Papà gambalunga - Film (1955)

Il miliardario Jervis Pendleton adotta in incognito una giovane orfana francese che per qualche tempo ignorerà la verità. Commedia musicale diretta con molta professionalità dal veterano Jean Negulesco, Papà gambalunga è una vicenda piacevole, zuccherosa quanto basta, che ha i suoi punti di forza nelle ottime coreografie e nei bei numeri musicali interpretati dalla grande coppia Fred Astaire e Leslie Caron. Per qualche ora all'insegna del piacevole disimpegno.

Fred Astaire (non più giovanissimo) e Leslie Caron (nel pieno dello splendore) sono emotivamente adorabili e tecnicamente perfetti (secondo l'antico adagio che prescrive di mostrare l'arte e nascondere l'artificio). Sotto l'attento controllo di Jean Negulesco si elargiscono colori preziosi, numeri musicali leggiadri (all'insegna della spensieratezza), miele e frutta candita, sorrisi e lieto fine che più lieto non si può. Svago d'antan non clamoroso ma gradevole, da gustare nel pomeriggio (con tè verde e biscotti al limone).

Versione musical di un romanzo più volte trasposto sullo schermo, in cui si narra di un miliardario americano eccentrico che, colpito dalla storia di un orfanella francese, diventa suo tutore consentendole di studiare in una prestigiosa università, senza palesare il suo vero nome né mostrarsi alla ragazza... Una fiaba la cui ambiguità è trasformata in leggerezza dalla grazia di Leslie Caron e dall'eleganza naturale di Fred Astaire, mettendo in secondo piano i 32 anni che dividono la coppia. Il risultato è gradevole, pur senza essere memorabile per l'assenza di numeri di rilievo.

Miliardario americano farà da tutore a una studentessa orfana. Inizio piacevole che ricalca uno stile favolistico e disincantato, appiattimento poi nella parte centrale, chiusura con gran romanticismo. La liason amorosa è pregiudicata dall'evidente differenza d'età, anche se nei numeri da ballo Fred Astaire fa sfoggio di movimenti di gran classe e gran tenuta atletica. La Caron supplisce con la danza classica ed è avvantaggiata dalle scenografie sfarzose nei balletti singoli.

La classica storia del riccone che paga segretamente gli studi all’orfanella si trasforma in una inevitabile storia d’amore, che ha il suo perno narrativo nella clamorosa differenza d’età dei protagonisti. Dilemma facilmente superato, anche grazie ai numerosi pezzi musicali e coreografici, che puntellano una trama estremamente semplificata. Peccato che proprio queste scene, a parte una certa ricercatezza scenografico-cromatica in alcune di esse, non abbiano alcunché di eclatante. E così il film è passabile senza entusiasmo.