Bel dramma che nell’ultima parte sfocia in pieno territorio noir. Alcuni elementi sono risaputi (a partire dallo scambio di persona), ma il ritmo è sempre molto alto e la tensione ed il coinvolgimento non mancano, specialmente in alcune parti. Un finale diverso (più cattivo), a mio giudizio, lo avrebbe reso migliore, ma anche così è decisamente un buon film. Bella la fotografia. La Stanwyck è brava, ma la prova di Bettger, un laido profittatore marcio fino al midollo, è strepitosa.
MEMORABILE: Il biglietto passato sotto la porta. “Non si preoccupi, io sono fortunata”. Le ultime parole famose.
Noir, dramma e pure catastrofico! Aggiungiamoci poi la presenza di una grandiosa Stanwyck che sa appassionare lo spettatore interpretando con la giusta drammaticità senza mai scadere nel melodrammatico e facendo parteggiare lo spettatore per il suo tragico personaggio. Citazione necessaria pure per il bastardissimo villian Bettger. E inoltre come non amare un film dove un personaggio dice: "Sono fortunata!" e due secondi dopo c'è un incidente ferroviario?
Dopo essere sopravvissuta ad un disastro ferroviario, per una serie di circostanze una donna incinta e senza un soldo viene scambiata per la vedova del rampollo di una ricca famiglia che la accoglie a braccia aperte, ma... Da un romanzo di Cornell Woolrich che sarà poi altre volte riproposto sullo schermo, un bel melodramma classico turgido di passioni, impaginato con stile pulito ed avvincente nella trama a parte qualche falla logica. Quanto al cast, ottima Stanwyck, funzionale Lund, dolcissima Cowl, perfetto nei panni del mascalzone Bettger.
Tratto da un romanzo di Cornell Woolrich, un avvincente melodramma che si tinge progressivamente di nero e che porta lo spettatore a parteggiare per la protagonista, sebbene si sia introdotta con l'inganno in una ricca famiglia disposta a darle tutto. Qualche piccola forzatura a livello di trama, ma anche un bel crescendo di tensione e un epilogo appagante nel suo essere consolatorio (ma d'altra parte la vecchia Hollywood credeva molto nella redenzione). Ottima la prova del cast, con Bettger che nei panni dell'odioso ricattatore riesce quasi ad oscurare la Stanwick, e non è poco...
MEMORABILE: Il disastro ferroviario; Il ricatto; Il finale.
Leisen dirige “Non voglio perderti”, rievocazione di un incessabile sentimentalismo narrativo che non manca però di una certa visionarietà oscura. Il film si pronuncia su tutti i toni, dal melò al noir, dal dramma familiare alla tragedia individuale; incline alle suggestioni dell’espressionismo - complice la suggestiva fotografia di Daniel L. Fapp - è un bell’esempio di cinema femminile che non rinuncia alla magniloquenza decorativa né alla catarsi dei suoi personaggi. Barbara Stanwyck luminosa creatura tormentata.
Il film di Mitchell Leisen è un melodramma tormentato e un noir sadico, un perpetuo grido di dolore imbottito dalle pareti insonorizzate, eppure assordanti, della menzogna. Ottimo connubio tra immagine filmica - esaltata dalla cupa fotografia di Daniel L. Fapp - e immagine psicologica - emanata perfettamente dai corpi e dagli sguardi dei personaggi. Immaginifiche Stanwyck e Cowl.
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Buon dvd (come quasi d'abitudine) questo della Sinister:
il comparto video rispetta il formato originale della pellicola ed è abbastanza pulito, con pochi graffi e spuntinature qua e là, ma vista l'età del film ci può stare e comunque nulla di serio.
Buono anche l'audio almeno per la traccia originale (io l'ho visionato così). Non posso
invece gatantire su quella italiana.
Ecco le specifiche tecniche del dvd:
Area 2 - Europa/Giappone
Codifica PAL
Formato video 1,37:1
Formato audio 2.0 Mono Dolby Digital: Italiano Inglese
Sottotitoli Italiano
Tipo confezione Amaray
Numero dischi 1
Lydia Simoneschi: Barbara Stanwyck
Emilio Cigoli: Richard Denning
Rosetta Calavetta: Phyllis Thaxter
DiscussioneDaniela • 20/11/19 09:17 Gran Burattinaio - 5927 interventi
Soggetto tratto dal romanzo "I Married a Dead Man" dello scrittore statunitense Cornell Woolrich, pubblicato nel 1948 con lo pseudonimo di William Irish.
Il romanzo ha avuto anche altre trasposizioni cinematografiche:
Shisha to no kekkon (Giappone, 1960) di Osamu Takahashi,
J'ai épousé une ombre (Francia 1983) di Robin Davis,
Kati Patang (India 1970) di Shakti Samanta
J'ai épousé une ombre (Francia 1983) di Robin Davis,
Mrs. Winterbourne (USA 1996) (Scambio di identità) di Richard Benjamin