Il cameraman & l'assassino - Film (1992)

Il cameraman & l'assassino
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: C'est arrivé près de chez vous
Anno: 1992
Genere: drammatico (bianco e nero)
Note: Aka "C'est arrive pres de chez vous", "Il cameraman e l'assassino".

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Pareri contrastanti, per questo curioso e ambizioso film belga. Girato completamente in bianco e nero per dare un taglio da filmino amatoriale, C'EST ARRIVÉ PRÈS DE CHEZ VOUS ha se non altro dalla sua un protagonista molto bravo e in parte (Benoît Poelvoorde), assolutamente credibile come serial-killer. Benoît accompagna lo spettatore-voyeur in un mondo allucinante in cui l’omicidio gratuito è una pratica normalissima e viene vissuto professionalmente, con abbondanza di dettagli e spiegazioni “tecniche”. La troupe che lo segue filma dapprima con distacco per poi diventare progressivamente complice, fino allo stupro e l’omicidio di un bambino....Leggi tutto L’idea era buona e anticipava un po’ quel cinema shock finto documentaristico che avrà la sua esplosione sei-sette anni dopo con THE BLAIR WITCH PROJECT, ma le influenze de IL CAMERAMAN & L’ASSASSINO vengono soprattutto dal fondamentale HENRY - PIOGGIA DI SANGUE, che per primo ha cercato di scandagliare la personalità deviata del serial-killer e in modo ben più serio. Qui siamo più vicini a Tarantino, con monologhi fin troppo intelligenti e una malizia di fondo che suona un po' troppo artificiale. L'inizio era comunque ottimo, freddo e livido come pochi; prometteva molto bene; purtroppo di lì a poco il film si sgonfia e si ripete stancamente, denotando una povertà d'idee avvilente. Le figure dei genitori di Benoît sono troppo invadenti e per nulla interessanti. Tolgono ritmo al film, che poi si perderà in ogni caso in lunghe scene senza capo né coda. Vanno premiate l'originalità, la bravura di Poelvoorde, il montaggio concitato nelle scene d’azione, alcune trovate nei dialoghi, ma il film in sé vale poco.

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Schramm 11/12/07 17:24 - 3490 commenti

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Sopraffino j'accuse che fin dalla & commerciale del pur stonato titolo italiano teorizza la colpevolezza dello spettatore, sbugiardandone ogni presunta innocenza in una continua doccia scozzese di humour nero pece ed aggressive esplosioni di violenza ai limiti del sostenibile. Il cinema è qui letterale morte al lavoro che sale in cattedra a dimostrarci che siamo ciò che vediamo e vediamo ciò che siamo e che ci affratella nel peccato (sinema). Geniale, bastardo, divertententissimo, scioccante, spietato. Un'irrinunciabile zappata sui reni.

Sunchaser 17/10/08 19:58 - 127 commenti

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Mockumentary (finto documentario) che prende di mira il cinema-veritè, sbugiardandolo e dimostrando come la presenza stessa della cinecamera e del suo operatore non solo influenzino la realtà, ma arrivino a storpiarla a scopi spettacolari (gli operatori diventano ben presto complici dell'assassino). Ma non si tratta di un noioso saggio teorico, quanto di un film molto ben girato che sa sfruttare sino in fondo la geniale intuizione di base, nonostante cada in un finale semplicistico e prevedibile. Grande Benoit Poelvoorde nella parte dell'assassino.

Daniela 5/01/10 16:55 - 12606 commenti

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Falso documentario, raffinato nella sua presunta immediatezza, spudorato nella ricerca di complicità per come fa sentire lo spettatore diviso fra repulsione e attrazione verso Ben, assassino logorroico filosofo e poeta, di buona cultura ed amante del bello, lucido e cinico (uccide sardine, non balene), che finisce per coinvolgere attivamente nelle proprie imprese la piccola troupe. Imperfetto, forse troppo pretenzioso, ma comunque da vedere come pezzo immancabile in una rassegna ideale sullo sguardo complice, che crea quello che guarda.
MEMORABILE: L'incontro con la troupe televisiva al seguito di un altro serial killer: "E noi cosa siamo?" "Noi siamo cinema"... seguono gli spari.

Mdmaster 16/09/10 15:32 - 802 commenti

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Non a caso uno dei film più adorati da Tarantino, C'est arrivè si dimostra davvero "avanti" col suo mix di realtà e finzione nella vita quotidiana di un serial killer (e questo molto prima di mezze ciofeche tipo Blair Witch Project). Tirato su con pochissimi soldi e finito con enormi difficoltà, Remy Belvaux e Benoit Poelvoorde hanno realizzato davvero una piccola gemma. Provocatorio, a tratti divertente e subito dopo accusatorio perfino nei confronti dello spettatore. Un film con molto cervello.
MEMORABILE: La genuina reazione della madre di Benoi in prigione; "Cinemaaaaaaaaaaaaaaaa".

Luchi78 17/06/11 16:58 - 1521 commenti

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L'impressione finale è quella di aver assistito ad una storia a sè stante e con troppe incongruenze di fondo. Scrutando nei dettagli la psiche malata di un assassino, interpretato magistralmente da Benoît Poelvoorde, ci si chiede come mai una troupe di ragazzi inebetiti lo segua senza colpo ferire, anzi quasi assimilandolo e forse rendendosi protagonisti del misterioso finale. Per la caratterizzazione del protagonista merita voti altissimi, ma per il resto...

Giùan 1/03/14 07:04 - 4528 commenti

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Fastidioso, urtante, sgradevole: aggettivi che potrebbero esser presi anche nella loro connotazione positiva visto che queste sensazioni del tutto evidentemente il film vuol suscitare, ”aiutando” lo spettatore a vergognarsi di sé stesso e della propria complicità voyueristica. I tre ragazzi belgi però peccano di superba boriosità dal punto di vista intellettuale e di automatica ripetitività sul piano cinematografico; non è da disconoscergli però un estroso utilizzo dei monologhi (Poelvoorde fenomenale) e una sincera volontà di sprofondare nel cattivo gusto.
MEMORABILE: La scena dell’invito di Benoit alla troupe ad andar a mangiare delle cozze al ristorante e il disagio dei ragazzi nel rifiutarsi.

Mickes2 3/04/14 17:19 - 1670 commenti

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Opprimente e disturbante dichiarazione filmica a suo modo punto di riferimento per quel cinema del disagio, della vertigine e della provocazione intento a rinnovarsi ed evolversi nel corso dei decenni. Il mocku per una connessione metacinematografica fra spettacolo e spettatore: realtà e finzione immersi nella surreale freddezza calcolatrice di un serial killer. Magari un po’ monocorde e pretenzioso nei monologhi filosofeggianti del tuttavia mattatore assoluto Poelvoorde. Carrellata di mattanze da stretta allo stomaco. Diabolicamente teorico.
MEMORABILE: La minaccia con pistola a una signora anziana; Le uccisioni con montaggio a cascata.

Fabbiu 17/08/14 11:36 - 2133 commenti

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Tra il bianco e nero scelto per aumentare la sensazione di amatorialità e una ricerca quasi esasperata di dialoghi tarantineschi, il film non mostra una vera e propria naturalità, ma più che altro la costruzione dell'effetto "ripresa dal vivo" che fatica a impressionare fino alla fine, con uno stile però che ha anticipato titoli ben più noti; l'interpretazione del protagonista è comunque lodevole, uno psicopatico perfetto e diverso dai soliti; interessante il contesto disegnato, un mondo che convive con la figura professionale dell'assassino.

Mco 17/12/15 00:06 - 2323 commenti

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Una ripresa continua che non lascia tregua. Lo spettatore si trova catapultato nella vita quotidiana di un serial killer e ne segue anche le dissertazioni pseudofilosofiche. Tra osanna ai piccioni e strati sociali più o meno degni di essere depredati e devastati dalla sua follia, non c'è respiro. Difficile restare impassibili di fronte a tanta lucidità espressiva (davvero repellente Poelvoorde), anche se qualche minuto in meno ne avrebbe compendiato meglio la verve critica onnipresente (il discorso di commiato del tecnico su tutti). Disturbante.
MEMORABILE: L'infarto procurato alla vecchietta; L'assalto alla casa in zona residenziale.

Bubobubo 30/12/18 17:55 - 1847 commenti

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Tutti sull'attenti: siamo uomini o cineasti? Una troupe segue passo passo la quotidianità di un killer prezzolato, filosofo per passione; o forse è quest'ultimo a esercitare professionalmente la maieutica nello svelare la natura psicotica e sanguinaria di chi lo sta riprendendo. L'occhio clinico di chi preme il grilletto e quello meccanico di chi riprende la realtà: una faccia una razza. Quanto all'occhio morboso di chi segue senza batter ciglio stupri, omicidi e agguati, a poco vale dirsi che è cinema: si dà forse opera senza suo fruitore?

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Anthonyvm 21/10/19 15:15 - 5615 commenti

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Uno dei più interessanti film degli anni '90, riflessione brillante, disturbante e umoristica sulla violenza nei media. L'occhio selvaggio della cinepresa cattura orrori indicibili e, più o meno consapevolmente, se ne compiace fino a farsi corrompere. La ricerca di una chimerica oggettività, il cinema usato come scusante artistica per mascherare un sadismo morboso. E lo spettatore osserva tutto, scioccato o indignato, ma sempre complice silente. Temi non nuovissimi, ma affrontati con piglio fresco, pulp e visionario. Poelvoorde eccellente.
MEMORABILE: Il montaggio di morti sparati; La home invasion con massacro (à la Henry di McNaughton); L'incontro con la troupe televisiva; Lo stupro collettivo.

Minitina80 26/11/19 22:50 - 2976 commenti

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Apprezzabile l'idea della troupe che segue l'assassino, mostrando i momenti cruciali avvalendosi della tecnica del falso documentario. Riesce nel breve a diventare fastidioso e disturbante per la crudezza degli omicidi sbattuti in faccia senza alcun filtro e per l'ampio spazio in cui fa capire lo stato mentale compromesso del protagonista. Il bianco e nero gli dà quel tocco di sporcizia in più che ben si colloca nel contesto. Non manca, purtroppo, qualche momento di stanca in cui ripete sé stesso, non consentendogli di fare il salto definitivo.
MEMORABILE: La teoria sulla scelta delle vittime; Il momento in cui l'assassino dice: "No! Io non sono pazzo!".
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  • Curiosità Schramm • 28/11/07 17:01
    Scrivano - 7693 interventi
    *l'idea base è nata in seguito alla visione di una trasmissione televisiva di giornalismo da tabloid che entrava in modo invadente nella vita delle persone: una sorta di antesignano di c'è posta per te e del grande fratello chiamata Striptease. Il titolo del film significa è accaduto a casa vostra

    *Rémy Belvaux si è tolto la vita il 4 settembre 2006 a Orry-la-Ville (Oise, Francia). I motivi non sono mai stati chiariti e la famiglia non ha mai ammesso che si fosse trattato di suicidio.

    *La madre, la nonna e il nonno del protagonista Ben erano davvero i parenti del regista attore. A quanto riportato in un documento scritto dallo stesso André Bonzel, la famiglia di Benoit Poelvoorde non sapeva nulla della trama del film e pensavano che stessero girando solamente dei filmati di Ben. Rimasero scioccati quando scoprirono che il film trattava di un killer e che questi era Benoit.

    *Il film è una tesi di laurea terminata in quasi 2 anni ed economicamente patrocinata da amici e familiari

    *Per alleviare il nervosismo dei registi durante la ripresa della scena dello stupro, l'intero cast si è pesantemente ubriacato.*

    *Nel doppiaggio originale per assassinare cardiologicamente la vecchietta, Ben le assesta un metafilmico "granny snuff, ever been snuffed out?" e non il rozzo "e dimmi, ti sei mai fatta trombare da un vicino? avanti rispondi!".

    *Il film ha vinto la Semaine de la Critique di Cannes 92. Si narra che alla prima Scorsese, Clooney e Tarantino si stessero spanciando dalle risate.

    *Assieme ad Angst, era il film prediletto da Lucio Fulci.

    *Il manifesto originario del film, ritraente Ben che spara dentro una culla, ha subito diverse traversie censorie. In Francia il ciuccio che emerge dall'onda di sangue è stato rimpiazzato da una dentiera.
  • Curiosità Schramm • 9/12/11 12:40
    Scrivano - 7693 interventi
    * injoke di metacronaca: la preparazione del piccolo gregory è un terribile riferimento sarcastico al caso di Gregory Lemarchal, nonché a quello di un cadavere dall'omonimo nome di un bambino trovato a pezzi in un sacco della spazzatura che galleggiava in un fiume.
  • Homevideo Buiomega71 • 13/11/13 17:09
    Consigliere - 25892 interventi
    Direttamente dalla collezione privata di Buiomega71, la vhs Cecchi Gori

    Ultima modifica: 13/11/13 17:45 da Zender