Radio days - Film (1987)

Radio days

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Come ben si evince dal titolo, il film è un omaggio alla radio e ai suoi giorni di gloria, quando (siamo negli Anni Quaranta) la “scatola parlante” non era ancora stata soppiantata dalla televisione. Woody Allen, che racconta le storie in prima persona (doppiato come sempre da Oreste Lionello) e che vediamo impersonato da un bambino vagamente a lui somigliante, si diverte a visualizzare aneddoti legati a come veniva percepita all'epoca la radio mostrandone la sua invadenza nella vita di tutti i giorni. La descrizione di un mondo ormai scomparso irrimediabilmente è appassionata e sincera, testimonianza di un affetto che Allen ha provato e che ha segnato la sua infanzia. Allacciandosi a momenti...Leggi tutto storici come la fantasiosa cronaca dell'invasione marziana opera di Orson Welles o all'annuncio dell'attacco giapponese a Pearl Harbor, Allen ce ne mostra gli effetti sulla bizzarra umanità che anima le scenette del film, affastellate senza una logica troppo precisa e che vivono anche singolarmente come sketch. Accuratissima la scelta delle musiche (cui spetta ovviamente un ruolo fondamentale), brillanti e in stile alleniano tipico molti dialoghi. Pur tuttavia, rimarcando l'attenzione per la ricostruzione storica e l'originalità delle intenzioni, non va dimenticato che complessivamente il film manca della dinamicità necessaria, finendo per restare un quadretto d'epoca intelligente ma statico, divertente solo in rare occasioni e, dopo la prima mezz'ora, piuttosto noioso e ripetitivo. Molte le scene superflue o fuori luogo.

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TITOLO DAVINOTTATO NEL PASSATO (PRE-2006)
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Il Gobbo 25/07/07 09:09 - 3015 commenti

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Operazione-nostalgia, condotta dal Nostro con la sicurezza tecnica ormai ampiamente acquisita e dimostrata, e con la cura del filologo. Come spesso avveiene, i due pregi succitati si accompagnano a un sentore di accademismo, di operazione a tavolino tutta "di testa". In più (ma questa non è colpa sua), per ovvie ragioni se si pensa all'epoca e ai suoi travagli, l'amarcord è peculiarmente americano, e quindi lo spettatore italiano lo contempla con poca immedesimazione. Carino, trascurabile.

Galbo 31/10/07 07:40 - 12392 commenti

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Film molto bello ma ingiustamente snobbato dal pubblico e ritenuto un episodio minore della filmografia alleniana. Radio Days è concepito come una operazione retro' nostalgica e commossa sugli anni della radio americana che coincidono con l'infanzia del regista. Molto riusciti i ritratti di una parte della società americana attraverso una serie di quadri che sebbene non tutti ugualmente riusciti riescono molto bene a comunicare allo spettatore il clima dell'epoca. Ottimo tutto il cast, belle (ma era scontato) le musiche.

Pigro 4/01/09 09:45 - 9666 commenti

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Gli anni 30 e 40 in una casa di ebrei piccolo borghesi a New York: filo conduttore della vita quotidiana è la radio, con le sue musiche, i suoi programmi, i suoi miti. Allen compone un mosaico ricco di sketch e situazioni che rievocano un'infanzia scandita dalla radio: i fatti scorrono con il sapore della leggenda, amplificata dalla memoria immaginifica dell'età. Lieve e tenero, il film probabilmente ha una presa più forte negli Usa perché va a pescare in una precisa memoria collettiva, ma Allen riesce a coinvolgere e divertire anche noi.

Homesick 11/06/09 18:26 - 5737 commenti

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L’amarcord di Allen filtrato attraverso quei suoni, quelle trasmissioni e quei personaggi della radio, così profondamente radicati nella società americana dell’epoca. Disordinato, stravagante, malinconico, sostenuto da quei dialoghi intellettuali e vivaci che sono da sempre il marchio del regista e dalla luminosa fotografia di Carlo Di Palma.
MEMORABILE: Il romantico idillio in auto interrotto dalla (falsa) notizia dell’invasione aliena annunciata da Orson Welles.

Harrys 12/01/11 16:06 - 687 commenti

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Un Allen inedito: sdolcinato, malinconico, sentimentale, nel rivisitare episodi che rappresentano la sua infanzia. Nonchè elegia definitiva del jazz "radiofonico". Un po' distante dai canoni abituali quindi... tuttavia, non si fatica a riconoscere i tratti tipici, a partire dall'esilarante incipit nel quale due ladri, partecipando ad un quiz telefonico, fanno vincere degli elettrodomestici ai proprietari dell'appartamento appena svaligiato. Degli sketch legati dal filo conduttore rappresentato da questa modesta famiglia ebrea degli anni '40. ***1/2

Ryo 22/03/13 13:22 - 2169 commenti

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In questo film Allen gioca utilizzando il tema della radio come filo conduttore per varie vicende e aneddoti che la sceneggiatura propone. Divertente e spassionato, con una bella fotografia che ci mostra una perfetta ricostruzione degli anni 40. Un film molto leggero, in cui c'è poco del regista ma che si fa guardare piacevolemente.
MEMORABILE: Il radiodramma di Welles "La guerra dei mondi"; Il quiz in cui la donna si presenta con il tema "pesci".

Giùan 22/01/14 06:56 - 4559 commenti

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Tra i migliori Woody del periodo “blu”, un film nel quale la sincerità della nostalgia per un tempo perduto si riflette in uno schermo intellettuale proustiano all’insegna del disincanto, senza “peccati” di repulsiva saccenza. Un film delicatissimo, dall’indubbio (a tratti anche un po’ opprimente) fascino scenografico, con una scelta musicale di rara competenza. Rispetto a La rosa purpurea di ben altro spessore e sensibilità i rimbalzi tra reverie fantastiche (il mondo della radio) e trasognata realtà quotidiana. Indimenticabile la zitella zia Bea (Wiest).
MEMORABILE: Il volto dell’Uomo mascherato; Il finale col capodanno innevato sul tetto; South american way cantata da Carmen Miranda.

Daniela 13/04/14 09:59 - 12662 commenti

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Fra gli anni Trenta e Quaranta, ritratto di una famiglia ebrea di modeste condizioni economiche, narrata attraverso il filtro dei programmi preferiti alla radio e gli aneddoti riguardanti i più popolari personaggi radiofonici... Film semi-autobiografico, un acquerello cinematografico i cui colori sono addolciti dalla patina della nostalgia. Il vendicatore mascherato è nella realtà un ometto grassoccio e pelato, ma Joe lo ricorderà sempre come l'eroe della sua infanzia. Film piccolo, prezioso, uno dei più teneri e dolcemente malinconici della filmografia del regista.

Didda23 16/03/15 09:42 - 2426 commenti

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Pur non facendo parte degli Allen più brillanti e scoppiettanti, l'opera genera quell'effetto nostalgia per i tempi che furono che scalda il cuore e rassicura. I momenti comici sono ridotti veramente al lumicino, ma quei pochi presenti vanno davvero a segno (l'inizio con i ladri che rispondono al quiz show è puro genio alleniano). Ottime le musiche e la ricostruzione degli ambienti; del parterre attoriale spicca la performance della Wiest, che dà vita a un personaggio indimenticabile. Woody mette in scena gli effetti la burla wellesiana in maniera goduriosa.

Hackett 1/01/17 17:41 - 1867 commenti

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Uno scanzonato e malinconico Woody Allen ci accompagna (solo alla regia) in questa celebrazione di un'America lontana, ancora ricca di illusioni e di eroi immaginari, che potevano essere sognati ascoltando le prime radio. Il film è divertente e racchiude tutto l'affetto del regista per la sua infanzia e per il suo mondo, che dai miti della radio sfocerà poi a quelli dello schermo. Nostalgico.

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Minitina80 25/02/17 07:37 - 2984 commenti

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Spaccato di un periodo storico in cui la radio era il principale mezzo di intrattenimento per intere famiglie. Possibile che sia soltanto il pretesto per fare un tuffo in un passato percepito con nostalgia in cui è evidente il pizzico di malinconia nelle parole di chi rammenta quei giorni come i più belli della propria infanzia. Grazie alla solita perizia tecnica Allen riesce, anche solo con le immagini, a dare l’impressione di essere lì, dimostra di sentirlo sulla pelle, ma dimentica di amalgamare il tutto a dovere onde evitare noia e ripetitività.
MEMORABILE: "Io scesi a compromessi quando scelsi Martin. Ne volevo uno bello, alto e ricco". "Io rinunciai a tutte e tre le cose!"

Il ferrini 6/06/17 01:34 - 2357 commenti

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Non rientra certamente fra le più celebrate opere di Allen, tuttavia è un film gradevole, dal piglio un po' nostalgico ma che non fa mancare battute e situazioni brillanti. Autobiografico? Probabilmente. Già bravo il giovanissimo Seth Green (il "vero" inventore di Napster in The italian job) e buone anche le prove della Farrow e della Keaton, qui in veste di cantante (lo rifarà parecchi anni dopo in Mai così vicini). Tecnicamente - al solito - ineccepibile: regia, fotografia, costumi e scenografie anni '40 curatissime. Piacevole.

Thedude94 12/11/17 22:23 - 1096 commenti

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Ritratto malinconico e semplice dell'America degli Anni '40 raccontato dalla voce di Allen stesso che descrive la sua famiglia a quei tempi, mostrando in parallelo l'importanza e lo sviluppo della radio. Già, è proprio questo mezzo di comunicazione il fulcro dell'opera, scritta in maniera intelligente ma che dopo un po' risulta piatta e lineare, non riuscendo mai a fare un balzo decisivo verso un livello superiore. Brave sia la Farrow che la Wiest, così come il resto del cast. Non male insomma, ma senza troppi spunti di riflessione.

Rocchiola 19/08/18 08:51 - 966 commenti

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Allen prende a modello l’Amarcord felliniano e firma uno dei suo film più autobiografici con protagonista il piccolo Joe, che è l’alter ego bambino del regista. Un’opera frammentaria ma suggestiva che mette in scena una moltitudine di vicende e personaggi tenuti insieme unicamente dai programmi radiofonici dell’epoca. Un film malinconico e nostalgico sulla memoria e sui ricordi personali che, come le voci alla radio, con il trascorrere degli anni si fanno sempre più flebili e lontani. Musiche d’epoca sublimi e grande fotografia di Di Palma.
MEMORABILE: La maestra nuda spiata dal tetto; L’anello del Vendicatore Mascherato; Le assurde liti tra i genitori di Joe; Sally l’ex sigaraia dalla voce stridula.

Paulaster 18/06/20 09:52 - 4417 commenti

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I ricordi d’infanzia negli anni Quaranta filtrati attraverso le trasmissioni radiofoniche. Operazione nostalgia in cui Allen si dimostra accorato per i tempi che furono e si diverte a raccontare storielle e proporre musiche briose. Divertente da sùbito con la coppia di ladri, diviene poi descrittivo tra aneddoti sportivi, ventriloqui, crooner e notizie di guerra. Discreti gli ambienti retrò e il filo di malinconia che chiude l’album degli amarcord.
MEMORABILE: L’anello a scomparto segreto; “Pellerossa” al rabbino; Il giocatore di baseball cieco; Carmen Miranda; La formosa maestra.

Renato 21/08/20 13:49 - 1648 commenti

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Divertente e nostalgica rievocazione alleniana della sua infanzia, passata in buona parte a sentire i programmi radiofonici. La struttura del film è episodica, e il tutto è tenuto insieme dalla voce over dello stesso Allen. A un notevole sforzo scenografico si accompagna il solito ottimo cast dei suoi film corali: qui addirittura compaiono sia Mia Farrow che Diane Keaton, un vero e proprio unicum nella filmografia del regista newyorchese.
MEMORABILE: Il siparietto familiare in casa Aiello, con l'anziana madre italiana che suggerisce al figlio come sbarazzarsi di un cadavere in modo efficace.

Jdelarge 13/10/20 19:30 - 1000 commenti

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Estremamente delicato, questo bel film di Woody Allen mette in scena uno spaccato di vita americana ai tempi della Seconda Guerra Mondiale. La protagonista indiscussa è la radio, mezzo di comunicazione per eccellenza di quegli anni, in grado di regolare e scandire i sentimenti dei personaggi della vicenda. Belle le musiche e la fotografia. Forse, nel complesso, mancano scene capaci di conferire al film una marcia in più.
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  • Curiosità Ciavazzaro • 30/12/09 11:26
    Scrivano - 5591 interventi
    L'unico film di Allen nel quale appaiono le 2 più importanti attrici del regista:Mia Farrow e Diane Keaton.

    Fonte:Imdb
  • Homevideo Rocchiola • 19/08/18 08:53
    Call center Davinotti - 1254 interventi
    Il DVD MGM tuttora reperibile a prezzi modici è discreto ma piuttosto datato. L’americana Twilight Time ha pubblicato un ottimo bluray region free ma con il solo audio originale inglese. Tra l’altro queste edizioni della Twilight dei film di Allen sono tutte limitate a 3.000 copie e risultano già praticamente esaurite. Attendiamo (ma non troppo fiduciosamente) un’edizione HD anche su suolo italico.