La promessa - Miniserie TV (1979)

La promessa (miniserie tv)
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MMJ Davinotti jr
Durata: 2 episodi
Anno: 1979
Genere: fiction (colore)
Note: Tratto dall'omonimo romanzo di Friedrich Durrenmatt e trasmesso da Rai1 l'11 e il 18 dicembre 1979.

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Due puntate di un'ora ciascuna per trasporre in immagini il celebre romanzo di Dürrenmatt (che vent'anni dopo porterà su grande schermo anche Sean Penn, con Jack Nicholson nel ruolo qui di Brazzi). Una storia semplice in cui tutta l'attenzione è focalizzata sul protagonista, il commissario Matthäi (Brazzi), caratterizzato da un intuito straordinario che l'ha reso antipatico ai colleghi per la sua infallibilità mista a un modo di agire personale che non ammette intrusioni. La sua storia la racconta il capo della polizia (Pellegrin) di un cantone svizzero a uno scrittore di gialli (Corazzari) incontrato...Leggi tutto in albergo. I due si fermano in una stazione di servizio dove lo stesso Matthäi (Brazzi) lavora ormai da anni, totalmente coinvolto nelle ricerche che gli hanno segnato la vita. Riviviamo in flashback la sua storia partendo dalla vigilia del suo previsto trasferimento ad Amman, in Giordania, dove avrebbe dovuto svolgere incarichi di prestigio. Proprio il suo previsto ultimo giorno in Svizzera, dov'è ambientata la vicenda, viene uccisa nel bosco una bambina: la gola tagliata, una scena straziante che turba Matthäi ancor di più quando si trova a dover comunicare la ferale notizia ai genitori della piccola. Un reo confesso poco credibile e un'indagine difficile, che pare appigliarsi unicamente a un disegno fatto a scuola dalla bimba in cui un uomo gigantesco le si avvicina nel bosco; sullo sfondo del foglio un auto e uno stambecco, tutti segni da interpretare. Di certo si sa che è il terzo omicidio in zona - nel corso di cinque anni - perpretrato ai danni di ragazzine bionde vestite di rosso. Matthäi ha promesso ai genitori della vittima (e ancor prima "alla sua anima") che avrebbe trovato il colpevole. Per questo abbandona l'idea della Giordania e s'imbarca in un'avventura in cui il tempo diventa il fattore principale; è lui stesso a dire di voler agire come un pescatore, che si ferma ad attendere l'arrivo della sua preda. Si trasferirà in una gasthaus compresa di stazione di servizio dove vivrà con una signora (Meril) e la di lei figlia, parte del suo piano per arrivare al colpevole. Non si va molto oltre con la trama, perché come detto conta di più l'approccio psicologico al dramma, interamente vissuto in un casolare arrampicato sui monti tra la neve in cui Matthäi studia il proprio piano. La scelta di un attore capace di performance intense come Rossano Brazzi non è casuale, ma questa volta il materiale su cui lavorare è poco e l'impressione è che si sia stati costretti a diluire troppo alcune scene per raggiungere almeno la durata necessaria alla doppia puntata. A tratti l'efficacia del soggetto emerge, la soluzione finale che cade dall'alto imprevedibile e scioccante ha una sua forza indiscutibile, la follia che s'insinua beffarda in una mente lucidissima è un tema che bene si attaglia al tipo di storia e ancora meglio si associa al clima freddo e silenzioso delle montagne. La figura dell'inafferrabile serial killer è carica di mistero ma il rischio, ai titoli di coda, è quello di sentirsi con un pugno di mosche in mano. Brazzi quasi ingobbito con cappello, occhiali e cappotto che si muove tra le belle location svizzere è un bel tributo a un attore che però era più piacevole osservare impegnato, nel ruolo di sospettato e non di poliziotto, in gialli più classici come MELISSA o CORALBA.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 17/09/12 DAL BENEMERITO NICOLA81 POI DAVINOTTATO IL GIORNO 10/02/21
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Nicola81 17/09/12 11:24 - 2831 commenti

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Oltre vent'anni prima del film di Sean Penn, ci aveva pensato la Rai a portare sullo schermo il celebre romanzo di Durrenmatt. La sceneggiatura di Gianfranco Calligarich è ancora più fedele al testo originale, rispettandone l'ambientazione elvetica e ponendo l'accento più sull'ossessione del protagonista e sull'ineluttabilità del destino che sull'aspetto investigativo. Sicuramente la miglior regia di Negrin e la migliore interpretazione di Brazzi, che trova comunque in Pellegrin una validissima spalla. Un piccolo gioiello da riscoprire.
MEMORABILE: Il finale.

Fauno 8/08/13 20:01 - 2206 commenti

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Buono per la bravura degli attori, ma anche per la durata contenuta, che gli ha impedito di diventare un mattone. Un bravissimo commissario, pur di incastrare un maniaco che per lui (e solo per lui) è reale, accetta di cambiar vita fino ad autoflagellarsi; lui, che era sempre stato un orologio svizzero nel suo lavoro, imperturbabile a tutto, ora sa cosa voglion dire termini come sentimento, apprensione... La vittoria sarà risicata, a un prezzo molto alto e la confessione finale sarà tanto memorabile quanto abominevole e raccapricciante...
MEMORABILE: Il ritrovamento della bambina; La reazione giustificata della ex prostituta.

Rufus68 19/08/18 15:34 - 3819 commenti

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Sottovalutata trasposizione da Dürrenmatt, forse una delle migliori in assoluto. Assai apprezzabile la fedeltà al racconto nell'ambientazione livida e, soprattutto, negli andirivieni temporali capaci di rendere evidente la forza dissolutrice dell'ossessione. Eccellente Brazzi nei panni di un uomo dilaniato fra la "promessa" e la fedeltà a una logica che naufraga contro gli scogli di un Caso incredibile e beffardo: Pellegrin, però, è un contraltare psicologico altrettanto notevole.

Lucius 12/02/21 08:58 - 3015 commenti

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Qualche anno dopo Profondo rosso Macha Méril è ancora imbrigliata in un giallo italiano la cui chiave di volta è ancora una volta il disegno di una bambina in una scuola elementare. Stavolta l'ambientazione montana è quella che dà sapore all'intera vicenda. Qualche lungaggine e un paio di passi falsi (o almeno azzardati) come la confessione tardiva nel finale e l'aver terrorizzato una bambina a fini investigativi, ma  nel complesso uno sceneggiato godibile, ben supportato dall'intero cast, in cui la stessa Méril dimostra ancora una volta di essere attrice di razza.

Caesars 3/11/23 16:36 - 3773 commenti

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La sceneggiatura è molto fedele allo scritto di Dürrenmatt, rispettandone anche l'ambientazione svizzera e l'atmosfera allucinata e disperata. La resa però non convince al 100%, sia per l'interpretazione un po' troppo teatrale di Brazzi che per una regia che non riesce a trasmettere completamente i turbamenti del protagonista e del suo capo di polizia. Comunque lo sceneggiato (in due puntate) fa mangiare la polvere a quasi tutte le fiction italiane del nuovo millennio e può essere goduto da chi non cerca in un prodotto televisivo azione e/o divertimento.

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  • Discussione Lucius • 12/02/21 09:02
    Scrivano - 9063 interventi
    La promessa è lo sviluppo romanzesco di un soggetto cinematografico scritto appositamente da Dürrenmatt e da cui venne tratto Il mostro di Mägendorf (1958), diretto da Ladislao Vajda. Seguirono lo sceneggiato televisivo di Alberto Negrin, con Rossano Brazzi nella parte di Matthäi (1979) e il film di Sean Penn (2001). Fonte: il giornale.it