La scogliera dei desideri - Film (1968)

La scogliera dei desideri
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Titolo originale: Boom
Anno: 1968
Genere: drammatico (colore)
Note: Soggetto dalla piece "The Milk Train Doesn't Stop Here Anymore" di Tennessee Williams, rappresentata per la prima volta al festival di Spoleto nel 1962.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 18/06/10 DAL BENEMERITO GURU
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Guru 18/06/10 22:57 - 348 commenti

I gusti di Guru

Film a lento scorrimento a tratti veramente noioso. L'interpretazione della Taylor, tutto sommato adeguata al contesto del film, si fonde con la natura circostante. Veramente poco edificante anche la trama, che narra di una donna ricchissima oramai vicina alla morte. Lo sceneggiatore Tennessee Williams avrebbe voluto approfondire la tematica della morte con questo film-antologia, ma il suo intento è paurosamente fallito. Burton sottotono e poco convincente.

Atticus85 31/07/12 10:28 - 107 commenti

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Delirante melodramma sospeso sul filo tra il reale e l'onirico, sceneggiato da Tennessee Williams con spreco di concettualismi e simbologie sulla vita e la morte. Visivamente suggestivo ma ad alto rischio kitsch, seppur Losey ce la metta tutta per contenere la forza del testo nei limiti del buon gusto. Verboso e di difficile ricezione (flop sanguinoso all'epoca) ma con due attori a dir poco monumentali: la scalcitante matrona Taylor e il sensuale angelo della morte Burton. Un cimelio da recuperare.

Lucius 7/03/15 00:19 - 3015 commenti

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Se Paula Denning in Capitol non poteva uscire dalla sua stanza (almeno è questo quello che si lascerà credere per molti episodi), Flora è un'eccentrica miliardaria imprigionata nella sua mega villa-limbo da una strana patologia (agorafobia?). Alla ricerca del significato della vita e intenta a dettare le sue ultime volontà si ritrova al centro di un piano diabolico. Il lento incedere del film - di matrice fortemente teatrale e con una coppia di protagonisti in totale simbiosi - porta verso un ineluttabile traguardo che ripagherà ampiamente l'attesa.

Daniela 28/02/18 16:36 - 12606 commenti

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Asserragliata nella sua sfarzosa villa in un'isola mediterranea, una miliardaria che ha sepolto vari mariti cerca di esorcizzare la propria morte imminente. Un giorno si presenta un ospite inatteso... Williams fornisce il soggetto e scrive anche la sceneggiatura: il risultato è pesante come un macigno, nonostante il tentativo di Losey di impreziosire la trita materia con movimenti di macchina eleganti e inquadrature suggestive. Quanto alla coppia protagonista, la loro prova sembra sul filo della forzatura istrionica ma forse pesa l'imbarazzante bagaglio gossip.

Buiomega71 17/08/19 00:54 - 2899 commenti

I gusti di Buiomega71

Losey impazza in interni arty e liberty, sbizzarendosi tra location paradisiache sarde e i costumi kitschissimi e da drag queen della Taylor (strepitosa isterica matrona pregna di crudeltà e di squisito, insopportabile, divismo). Sembra la versione de Il servo in mescalina, teatralmente loseyano fino al midollo, zeppo di bizzarrie folli (la seggiovia, le guardie armate capitanate da un nano melefico, microfoni e altoparlanti dove la Taylor sbraita i suoi deliri). Visivamente fiammeggiante e adombrato da un'aura mortifera che alleggia su tutta la pellicola.
MEMORABILE: Ogni qual volta Burton pronuncia "boom"; Sul talamo di morte; La vestaglia che non nasconde il fisico burroso della Taylor; Il taccuino dei defunti.

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  • Musiche Lucius • 29/05/14 14:27
    Scrivano - 9063 interventi
    Direttamente dalla prestigiosa collezione Lucius, una cover italiana del brano originale:



    Ultima modifica: 29/05/14 15:49 da Zender
  • Homevideo Buiomega71 • 19/02/17 19:21
    Consigliere - 25896 interventi
    In dvd per Pulp Video, disponibile dal 04/04/2017

    https://www.amazon.it/Scogliera-dei-Desideri-DVD/dp/B06VW784TV/ref=sr_1_410?s=dvd&ie=UTF8&qid=1487528068&sr=1-410
    Ultima modifica: 9/09/17 16:51 da Buiomega71
  • Curiosità Daniela • 28/02/18 16:54
    Gran Burattinaio - 5925 interventi
    Soggetto dalla piece "The Milk Train Doesn't Stop Here Anymore" di Tennessee Williams, rappresentata per la prima volta al festival di Spoleto nel 1962.

    Lo stesso autore ne curò l'adattamento cinematografico, scrivendo la sceneggiatura.
    La principale modifica riguardo al testo di partenza fu dettata dalla scelta del cast.
    In origine, l'ospite misterioso era molto più giovane della protagonista e questa forte differenza d'età era stata mantenuto nei vari adattamenti teatrali.
    Nel film, il ruolo venne affidato all'allora quarantatreenne Richard Burton, di sette anni più anziano di Elizabeth Taylor.

    Negli USA il film venne distribuito col titolo leggermente modificato rispetto al mercato inglese: Boom!
  • Discussione Buiomega71 • 17/08/19 10:06
    Consigliere - 25896 interventi
    Rassegna estiva: Melò d'agosto-Un'estate melodrammaticamente melodrammatica

    Losey impazza in scenografie arty e liberty negli interni della villona alla Xanadu jessfranchiana , che troneggia su un isola "fortificata" nelle splendide location sarde, non lesinando bizzarrie e follie scenografiche, zeppe di idee architettonicamente strampalate (e non mi meraviglierebbe che Dario Argento se ne sia ricordato, poi, per Suspiria)

    Melò fiammeggiante, sgangherato, totalmente delirante , puro cinema teatraleggiante e gioco al massacro tra crudeltà e spicciola ironia che lo fa sembrare una versione del Servo in mascalina, con quel mood queer irresistibile.

    Losey non è nuovo al kitsch più eccentrico (vedi Modesty Blaise) e questo coloratissimo e stravagante melodramma venato di fantastico potrebbe far parte di un'ideale trilogia loseyniana che comprende Il servo (appunto) e Cerimonia segreta.

    Dai fastosi e bislcacchi vestiti indossati dalla divina Liz Taylor, costumi parafelliniani da culto drag queen (quello kabuki è una gioia che sconfina nel trash più squisito), alle trovate surreali (le guardie alla fortezza capitanate da un malefico nano, la seggiovia, l'acqua di fiume in camera, microfoni e altoparlanti dove la Taylor sbraita in continuazione i suoi deliri diurni e notturni, merli, scimmie e canzonette-cantate in italiano- stupidine ma che ti entrano in testa come un ossessione).

    Monumentale e strabordante la performance della divina Liz (che in pratica rifà sè stessa), sorta di Cleopatra ipocondriaca sotto LSD, ingioiellata fino alla stucchevolezza, che sproloquia cattiverie, isterismi da insopportabile diva intrattabile, irascibile e inavvicinabile, sempre stizzita e a vomitare ordini, ma stretta in una solitudine e in attacchi di panico (nonchè di crisi di intenso dolore fisico, tanto che ha come medico personale il silente Romolo Valli, sorta di dottor Génessier che le applica inezioni e trasfusioni di sangue) che ne amplifica la sua sprezzante acidità, in un tour de force attoriale incontenibile che avrebbe meritato almeno una candidatura all'ambita statuetta. Su tutte la scena in cui comincia a tossire non smettendo più, sputando sangue lasciato nel candido fazzoletto poi raccolto da Burton.

    Dialoghi fiume, a volte noiosi, spesso ficcanti, se non da antologia (soprattutto faccia a faccia con l'angelo della morte di Richard Burton, che gira vestito da samurai kurosawaiano) e strabilianti movimenti di macchina, dove Losey, tra piani sequenza, panoramiche e primi piani pre-fulciani sullo sguardo ipnotico di Liz, entra nelle stanzone opulente e nei sontuosi salotti della villa, raggiungendo l'apice nel pre finale, sul talamo di morte, dove, prima, Liz indossa una vestaglia bianca che non nasconde le sue burrose forme.

    Ma in tutta questa ostentazione al lusso e all'erotismo che si insinua sottopelle (tra i due divi che combattono una guerra a suon di dialoghi da teatro dell'assurdo c'è anche l'appetibile segretaria della Taylor, a cui Burton non è indifferente) a farla da padrone e quell'aurea mortifera e necrofora che si stampa per tutta la pellicola, raggiungendo il culmine sul letto di morte, in una delle sequenze di dipartita più intense e destabilizzanti mai girate (con aggiunta di uno sciacallaggio che ne aumenta il cinismo e l'impietosità).

    Kammerspiel psichedelico e summa del kitsch scenografico più sfrenato, quasi una via di mezzo tra L'invenzione di Morel e Chi ha paura di Virginia Woolf ?, dove Losey ripropone il tema del Servo in versione pop.

    Richard Burton che ogni tre per due pronuncia "boom", gira con un taccuino catalogando morti e viene pure attaccato da un branco di cani, e, come in un film di Bunuel, chiede da mangiare ma la sua richiesta non viene mai esaudita, dove, per un motivo o per l'altro, il cibo o viene gettato o fatto portare via dall'austera e arpiesca padrona dell'isola..

    Non manca la noia, ma c'è una strana malia ipnotica che tiene inchiodati sulla sedia.

    Forse tra i migliori film dell'autore de L'incidente, perchè meno snob e molto più sfrontato, senza paura di cadere nel ridicolo involontario e nel weird più gustoso.

    Tra i film più amati da John Waters (e un motivo ci sarà) e dallo stesso Tennessee Williams, che lo giudica la miglior trasposizione cinematografica di una sua opera.

    Valore aggiunto (ma questo era già in preventivo) la magnifica fotografia di sua maestà Douglas Slocombe.
    Ultima modifica: 18/08/19 13:59 da Buiomega71
  • Homevideo Buiomega71 • 28/08/19 19:04
    Consigliere - 25896 interventi
    Buono il dvd della Pulp Video

    Formato: 2.35:1

    Audio: italiano, inglese

    Sottotitoli: italiano

    Come extra galleria di foto

    Durata effettiva: 1h, 48m e 00s

    Immagine al minuto 1.18.13. La maliarda e insopporabile Flora 'Sissy' Goforth (Elizabeth Taylor) legge ad alta voce il taccuino della morte di Christopher Flanders (Richard Burton), tenuto sotto tiro dal nano tirapiedi della diva.

    Ultima modifica: 29/08/19 08:34 da Buiomega71
  • Homevideo Saimo • 29/08/19 09:31
    Disoccupato - 259 interventi
    Ma è una riedizione? Perché ho controllato il mio DVD Pulp (preso nell'estate 2017) e il formato è 4:3 letterbox (con grosse bande nere sopra e sotto), nonché interlacciato. Insomma, una delusione totale.
    Per intenderci, questo è un fotogramma preso dal mio DVD:

  • Curiosità Lucius • 16/08/22 22:13
    Scrivano - 9063 interventi
    La parte di Flora era stata offerta, prima che a Liz Taylor, anche a Maria Callas.

    Fonte Caprimovies di Sergio Lambiase.