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TITOLO INSERITO IL GIORNO 9/11/11 DAL BENEMERITO GIùAN
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Giùan 9/11/11 09:28 - 4562 commenti

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La discesa agli inferi del 12enne Vito, dallo sterminio della famiglia ad opera di suo padre al reclutamento come killer della camorra. Della nouvelle vague napoletana a cavallo degli '80/90, Capuano è quello che firma l'esordio più duro e puro. Il suo sguardo antinaturalistico, lo stile volutamente grezzo (col montaggio che taglia per non permetter pathos), ci restituiscono una visione straziante ma ad occhi aperti della infanzia napoletana "destinata" al crimine. Nessun cattivo maestro è salvo: famiglia, istituzioni (scuola, carcere) TV. Guardatelo... vi prego!
MEMORABILE: Le sale giochi; Vito davanti alla TV; La violenza in carcere; Gli scippi col Sì, il sogno con Vito "videogioco" che fugge dal carcere con l'ultimo gettone.

Kanon 18/04/12 20:24 - 604 commenti

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Come Faccini nel suo coevo film, utilizza flora e fauna locale per offrire con realismo l'unica visuale possibile d'una natura così ribelle e selvaggia, che vive come una tribù all'interno d'una riserva con proprio linguaggio e morale. Vito vaga da un girone infernale all'altro così come si passano i livelli d'un videogioco: senza domande, andando avanti a senso unico, esponendosi. Capuano rifiuta l'intreccio narrativo e procede per accumulo (soprattutto d'immagini), rifuggendo l'affezione e la presa di posizione. Un film che si subisce.

Pigro 15/11/13 10:52 - 9671 commenti

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Notevole opera prima, in cui gli olvidados napoletani dei nostri anni sono raccontati con un misto di crudezza e pietas, evitando la narrazione spicciola e puntando sulla frammentazione delle situazioni: una fenomenologia del degrado, quasi un catalogo, che dall’incipit dantesco attraversa i gironi sconvolgenti dell’infanzia violata, sotto la responsabilità di tv, famiglia, scuola, società in generale. Da sottolineare: la cura dell’immagine, il senso originale del ritmo, e i bravi giovanissimi interpreti da neo-neorealismo.

Paulaster 5/11/14 10:54 - 4425 commenti

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Gioventù che si brucia piano piano infischiandosene di tutto. Colpa loro? Forse no. Ambiente degradato napoletano, palazzi fatiscenti, genitori delinquenti e senza morale, scuola arrendevole, soldi facili: sottocultura espressa con realismo ripetitivo e disarticolato. Immagini che fan intendere e dove la violenza è risparmiata. Non si va a fondo, ma è meglio così. Rappresentativo senza denuncia, ma fotografia di una situazione ormai standardizzata.

Neapolis 14/07/16 12:47 - 184 commenti

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Per Vito, che dodicenne esce da carcere, non esistono più valori ormai; inoltre si sente ancora più spavaldo grazie all'immunità ottenuta verso la legge. Il regista rifugge da ogni obbligo di narrazione tradizionale offrendo una rappresentazione frammentata, come tanti pezzi di un puzzle da comporre e mettere insieme, ma ciò che risulta evidente è che il futuro di Vito, in quell'ambiente, è inesorabilmente segnato.
MEMORABILE: I siparietti dei ragazzini seduti su una sedia che enunciano le regole fondamentali della sopravvivenza.

Alex75 5/07/19 13:48 - 880 commenti

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Gli adolescenti di Capuano attraversano, con atteggiamenti da duri e la paura in fondo agli occhi, i cerchi sempre più stretti e infernali che dal limbo di un’infanzia bruscamente interrotta (o che forse non c’è mai stata) portano all’iniziazione criminale, in un blob che accosta (a volte in modo stridente) la cupa realtà di una Napoli sporca e violenta con i paradisi artificiali della TV, dei videogiochi e dei luna park. Non c’è chi indichi la retta via e alla fine non vince nessuno. Game over.
MEMORABILE: L’incipit dantesco; La prima comunione e lo scippo; “Se sei figlio a me voglio essere pagata”; La carrellata finale di volti con musiche da videogame.

Alex1988 18/07/19 18:00 - 728 commenti

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Pochi mezzi, idee forti e attori non professionisti (in questo caso ragazzini), come vuole la migliore tradizione. Antonio Capuano al suo esordio mostra, in maniera impetuosa, la baby-camorra figlia degli anni '90; lobotomizzata dalla televisione e dai videogiochi cabinati, priva di qualsiasi valore se non quello di fare soldi facili. Nessuna ricerca di pietà per questi ragazzi. Verità sbattuta in faccia allo spettatore, come un pugno allo stomaco. Lascia il segno.

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