ma anche nella caratterizzazione dei personaggi e nel tentativo (riuscito specie per l’epoca della realizzazione) di dare vita ad un cinema fantascientifico d’autore. Sfondi suggestivi, animazione di ottimo livello, è un po’ limitato da una trama troppo intricata e nella versione italica da un doppiaggio insoddisfacente. A parte questo è apprezzabile sia nella forma che nei contenuti.

Thedude94 6/02/18 23:54 - 1097 commenti

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Innegabilmente quest'opera si pone in un'ottica fantascientifica abbastanza usuale nel cinema di genere: la presa di coscienza delle macchine nei confronti di un genere umano troppo ingenuo da sottovalutare la potenzialità del mezzo tecnologico. Al di là di ogni critica che è possibile fare su questo tema, direi che il modo in cui viene mostrata è a dir poco azzeccatissimo e racchiude in sé una poetica filosofica e complessa ben messa in scena; spettacolari le immagini della città, ottimamente girate dal regista Oshii e ben disegnate.

Fedeerra 18/01/20 06:45 - 770 commenti

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Avanguardistico capolavoro d’animazione firmato Mamoru Oshii, che a distanza di anni resta di una bellezza sconvolgente e inalterata. Un film dalla narrazione “mutante”; coi suoi ambigui personaggi, con la sua sfaccettata sceneggiatura e, soprattutto, con la sua pantomima multiforme. Si toccano la fantascienza, l’azione, la filosofia e l’horror. Tecnicamente resta uno dei lavori più accurati di sempre e il sound design è qualcosa di davvero ipnotico.

Jdelarge 11/06/20 20:14 - 1000 commenti

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Visionario film d'animazione cyberpunk che, per argomenti trattati e ambientazioni, prende innegabilmente spunto da Blade runner. Molto filosofico e forse troppo dialogato, il film funziona principalmente per il senso di malinconia che attanaglia i cyborg protagonisti che, alla ricerca del senso della loro esistenza e della vita in generale, si muovono all'interno di un ambiente alienante quanto suggestivo. Musiche incredibili.

Giufox 10/05/21 18:10 - 324 commenti

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Nanotecnologie elette a simulacro del quotidiano e corpi di polizia potenziati in ibridi procaci più umani degli umani nelle loro riflessioni esistenziali. Un fiume di dialoghi e inseguimenti che strabordano da scene febbrili imbevute di transumanesimo. Quadri interconnessi a singhiozzo che peccano d'intelligibilità nel voler restare fedeli al fumetto tanto da far perdere facilmente il filo della trama (comunque solida). Tra androidi, fantasmi sintetici e cybercriminalità, un passaggio importante per il genere, non necessariamente da adorare, ma sicuramente da contemplare.
MEMORABILE: La sequenza iniziale (i cui grafismi ispirano Matrix); Le musiche di Kawai; L'immersione nel mare di Kusanagi; Le riflessioni sul concetto d'identità.

Teddy 14/05/23 20:36 - 830 commenti

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C’è qualcosa di meravigliosamente triste in “Ghost in the shell”, un’oscurità gotica, fatiscente, perfettamente inglobata dentro un involucro di smagliante elettricità. Un sottobosco cyber-punk dai fortissimi riverberi esistenziali, in cui Oshii non indugia in dettagli talvolta macabri e in virtuosismi tecnici. Filosofico, senza mai perdere il legame con la visionarietà.

Deepred89 1/03/24 12:23 - 3708 commenti

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Ambiziosissimo film d'animazione che trova nel suo ritmo elevato (con qualche improvviso rallentamento ad hoc, in salsa autoriale) e nella sua durata concisa il maggiore pregio e il maggior limite: da un lato, l'attenzione non viene mai meno e la componente filosofica ha modo di svilupparsi in modo chiaro e appassionante, ma dall'altro il plot fanta-poliziesco appare piuttosto involuto, lasciando a posteriori un certo senso di incompiutezza. Visivamente affascinanti gli ultimi minuti, musiche a rischio pretenziosità, ma usate in modo da non risultare stucchevoli.
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  • Homevideo Mco • 22/04/13 19:03
    Risorse umane - 9970 interventi
    In uscita il 24 Aprile 2013 per Dynit in DVD e BR in edizione comprensiva sia di questo film che del successivo Ghost in the shell 2: innocence.