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TITOLO INSERITO IL GIORNO 26/06/13 DAL BENEMERITO GREYMOUSER
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- Davvero notevole!:
Greymouser - Quello che si dice un buon film:
Erfonsing. - Non male, dopotutto:
Daniela, Gestarsh99, Galbo - Mediocre, ma con un suo perché:
Pumpkh75, Anthonyvm, Il ferrini - Scarso, ma qualcosina da salvare c’è:
Mickes2, Jena, Hackett
Nessuno sopravviverà, probabilmente nemmeno lo spettatore costretto a sorbirsi 87 minuti di filmetto stantio e modaiolo dove uno psicopatico omicida gioca al commando con poteri che sfiorano il sovrannaturale, in cui risulta facile il giochetto vittima (dove la fascinazione e la repulsione si fondono senza un criterio) e carnefice (i) con annessi ribaltamenti di fronte. Regia anonima priva di qualsivoglia atmosfera e sempre più veloce di quello che accade. Si può anche chiudere un occhio su ingenuità assortite, tanto siam già entrati nel filmaccio!
Decisamente interessante, la sanguinaria rapsodia di Kitamura ci mostra una figura di psicopatico omicida davvero apocalittico, e - pur sciorinando fin dall'inizio colpi di scena tutto sommato prevedibili - mette in scena un complesso e ambiguo rapporto fra vittima e carnefice, i cui ruoli vengono fatti fluttuare in modo spiazzante fra sindromi di Stoccolma e fiori del male di imprevedibile natura. Al di sopra della media del genere, per crudeltà e sostanza filmica.
Mi aspettavo molto di più da Kitamura, autore dell ottimo Prossima fermata: l'inferno. Qui un super psicopatico fa polpette di una banda di criminali. Il gioco del passaggio da vittima a carnefice e viveversa non funziona molto (anche perché il serial killer ha capacita sovrumane) e neanche quello della formazione della discepola. Ma a mancare anche e soprattutto è la regia di Kitamura, banale e scontata rispetto all'originalita degli altri suoi film. Attori sconosciuti e irrilevanti, a parte Evans che ha la faccia giusta. Troppo poco. *!
Un tentativo caotico e un po’ fanfarone di incrociare l’action thriller con il torture porn che cede a una sorprendente ovvietà e finisce con il diventare un semi slasher scarsamente plausibile con tante armi e molti brutti ceffi. Attori in altalena: Luke Evans pare un Sean Penn liofilizzato, il wrestler Brodus Clay recita meglio sul ring, ottima la prova del seno di America Olivo. Kitamura aveva fatto molto meglio alle prese con l’universo Barkeriano, sebbene anche qui qualche scena accattivante faccia capolino. Scomposto.
Il particolare pregio di questo efferato thriller con protagonista Luke Evans si palesa dopo mezzora, con un'inaspettata inversione del ruolo vittima-carnefice che rivitalizza l'attenzione dello spettatore. Il resto è un baraccone slasher non proprio originale, con velleità da studio psicologico simil Sindrome di Stoccolma poco credibile. Guardabile ma nulla più.
Famiglia rustica di criminali sequestra coppietta in vacanza a scopo rapina. Mal gliene coglie, perché lui è un serial killer molto più intelligente e spietato di loro... Dopo un'inizio classico, è proprio il rivelarsi essere la presunta vittima un vero ranciacarne inarrestabile a rendere più movimentato, anche se non meno prevedibile nei suoi sviluppi, questo slasher, sanguinosissimo come nello stile del regista. Ryûhei Kitamura prima e dopo ha girato di meglio, ma Evans sfodera un convincente ghigno luciferino, qualche morte è fantasiosa, il divertimento non manca, il ribrezzo pure.
Non importa se si tratti di chambara, fantasy, horror o quant'altro: quel che interessa a Kitamura è che ci sia sangue. Sangue alluvionale, nero e bituminoso, con cui asfaltare giochi delle apparenze e capovolgimenti di ruolo per poi marciarci sopra come un soldato delle SS. La storia immaginata e diretta dal regista di Osaka ha il sapore dell'affronto estremista agli itinerari radicati degli hick-flicks e si configura come una sfida tutta interna al genere: clan di buzzurri degenerati contro honeymoon-killer onnisquartante. Gradasserìa tanta, potenza della suggestione al pari se non maggiore.
MEMORABILE: "Lui" che sfiora la mano all'imbarellata superstite del massacro...
La sagra delle banalità in questo thriller-horror grandguignolesco che non riesce a raggiungere la memorabilità nemmeno attraverso la copiosa dose di splatter che Kitamura dimostra ancora di saper maneggiare. Tutto puzza di già visto, dal plot (debolissimo) ai colpi di scena (abusati), passando per uccisioni e combattimenti tecnicamente ben girati ma privi di qualsiasi guizzo di inventiva. Come se non bastasse i dialoghi sono terribili e i personaggi anonimi. Per fortuna dura poco: vedibile solo se si è in cerca di violenza usa-e-getta.
MEMORABILE: La sorpresina nel bagagliaio; L'auto-sgozzamento; Brodus Clay ammazzato e usato come involucro umano; Il tritacarnone; Il danno oculare in dettaglio.
Una famiglia di psicopatici si imbatte in un serial killer. In estrema sintesi è la trama di uno slasher con livelli di crudeltà visiva tali da renderlo divertente, disumanizzandolo per paradosso ed avvicinandolo quasi ad un cartone animato rigorosamente non per bambini. Su tutte le figure bidimensionali di contorno, svetta il super cattivo interpretato da Luke Evans che, va detto, si cala bene nella parte e per il quale si finisce per parteggiare, stante l’inconsistenza degli antagonisti.
Una sceneggiatura modesta e una recitazione fin troppo sopra le righe, ma una messa in scena che qualche cartuccia da sparare ce l'ha. Il regista non lesina sangue e interiora e se si è disposti a soprassedere sulla plausibilità del tutto ci si può anche divertire. Come quando il protagonista si nasconde letteralmente dentro un cadavere usandolo come cavallo di Troia. Uno slasher, piuttosto truculento, che non aggiunge niente al già visto ma che si lascia seguire fino alla fine, invero piuttosto prevedibile.
Lee Tergesen HA RECITATO ANCHE IN...
La trama non c'è, solo un guizzo verso il finale con la carta di credito nel motel dalle cinquanta stanze, in cui il destino ci mette lo zampino. L'interpretazione è quella che è, anche se lo sguardo allucinato del protagonista vale il prezzo del biglietto. I buoni non sono così buoni mentre i cattivi sono ovunque. Eppure il film - grazie al cielo di breve durata - si lascia guardare grazie a un ritmo serrato. Nessuna originalità, ma anche non importa. Più divertente della media di prodotti simili. Molto più divertente.
MEMORABILE: Il sacco appeso.
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- Schramm ebbe a dire in Madison County (discussione generale):
non ho visto né l'uno né l'altro, ma non ribadirò mai abbastanza che è un filone che amerei vedere finalmente sovvertito...
Forse quest'opera fa parzialmente al caso tuo.
Non che i "rednecks" divengano qui degli agnellini mansueti da coccolare ma di sicuro hanno di che piangere e belare, tenendo questa volta il coltello dalla parte della lama.
Ti avviso: è un film scarsamente credibile nei suoi twists ed esageratissimo nelle sue "sboronate" splatter ma fa scena e intriga come nella più classica tradizione dei guilty-pleasures.
Alla prima visione (qualche annetto fa) lo liquidai con un pallino e mezzo per il suo prendersi dannatamente sul serio ma riaffrontandolo di recente e giudicandolo con occhi meno immersi nella (passata?) torture-era, beh, devo dire di averne ridimensionato l'apparenza seriosa e di averne colto il lato più impalpabilmente autoironico (e volutamente kitsch). - accolgo l'invito, devo però ammettere che considerato il nostro metapsichico viaggiare in parallelo su quasi tutta la linea quell' *! (e annesse motivazioni) appioppatogli non mi incoraggia a collocarlo tra le visioni prioritarie.. ;)
a meno che appunto, non cappotti tutto come auspicavo nella madisoniana DG. in tal caso le cose si possono per me fare interessantissime.Ultima modifica: 12/08/19 19:49 da Schramm
