Un film estremamente volgare, ricco di effetti sommamente ripugnanti (una spada infilata nella vulva, ad esempio), che ricorda il duo di pseudo-horror diretti da Miraglia (La Dama Rossa Uccide Sette Volte e La Notte che Evelyn Uscì dalla Tomba) per un finale deludente e adulterato. Sembra una pellicola diretta da Joe D'Amato, per la ferocia insistita, per i trucchi approssimativi (il look delle zombies) e per il sesso (contorto) esposto: non a caso sigla un regista con all'attivo decine di porno e che, curiosamente, esce così dalla scena.
Uno dei film horror più ridicoli che abbia mai visto, condito da una sceneggiatura delirante ai limiti della follia che millanta addirittura di essere tratta da un romanzo di Edgar Wallace (cosa poco probabile) e che fa succedere l'una dietro l'altra scene che spesso non si capisce quale legame abbiano tra loro. Per il resto gli effetti speciali, si fa per dire, sono di una rozzezza mai vista. Del cast posso dire che le attrici fanno a gara a chi si spoglia e a chi è più zoccola. Di paura manco a parlarne. In compenso risate assicurate!!!
MEMORABILE: Tutte le scene con le zombi vendicatrici ma su tutte quella del cimitero dove ogni personaggio fa i fatti propri e non si accorge di loro. RIDICOLO!!!
Abominevole Z-movie che ha l'unico pregio di poter essere annoverato a tutti gli effetti tra i veri "trash" del genere horror. Infatti si ride per quasi tutta la durata del film: la recitazione penosa (peggiorata oltretutto dal doppiaggio italiano), i numerosi nudi gratuiti, lo squallore di fotografia e messinscena (stile porno anni '70), la trucidaggine degli SPFX, l'assurdità della maggior parte delle scene... Insomma, un autentico disastro, da vedere solo per farsi quattro risate (sempre ammesso che si riesca a superare la volgarità).
Sorta di porno-soft in salsa zombie, narra la storia di tre avvenenti fanciulle morte avvelenate che poi si vendicano ritornando in vita più fameliche che mai. Tutto è talmente scadente da rendere la pellicola inguardabile, se non per realizzare tutto ciò che non andrebbe fatto in un film horror. Sorprendenti le scene splatter del tacco che acceca una delle vittima e dell'evirazione di un'altra. Inclassificabile.
Orripilante filmaccio dell'orrore dai forti tratti erotici. Trama assurda e indescrivibile, attrici neppure tanto belle raccattate magari dai set di qualche film porno (genere che il regista conosce bene). Da zero assoluto, assieme a Delitti è uno dei film più assurdi, ridicoli e mal girati degli ultimi 30 anni.
MEMORABILE: "Non raccontate questo film agli amici... ve ne saranno grati!" Parole sante...
Tremenda e ridicola sciocchezza realizzata senza un minimo di vergogna. I dialoghi sono imbarazzanti, gli attori a dir poco incompetenti e la sceneggiatura è da non credere (per non parlare del "colpo di scena" finale). Non si salva nulla, comprese le uccisioni, realizzate con totale incompetenza (se non altro, c'è dello splatter). Ovviamente, non potevano mancare, nudi e scene di sesso, visto che risultava un'impresa riempire una tale pellicola. Consigliabile solo a chi vuole realizzare un buon film; basta che lo veda e poi faccia l'esatto opposto.
MEMORABILE: Le "morte" fregano l'auto...; L'assurda scena di pseudoaborto sotto la doccia.
La contaminazione alimentare sembra un tema caro ai registi dell'horror francese, ma mentre in Les raisins de la mort di Rollin l'uva contaminata è la causa che scatena l'orrore, qui è il latte alterato che trasforma il puro (le fanciulle innocenti) in impuro (lo zombi). Il regista aveva pochi soldi - e si vede già dalle carnevalesche maschere zombi - ma si sente l'impegno nella realizzazione di sequenze fantasiose, senza mai arrivare alle vette di Fulci o agli effetti di Prestopino. Musica apprezzabile e in sintonia col film (mai però ai livelli nostrani).
Agghiacciante. Da quanto è brutto però. Un cocktail indigesto di softcore anni '80 del più squallido, recitazione terribile, fotografia pessima, regia idem, effetti speciali ridicoli. Alla base c'è una sceneggiatura squinternata, zeppa di dialoghi assurdi e una storia senza senso e che non genera paura manco per un istante. Millantava di essere ispirata a Edgar Wallace ma figurarsi. In tutto questo c'è una bellissima notizia: dura solo 75 minuti.
Pierre B. Reinhard viene direttamente dall'hard francese di fine anni '70 e di girare un horror non gliene cale niente, se non come presa per i fondelli del genere stesso. In realtà il film è curioso perché ironizza proprio sull'horror, quasi metafilmicamente, anche perché la struttura narrativa è tipica dell'hard francese. In questo senso vengono giustificate scelte ben precise come la velocità delle tre ragazze zombi e il gore insistito, pur se era la regola negli anni '80. Curioso comunque, per iniziati naturalmente.
Trash delirante, inconcepibile nella trama e nella realizzazione. Atmosfera stile porno anni 70, con ampi periodi inutili, infarciti di dialoghi superficiali fatti per far metraggio. Le scene erotiche sono “simulate all’interno della simulazione” e quelle horror hanno il pregio di essere truci al punto giusto. Interpretazione non classificabile e fotografia micidiale:a colori rende meno di un cattivo b/n. Il look facciale delle zombi è indicibile mentre il finale, indicato come l’apoteosi dell’imprevedibile, all’interno di questo contenitore fa mettere le mani nei capelli.
MEMORABILE: La mano che esce dalla tomba (stessa scena inserita due o tre volte); Le zombi sono tali solo nel viso.
Splatter, erotismo e horror sono gli ingredienti di questo film tanto da ricordare i fumetti di Renzo Barbieri e Giorgio Cavedon. Anche se parecchio misero e la trama poco risolta, si tratta comunque di un prodotto divertente, che vede in azione tre zombesse assassine le quali, in un omicidio, appaiono addirittura nude. Tutto è fatto al risparmio e la qualità della pellicola ricorda quasi un hard; malgrado ciò l'ambientazione nella grigia campagna francese in inverno riesce a creare un'atmosfera lugubre piacevole.
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Gestarsh99 ebbe a dire: Zender, il regista effettivo del film risulta essere l'hardista francese Pierre B. Reinhard, come riportato anche dalla maggior parte delle fonti internettiane, incluso IMDB (in Francia l'autore firmò il film col nick Peter B. Harsone).
Jean-Claude Roy viene riportato sotto pseudonimo (John King) come semplice sceneggiatore, cosa plausibilissima, visti i suoi 26 script filmici all'attivo.
In realtà non si e mai capito bene...
L'attendibilità di IMDB non mi convince poi tanto...
Varie riviste e libri specializzati danno come regista Roy, altri Reinhard.
Sinceramente propenderei per il primo, anche perchè ho visto Il testimone invisibile di Reinhard e ci passa un abisso in fatto di tecnica e riprese (non che sia un capolavoro, però...)
Gestarsh99 ebbe a dire: Anche IMDB riportava sino a qualche tempo fa il nome di Roy, poi però ho notato con sorpresa la recente sostituzione con quello di Reinhard.
Ho notato che il nome di Roy resta solo in alcuni vecchi link di commenti e recensioni.
Ti ho chiamato appunto per questa stranezza.
Forse andrebbero per sicurezza indicati entrambi.
Concordo Gest sull'indicarli entrambi.
E un arcano che aggroviglia il gulliver di noi appassionati da diverso tempo...
Sicuramente Roy e Reinhard hanno collaborato, non fosse altro che il primo ha diretto Educazione inglese e il secondo, il sequel, Dressage-La dolce punizione.
Compagni di merende indissolubili i due simpatici "cugini" dell'hard transalpino.
Davvero vergognoso l'audio del dvd Mosaico. Naturalmente è preso dalla vhs Azzurra o da qualche registrazione televisiva ma potevano cercare di pulirlo un po'.
Il film in questione ebbe diffusione direttamente in VHS, trovando pure la via delle edicole. Nel catalogo della Azzurra Home Video.
Non ci piove che uscì in vhs, ma DOPO avere avuto una distribuzione in sala: precisamente durante l' estate del 1987, anno che va quindi a circostanziare i passaggi cinematografici italiani, mentre il vero anno di produzione a me risulta essere quello precedente. Può sembrare strano che un filmetto tanto oscuro e bizzarro abbia trovato la via delle sale, ma ricordo benissimo quando, appena tredicenne vedevo in giro per Torino la locandina che figura su questa stessa scheda, così come ricordo la tagline che riportava a mo' di specchietto per allodole i nomi dello scrittore Edgar Wallace (per quanto improbabile) e del fantomatico regista John King (pseudonimo che io stesso, all' epoca piccolino, associai subito ingenuamente a Stephen King).