Manhattan - Film (1979)

Manhattan
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Osannato dalla critica, MANHATTAN è senz'altro nella filmografia di Allen la pellicola che meglio fonde l'umorismo tipico del grande comico americano con una sua profonda analisi sul cittadino medio che trascorre la propria travagliata esistenza immerso nei problemi che affliggono la stragrande maggioranza degli abitanti di New York. Non è quindi un film comico, come lo erano BANANAS, TUTTO QUELLO CHE AVRESTE VOLUTO SAPERE SUL SESSO..., PRENDI I SOLDI E SCAPPA...Leggi tutto, ma un continuo susseguirsi di sensazioni che Allen aveva provato ascoltando le superbe musiche di Gershwin, filtrate attraverso l'inutile vita di Ike, uno scrittore spesso preda di crisi depressive. Girato in un rigoroso bianco e nero che secondo Allen catturava meglio l'atmosfera newyorchese, MANHATTAN racconta i rapporti di Ike col mondo (gli amici, l'amore, il sesso), le sue preoccupazioni (il timore che l'ex moglie Meryl Streep possa rendere pubblici, sul libro che ha intenzione di scrivere, le angosce, le paure e di difetti che in lui aveva riscontrato). La meticolosità con cui Allen regista disegna ogni singolo personaggio del racconto è sintomatica delle sue intenzioni: non ha quindi grande importanza la trama, in sé piuttosto banale e comune, quanto le immagini, i dialoghi, i divertentissimi rovesciamenti di situazione, gli esilaranti commenti di Ike. Forse l'unico difetto di MANHATTAN risiede nel voler alternare troppo spesso episodi imprevedibilmente comici a stucchevoli immagini di vita newyorchese. E' noto l'amore di Woody per la Grande Mela, ma quando si esagera si esagera. Menzione d'onore all'equipe di doppiatori italiana, capitanata dall'eccezionale Oreste Lionello, insostituibile interprete degli arzigogolati monologhi alleniani. Si chiude in bellezza con “Rhapsody in blue”, a commento di un finale che lascia spazio a più soluzioni.

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Flazich 11/02/07 11:45 - 667 commenti

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Questi sono i film di Woody Allen che rimpiango. Un regista nella sua carriera si evolve, matura, cambia il modo di fare cinema: purtroppo lui ha avuto un'involuzione. Comunque questo film è perfetto sotto ogni punto di vista: dialoghi brillanti e mai scontati, intrisi di ironia, fotografia magnifica che riesce a catturare la grande mela in un bianco e nero come non si era mai visto prima, ambientazioni scelte con cura e dovizia, che fanno sembrare la città a misura d'uomo. Senza difetti.

B. Legnani 8/07/07 01:27 - 5519 commenti

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Qui il regista sorprende col suo genio, con il suo prendersi in giro (che è anche un prendere in giro ciascuno di noi), ma non perdendo mai la capacità di sorprenderci. Gli Anni Ottanta di Allen (lecitamente osannati da molti) segnano per me un arretramento, con lo sviluppo di tematiche meno sentite, o meno condivisibili.

Il Gobbo 23/07/07 08:47 - 3015 commenti

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Gershwin, una New York di trasfigurata bellezza, l'elenco delle cose per cui vale la pena vivere... Woody Allen sceglie la classicità, e imbrocca un Classico. La leggera preferenza per Io & Annie è un fatto puramente sentimentale, ma questo film è un capolavoro. E un film in un certo senso conclusivo: nella pur alluvionale produzione successiva (e che ancora per un decennio regalerà grandissimo cinema) il vecchio cinico non farà che rimestare questi argomenti.
MEMORABILE: "Come hai superato i bidelli?" "Sul piano culturale".

Galbo 24/07/07 08:07 - 12372 commenti

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Woody Allen allo stato puro. Con tutti i suoi pregi (molti) e i suoi difetti (pochi), il film è il riassunto più compiuto di tutte le tematiche del regista statunitense: le nevrosi della società moderna sono qui compiutamente rappresentate, attraverso un ritratto approfondito della psicologia dei personaggi. Oltre a questo è la musica di Gershwin una vera protagonista del film, ideale contrappunto della spendida fotografia, vero atto d'amore di Allen per la sua città.

Rebis 27/08/07 17:14 - 2331 commenti

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Le storie di Woody Allen sono tutte uguali e il chiacchiericcio da intellettuali che i personaggi si riversano addosso, a distanza d’anni, abbastanza fastidioso. Qui la monumentale fotografia di Gordon Willis e il puntuale contrappunto musicale di George Gershwin innalzano però l’atmosfera generale a quella di un esemplare ritratto d’epoca. Bisogna poi riconoscere ad Allen che la composizione delle inquadrature è di altissima classe, e spesso la sua ironia logorroica lascia inaspettatamente il segno. Il cast è coeso e freneticamente in parte.

Giapo 28/11/07 11:43 - 242 commenti

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Fatto di dialoghi fitti e arguti, il film colpisce per la tenerezza e romanticità con cui Woody Allen ritrae, attraverso i suoi personaggi sofisticati e confusi, la propria decadente città. Visivamente incantevole (splendide le immagini di aperura a "cartolina" col sottofondo di Gershwin), è un film nostalgico e toccante.

Deepred89 31/12/07 14:29 - 3701 commenti

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Non un capolavoro, ma uno dei migliori Allen del periodo, grazie soprattutto ad una confezione formidabile, con belle musiche, un'ottima fotografia in b/n e alcune inquadrature stupende. Però rimane un problema di fondo: la logorroicità. Troppi dialoghi, magari molti dei quali geniali, che a volte compromettono la progressione narrativa. Ed è un peccato, perché l'intreccio amoroso tra i vari protagonisti era anche molto interessante, soprattutto per la bella conclusione. Più che discreto e forse quasi buono, ma sopravvalutato.

Renato 26/07/08 00:06 - 1648 commenti

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Un film che è una gioia, sia per gli occhi che per la mente. La storia d'amore è abbastanza cervellotica (ed è difficile dire se per il protagonista sia più sbagliata Tracy o Mary), ma dialoghi, musiche e attori sono semplicemente spettacolari. Si è spesso detto che questo film è un atto d'amore verso New York; lo sarà anche, ma è soprattutto un concentrato di Woody Allen all'ennesima potenza, con dentro il suo miglior cinema e le sue migliori battute. Scusate se è poco...

Ford 17/03/09 11:26 - 582 commenti

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Melodramma moderno in bianco e nero. Le musiche di Gershwin, la fotografia senza tempo, le inquadrature distanti dai personaggi quasi a voler astrarre i personaggi, a dare il giusto valore all'ambiente che fa da sfondo a questa storia di sentimenti confusi; i dialoghi ficcanti a cui Allen già ci aveva abituati ora agiscono in un altro contesto: si ride, ma non si scherza. Woody Allen all'ennesima potenza: fondamentale, 5 pallini.

Tarabas 4/09/09 19:36 - 1878 commenti

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Intellettual(oid)i inconcludenti si chiacchierano addosso, a volte argutamente, a volte stancamente, in un'estate a New York. Nessuno dei protagonisti combina realmente qualcosa nella vita: stanno tutti tentando di fare altro senza riuscirvi. Come Allen, autore che non mi piace e che qui mette in scena un gruppo di personaggi coi quali mi è impossibile simpatizzare e che mi lasciano sostanzialmente indifferente. Restano un bel bianco-nero e la musica di Gershwin.

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Blsabbath 22/10/09 00:55 - 46 commenti

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Le peregrinazioni sentimentali di due coppie benestanti ed intellettualoidi soggette a schizofrenici triangolismi amorosi. Nonostante un costante senso di avversione per la trama (un tantino... "borghese") la pellicola si lascia apprezzare per compattezza e fluidità (zero tempi morti) e poi per tutto il resto: dialoghi brillanti, cast azzeccato, un nevrotico Woody Allen dalla resa elevata. Buona la colonna sonora, fotografia in bn estremamente appagante.
MEMORABILE: Isaac: "Sono interessanti i tuoi amici, un cast ideale per un film di Fellini."

Pigro 11/11/09 09:58 - 9624 commenti

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Quanto sono difficili i rapporti sentimentali per dei newyorkesi di mezza età, impegnati tra ragazzine, amanti, intellettuali... Allen descrive con splendido tocco umoristico, infarcito di battute fulminanti, il suo vero amore, che è la città stessa, filmata in un emozionato b/n, costellando la trama di dialoghi sentimentali che fuggono in continuazione verso la satira e l'ironia. Un film-manifesto per il grande autore e regista, ma anche per una modalità di recitazione tra il sottotono e lo straniato che diventerà il suo marchio di fabbrica.

Harrys 25/02/10 14:55 - 687 commenti

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Caposaldo su cui Allen fortificherà sopra gran parte della successiva produzione cinematografica. La location urbana diviene quasi un personaggio a sè stante, nell'economia del film: una presenza più che mai tangibile, un continuo relazionarsi dei protagonisti con essa, rimarcandone, come se ce ne fosse bisogno, l'importanza attraverso una elegiaca voce narrante. I toni sono pacati, ordinari e proprio per questo assumono la connotazione di uno sguardo universale sulle complicazioni che spesso l'uomo va a "costruirsi". Leggermente pedofilo. ****

Jandileida 15/04/10 16:40 - 1558 commenti

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L'atto d'amore di Allen nei confronti della sua città è una commedia lieve ed ironica (non troppo cinica e pessimista ma improntata alla tenerezza). Oltretutto Woody azzecca la giusta misura, non eccedendo in dialoghi troppo verbosi, ma riuscendo a non perdere né il gusto per la battuta (regalandoci, come al solito, grandi perle d'umorismo) né quello per le storie d'amore celebrali e contorte. Fantastico bianco e nero per un film molto delicato che riesce a far sembrare una delle città più grandi del mondo un piccolo nido in cui trovare rifugio.
MEMORABILE: Il tuo amor proprio si trova, adesso, un gradino sotto quello di Kafka.

Armandyno 11/05/10 14:26 - 25 commenti

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Venendo dalla visione delle ultime opere di Allen, ho trovato questo Manhattan molto diverso. Più personale, intimo, cervellotico e logorroico. Allen fa dei dialoghi e delle relazioni che si reinventano con particolare velocità il punto forte di questo film, che ha per soggetto non l'amore, il genio o la pazzia, ma, attraverso stili di vita e atmosfere, la città tanto amata da Woody Allen. Amore che il regista riesce a trasmettere molto bene.

Lucius 19/01/11 13:44 - 3015 commenti

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Una furbata realizzarlo in bianco e nero. Un film che si fa apprezzare a patto di non aspettarsi il capolavoro. Più che una trama al centro della pellicola ci sono storie di vita, a riempimento di un film che in realtà vuole essere un omaggio alla città. Se fosse stato girato a colori avrebbe perso gran parte del suo fascino. Verboso e sopravvalutato, anche se ha la capacità di far apparire Manhattan una località tranquilla, come tante.

Rambo90 30/05/11 21:24 - 7661 commenti

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Uno dei migliori film di Allen di sempre: una commedia in bilico fra il romantico e l'umorismo tipico del regista. Il bianco e nero è stupendo, ogni tanto ci sono momenti un po' lenti ma è tutto attraversato da dialoghi brillanti e da una recitazione impeccabile da parte dei protagonisti. L'originalità non è nella trama, ma in come viene affrontata e nelle nevrosi dei personaggi, tutti insicuri o al limite della depressione. Ottimo.

Enzus79 25/08/11 15:56 - 2864 commenti

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Giustamente apprezzato dalla critica e dai suoi fan, Manhattan per il sottoscritto è un mezzo capolavoro. Difficile dire comunque quale è il migliore fra questo ed i film venuti dopo, sta di fatto che questa è una storia che coinvolge molto per i suoi dialoghi logorroici ed ilari. Peccato che non si ssia guadagnato nemmeno un Oscar.

Cotola 12/09/11 22:52 - 8998 commenti

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A soli due anni di distanza dal suo capolavoro, Allen firma un altro pezzo da novanta. Stile e risultati delle due pellicole sono affini: dialoghi brillanti, battute fulminanti o più cerebrali, tante idee, divertimento e grandi pezzi di bravura dietro la macchina da presa. Eccellente la fotografia in bianco e nero (del mai abbastanza lodato Gordon Willis) e trascinante la colonna sonora griffata Gershwin A più di trent'anni di distanza resta uno dei migliori film del regista, nonchè uno dei più "freschi".

Nancy 2/10/11 12:13 - 774 commenti

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Una buona commedia ma decisamente non esaltante. Il leitmotiv è lo stesso di Io & Annie (non a caso rivediamo Diane Keaton), con sentenze sarcastiche molto alleniane che fanno da contorno a una New York (in bianco e nero!) palpabile e affascinante. I personaggi però sono troppo già visti nel film sopracitato: quello di Allen, divorziato, nevrotico e narcisista e quelli (stavolta fusi) della Keaton e della Hemingway, fra il puro e l'intellettuale. Il suo punto di forza sta però nelle musiche e nella capacità di non essere mai banale.

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Didda23 15/11/11 12:54 - 2424 commenti

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Immersa nelle fantastiche musiche di Gershwin, si sviluppa una sceneggiatura intrisa di dialoghi brillanti in pieno stile alleniano. Questa volta non colpisce solamente la bontà delle battute e la gustosa psicologia dei personaggi: infatti la meravigliosa fotografia enfatizza l'amore che Allen prova per la propria città. Nonostante la nebulosità della trama, la pellicola si fa amare per la genuinità e la vulcanicità del progetto, raggiungendo vette elevate e irraggiungibili. Due anni dopo Annie Hall, il sommo maestro gira un altro capolavoro! *****

.luke. 6/02/12 10:28 - 89 commenti

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Allen descrive i rapporti sentimentali di alcuni newyorkesi, il tutto condito con ironia e dialoghi intellettuali ricchi di battute fulminanti. Ma fin dall'inizio si capisce che il vero protagonista del film, nonchè amore del regista, è la città di New York, esaltata da una stupenda fotografia in bianco e nero e dalla colonna sonora di Gershwin. Da segnalare la presenza di una giovane Meryl Streep.
MEMORABILE: Ebbene, io sono all'antica. Non credo nei rapporti extra-coniugali. Credo che le persone dovrebbero accoppiarsi a vita, come i piccioni e i cattolici.

Mickes2 13/02/12 14:30 - 1670 commenti

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Sontuoso atto d'amore per la città di New York ammantata da un b/n memorabile, Manhattan rappresenta uno dei cardini principali della poetica Alleniana. Cosparso di ironia pungente e finissima, dialoghi pregiati ed impreziositi da citazioni letterarie, cinematografiche e culturali, questa pellicola racchiude sopratutto un'analisi dolceamara dei rapporti sentimentali sottolineando quanto sia importante la comunicazione nella vita di coppia. Fondamentale, ma si esagera un po' troppo nella rarefazione del racconto e nei sottotesti intellettuali.
MEMORABILE: Lo sproloquio della Keaton che mal parla di Ingmar Bergman con Allen tra lo spazientito e l'isterico.

Ryo 4/03/12 12:39 - 2169 commenti

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Un film con i piedi per terra. Realistico, ironico ma drammatico nello stesso tempo. La forza della sceneggiatura sta in situazioni semplici ed intrecci d'amore che capitano soventi nella vita di tutti. Non ci sono eccessivi dialoghi o monologhi filosofici; piuttosto scorrevole e girato con maestria. Da questo film cominciano per Allen i finali che si troncano, pieni di domande sul futuro dei personaggi.

Luchi78 20/04/12 15:09 - 1521 commenti

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Oltremodo osannato e quintessenza della comicità alla Woody Allen, talmente caratteristica che chi non lo apprezza fino in fondo si stancherà facilmente dei monologhi e delle elucubrazioni mentali del regista-attore. Manhattan ha un fascino tutto particolare, avvolta nel bianco e nero della pellicola, ma non è la città che ti aspetti a fine anni '70 e che accompagna le gesta di questa strana compagine di artisti raccontati da Allen, piuttosto sembra rimandare a qualche decennio addietro. Il lato drammatico traspare poco. Piccola delusione.

Giùan 6/06/12 21:07 - 4528 commenti

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Il capolavoro che Allen vagheggia da una vita lo ha tangibilmente materializzato filmando questo suadente dramma sentimentale in cui giungono a matura riflessione alcune fondamentali idee stilistiche e perfin si vaticinano questioni prettamente private. Sospeso in un limbo totalmente cinematografico, Manhattan è un film universale e personalissimo, la cui qualità principale è una soffusa, disincantata ironia, pronta a velarsi di spleen senza mai sprofondar in compiaciuta tristezza. Opera che sublima la caducità delle umane cose in sempiterna visione.
MEMORABILE: L'incipit con la carrellata sui luoghi di Manhattan sulle note di Raphsody in blue; L'agre bellezza di Marion Hemingway.

Xamini 9/10/12 00:33 - 1244 commenti

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Allen si dilunga nel suo amore per Manhattan in particolare nella lunga apertura e in qualche inquadratura eccezionale (il Brooklyn Bridge) per poi stringere sui personaggi e imbrigliare il suo spettatore nella consueta, fitta, maglia di dialoghi, croce e delizia del suo cinema. Poiché costruiti di numerosi riferimenti, ironia gradevolissima, ma parecchie battute sovrapposte e poche pause, che si traducono in una cantilena avvolgente (vera colonna sonora, a fianco del pregevole Gershwin) e costringono a un'attenzione serrata e senza sosta. Difficile non amarlo, ma richiede abnegazione.
MEMORABILE: L'elenco di ciò per cui vale la pena vivere, la sequenza iniziale, l'inquadratura del ponte.

Bizzu 5/12/14 18:37 - 217 commenti

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Woody Allen si innamora della persona sbagliata e passa il tempo con un paio di hipster newyorkesi. E' la trama di Io & Annie? Sì, infatti sinceramente non ho capito il senso di questo film, oltretutto mancante proprio della verve che rendeva il predecessore un capolavoro della commedia. Sarebbe blasfemo bocciarlo, perché non è un brutto film e spesso si ride di gusto, però sa tanto di minestra riscaldata.

Viccrowley 1/01/15 12:03 - 814 commenti

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Tra le vette assolute della poetica alleniana, Manhattan è un'opera che merita ben più di una visione per essere colta appieno. Tralasciando gli aspetti puramente tecnici, comunque fondamentali e connessi visceralmente al tessuto stesso del film, Allen dà fondo al suo pensiero forse misogino, a volte nichilista ma sempre carico di uno humor elegante e pregno di significati che vanno al di là della battuta fine a se stessa. Lo aiutano un cast perfetto, con in primis la vera protagonista: una New York coccolata e amata in ogni singolo fotogramma.
MEMORABILE: Allen e la Keaton seduti sotto il ponte di Brooklyn; "C'erano i bidelli, come li hai superati? "Che domande, sul piano culturale!"

Fauno 31/08/15 22:13 - 2206 commenti

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La visione non è così facile, perchè si parla in continuazione. Alla fine Tracy, la ragazzina, surclassa gli altri tre come maturità; anche il protagonista Ike non è male (a parte il vanto per le sue doti sessuali), mentre Mary ha la classica arroganza di chi importuna gli altri e fa l'esperta di tutte le arti solo per mascherare i propri limiti e paranoie. Infine Yale, un uomo di serie zeta, per il quale è sempre lecito sbagliare e cambiare idea come le mutande (tanto solo persone siamo e non Dei!). Ma il ritmo si mantiene alto e le immagini di NY son superbe.
MEMORABILE: Il sorriso di Woody Allen nell'ultima scena è da gigantografia, ed è ben motivato dalle parole toste che glielo provocano.

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Fulcanelli 13/10/15 16:30 - 135 commenti

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Davvero lento e in definitiva sconclusionato. Girato in un bianco e nero senza senso per il genere, non è il tipo di commedia stimolante come tanti altri film di Allen. Buone le musiche, nulla di entusiasmante le scenografie che considerando le potenzialità del Borough sono andate sprecate. Qualche buona trovata di tanto in tanto salta fuori ma non è sufficiente a far decollare il tutto. Evitabile se non avete apprezzato Io & Annie.

Alex75 9/02/16 13:43 - 876 commenti

I gusti di Alex75

Dichiarazione d’amore di Allen per New York, cui il b/n conferisce una bellezza inconsueta di città quasi a misura d’uomo, sfondo delle complicazioni sentimentali ed esistenziali di alcuni intellettuali visti con simpatia e ironia nelle loro nevrosi, che ispirano a Allen un umorismo còlto e al tempo stesso leggero, fatto di continue battute fulminanti. Ottimo il cast femminile (l’alchimia Allen-Keaton funziona ancora una volta, mentre le giovani Streep e Hemingway mostrano grande carattere).
MEMORABILE: L’inizio, con la voce “off” di Allen, gli scorci di N. Y. e Gershwin; Yale: "Come hai superato i bidelli?" Ike: "Che domande! Sul piano culturale".

Lou 29/03/16 23:17 - 1119 commenti

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Il film dove meglio si esprime l'attaccamento di Allen alla sua città e alle nevrosi dei suoi concittadini. Fin dalla suggestiva ouverture iniziale ("capitolo uno: New York era la sua città e la sarebbe sempre stata"), con la musica di Gershwin che accompagna le splendide immagini in bianco e nero, la città è la protagonista insieme a Isaac e al suo entourage, uno spaccato della classe media newyorchese descritto nelle sue dinamiche paranoiche con la consueta dissacrante e affettuosa ironia.

Il ferrini 2/07/16 23:57 - 2337 commenti

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Allen mette insieme due delle più grandi attrici di sempre, la sua città e firma probabilmente la miglior regia della sua carriera (fantastiche le sequenze al planetario). A tutto questo si aggiungano i soliti dialoghi micidiali e la superba fotografia in bianco e nero del mai troppo compianto Gordon Willis (si veda pure Zelig). Il risultato finale non può che essere grande cinema, anche perché il terreno esplorato (le crisi di coppia) è quello più congeniale al regista. Bravissima la 17enne Hemingway (si rivedrà in Harry a pezzi).
MEMORABILE: Quando finalmente ebbi l'orgasmo, il mio medico disse che era di tipo sbagliato. Io mai avuti di tipo sbagliato, mai: coi peggiori cade il lampadario.

Minitina80 23/02/17 14:05 - 2976 commenti

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Etereo e quasi astratto, poiché non esiste una vicenda chiara e lineare celata nei cerebrali e interminabili dialoghi. Spesso ci si chiede dove Allen ci voglia condurre finché non si arriva a comprendere quanto in realtà siano i personaggi a contare. È un andirivieni vorticoso di situazioni che richiamano il caos interiore di una New York che ha il grande fascino ammaliatore di una vecchia foto in bianco e nero. A questo si aggiungono i molteplici e dichiarati omaggi alle sue fonti ispiratrici, tra cui Bergman e Fellini. Puro sublimato alleniano.
MEMORABILE: Anni fa scrissi un racconto su mia madre intitolato "La sionista castrante".

Metuant 1/03/17 11:24 - 456 commenti

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Il Woody Allen più Woody Allen di sempre. In questo film vengono messe a nudo tutte le tematiche di base del suo cinema che tuttora emergono nei lavori recenti: psicanalisi, intellettualismo, musica jazz e battuta sempre pronta. Forse non c'è una vera e propria trama, ma la storia scorre liscia e senza sbavature o lentezze, potendo contare oltretutto su un cast perfetto per ogni ruolo. Il bianco e nero è un valore aggiunto, assieme alla colonna sonora.
MEMORABILE: I battibecchi di Allen con l'ex moglie Meryl Streep.

Paulaster 16/03/17 10:31 - 4375 commenti

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Tributo di Allen alla sua amata cittadina, che il regista fa apparire adatta a romanticherie di coppia. Nelle vicende relazionali del protagonista tutto si incentra sui dialoghi sofisticati, in cui viene lasciato ampio spazio alle donne. La Keaton ha il piglio della donna metropolitana contrapposta a una dolce ma precocemente matura Hemingway. Il b/n è adatto a sfumare il clima suburbano e le musiche accompagnano solennemente gli eventi.
MEMORABILE: "Senza le mie sedici ore di sonno sono un grande invalido"; "Come hai superato i bidelli?" "Sul piano culturale, ovviamente".

Rocchiola 19/09/17 11:09 - 952 commenti

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Per molti il capolavoro assoluto di Allen. Simile per tematiche e stile a Io e Annie che personalmente trovo comunque più divertente e meno snob. Qui l'egocentrico protagonista è quasi antipatico nelle sue pose intellettualoidi e nel porre al centro del mondo i suoi futili problemi sentimentali. E la Keaton non gli è da meno. In ogni caso il bianco-nero in schermo panoramico di Gordon Willis è un vero e proprio inno alla città di New York, la musica di Gershwin e alcune tra le migliori battute di Woody lo rendono imprescindibile.
MEMORABILE: L'incipit "Capitolo primo: adorava New York, la idolatrava smisuratamente..."; Gli incontri con l'ex moglie ora lesbica interpreta da Meryl Streep.

Daniela 24/05/20 23:04 - 12606 commenti

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Sotto pressione perché l'ex moglie è in procinto di pubblicare un libro sul fallimento del loro matrimonio, uno scrittore che ha una relazione con una studentessa molto più giovane di lui incontra una giornalista divorziata... Meno innovativo e dirompente di Io e Annie di due anni prima, ma stiamo sempre parlando di un capolavoro in miracoloso equilibrio tra satira di costume e commedia sentimentale. Keaton si conferma partner ideale, la fotografia in b/n di Gordon Willis è stupenda, la musica di Gershwin è accompagnamento imprescindibile, New York non aveva mai avuto un omaggio più bello.

Magi94 3/12/20 00:46 - 944 commenti

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Film della fase matura di Woody Allen, che ha ormai abbandonato ogni tocco di pura comicità e si getta nella satira/apologia dell"intellettuale" newyorkese e dei suoi mille problemi più o meno sciocchi, creati più o meno volontariamente. Un'opera quindi che ruota attorno al mondo assai ristretto in cui vive il regista, che potrebbe risultare non particolarmente interessante; ma la verve del nostro manda in porto la pellicola grazie alla solita scrittura sopraffina, pur in assenza di risate sguaiate. Particolarmente interessante la storia con Tracy, meno Diane Keaton che fa se stessa.
MEMORABILE: Il finale con un Woody supplicante, che dissacra e umilia se stesso.

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Noodles 11/01/23 08:11 - 2196 commenti

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Woody Allen lascia la comicità surreale e si dà alla commedia sofisticata, in cui ancora però la fanno da padrone dialoghi irresistibili pieni di riferimenti socio-culturali con una spruzzata di demenzialità ogni tanto, che non guasta. Il film è un omaggio alla città che il regista tanto ama, un omaggio fotograficamente strepitoso (forse la miglior fotografia nella filmografia di Allen) e intenso. Manhattan è sempre sullo sfondo, non è mai protagonista, ma guarda dai suoi grattacieli le vicende sentimentali di un gruppo di classici personaggi alleniani. Un film da non perdere.

Anthonyvm 23/08/23 15:32 - 5615 commenti

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Gershwin che accompagna le vedute newyorkesi immortalate nel bianco e nero di Gordon Willis (solo un primo assaggio delle magie di cui il direttore della fotografia costellerà l'opera, specie durante la sublime visita al Planetarium) sono uno splendido biglietto da visita per una commedia sentimentale-esistenziale magnificamente alleniana, densa (e non sorprende) di dialoghi fitti e ipnotici, tanto acutamente complessi quanto miratamente folgoranti. L'amaro senso dell'umorismo e il mai banale romanticismo di cui l'autore si conferma maestro incantano scena dopo scena. Da (ri)vedere.
MEMORABILE: Il ponte; La Streep nel suo look alla Kramer; Il nuovo appartamento; Confessione alla Hemingway; Lo scheletro di uomo primitivo; Il bellissimo finale.

Silvia75 9/02/24 15:39 - 154 commenti

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Una storia di alcuni intellettuali newyorkesi alle prese con complicate vicende sentimentali. Un film bellissimo e molto avanti nel tempo in rapporto a quando uscì nei cinema nel 1979. Ottima scelta il bianco e nero della fotografia, l'alternanza nella regia di piani sequenza e primi piani e la musica di Gershwin. Bravissimi tutti e Maryl Streep, allora quasi sconosciuta, fantastica. Un film brillante e nostalgico al tempo stesso.
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Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
  • Discussione Lucius • 19/01/11 15:50
    Scrivano - 9063 interventi
    Fatto.Grazie.
  • Homevideo Gestarsh99 • 23/12/11 00:56
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Disponibile in edizione Blu-Ray Disc dal 29/02/2012 per MGM/20th Century Fox:

  • Discussione Daniela • 3/12/13 12:25
    Gran Burattinaio - 5925 interventi
    ""Capitolo primo: adorava New York, la idolatrava smisuratamente. Ma no, è meglio, la mitizzava smisuratamente, ecco. Per lui, in qualunque stagione, questa era ancora una città che esisteva in bianco e nero, e pulsava dei grandi motivi di George Gershwin..."

    Woody (Oreste Lionello nella versione doppiata) così inizia il suo Manhattan.
    Il bel film di Baumbach Frances Ha mi ha messo una gran voglia di rivedere il capolavoro di Allen (meglio, uno dei suoi capolavori), non perché non mi ricordi la trama o non rammenti le battute più memorabili, ma per godere ancora una volta della visione di questa città "che esisteva in bianco e nero".
  • Discussione Daniela • 19/05/14 11:38
    Gran Burattinaio - 5925 interventi
    E' morto Gordon Willis, uno dei più grandi direttori della fotografia del cinema statunitense.
    La scelta del titolo con cui ricordarlo insieme agli amici davinottiani avrebbe dovuto essere non semplice, perché tante sono i capolavori e le pellicole memorabili presenti nella sua filmografia, a partire dalla monumentale trilogia del Padrino.
    Ma per me, come penso per molti altri, il suo nome è legato alla collaborazione con Woody Allen e, in questo ambito, soprattutto ad un film: Manhattan, meraviglia in bianco e nero.
  • Discussione Zender • 19/05/14 20:09
    Capo scrivano - 47698 interventi
    Confermo, Manhattan è veramente una meraviglia, come fotografia! Dispiace.
  • Discussione Didda23 • 19/05/14 22:45
    Contatti col mondo - 5798 interventi
    Ottima scelta Daniela. Ci lascia un grande maestro. Manhattan è una miscela perfetta di sceneggiatura,fotografia e colonna sonora. Un capolavoro assoluto!
  • Discussione Buiomega71 • 20/05/14 00:53
    Consigliere - 25896 interventi
    Straordinario mago della luce. Lo voglio ricordare con l'unico film da lui diretto, il bizzarro e sfortunato lesbo-thriller/stalker Windows-Finestre
    Ultima modifica: 20/05/14 00:53 da Buiomega71
  • Discussione Cotola • 20/05/14 01:14
    Consigliere avanzato - 3841 interventi
    Cavolo! Grave perdita! Qui è magnifico, al pari
    del Padrino I e II (scandalosamente non premiato
    con l'oscar nonostante una messe di statuette nelle altre categorie).
  • Homevideo Rocchiola • 19/09/17 11:11
    Call center Davinotti - 1236 interventi
    Rimando al commento dcritto sul bluray di Io & Annie ed aggiungo che Manhattan presenta comunque un "grano" più denso forse maggiormente evidenziato dal formato 2.35 in bianco-nero.
    Comunque un ottimo prodotto, decisamente superiore al DVD.
  • Curiosità Buiomega71 • 15/11/17 19:19
    Consigliere - 25896 interventi
    Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv (Ciclo: "Omaggio a Woody Allen", mercoledì 21 maggio 1986) di Manhattan: