Marina - Film (2013)

Marina
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Titolo originale: Marina
Anno: 2013
Genere: biografico (colore)
Note: Il film racconta la storia di Rocco Granata, italo-belga autore del successo "Marina".

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 2/01/14 DAL BENEMERITO JANDILEIDA
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Jandileida 2/01/14 09:18 - 1565 commenti

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Biopic dedicato a Rocco Granata, italo-belga che spopolò in tutto il mondo con la notissima Marina sul finire degli anni '50. Dalla Calabria a Carnegie Hall passando per il Limburgo. Siamo chiaramente di fronte a una fiaba, senza pretese di analisi sociologiche, in cui il lieto fine è esito scontato. Accettata tale impostazione, il film è molto godibile, semplice ma non banale nel suo svolgimento, abile nel creare empatia con i personaggi senza scivolare nel melenso più bieco, pericolo sempre in agguato nei film dedicati al tema dell'emigrazione italiana.
MEMORABILE: Rocco Granata vende fisarmoniche.

Capannelle 6/01/15 00:07 - 4411 commenti

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Coproduzione italo-belga realizzata con estrema cura e ben interpretata dagli attori. Qualche stereotipo qua e là ma giocati senza esagerare e mantenendo vivo il racconto come ad esempio la storia con la ragazza belga, che è un elemento di fantasia ma rappresenta un filo conduttore per l'intero film. Discreto Simoni e sicuramente nella parte Lo Cascio, altra figura cardine del racconto. Nel film appare il vero Rocco Granata: è lui che vende la fisarmonica al protagonista.

Nando 14/05/15 23:50 - 3814 commenti

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La vicenda giovanile del celebre cantante autore di un pezzo musicale arcinoto. Narrazione efficace e ben realizzata, con la vita dura dei minatori italiani e ambientazioni curate. Sempre appropriato Lo Cascio, ben supportato da Simoni e dalla Finocchiaro. Sottotitoli costanti, anche se il dialetto calabrese è abbastanza comprensibile.

Puppigallo 7/11/18 11:01 - 5275 commenti

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Quello che si dice un buon film, grazie all'interpretazione di padre, madre e figlio, emigrati e accolti con un lavoro (duro; il padre si spacca la schiena in miniera) e una casa, assegnata dal datore di lavoro stesso. Tra qualche difficoltà di integrazione, scontri padre-figlio e volontà di tentare di emergere, la pellicola prosegue senza particolari intoppi, se non qualche rallentamento e un paio di scene, che sembrano piazzate solo per sottolineare la condizione di emigrato, in un Paese che tollera solo chi fatica, se costui arriva dall'estero.
MEMORABILE: La lingua madre, che si contrappone e si fonde con quella che, fratello e sorella, hanno dovuto imparare (lei è più integrata, perchè molto giovane).

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