Affresco altmaniano della grande depressione americana. Un terzetto di evasi molto eterogeneo gira l'America rurale seminando rapine e uccisioni gratuite mentre il più giovane di loro conosce (quasi senza accorgesene) l'amore. Graffiante, divertente, a tratti crudele. Lunghi momenti di tranquillita (quasi di noia) interrotti bruscamente dalla violenza e dalla disperazione. Insomma, un film di Altman.
Bellissima ed accurata (notevoli e gustose le riproduzioni dei programmi radiofonici) questa ricostruzione d’epoca di un’America “depressa” di cui Altman continua a scandagliare gli aspetti più negativi. I ritmi non sono elevatissimi ma la pellicola riesce a coinvolgere e ad emozionare. Molto interessanti anche i vari personaggi (non solo i tre rapinatori), tutti ben interpretati da un cast in forma e, come sempre, ottimamente diretto. Da confrontare con “I compari” cui è legato sotto vari aspetti.
Tra i film meno celebrati di Altman, succedaneo a La rabbia giovane e, come questo, epigono di Gangster story, è nondimeno una delle sue opere più compiute e intense. Omaggio a La donna del bandito di Nichoas Ray, attraversa il genere noir come una terra di confine, disattendendone i canoni, assorto in una rievocazione d'ambiente che avvolge lo spettatore in un mood sonnacchioso e struggente. Le trasmissioni radiofoniche che infestano il montaggio sonoro, restituiscono la coralità di una nazione allo sbando che cerca di far sopravvivere il sogno con la violenza. Carradine e Duvall edenici.
Un film sulle rapine privo di meticolose descrizioni sui colpi e senza azioni mozzafiato di assalti alle banche. Altman racconta ciò che succede prima e dopo il crimine; viene attratto dallo squallore quotidiano del male che continuamente contraddice, con la sua mancanza di senso, l'ordine della legge e dello Stato; gli interessa la meditazione sul fato crudele che incombe su uomini disillusi e nichilisti. Regia sottile, ritmo placido, occhio distaccato, minuziosa ricostruzione ambientale, predominio del mezzotono, ambiguità morale di fondo.
MEMORABILE: La colonna sonora delle trasmissioni radiofoniche contribuisce a ricostruire il senso di un'epoca ancora priva del mezzo televisivo.
Un'altra grande prova di Altman. La parabola di una coppia à la Bonnie e Clyde e di una gang scalcinata è il pretesto per una ricognizione straordinaria nell'America minore e provinciale, già nata sconfitta. Gli eventi (rapine, evasioni) non contano; conta poco anche la narrazione e parecchio il fondale (i programmi radio, le strade, le automobili), perfetto per l'immedesimazione in un'epoca e per definire i caratteri psicologici. Eccezionale il lavoro degli attori, tutti bravissimi, a cominciare dalla Fletcher.
Dopo il western e il noir Altman continua l’opera di demolizione dei miti americani affrontando il gangster movie con uno stile sempre più libero e originale che ignora i caratteri principali del genere. Così rapine e sparatorie rimangono spesso fuori campo. Né esce un ritratto dell’America rurale ai tempi della grande depressione che non ha comunque nulla da invidiare ai più noti Gangster story e Grissom gang. Interessante e determinante il sottofondo sonoro affidato alle trasmissioni radio dell’epoca. Ottimo cast di fedelissimi del regista.
MEMORABILE: L’incidente stradale notturno; “Questa sarà la mia quarantaduesima banca”; Bowie che si finge sceriffo per far evadere, L’agguato finale a Bowie.
In galera per omicidio, Bowie evade con due compagni e insieme a loro mette a segno alcune rapine. Dopo essersi messo insieme ad una ragazza, medita di cambiare vita ma... Riprendendo il soggetto di un bel film di Ray ambientato negli anni bui della grande depressione, Altman ne smussa il disperato romanticismo introducendo toni sarcastici nei confronti del sogno americano. La coppia protagonista non ha il glamour di Bonny e Clyde nel film di Penn: Corradine e Duvall appaiono qui goffi, sgraziati, e questa aumenta la tristezza per la loro sorta. Film bello e amaro.
Tre ergastolani evadono durante un permesso e si rifugiano presso un parente di uno di loro. La storia in sé, fatta di rapine e spostamenti vari, serve ad Altman per raccontare una vicenda malinconica di perdenti in un mondo altrettanto senza grosse speranze. Il trio ha poco dell’efferato (anche se non si fa scrupoli) e Cassevetes incarna un lato infantile che si sposa bene con la dolcezza della Duvall. Il ritmo non è da caccia all’uomo e la vicenda va come spegnendosi in una conclusione senza fronzoli, come nello stile del regista.
MEMORABILE: La prova della rapina in casa coi bambini; L’incidente d’auto; Gli spari contro la casa.
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CuriositàDaniela • 6/08/17 19:15 Gran Burattinaio - 5926 interventi
Altman ha tratto il soggetto del film dal romanzo Ladri come noi (Thieves Like Us) di Edward Anderson, pubblicato nel 1937, che aveva già ispirato Nicholas Ray in La donna del bandito (They Live By Night) del 1947, protagonisti Farley Granger e Cathy O'Donnell.
HomevideoRocchiola • 15/03/19 17:08 Call center Davinotti - 1254 interventi
Da noi solo in DVD marchiato MGM tuttora reperibile a prezzi modici. Si tratta di un'edizione risalente al 2007. Il video presentato nel corretto formato panoramico 1.85 è discreto anche se l'immagine risulta un pò sgranata ed afflitta dal clune imperfezioni minori (puntinatura e macchiette). La definizione è sicuramente migliorabile, ma siamo nella media dei film di Altman di questo periodo usciti in DVD. L'audio originale monofonico è discretamente potente e chiaro. L'americana Kino Lorber ha pubblicato nel 2014 un bluray discreto ma non proprio eccezionale secono le recensioni che comunque non presenta l'opzione audio italiana.