Magica Magica Emi - Serie animata (1985)

Insomma. L'animazione va bene, è funzionale, ma la storia di sicuro non piacerà a tutti (come già detto giusto l'ultimo episodio), per il resto serie che non ho mai apprezzato molto soprattutto a causa delle trame (almeno a mio avviso), non troppo originali.

Tempistico, sfrutta il clamoroso successo di Creamy ripetendone la fortunata formula: la ragazzina dalla doppia identità (Mai e Emi), la dimensione magica e onirica - riflessa nella sfavillante animazione - , il successo (là discografico, qui nel campo dell'illusionismo), la forte componente musicale (le canzoni diegetiche). La novità è invece rappresentata dai toni malinconici e pessimisti (meglio: realisti) che prendono il sopravvento verso la fine della serie, perseguendo comunque una finalità istruttiva. Su Italia1 (metà anni'80) con sigla di Cristina D'Avena.

Prodotto di scuderia Studio Pierrot, con disegno ben curato, arioso e particolarmente "kawaii" (il "carino" giapponese rende meglio). Ma a dispetto dello stile grafico sono un po' piatte le trame degli episodi, le quali bene o male ricalcano il modello utilizzato ne L'incantevole Creamy. Peccato anche che gli sceneggiatori, rispetto a quest'ultima, abbiano quasi sempre riproposto con un copia-incolla la sequenza in cui Mai si trasforma in Emi. Nel complesso è una serie che val la pena vedere.

Un cartone animato che ricalca in parte il più fortunato predecessore L'incantevole Creamy, ma che non ha la stessa effervescenza (pur non mancando di momenti azzeccati). Comunque buona la protagonista così come i personaggi di contorno. La sceneggiatura è sufficiente, ma questo anime rimane nel suo piccolo un piacevole ricordo.

Scopiazzatura de L'incantevole Creamy, all'inizio solo sospetta, poi palese. A differenza del suo precedente, qui manca la vivacità delle storie. Su 38 puntate, molte risultano monotone e piatte e si ha la percezione di trovarsi in un loop eterno. Pochi i personaggi riusciti. Resta comunque anche questo un pezzo di storia degli anime e se non si hanno grandi pretese un'occhiata gliela si può dare.