Regia abbastanza incolore e direzione degli attori non certo sapiente in questa commedia drammatica, tratta da un radiodramma di Pratolini. Un pensionato che ha giocato la schedina, un giovane sfaccendato e la sua ragazza, una vedova sedotta e abbandonata, un ex calciatore in crisi: una domenica qualunque, eppure a fine giornata per tutti loro sarà cambiato qualcosa. La storia più riuscita è quella che vede protagonisti Salvatori e la Loren, dove il registro melodrammatico è sorvegliato, e si acquieta in sfumature delicate e malinconiche.
MEMORABILE: L'allegra gazzarra degli amici di Giulio (Salvatori) per convincerlo a seguirli alla partita. Ave Ninchi mamma di polso e di cuore!
L’ingenua fiducia che vuole gli italiani come brava gente viene appena scalfita da questo modesto film a episodi intrecciati dove si narra, in una Domenica qualsiasi e durante la partita di calcio Roma-Napoli, di una famiglia in crisi, di un pensionato che crede di aver fatto tredici, di una donna incinta sedotta e abbandonata in cerca dell’amante e di un giovane disoccupato che invece di incontrare a pranzo lo zio disposto a dargli un lavoro se ne va allegramente allo stadio. La visione rosea della vita alla fine trionfa ma quanti drammi prima...
MEMORABILE: Nino Manfredi nel ruolo di Lello è doppiato da Corrado mentre lui, a sua volta, doppia Renato Salvatori che interpreta il disoccupato... È il cinema!
Commedia che offre spunti buoni e altri meno, vite diverse che si incrociano sullo sfondo di un incontro di calcio che monopolizza l’attenzione di maschietti beoti e per lo più sfaccendati e femmine che li rincorrono; altri tempi... Simpatico per le scene della Roma primi anni 50 e per alcune “stranezze”: Manfredi (doppiato e doppiatore!) ridotto a comparsa, la Loren spaesata, la Fiore in... fiore. Alla fine la figura migliore la fa Salvatori. Neorealismo povero e bello, ma non molto...
Una domenica qualunque con una partita di calcio della Roma per raccontare semplici vicende di gente comune. Situazioni veritiere e leggere con qualche sorriso e una punta di melodramma (nell'episodio della Loren, che sfoggia una bellezza disarmante). Cast ricchissimo di caratteristi dell'epoca che rendono piacevole la narrazione.
Si avverte il tocco di Pratolini in questa girandola di vicende collegate da una partita di calcio e, più in generale, dalla domenica, vista come un’occasione di svago, di pausa dai problemi quotidiani e di speranza in un avvenire migliore. Non a caso il segmento più riuscito è quello dello spiantato Giulio, grazie al genuino Salvatori e a una Loren già matura, pur non ancora ventenne. Piccolo affresco di un tempo andato che fa tenerezza (soprattutto nelle manifestazioni di tifo calcistico).
MEMORABILE: “La partita alla domenica è anche un modo di non pensare ai guai nostri”; Lo striscione con la lupa che azzanna il ciuccio napoletano.
Una domenica romana qualunque di gente... qualunque. Anton Giulio Majano mette in scena storie che s'intrecciano, legate dal fil rouge del giorno festivo: tiritere sentimentali, il maschio dedito al calcio e a far da maldestro lumacone al gentilsesso e tutta una serie d'avvenimenti quotidiani che assumono interesse in virtù dell'innata teatralità dell'italiano medio di allora. Film girato con un certo piglio registico ma alla base c'è poca carne al fuoco, con la conseguenza di non lasciar traccia. Piacevoli gli scorci romani divisi tra antico e moderno.
Fin dal prologo iniziale Majano prende le distanze dal Neorealismo pur riconoscendone la lezione. Seguendo una tendenza allora in voga il regista interseca storie quotidiane in cui l'arte di arrangiarsi prende il posto della rassegnazione stemperando il pessimismo con i buoni sentimenti. Nel cast molto ricco emergono un'intensa Loren agli inizi e un esilarante Pandolfini nei panni del prete tifoso. Non una pietra miliare, ma un film ampiamente guardabile in cui Majano riesce a gestire con efficacia l'altalena delle emozioni, dandoci l'ennesimo quadro di una Roma fragile e orgogliosa.
MEMORABILE: Le scene di tifo di un tempo, in cui la rivalità calcistica si limitava agli sfottò e allo stadio si andava solo per divertirsi.
Un film semplice, che vuole raccontare la vita quotidiana e che si distanzia comletamente dai modelli neorealisti inserendosi in quel filone che porterà poi alla commedia all'italiana. Le varie vicende che si intrecciano non sono tutte ottime, ma il film è piacevole e fresco. Sembra quasi una prova di quello che sarà il cinema di qualche anno dopo. Fa impressione vedere Salvatori ancora più giovane del film che lo lancerà come giovale (povero e bello...) per eccellenza.
Tratto da un radiodramma di Vasco Pratolini, è un film leggermente neorealista che si concentra sulle consuete figure popolari degli italiani di allora, tra calcio, gelosie e sogni di ricchezza. I personaggi sono tutti un po' già visti e di nuovo da dire c'è davvero poco. La figura dello sfaccendato che preferisce lo stadio alla fidanzata è abusata. Resta il discreto intreccio tra le storie e il piacere di vedere tanti bravi attori messi insieme, ma non basta per salvare una baracca fondamentalmente povera. Uno sguardo lo si può dare, ma c'è molto di meglio nello stesso periodo.
In una domenica romana, i maschi pensano al pallone e le donne alle faccende d'amore in questa commedia che, come altre del periodo, mescola storie e personaggi variando i toni dal comico (i tifosi napoletani, l'illusione del 13) al melodrammatico (la vedova sedotta e abbandonata da un avvocato mascalzone). Nonostante anche Pratolini avesse messo mani al soggetto e alla sceneggiatura, l'intreccio è modesto per l'abbondanza di stereotipi e banalità, ma la regia spigliata e il cast ricchissimo di volti noti rendono la visione gradevole, per quanto poco memorabile.
MEMORABILE: Il poderoso scappellotto mollato dall'immancabile Ave Ninchi al marito seduto a tavola.
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nei primi minuti dal min 2:15 circa, io ho scritto "quasi del tutto pieno"... Qui sotto una panoramica... ma la chiave del discorso è che lo stadio non è stato sicuramente utilizzato prima della partita della Nazionale, quindi DOPO il gennaio 1953.
In verificate vedo questa immagine: [img]https://i.postimg.cc/brvT4GMR/passarelli.jpg[/img]
Lui è Passarelli, che da settimane stiamo cercando di mettere nella Faccioteca, senza trovare immagine adeguata. Chi ha il film, può postare un bel fotogramma con costui?