Hors satan - Film (2011)

Hors satan

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 2/11/12 DAL BENEMERITO LUCIUS
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Lucius 2/11/12 20:20 - 3015 commenti

I gusti di Lucius

E' l'occulto che domina la vita dei protagonisti e per quanto si tratti di una sceneggiatura apparentemente incomprensibile, sono i silenzi ad apparire eccessivi e snervanti per lo spettatore, rapito prettamente dai magnifici passaggi. Alcune scene sono estreme (una mai vista prima sul grande schermo) e si potevano tranquillamente evitare, ma il connubio calma apparente/orrore colpisce in pieno come un pugno sferrato allo stomaco. Minimalista, troppo sensoriale, sorprendentemente bucolico e al contempo investito dal male.

Cotola 31/08/16 20:09 - 8998 commenti

I gusti di Cotola

Dumont continua l'indagine sul Male (Satana) ma cerca di andare oltre-al di là (Hors appunto) di esso e anche del Bene. Il personaggio principale è enigmatico così come il suo agire: in ciò sta il fascino di un film comunque complesso e di difficile fruizione. Lo stile è quello solito del regista: molti silenzi, ritmi catatonici ed estenuanti; violenze ed efferatezze improvvise, gratuite e spesso ingiustificabili (forse poiché alle volte lo è anche il male?). Può non piacere certo, ma bisogna comunque riconoscere a Dumont una sua "cifra stilistica ed autoriale. Per chi ama il regista.

Pinhead80 19/03/19 19:04 - 4715 commenti

I gusti di Pinhead80

Per affrontare la visione di questo film è necessario mettersi nelle condizioni di aspettare almeno la prima mezz'ora per capirci qualcosa e non è detto che possa bastare. Detto questo si arriva alla fine con un sacco di idee in testa su cosa ci abbia voluto dire Dumont. All'interno di una cornice da favola si sviluppa una storia dove la differenza tra bene e male si delinea tra uno stacco e l'altro, si confonde tra passato e presente e infine si mescola all'interno delle viscere. Un film dalla grandissima profondità che scuote l'anima.

Buiomega71 17/10/20 01:08 - 2899 commenti

I gusti di Buiomega71

Ostico Dumont, immerso in un paesaggio alieno e quasi post apocalittico, impreziosito da immagini che sembrano tableaux vivants (da mozzare il fiato la fotografia di Yves Cape), di silenzi avvolgenti e di una narrazione ipnotica che sta tra Dreyer e Herzog. Di mezzo il male travestito da bene (o viceversa?) tra bambine possedute, baci pedofili esorcistici, un cerbiatto agonizzante preso a sassate, una copula disgustosa con crisi epilettica e una deriva santificante che sembra Cimitero vivente diretto da Bresson. Dumont colpisce ancora sotto la cintola, a un passo dalla blasfemia.
MEMORABILE: Le sgradevolezze fisionomiche dei personaggi; Il bacio soffocato con la bava alla bocca; Il ripugnante nudo integrale della escursionista; Il fuoco.

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  • Curiosità Lucius • 2/11/12 20:21
    Scrivano - 9063 interventi
    La frase cult del film:
    "Non c’è altra scelta… quello che va fatto, va fatto".
  • Discussione Buiomega71 • 26/11/12 18:29
    Consigliere - 2 interventi
    Lucius, mi sono accattato su Amazon il dvd francese (senza sub) della Pyramide Video, perchè se aspetto che esca in Italia faccio il 2097 (e un Dumont non mi deve assolutamente mancare)

    Leggo in giro che il film ha pochissimi dialoghi...Confermi?
  • Discussione Lucius • 26/11/12 19:49
    Scrivano - 9063 interventi
    Si, confermo.
  • Discussione Buiomega71 • 26/11/12 20:00
    Consigliere - 2 interventi
    Lucius ebbe a dire:
    Si, confermo.

    Grazie Lucius, gentilissimo.
  • Discussione Didda23 • 26/11/12 23:26
    Contatti col mondo - 5798 interventi
    Visto che mi ricordavo giusto,Buio.
  • Discussione Buiomega71 • 17/10/20 10:22
    Consigliere - 2 interventi
    Ostico Dumont, impenetrabile , zeppo di simbolismi, di una narrazione che può prendere per sfinimento (lunghi silenzi, panoramiche infinite, ripetizione di gesti e situazioni che sembrano dirottare verso il nulla, assenza totale della colonna sonora, dialoghi ridotti al minimo sindacale, campi lunghissimi dove i personaggi si fanno sempre più minuscoli, inghiottiti dalla meravigliosa bellezza della natura circostante fino alle elissi in nero), ma per chi conosce lo stile rigoroso dell'autore dell'Umanità, questo Fuori da Satana ripaga immensamente dalla "sofferta" visione (non perchè sia noioso, ma perchè, come al suo solito, Dumont colpisce sotto la cintola, in un intensità drammaturgica così rara da vedere al cinema oggidì-forse , come lui, solo Lars von Trier-), dove la natura fa da sfondo ad una parabola anticristiana di spietato e crudele livore.

    Un paesino sperduto in mezzo al nulla, di un'alienazione che sembra uscita da un ipotetico dopo bomba, uno strano viandante che pare abbia doti curative (forse il diavolo, forse Dio, forse il bene, forse il male), una ragazza abusata dal padre, i fuochi appiccati, le strane preghiere verso il cielo, la pioggia, i vari-e pochi-personaggi dai tratti sgradevoli, puramente anticinematografici e antiestetici,  che gravitano intorno a questo sintomatico mistero, che parla di solitudine, di miracoli, di possessioni demoniache (forse) e di resurrezioni.

    Il pellegrinare del vagabondo guaritore (parente alla lontana del Marins di Finis Hominis), dalle unghie delle mani mal curate, lunghe e sporche, dai tratti somatici sgraziati e dalla mancanza di alcuni denti, si ammanta di ipnotismo e si carica di santità dannata, nel bighellonare tra arbusti, sentieretti, boschi e boschetti, desolanti appezzamenti di terreno fino ad arrivare al mare, con la giovane ragazza che pare essere innamorata di lui, tra fattorie intrisi di squallore, sorsate di caffèlatte intingendoci il pane, immensi campi brulli con le mucche al pascolo, incendi visti da lontano, attraversamenti di canali d'acqua ristagnante che sembrano evangeliche camminate sulle acque, vera e propria  prova di fede , stradine di campagna, un cielo nuvoloso, plumbeo e minaccioso (di incredibile bellezza le immagini, quasi dei tableaux vivants, dove la fotografia di Yves Cape dona una meraviglia quasi estasiatica), la mostruosità quasi grottesca degli abitanti e di chi passa di là (un torvo individuo con il suo cane, la madre, la viaggiatrice alla Senza tetto nè legge, i gendarmi, la madre della ragazzina posseduta dal male, lo spasimante della ragazza) e dove nessuno ha un nome di battesimo (se non solo il cane).

    E , nella desolante terra di mezzo, Dumont (come da sua somma poetica) non si risparmia in colpi bassi: una ragazzina che sembra posseduta (pisciandosi addosso) viene esorcizzata da un lungo bacio dagli acri sapori pedofili, un cerbiatto agonizzante viene preso a sassate sul muso, un uomo preso a bastonate in un bosco, un'improvvisa fucilata nel granaio al padre padrone, e, last but not least una delle sequenze più disgustose di cui ho assistito ultimamente in un film, la orrenda escursionista, con zaino in spalla, che si denuda completamente ( folti peli sulle ascelle e lì in un nudo integrale tra i più terrificanti mai visti) e che si concede al guaritore, nel mentre della ributtante copula lei ha una crisi epilettica, lui le beve la bava che le esce copiosamente dalla bocca, eppoi una purificazione nell'acqua del fiume.

    Poi c'è un cadavere nel bosco, uno stupro con omicidio, e l'opera dumontiana prende derive arcane, ancestrali e ultraterrene, come se Cimitero vivente fosse stato diretto da Bresson.

    Non per tutti i gusti certamente, Dumont si ama o si odia e non ci sono vie di mezzo, ma che lascia un segno indellebile, dove l'indecifrabile e l'astruso lascia il posto a tocchi di blasfemia notevoli.

    Cinema arduo quello di Dumont (Dreyer, Herzog, Pialat, Bresson i numi tutelari della poetica dumontiana, almeno, in questo frangente), di una cifra stitlistica prettamente autoriale, ma che sa donare squarci di altissimo lirismo e parentesi di repulsione che restano marchiate a fuoco.

    Bravissima Alexandra Lematre, novella Lazzara che difficilmente si dimentica.

    Meno pregnante e rabbioso di 29 Palms, ma resta una delle vette più lancinanti e "estreme" di questo formidabile, geniale , appartato e personalissimo autore.

    Da noi, per ora, colpevolmente mai distribuito (per recuperarlo, il sottoscritto, ha dovuto affidarsi al dvd francese della Pyramide)

    Chi cerca qualcosa di completamente diverso potrà trovare pane per i suoi denti, a patto di fare i conti con l'universo prettamente antispettacolare dumontiano.

    Ultima modifica: 17/10/20 14:11 da Buiomega71