Da qualcuno considerato alla stregua di un classico, questo lavoro di fantascienza opera del padre di Godzilla (Ishirô Honda) è per molti versi simile al coevo IL FLUIDO MORTALE (BLOB). Se però in BLOB la metafora figlia del tipico prodotto americano di fine Anni Cinquanta era molto semplice e qualunquista, nel film di Honda rievoca apertamente la minaccia nucleare, che ovviamente nel paese del Sol Levante era ancora un ricordo vivido e tremendo. Così questi uomini H sono un prodotto di radiazioni nucleari che, venute a contatto con essi, li hanno trasformati in un liquido blu gelatinoso...Leggi tutto molto simile al blog americano. Ogni tanto questi uomini "liquidi" sembrano materializzarsi in una forma umana simile a un fantasma azzurrognolo, ma la loro particolarità è che quando toccano un altro essere umano lo riducono in una poltiglia nauseabonda che crolla a terra lasciando i vestiti orribilmente vuoti. Dietro a questa nuova e in un certo senso originale invasione (per una volta non proveniente dallo spazio) si anima una storia confusa di mafia giapponese che vede al centro di tutto una stucchevole cantante, moglie della prima vittima dei tremendi uomini H. Tuttavia, forse anche a causa dell'eccessiva somiglianza dei giapponesi tra loro, seguire le varie vicende che si intrecciano nella storia non è così semplice. Ci si muove tra night e commissariati per finire con il classico finale catastrofico nel quale bisogna per forza combattere con il nemico che si annida nelle fogne di Tokyo. Come annientarlo? Nessuna sorpresa. Nonostante l'ambientazione e il cast rigorosamente giapponesi, Honda gira con stile occidentale, tanto da far sembrare il suo onesto UOMINI H un sottoprodotto della fantascienza americana dei Cinquanta.
Ottima commistione tra fantascienza e gangster movie, firmata da un maestro del fantastico giapponese. Il tutto ruota attorno agli Uomini H del titolo (ex uomini trasformati in informi creature spettrali simil blob da radiazioni atomiche), che si cibano dell'energia vitale degli esseri umani dissolvendone i corpi! Finale apocalittico nelle fogne di Tokyo. Nel cast spiccano volti noti del genere: da Kenji Sahara ad Akihiko Hirata e Yoshio Tsuchiya. Imperdibile per i fantanippomaniaci!
MEMORABILE: Il blob che "si arrampica" su per le gambe di una ballerina... wow!
Soffre di una parte iniziale decisamente noiosa a base di gangster e spettacoli in un night club, diretta con scarsa verve. Quando gli uomini liquidi appaiono, le cose si fanno interessanti ma rimangono sempre in secondo piano rispetto alla parte poliziesca. Poco sfruttata l'inquietante idea degli uomini che diventano gelatina per effetto del fall-out nucleare ma che mantengono i ricordi e tornano quindi verso casa, a Tokyo. Molto bella la sequenza sulla nave abbandonata, antipasto per quello che sarà uno dei capolavori di Honda: Matango.
Il padre di Godzilla gira una particolare pellicola di fantascienza: la stranezza consiste nel mescolare temi e situazioni tipiche del genere, col noir. Ciò
rallenta ancor di più dei ritmi già non particolarmente alti. Sarebbe stato meglio concentrarsi sul filone prettamente fantascientifico, ma alla fine si segue senza troppi problemi ed intoppi. Gli effetti speciali fanno sorridere per il loro alto tasso di artigianalità. Considerata l'epoca, non del tutto malvagio. Potrebbe piacere
ai cultori, specie se nostalgici, del genere
Honda percorre trasversalmente la politica dei generi ma perde troppo tempo a soddisfare i crismi del cinema noir, attardando così gli elementi di maggior interesse: gli scorci visionari più prettamente horror (la nave fantasma, il lungo finale nelle fognature) e fantascientifici (l'esperimento nucleare, e quelli operati sulle cavie da laboratorio). Stilisticamente il film ha un taglio molto occidentale (da esportazione, si direbbe) a partire dal sonoro – con le sequenze cantate nel night, in inglese anche in originale - fino all'uso di fotografia e montaggio. Meravigliosi gli SFX d'antan.
MEMORABILE: Gli uomini H che aleggiano fosforici sopra il liquame dilagante.
Honda anche questa volta porta sullo schermo una feroce critica all'energia atomica, con protagonisti dei letalissimi "uomini H", veri e propri mostri un tempo umani che per soppravvivere devono letteralmente suggere le proprie vittime. Ancor prima di Blob questi letali "mostri" appassionano non poco lo spettatore; come già detto vi è anche una commistione col noir, ma questa non stona né allenta eccessivamente il ritmo. Il film risulta molto gradevole. Da segnalare un bel finale "infuocato" nelle fogne e il pasto della ballerina. Notevole.
MEMORABILE: Il pasto con povera protagonista la succinta ballerina.
A causa di esperimenti nucleari, alcuni marinai vengono trasformati in "creature" mucillaginose che "assorbono" i tessuti organici, per cui l'unica traccia delle loro vittime sono vestiti vuoti... Pur racchiusa nella cornice di una indagine poliziesca che le toglie spazio, la trama fantascientifica presenta vari motivi di interesse, a cominciare dall'aspetto degli esseri che oscilla fra l'ectoplasmatico verde-fluo e la gelatina semi-liquida blobbosa. Peccato che il regista non abbia puntato soprattutto su di loro, invece di allungare il brodo con divagazioni e sequenze poco pertinenti.
MEMORABILE: La sequenza dentro la nave; In negativo: la marcetta trionfale che accompagna l'incendio nelle fogne
Film assolutamente interessante per tutto ciò che concerne la fotografia, la tecnica, l’utilizzo di ambienti e colori, che riesce a dare il meglio di sé nelle (purtroppo poche) sequenze veramente fantascientifiche e horror. Honda, però, si concentra soprattutto sull’anima noir del film, finendo così col tarpargli le ali, visto che le indagini sulla mafia che spaccia droga non sembrano avere alcun nesso con quella che avrebbe dovuto essere la tematica più importante, ossia la radioattività.
Che la nostra sarebbe diventata una società liquida, se non gassosa, Honda l'aveva chiarissimo già in virtù dello zeitgeist di 60 anni fa, che lo nominò anche Hammerigo Vespucci ante-litteram al saldo timore-timone della Lucky Dragon. Lo slime of the ancient mariner, l'invisibilità quale incarnato della radioattività e la fluorescenza del cesio 137 (f/x da cardiosplash, avanti per il 1958 come per il 2058) restano però incarcerati tra brevi parentesi di un costrutto narrativo più letale del Fenatnyl che bighellona tra mondi di notte e subplots gangsteroidi. Honda meno anomala e senza cresta.
Kenji Sahara HA RECITATO ANCHE IN...
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CuriositàZender • 30/11/07 12:23 Capo scrivano - 47698 interventi
Fa parte dei cento film (realizzati tra il 1950 e il 1980) che Stephen King ritiene abbiano dato "un peculiare contributo al genere horror".
(Fonte: S. King, Danse Macabre, 1981)
Il dvd Sinister ha un'ottima qualità video (come si vede dalle immagini postate da Xtron) e vede reintegrate alcune scene inedite con sottotitoli italiani automatici.
Tra gli extra presenziano i titoli di testa della versione americana (ma quelli originali sono decisamente più a tema) oltre all'immancabile presentazione di Cozzi (che dice di adorare il film in questione tanto da averlo citato in Contamination).
Maria Pia Di Meo:Yumi Shirakawa
Massimo Turci:Kenji Sahara
Giuseppe Rinaldi:Akihiko Hirata
Giorgio Capecchi:Koreya Senda
Cesare Barbetti:Makoto Satô
Bruno Persa:Yoshifumi Tajima
Flaminia Jandolo:doppia l'assistente del dottore
Vittoria Febbi:doppia una ballerina
Manlio Busoni:doppia il secondo detective
Sergio Tedesco:doppia il poliziotto sotto la pioggia
Pino Locchi:doppia il gangster dissolto sotto la pioggia
Oreste Lionello:doppia un marito
Giovanni Saccenti:doppia il marinaio superstite
Luciano De Ambrosis:doppia il militare