Da una delle idee più classiche della fantascienza (in questo caso tratta dal romanzo “The Quiet Earth” di Craig Harrison) un film che non ha molti pregi ma nemmeno troppi difetti: un uomo (Bruno Lawrence) si sveglia e si ritrova completamente solo: pare che la Terra, d'improvviso, sia diventata deserta. La prima mezz'ora se ne va via con il protagonista che non si capacita. Cerca in ogni dove trovando sempre e solo desolazione. Poi compare una donna (Alison Routledge) e i due fraternizzano. Non succede molto altro e reggere così per un'ora e mezza senza inserirvi qualche buon colpo di scena è dura, specie se non si è registi straordinari né...Leggi tutto si dispone di attori particolarmente dotati. Il povero Geoffrey Murphy ci prova (assistito alla prima unità dalla futura star Lee Tamahori), ma al di là di una buona atmosfera generale non va e nel suo insieme il film non risulta particolarmente scorrevole né interessante. La città disabitata, le corse solitarie sulle strade deserte funzionano per un po'. Alla fine stancano, così come la sceneggiatura e i dialoghi, che non escono da frasi prevedibili e chiarimenti solo abbozzati sul perché del fenomeno. E diciamo che se Lawrence a suo modo funziona, la Routledge fa il paio con l’altrettanto sciapo Peter Smith e proprio non fornisce qui una prova convincente. Il film scorre lineare, o meglio piatto, e ci fa ripensare con nostalgia al Vincent Price de L’ULTIMO UOMO DELLA TERRA, che interpretò con ben altra classe un ruolo simile nel film tratto da “I Am Legend” di Matheson. Piuttosto superfluo.
Strana pellicola fantascientifica neozelandese, che parte in maniera assolutamente soporifera e ha un paio di scossoni per poi risvegliarsi gli ultimi cinque minuti e concludersi in maniera più che degna. Il problema principale è un cast non all'altezza delle situazione e dialoghi alquanto zoppicanti; ciò significa che si rende più che degno per un remake hollywoodiano che, forse, vedremo in futuro. Alcune sequenze sono affascinanti e i rapporti tra gli ultimi sopravvissuti sulla terra molto "ballardiani". Per appassionati.
MEMORABILE: La scoperta della connessione tra i tre soggetti; il poetico finale con una colonna sonora molto bella.
Gli ultimi fotogrammi rimangono sicuramente più impressi dell'intera pellicola (e questo non è bene). Il vero problema è però dato da una certa pesantezza di fondo dovuta a un ritmo quasi inesistente e a un'inevitabile ripetitività. La discesa del protagonista nella paranoia (fucilata al televisore e discorsi a sagome di cartone) non è male. Ma dovendo fare un'attenta analisi di ciò che ci viene proposto, non si può fare a mano di notare che ci si trova con in mano un pugno di fantamosche (la griglia: le leggi della fisica che vacillano). E' decisamente troppo poco. Comunque, un'occhiata...
MEMORABILE: Il protagonista fissa il telefono, sperando invano che squilli.
Tre attori e un mondo che non esiste più: quasi una pièce teatrale, questa di Geoff Murphy. Fantascienza umanista e un po' strampalata ma piena di fascino esistenziale che lo avvicina più all'Unione Sovietica che al cinema occidentale (anche se l'origine è neozelandese). Il film si potrebbe dividere in tre atti nei quali il primo e il terzo svettano per originalità e potenza. Da riscoprire sicuramente.
Insolito film fantascientifico che pur sfruttando inizialmente un tema abusato, l'ultimo uomo sulla terra, riesce a rivitalizzarlo con delle discrete idee che ravvivano un andamento narrativo non imprevedibile. A valorizzare la pellicola innalzandola così sopra la media, c'è sicuramente una bella confezione coadiuvata da momenti ed ambientazioni suggestive: per esempio il bel finale. E la prova del protagonista, specie nei primi trenta minuti, è davvero buona. La classica piccola perla misconosciuta che meriterebbe il recupero.
Post-apocalittico che ha il solo pregio d'essere insolito se non bizzarro. Le ristrettezze del budget operano in tal senso così come la derivazione inusuale (Nuova Zelanda). La prima mezz'ora ben risalta col protagonista che si aggira nella desolazione; l'entrata d'altri personaggi non apporta nulla a parte qualche stanco dialogo. Siamo lontani dalle rarefazioni de L'ultimo uomo o di Occhi bianchi sul pianeta Terra: a convincere è solo il tono sospeso e irrisolto. Merita un'occhiatina.
Film fantascientifico di matrice neozelandese in cui l'assunto centrale, seppur non nuovo, risulta interessante e piacevole da seguire nel suo sviluppo. Murphy dimostra di avere le idee chiare, sopperendo a un ritmo blando per forza di cose con una narrazione concisa e alcune buone intuizioni. Gli attori si contano sulla punta delle dita e se la cavano a sufficienza, anche se nessuno sembra brillare particolarmente. Suggestivi gli ultimi fotogrammi, a cui poteva essere dato maggiore spazio.
Sulla scia dell’Ultimo uomo della Terra un fantasy post-apocalittico senza effetti speciali e con tre soli personaggi in scena. Le limitazioni di mezzi sono ovviate dalla suggestiva ambientazione neozelandese e da una regia ricca di inquadrature cariche di simbolismi e fluidi movimenti di macchina, che ben rendono il senso di spaesamento del protagonista. Ma le ragioni della catastrofe e della presenza dei sopravvissuti non vengono mai chiaramente esplicate e il film rimane in un limbo tra cinema d’autore e di genere che alla fine non soddisfa nessuno. Suggestivo più che riuscito.
MEMORABILE: Il risveglio iniziale del protagonista; La scoperta dello scienziato morto nel laboratorio; La statua di Cristo usata come bersaglio.
Buon esempio di fantascienza su un tema classico, la distruzione dell'umanità dovuta a qualche misterioso esperimento tecnologico finito male. Solo tre attori in scena, uno dei quali è solo per i primi 35'; per fortuna l'atmosfera è quella giusta, e anche se lo sviluppo della storia con il trio è a volte bizzarro, il film si segue con piacere fino al finale, di grande impatto visivo ed emotivo. Lee Tamahori, futuro autore di Once were warriors, è qui aiuto-regista.
Al risveglio, un uomo scopre che tutti gli altri esseri viventi sono spariti per effetto di un esperimento a cui lui stesso collaborava... Non male l'inizio, per quanto già visto, ma quando l'ultimo uomo sulla Terra incontra l'ultima donna le cose peggiorano per la fiacchezza dei dialoghi e non si risollevano neppure con l'apparizione del penultimo uomo a cui l'ultima donna vestita da fata turchina fa gli occhi dolci. Tra una chiacchiera e l'altra, il film si trascina stancamente fino all'enigmatico finale saturnino. Il vero mistero è come qualcuno possa considerarlo un piccolo cult.
Geoff Murphy HA DIRETTO ANCHE...
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HomevideoRocchiola • 27/10/20 09:15 Call center Davinotti - 1236 interventi
Da noi mai uscito prima in DVD finalmente arriva in versione restaurata in HD grazie alla benemerita Sinister. E' presumibile che i tizi della Sinister abbiano utilizzato il master del Bluray inglese della Arrow creando così il solito DVD potenziato da un master HD. Video panoramico davvero eccellente per un DVD, pulito e dettagliato, regge bene la visione anche su schermi di grandi dimensioni. Colori equilibrati e naturali. Audio italiano potente e mediamente chiaro. Insomma vista la scarsa reperibilità del titolo un prodotto assolutamente consigliato, anche se al costo di circa 15 € non si poteva proporre in BD?