Meglio cominciare col dire che dell'originale di Robert Fuest,
Il mostro della strada di campagna, ricordo poco o nulla, visto negli anni della gioventù sulla cassettona della Domovideo, e che mi deluse fortemente, dopo che Fuest mi fece letteralmente impazzire con il dottor
Phibes, e
Il mostro...mi sembrava poca roba a confronto, anche se aveva il merito di essere uno dei primi thriller alla luce del sole.
Quindi, non posso fare confronti con il remake di Efron (però, so, che cambia il movente delle sparizioni delle ragazze)
Massacrato e affossato un pò ovunque, io lo trovato interessante, ben diretto, afoso e umidiccio, impreziosito da scenari nature da mozzare il fiato non poco teso e a volte pervaso da una certa crudeltà.
Oltre che al bellissimo score di Tomandandy, la fotografia di Gabriel Beristain che sfiora la perfezione e la convincente interpretazione delle due gnarelle in pericolo (più la Head che non la Yustman), da segnalare l'angoscia sottopelle che pervade tutto il film, in plein air e sotto il solleone
Turistas insegna ( praticamente ne e una variante, più che il remake di mastro Fuest), per arrivare ad un pre finale alla
Non aprite quella porta che non solo è una gioia per gli occhi, ma fà pure sudare freddo non poco.
Efron glissa sul gore e lo splatter (anche se ammicca con un incipt alla torture porn), regala tensione da vendere (a volte davvero insostenibile) e lascia a bocca aperta quando fà inoltrare Stephanie in un villaggio fantasma, di abbacinante bellezza spettrale e mortifera, quasi da post-atomico, dove la fotografia di Beristain vira da quella solare coi cieli blu, a una luce elettrica, irreale, angosciante e incubotica.
Nel finale si affloscia un pò, piuttosto banale e da telefilm pomeridiano, ma con una chiusa allucinata che ricorda il finale salvifico de
I guerrieri della palude silenziosa
Di culto la Yustman che si annusa le ascelle prima di fare la doccia, e quel sentore agghiacciante di essere in balia degli eventi (Stephanie chiede aiuto nel paesino argentino, ma gli abitanti le chiudono le porte e le finestre in faccia) e l'angoscia aumenta, facendo apparire il paesello una specie di landa desolata alla
Antropophagus
Nessunissima difficoltà a seguirlo (nel film si parla pure lo spagnolo), con i sub francesi e l'audio in inglese, si perde poco dei dialoghi e delle situazioni
E se le due ragazze (soprattutto la Yustman) balla al jukebox aizzando i bollori dei ganzoni del posto in una bettola , non poteva non farmi tornare alla mente le avventate Carati/Guida di
Avere vent'anni.
Location incantevoli che a tratti assumono il valore di un documentario, Ellie spiata tra le fresche frasche, le due ragazze che sudano in bicicletta, per strade, stradine, boschi e cascate sotto cieli azzurri quasi irreali, perdono i pulmini come Fiore Argento in
Phenomena, il carnefice carceriero che si guarda le partite di calcio in tv, fulminanti momenti violenti (non molti, ma lasciano il segno) e situazioni del più classico thriller craveniano, mi hanno soddisfatto non poco (complice la poca difficoltà di seguire il film in lingua straniera coi sub francesi), e posso dire che
A Soon the Darkness non e quel remake inguardabile (seppur con le sue pecche) che molti sostengono.