Notevole thriller di grande spessore storico. L'America degli anni '50, il maccartismo, il traffico di criminali di guerra... tutto concentrato in 90 minuti di gran classe registica. L'ambientazione di sessantanni orsono fa calare leggermente la suspance, ma per il resto non ci sono particolari difetti da imputargli.
Fornisce un'efficace ricostruzione dell'America degli anni '40 il regista Peter Yates in questo thriller che si svolge durante l'oscuro periodo del "maccartismo". La storia non è originalissima ma è ben diretta (con alcune sequenze d'azione notevoli) e si avvale di due bravi attori protagonisti. Quanto basta per farne un film pienamente godibile. Discreto il doppiaggio italiano.
La nuova Hollywood al suo peggio. Forma impeccabile, star riconoscibili di buon livello, sceneggiatura semplice e scorrevole, correttezza politica che satura ogni fotogramma. Una glaciale pletora di buoni sentimenti che rende prevedibile e inanimata la pellicola (nazisti cattivi, FBI cattiva, McCarthy cattivo versus giornalista buona, agente buono, tutti buoni): inesistente, infatti, la tensione. Anche la cura nella ricostruzione storica rimane, perciò, un esercizio leccato e sterile.
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