Avventure cubane di un anonimo travet romano (Brignano) alla ricerca del fratello creduto morto (Pannofino) e invece inaspettatamente avvistato sul dvd di un corso di ballo mentre folleggia in un night all’Avana. Ribellandosi per una volta alla moglie, Brignano parte da solo alla volta di Cuba con l’intento di riportare a casa Pannofino. Dovrebbe essere la storia di due fratelli diversi e complementari, sottolineata da imbarazzanti flashback d’infanzia che appaiono del tutto fuori luogo, ma è né più né meno l’ennesima variante sul tema dell’italiano in vacanza. Brignano, timido e impacciato, viene in contatto con un mondo ovviamente distante,...Leggi tutto con una giovane attraente e sbarazzina (Aurora Cossio), con la povertà e lo sfruttamento (il tormentone dello straniero che va a Cuba solo per le donne viene ripetuto decine di volte), mentre il fratello più scafato e trafficone si è già inserito in società senza troppi problemi. L’espressione ingenua, il porsi meno banale del previsto di Brignano contrasta fortemente con l’impostazione di una sceneggiatura carica di luoghi comuni, gag riciclate e situazioni da pochade da quattro soldi che si rispecchia invece maggiormente nell’approccio più macchiettistico di Pannofino, sopra le righe come di consueto. E’ comunque Brignano il protagonista, alla ricerca di un copione che possa finalmente valorizzarlo (ma anche questa volta...). Purtroppo per lui il regista pare più interessato a rendere l’ambiente esotico di una Cuba ripresa con gusto, ampiamente, e che emerge non poco nel quadro generale. Molto di più di questi personaggi stereotipati e vuoti, siano essi italiani o bellezze locali, comunque preconfezionati e costretti a fare e dire frasi prevedibilmente figlie di cento altri film precedenti costruiti nell’identico modo. E quando si cerca di uscire dal seminato, magari con una cantatina alla chitarra di Brignano, c’è da chiedersi se un break tanto pretenzioso e “sentito” possa mai avere un senso in quella che si vorrebbe una commedia del tutto disimpegnata. Si cerca di evitare la facile trappola del portoghese maccheronico presentando un Brignano presto quasi a suo agio con la lingua, ma non basta il rifiuto del “noio volevam savuar” se poi il resto del film corre esattamente in quella direzione... Detto di un Cornacchione psicanalista che in apertura già fa intuire quanto i toni siano sballati, di un quadretto familiare romano terribile per povertà nella caratterizzazione, rimane al solito qualche discreta gag distribuita con parsimonia e probabilmente più figlia dell’estro di Brignano che del copione.
Film senza sorprese che offre esattamente tutto quello che ci si aspetta: comicità all'italiana trita e ritrita, un Brignano perennemente imprigionato nel suo tipico personaggio impacciato, la bella di turno, equivoci maliziosi (immancabile la solita gag omosessuale). Il tutto condito dalla solita critica alla società italiana, ma anche dallo stereotipo del turista medio. Francesco Pannofino è un bravo attore molto espressivo, ma il personaggio è troppo simile a René Ferretti di Boris. Si continua a vivere benissimo pur non vedendolo.
MEMORABILE: L'inseguimento senza senso che finisce al mercato: apice del trash.
Film arido, poco divertente e presto dimenticato. Sconcerta la banalità della sceneggiatura scarna di momenti comici e contenente gag di bassa categoria. A prevalere sono i soliti luoghi comuni e situazioni stereotipate (il ballo sull'autobus è allucinante). Il finale è quanto di più prevedibile si possa immaginare. Il momento più divertente ovviamente è inconsapevole (la canzone cantata da Brignano). Assolutamente evitabile!
Francamente una commedia mediocre: si ride davvero poco e la location a L'Avana è un concentrato di luoghi comuni su Cuba (balletti “spontanei” in un bus, una falsissima gioia di vivere...). Pannofino, tra una smorfia del mento e l’altra, bofonchia qualcosa e Brignano fa il solito ruolo da impacciato, ma che almeno godrà della presenza di una prorompente bellezza locale. Baldi (ma chi è?) trova il tempo di cacciare dentro il film anche un bauscia milanese (fortunatamente per due battute) e uno strimpello romano... Bah!
Commediola italiana con ambientazione esotica ma poche idee, interpretata da un irritante Brignano che dimostra una volta di più l'inefficacia del suo personaggio comico in un contesto filmico. La pellicola finisce per essere un'insipida festa dei luoghi comuni latitando in maniera imbarazzante sul versante comico, con personaggi che appaiono e spariscono senza un vero perché. Tutti gli attori italiani recitano sopra le righe e le uniche risate che strappano sono per la comicità involontaria di alcune situazioni. Graziose le location cubane.
MEMORABILE: La scena fenomenale (in ottica trash) della canzone romana cantata da Brignano.
Commedia che si inserisce nel filone dell'italiano alle prese con realtà esotiche (Cuba in questo caso). L'ennesima occasione sprecata per Brignano, attore discreto in contesto televisivo e teatrale, ma che non ha quasi mai trovato la giusta "cifra" cinematografica. Non aiuta in questo caso una sceneggiatura assai banale che infila nella storia una straordinaria quantità di luoghi comuni oltre a personaggi veramente poco simpatici e caratterizzati. Non funziona infine l'accoppiata con Pannofino, attore bravo ma poco adatto alla storia.Inutile.
Commediola banale priva di qualsiasi spunto originale in cui emerge la stereotipata immagine dell'italiano alle prese con paesi esotici. Brignano mostra simpatia, ma tutto il suo impegno non basta a salvare la pellicola dal naufragio. Gli altri interpreti sono da contorno. Finale iper scontato.
Fuggendo dal solito e metodico tran-tran familiare, Brignano vola nei Caraibi alla ricerca del fratello, il quale pare a suo agio tra i ritmi dell'Avana. Una commedia vecchio stile, apprezzabile per l'assenza di volgarità (punto decisamente a favore) ma meno valida sotto il profilo del divertimento (punto decisamente a sfavore). Il Brignano, re di monologhi teatrali davvero spassosi, dà il meglio di sè quando riesce a riprodurne i contorni (ad esempio nelle scene a tavola), ma nel complesso, al cinema, la sua ars non funziona come vorrebbe.
Ecco la definitiva conferma dell'inadeguatezza di Brignano al botteghino. La banalità di una storia "alla cane e gatto" così innocente ed elementare, la grave assenza di almeno una gag comica degna di tale nome e la povertà di attori comici con cui interagire smascherano nitidamente l'incapacità di improvvisare dell'artista romano oltre che una certa allergia ai tempi cinematografici. Anche Pannofino, qui spalla con minutaggio consistente, si rivela poca cosa. A dirla tutta stupisce come chiunque sia abbia speso dei soldi per produrre un film simile.
I film dai riferimenti esotici mi hanno sempre messo abbastanza in guardia e questo non fa eccezione. Nonostante la presenza di Pannofino e Brignano, il livello rimane infimo, tra la scoperta di un mondo "buono" oltre l'Italia, la ricostruzione della famiglia disgregata, il "bamboccione" (nel suo ruolo classico, Brignano). La regia è quello che è, non c'è niente di notabile e tutto rimane indifferente allo spettatore, che una volta ultimata la visione sicuramente non si ricorderà per più di 48 ore di averlo visto. Perdibilissimo.
L'incredulità è il sentimento più concreto che progressivamente si impadronisce della cognizione; non è possibile che ci vogliano prendere in giro (regista, attori e autori) ancora una volta. Invece siamo alle solite: Brignano a Cuba potrebbe anche far ridere, ma è invischiato in una barzelletta amorosa senza né capo né coda; Pannofino nelle vesti di un Ferretti sporco e cattivo sarebbe da vedere, ma è quasi una comparsa; il contorno non esiste, la famiglia oppressiva, Cuba, la fuga.... Puerto Escondido sembra un capolavoro assoluto.
La fotografia colorata e l'avvenenza della Cossio sono le uniche cose salvabili di questa imbarazzante commedia. I protagonisti sono stanche macchiette che stufano dopo 5 minuti, complice una sceneggiatura scevra di battute divertenti, per non parlare dei luoghi comuni su Cuba che in mancanza di una funzione comica servono solo a rendere più insulsa la pellicola. L'errore di fondo (comune a tanto cinema italiano) è voler fare una "commedia all'italiana" con caratteri e situazioni da film comico: preferisco l'onestà di un cinepanettone.
Una rivisitazione in chiave esotica e attuale di È arrivato mio fratello con Pozzetto. Ma le idee sono poche e quelle che vengono espresse sono politicamente scorrette, visto che a tutti i costi si vuole dare un immagine di Cuba che esiste ormai solo nei falsi luoghi comuni. Malissimo Pannofino in un ruolo che avrebbe richiesto ben altro "fisico", mentre Brignano se la cava con la sua esperienza riuscendo, ma solo in un paio di occasioni, a strappare il sorriso. Baldi? Essere figlio di un grande regista non vuol dire essere bravi.
Un film con dei bei paesaggi sicuramente, però chi spera di farsi un bel po' di risate col buon Brignano rimarrà deluso. Il film è noioso e mancano veri e proprio colpi d'ala. Anche la presenza di Pannofino non riesce a sollevare questa commedia piuttosto spenta. Peccato.
Visti gli interpreti avevo delle aspettative, riguardo a questo film, che purtroppo sono andate deluse. Le cause vanno attribuite non tanto a Brignano, per quanto in tv risulti (sinora) decisamente meno incisivo rispetto alle performance teatrali e Pannofino, sottoutilizzato, quanto a una sceneggiatura che non è né carne né pesce: commedia sì, ma con accenni “seri”, un mix che non convince unitamente a una sensazione di minestra riscaldata per quanto riguarda le gag.
Commedia che a tratti (veramente pochi) fa divertire. E dire che la coppia Brignano-Pannofino convince... Si cade purtroppo, come al solito, nel mieloso (i flashback) e i personaggi di contorno (vedi quello della Raffaele) sono inutili e banali. Film che merita al massimo un'occhiata.
Con una sceneggiatura sciatta e senza regole si improvvisa un film a Cuba, senza esaltarne la bellezza geografica e le ragioni fondamentali che hanno portato i protagonisti a trasferirsi in quel dell'Avana (perlomeno non sufficienti e ragionevoli). Brignano bravo ma inadatto a un ruolo così poco profondo, che non rende giustizia alle sue reali capacità attoriali. Non mi ha trasmesso emozioni.
Si può senza ombra di dubbio dire che la parte migliore del film sono le riprese lungo le vie dell'Avana; per quanto riguarda tutto il resto il film lascia molto a desiderare. Siamo nel pieno della commedia italiana, spesso priva di contenuti e anche qui non ne troviamo molti. Brignano, nonostante tutto, riesce a divertire, ma solo a tratti: il ruolo del bonaccione un po' tonto non paga, alla lunga.
Excursus caraibico per i nostri. I punti di forza si potrebbero riassumere in una lettura relativamente stereotipata della capitale, mentre i lati oscuri (molti di più) sono svariati. Un cast sulla carta interessante ma mal sfruttato (lo stesso Brignano sembra un po' frenato, mentre Pannofino incide poco con un personaggio poco calzante per lui) in cui la componente comica femminile è assolutamente in disparte e ci si domanda il perché. Ciò premesso qualche sorriso il film lo strappa ma al termine si ha un forte senso di incompiutezza che maschera anche i pochi spunti interessanti.
Brignano fratello modello va all'Avana a cercare il fratello birbante (Pannofino) che si è finto morto e vive di espedienti. Commedia moderna con alcune gag riuscite ma in generale troppo tiepida per essere brillante, e spesso assistiamo a una sceneggiatura che si trascina un po'. Se non fosse per la coppia Brignano/Pannofino il risultato sarebbe perfino più magro, con un soggetto che poteva essere interessante se sviluppato in modo più dinamico. Un'occhiata la si può dare, ma può anche risultare superfluo; finale raffazzonato.
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HomevideoGestarsh99 • 19/09/11 00:53 Vice capo scrivano - 21546 interventi
Disponibile in edizione dvd dal 21/09/2011 per Medusa Video:
DiscussioneRaremirko • 6/03/21 18:24 Call center Davinotti - 3862 interventi
Nella media la coppia Brignano/Pannofino, buona la fotografia, in un film dove lo script cerca di dire almeno qualcosa in più rispetto a film simili/semicomici, commedie.
La struttura è la solita (attori famosi, viaggi in posti lontani, ecc.). il risultato è meno peggiore/un pò più impegnato del solito.
Il cognome del personaggio interpretato da Enrico Brignano, Diotallevi, è lo stesso del personaggio che lo stesso attore aveva interpretato nelle prime due stagioni di "Un medico in famiglia" (1998-2001)
Grammaticalmente i nomi di persona francesi quando sono doppi vogliono sempre la lineetta, regola che vale anche per i nomi dei comuni (per esempio Clermont-Ferrand)
DiscussioneZender • 12/10/21 08:56 Capo scrivano - 47731 interventi
Sì ma Mauro, non ci siamo: noi non dobbiamo guardare la grammatica, dobbiamo INCOLLARE i nomi da Imdb, sbagliati o giusti che siano, questo da quando è nato il sito eh. Altrimenti la ricerca non funziona. Questo dev'essere chiaro.
Ma se un nome (per esempio Lino Banfi) lo digito da tastiera o lo copio da altre parti (word, wikipedia) e non da imdb, cambia qualcosa?
DiscussioneZender • 12/10/21 09:42 Capo scrivano - 47731 interventi
No, non è per quello, solo che se lo copi da altre parti devi stare attentissimo che sia scritto nello stesso identico modo di Imdb, per cui conviene sempre incollare da lì.