La ballata del caffè triste - Film (1990)

La ballata del caffè triste
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Titolo originale: The Ballad of the Sad Café
Anno: 1990
Genere: drammatico (colore)
Note: Basato sull’adattamento teatrale dell’omonimo romanzo breve di Carson McCullers realizzato da Edward Albee.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 22/07/09 DAL BENEMERITO REBIS
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Rebis 22/07/09 19:17 - 2337 commenti

I gusti di Rebis

Anni ’30, sud degli Stati Uniti: la vita della coriacea e mascolina Miss Amelia viene scossa dall’arrivo del sedicente cugino Lymon, un nano deforme ed insidioso… Dramma psicologico durissimo e senza sconti, incentrato sulla dialettica amore/orgoglio, cui l'apporto di Albee ha conferito autentico spessore umano. Callow dirige in modo accademico e corretto, lasciando ampio spazio agli interpreti che è riduttivo definire superlativi: sconfinata la bravura della Redgrave, commovente Rod Steiger, nevrile Carradine. L’abiezione parassitaria di Hubbert lancia inquietudini mefistofeliche. Amaro.
MEMORABILE: Il monologo sull'amore del reverendo Williams; lo scontro a mani nude tra Amelia e l'ex marito.

Saintgifts 21/02/17 09:46 - 4098 commenti

I gusti di Saintgifts

Il reverendo Williams (Rod Steiger), tanto veloce nella cerimonia nuziale di miss Amelia e Marvin (Redgrave, Corradine) quanto profondo nella sua dissertazione sull'amore, è forse l'unico nel piccolo villaggio ad avere le idee chiare sui sentimenti dei protagonisti. Una fotografia azzeccata che ricorda le immagini di Walker Evans sulla gente del sud degli Stati Uniti, la scarnificazione dei dialoghi, la tristezza, non solo del Cafè, alleviata da massicce dosi di alcol, le notevoli interpretazioni e una buona regia ne fanno un piccolo gioiello.
MEMORABILE: Il luogo dove miss Amelia distilla l'alcol; La scazzottata tra la Redgrave e Corradine.

Buiomega71 20/07/19 01:09 - 2910 commenti

I gusti di Buiomega71

Curioso e bizzarro melodramma che sta tra Tennessee Williams e le acquitrinose e umidicce atmosfere della Morte corre sul fiume, innestato con infami e bastardissimi nani malefici lynchiani. Sembra quasi una specie di commedia tetraleggiante (le pagliacciate da avanspettacolo del nano), poi si trasforma in uno strano apologo sull'amore a senso unico e la repressione sessuale, per sfociare in una sfida con crudo pestaggio a pugni nudi e alle grida lancinanti e disperate della Redgrave. Tra paludi e distillerie clandestine c'è tutto il cuore nero del sud.
MEMORABILE: L'incontro del nano con i membri del Ku Klux Klan; I calcoli renali di Amelia gelosamente conservati; La ghianda; Gli avvoltoi; L'arrivo del nano.

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  • Discussione Buiomega71 • 20/07/19 14:54
    Consigliere - 25998 interventi
    Opera inusuale, stramba, eccentrica, davvero curiosa.

    La produzione di Merchant/Ivory (i due compagni di merende più terribili che il cinema possa ricordare, quando leggo i loro nomi me ne stò a distanza assai chilomentrica) mi ha fatto temere il peggio.

    Inizialmente non si sà bene dove Callow (attore di certo prestigio quì alla sua prima e unica esperienza dietro la MDP) voglia andare a parare, presentando una Redgrave oltre i confini della masconilità, attraente quanto un mulo, che cura le persone del piccolo villaggio del sud degli States (siamo in Georgia durante la grande depressione) con intrugli da strega e porcherie varie e chi non la paga (sembra pure molto venale) và direttamente a casa pignorando gli oggetti (in questo caso una macchina da cucire).

    Sembra una donna che sappia fare tutto nella vita, c'ha pure una distilleria personale, fuori legge, oltre la palude.

    Poi arriva un nano , che dice di essere suo cugino, e i due si prendono in simpatia (lui è il nano di Legend, per la cronaca) vivendo insieme.

    Il nano porta allegria nella vita della rude e misantropa Redgrave, aprendo un caffè e dilettandosi in varie buffonate da avanspettacolo per far divertire gli abitanti del piccolo villaggio.

    Un giorno, però, esce dal carcere Keith Carradine (che con la chitarra in mano rifà un pò il suo personaggio di Maria's Lovers), che un tempo sposò la Redgrave , ma che lei, non si sà per quale oscuro motivo, diventava violenta e furiosa se doveva adiempere ai suoi doveri di moglie, cacciando il pover'uomo a dormire nella stalla e umiliandolo davanti ai paesani. Carradine pare un poco di buono, e vuole vendicarsi della Redgrave e dei torti subiti durante il poco felice matrimonio, e quì il nano infame lynchiano si dimostrerà per quello che è, confermando la teoria cantata da Fabrizio De Andrè in Un giudice

    Poi, da quì, il film muta in uno strano melodramma tra una pittoresca e singolare (nonchè crudele, tra sangue e sudore sul pavimento) sfida a pugni nudi tra la Redgrave e Carradine, e le urla lancinanti di disperazione e dolore della donna (che sono un colpo allo stomaco) che rimbombano per il locale, eppoi il fuoco che tutto avvolge come in un horror gotico.

    La Redgrave gigiona sopra le righe, Steiger monumentale (la spiegazione del perchè del comportamento della donna verso il marito viene da lui), ottimo il nano bastardardissimo e Carradine che lo appella come: "Sgorbio", "Mostricciattolo", "Mezza cartuccia", "Pagliaccio" e "Buffone", dove il nano subisce la fascinazione dell'uomo lasciandosi umiliare, quasi rapito da un'attrazione morbosa che prende i sapori di un'innamoramento omoerotico.

    Repressione sessuale, adroginia, frigidità, un'atmosfera umidiccia e mefistofelica che stà tra Tennessee Williams e La morte corre sul fiume, con schegge narrative impazzite (il nano e l'incontro ravvicinatissimo con alcuni membri del Ku Klux Klan in piena riunione, la ghianda , gli avvoltoi che volteggiano la casa della Redgrave, i calcoli renali della donna conservati gelosamente come reliquie, la Redgrave che sbircia fuori dalla finestra come una vecchia megera)

    Callow dona pregevoli sprazzi da american southern gothic (notevoli i primi piani), con un occhio al cinema tetraleggiante e all'altro a certe derive surrealiste.

    Inquietante l' asessualita' della Redgrave.

    A suo modo bislacco e estroso, che non assomiglia a nessun altro film.

    Da segnalare la preziosa fotografia di Walter Lassally e lo score di Richard Robbins.
    Ultima modifica: 23/07/19 13:55 da Buiomega71
  • Homevideo Buiomega71 • 20/07/19 14:58
    Consigliere - 25998 interventi
    Il film uscì in dvd per la Dolmen (ora fuori catalogo).

    Io ho la vhs edita dalla Panarecord (di buona qualità audio e video), uscita per la prima volta nell'aprile del 1992.

    Curiosamente (ma è comunque la versione uscita nei nostri cinema nel settembre del 1991) il film è sprovvisto dei tradizionali titoli di coda (vengono solo segnalati il doppiaggio per la versione italiana)

    Durata effettiva: 1h, 35m e 35s