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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: The last starfighter
Anno: 1984
Genere: fantascienza (colore)
Regia: Nick Castle
Note: Aka "Starfighter"
LE LOCATION
L'IMPRESSIONE DI MMJ
Un film che, come accadeva negli Anni Ottanta, prova a sfruttare il crescente fenomeno dei videogames per creare una sorta di fantascienza nuova diretta a un target principalmente adolescenziale. Il protagonista (Lance Guest) è un campione nel gioco chiamato Starfighter, in cui deve difendere il pianeta Rylos dalle astronavi nemiche del perfido Xur. Quando, dopo aver infranto ogni record, si sentirà offrire da uno strano alieno dalle fattezze umane (Robert Preston) un posto come pilota scelto proprio nelle armate di Rylos, capiremo che il videogioco - anticipando i tempi - altro non è che un test per reclutare i possibili migliori “starfighter” dell'universo. Comincia...Leggi tutto da qui l'avventura spaziale, con una sorta di replicante del protagonista a sostituirlo sulla Terra e il nostro a combattere nello spazio tra effetti speciali sorprendentemente curati (molto meno lo sono i costumi e il make-up degli alieni). La sceneggiatura tende a voler complicare un soggetto dalla base semplice e a distogliere l'attenzione dall'azione vera e propria, col risultato di dar vita a un film poco avvincente, penalizzato oltretutto da una recitazione complessiva non proprio convincente. Una ragazzata, insomma, con qualche discreto spunto umoristico nei dialoghi ma anche un’ingenuità di fondo che potrà infastidire non poco lo spettatore meno avvezzo ai film mielosi e impostati sulla sovrabbondanza di buoni sentimenti. Molle la regia di Nick Castle, anche se gli va riconosciuto un certo gusto nella messa in scena e nella capacità di non far scadere il film mantenendo una misura e un rigore encomiabili.
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- Grande esempio di cinema:
Caveman - Quello che si dice un buon film:
Jurgen77, Rambo90 - Non male, dopotutto:
Stubby, Fabbiu, Rigoletto, Almicione, Noodles, Jena - Mediocre, ma con un suo perché:
Marcel MJ Davinotti jr.
Siamo nel 1984 e cominciano ad arrivare i primi videogames. Alex è un campione di un videogioco spaziale nel suo paese, in realtà si tratta di un simulatore piazzato da alieni per reclutare piloti per salvaguardare la galassia dagli invasori. La storia è piuttosto semplice e banale, però è svolta molto bene, con spunti interessanti, e quindi risulta coinvolgente. Inoltre gli effetti speciali sono molto curati. Film datato ma ancora godibile.
Il film è una via di mezzo tra il fantastico e la fantascienza, è simpatico e rivolto ad un pubblico di giovani ragazzi. Non vale molto di più che come intrattenimento da domenica pomeriggio (di inverno). Sono molto carini (per l'epoca) gli effetti speciali fatti interamente al computer. Simpatica la presenza di Robert Preston in uno dei suoi primi ruoli (centauri). "Starfighter" (il gioco del film) è ispirato al famoso "Star Riders" per Atari uscito nel 79. Esce un anno prima di Ritorno al futuro e propone una Delorean in versione astronave.
MEMORABILE: Congratulazioni Starfighter! Sei stato reclutato dalla Lega Stellare per difendere la frontiera contro Xur e l'armata di Ko-dan...
Confesso (chiedo venia) di averlo visto con un certo pregiudizio. Pochi mezzi e cast non di prim'ordine erano gli ingredienti giusti per una ipotetica debacle. Invece ecco che salta fuori il film che non ti aspetti, dove il budget limitato è utilizzato con cura e il cast diventa adeguato alle esigenze della pellicola. Il risultato è un film più che dignitoso, che odora tantissimo di anni '80 ma risulta ancora visibile senza poi pentirsene. Bravissimo Preston nel ruolo di Centauri. Sottovalutato. **1/2
MEMORABILE: La processione del paese per vedere Alex battere il record.
Tipico film ottantiano statunitense che, sulla scia del successo di Wargames, si diverte a mixare fantascienza e passione per i videogames. Il film è semplice, ma si lascia apprezzare per le vicende narrate. Bella la colonna sonora. Si respira, per tutta la durata della pellicola, quell'aria di passione che ruotava attorno ai videogames negli eighies!
La fantasia è uno strumento eccezionale che ci permette di evadere dalla noia e dalla monotonia delle situazioni per poterci dilettare. Sulla falsariga di Guerre stellari ma con una maggiore caratterizzazione tipica del cinema americano anni '80 (in particolare la fantascienza alla Spielberg), questa pellicola si mostra avvincente per la trama, soprattutto nella fase iniziale. Purtroppo la grossolanità della sceneggiatura e la bassa qualità tecnica bruciano la sufficienza al film che, grazie a qualche buona trovata, si può definire vedibile.
MEMORABILE: Il dispositivo traduttore; Il problema all'orecchio di Beta.
Primo film i cui effetti speciali sono interamente realizzati al computer, di tutto rispetto anche se oggi magari possono sembrare poca cosa. È un film di fantascienza divertente e tutto sommato semplice, senza quei tecnicismi che a volte affliggono il genere e che lo rendono indigesto ad alcuni. In mezzo alle situazioni futuristiche diversi momenti comici. Interessante la fotografia. Frequenti i richiami a Guerre Stellari. Il regista Nick Castle fu il primo Mike Meyers.
Gradevole avventura spaziale per ragazzi, tra i primissimi film (insieme a Tron) a fare un uso decisivo della CGI che oggi appare datatissimo ma che all'epoca era rivoluzionario. Il film combina agilmente ironia e scontri stellari con un sottotesto da favola edificante, ben scritto e genuino. Cast azzeccato, con Preston al suo ultimo film particolarmente efficace. Buona anche la colonna sonora, tipicamente ottantiana. Da vedere.
Trattasi di sorta di Guerre stellari ultracheap, con trama elementare e quasi adolescenziale ed effetti speciali che già all'epoca potevano apparire ultrasuperati (le astronavi non sono neanche modellini ma praticamente cartoni animati). Eppure è divertente e scorre via leggero per 90 minuti senza tediare o stancare come tanti filmoni odierni. Attori discreti (spicca la giovanissima e luminosa Catherine Mary Stewart, attrice feticcio della Notte della cometa). Tipico film di serie B puramente ottantiano.
Fanta per ragazzi diretto dal primissimo Michael Myers, una versione povera di Guerre Stellari che però intrattiene alla grande grazie a una piacevole leggerezza di fondo. Ottimi i numerosi mascheroni con cui vengono rappresentati i vari protagonisti della galassia. In fin dei conti si respira spensieratezza e voglia di farcela, proprio come per un film degli anni Ottanta dovrebbe essere. Effetti invecchiati un po', ma tutto sommato è un peccato veniale. Bellissima la Stewart,qui prima del successo di Weekend con il morto.
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