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TITOLO INSERITO IL GIORNO 17/09/11 DAL BENEMERITO REBIS
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Rebis 17/09/11 00:55 - 2337 commenti

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Immersione nella genesi delle paure infantili (l'uomo nero) ed epifania del loro lascito nell'età adulta. Gaglianone dilata le premesse in un montaggio elusivo, stratifica incombenze terrifiche che sconfinano nel metafisico, scruta ad ulteriori cinematografici (Fulci, Ridley, Craven). Ma la ribadita scelta dell'allusione si fa ostentazione, e quando centra l'obbiettivo rivela pretese insostenibili (il nazismo); i moduli antinarrativi sfiancano (Accorsi) e gli spiegoni congelano (Solarino). Timi orcheggia con sproporzione e dedizione. Bravi i piccoli interpreti. Più volenteroso che riuscito.

Capannelle 2/01/12 09:16 - 4411 commenti

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Film discreto che ha al suo attivo una buona costruzione dell'atmosfera (nella borgata e nel famigerato castello) e attori diretti con una certa sicurezza. Da definire meglio invece la figura di Timi (un inquietante tendente al kitsch) e abbastanza ripetitiva/superflua quella di Accorsi. Bisogna aspettare un po' per arrivare al succo della vicenda ma l'attesa viene (almeno in parte) ripagata e nel corso della proiezione non ci vengono propinate troppe banalità.

Galbo 8/01/12 09:53 - 12392 commenti

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Un film dalle pretese autoriali, più promettente che riuscito. Lo spunto iniziale è valido così come l'idea della doppia rappresentazione dei personaggi; purtroppo la sceneggiatura è alquanto povera di fatti e alcuni personaggi sono solo abbozzati. Non si capisce poi il senso di coinvolgere attori indiscutibilmente validi come Accorsi e Mastandrea per ruoli non solo piccoli ma privi di spessore. Occasione sprecata.

Paulaster 3/03/12 10:41 - 4417 commenti

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Film che tratta il tema già esplorato della pedofilia. La particolarità è che viene raccontato tra pause e continui rimandi al passato, in un gioco di far capire ciò che non si può mostrare. Sceneggiatura impantanata nella simbologia, che raschia man mano, così come fa nella psicologia dei protagonisti, aiutata da una musica di sottofondo ridondante e pesante. Regia che abusa dei salti d'immagine e dei momenti di buio, al limite della sopportazione. Gli attori sono misurati nel loro dolore, a parte Timi che agisce sempre in modo estremo dal punto di vista recitativo.

Redeyes 9/04/12 18:14 - 2449 commenti

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Visto il buon libro letto anni orsono mi avvicino a questa pellicola. Autoriale o presuntuosa? Compassata o tediosa? Ancora instupidito dall'inutile presenza di Accorsi e Mastrandrea ne cerco una spiegazione che vada oltre un mero esercizio di stile, peraltro malriuscito. Difficile appasionarsi alla storia: i troppi rimandi, i troppi passaggi sottointesi, le troppe pause la annichiliscono, rendendono difficile la fruizione. Occasione persa, decisamente; peccato, visto il cast.

Nando 15/10/12 23:06 - 3814 commenti

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Uno sporco medico e alcuni bambini. Una narrazione rarefatta con un doppio richiamo temporale che genera sentimenti e ricordi talvolta alienanti. Bravi i bambini protagonisti così come l'orco Timi teatrale e dannato, riflessiva la Solarino ed appropriato Mastandrea; praticamente fuori da tutto l'insulso Accorsi. Dignitoso e provvisto di un finale desideratamente cercato.

Nancy 27/08/13 00:54 - 774 commenti

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Un'ottima messa in scena, con ambientazioni suggestive e una fotografia che le rende giustizia a partire dalla prima, bellissima scena. La sceneggiatura è il limite del film: una storia che avrebbe potuto essere raccontata con un cortometraggio, tirata per le lunghe e sfiancata. Dei bravi attori a disposizione Gaglianone utilizza a pieno solo Timi, in un ruolo malato e vaneggiante, butta al vento completamente Accorsi. Non tutti i fili tornano e si rimane con l'amaro in bocca. Bella la soundtrack, curata da Le luci della centrale elettrica.

Furetto60 10/11/14 09:13 - 1194 commenti

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Episodi di pedofilia alla periferia di Torino, a metà anni 70: i bambini scambiano figurine con immagini di Graziani e Pulici, sulle spalle hanno le cartelle squadrate e intanto qualcuno li osserva. Quello che accade li segnerà indelebilmente: con alternanza temporale si segue la storia di tre di loro una volta diventati adulti. Fotografia curata, sceneggiatura forse troppo e questo rende farraginoso il flusso della narrazione, come un fiume che incontri numerose anse. Peccato, considerato il materiale a disposizione.

Homesick 19/09/15 11:14 - 5737 commenti

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Film piuttosto squilibrato, soffre del contrasto tra proficue descrizioni veristiche - i giochi e le psicologie dei bambini, la parlata siciliana del capobanda Carmine, sguardo da duro e capelli sugli occhi - e il ricorso ad uno stile cinematografico che rimastica scolasticamente flashbacks sincronici e diacronici; l'apporto drammaturgico è trascurabile, se non negli ultimi minuti con il faccia a faccia con il pedofilo e la risoluzione "machiavellica" da parte di Carmine. Tra gli attori adulti si distingue Timi, che immette la dovuta ripugnanza nel suo personaggio di medico-pedofilo.
MEMORABILE: La bambina: «E se si salva e ci viene a cercare?». Carmine: «Se si salva, non viene a cercare nessuno!».

Herrkinski 24/02/16 15:06 - 8109 commenti

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Una storia tra pedofilia e traumi infantili, raccontata attraverso salti temporali continui tra il passato (bravi i piccoli attori) e il presente; se le parti ambientate nei '70 sono piuttosto riuscite, specialmente nell'ultima parte, quelle nel presente risultano un po' forzate (il personaggio di Accorsi, inutile, o la discussione tra i professori, improbabile). Discrete le prestazioni degli attori adulti, ottima la fotografia; pur se riscattato da un bel finale, il film però non decolla e resta in un limbo autoriale irrisolto e un po' tedioso.

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Bubobubo 21/10/18 16:52 - 1847 commenti

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Meriterebbe di essere ripescato, a qualche anno di distanza dalla sua realizzazione, se non altro per l'interpretazione di Filippo Timi, chiamato a dare voce e corpo a un abietto villain, mietitore di vite e innocenze infantili nella Torino a massiccia immigrazione meridionale degli anni '70 (un It antimetafisico e disseminato di realia). La regia di Gaglianone aspira ad ammantarsi di raffinata autorialità, ma rimane piuttosto anonima: sullo sfondo, nonostante i ruoli chiave, anche Accorsi e la Solarino.
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