Quando c'è "sangue sulla luna", dicono i nativi americani, bisogna stare attenti: qualcosa sta per accadere. E qualcosa succede, quando un prestante Robert Mitchum si rende conto che un suo vecchio amico sta sobillando i coloni contro un mandriano, fingendo di lottare per i loro diritti ma puntando invece spietato al denaro. Western dalle motivazioni classiche (l'eroe che rischia la vita per riscattarsi). La bravura di Wise è restare ambiguo nei confronti dei suoi personaggi fino a metà film, in maniera che lo spettatore non sappia per chi parteggiare.
MEMORABILE: "Devi scusarmi se ti ho accolto male ma c'è sangue sulla luna, come dicono gli indiani, vento di tempesta".
Il meglio del film è sicuramente fornito dal cast che dà vita a delle interpretazioni di alto livello. Anche la confezione è molto buona così come la regia di Wise, che ha però saputo fare molto meglio. Non mi ha convinto del tutto la storia, comunque interessante, per la sua non completa capacità di avvincere lo spettatore. Buono ma i presupposti lasciavano sperare di più.
Ambientato molto bene e con un'ottima fotografia. Tutta la prima parte è abbastanza avvincente, con la storia che si svela nei giusti tempi con al centro Mitchum, perfetto cavaliere solitario, preso tra due fazioni che riflettono anche il suo stato d'animo in conflitto tra la sua natura onesta e leale e il desiderio di riscattarsi da una vita piena di fallimenti. Visitati tutti i topoi classici del western ma mai in modo banale; merito anche di sceneggiatura e regia. Si perde un po' nel finale rientrando nello standard.
Tira aria di tempesta non solo sul titolo ispirato a un modo di dire dei pellerossa, ma anche sull’intera storia del western, ora in procinto di evolversi verso personaggi più complessi (Mitchum in cerca di riscatto morale) e una violenza sadica che nella furibonda scazzottata nella semioscurità è in largo anticipo sulle produzioni italiche. La regia di Wise, centrata su dialoghi, azione e atmosfera, richiude in fretta le ingenuità sentimentali con la Bel Geddes e pone rimedio a taluni momenti di stanca. **!/***
MEMORABILE: La carica travolgente della mandria; la cavalcata in mezzo alla neve.
Cowboy vagabondo con un passato travagliato alle spalle si trova nel mezzo di una contesta sanguinosa fra un allevatore di bestiame e un affarista con molti complici. Prima si schiara con il secondo, suo vecchio amico, ma poi il senso di giustizia prevale... Bel western classico con alcuni punti di forza come i bellissimi paesaggi, alcune sequenze d'impatto e l'ottima prestazione di Mitchum, ben spalleggiato da Preston, Brennan, Tully. Convince meno la storia d'amore piuttosto convenzionale con Bel Beddes, ma per fortuna è una sotto-trama tenuta in secondo piano.
MEMORABILE: Le due cariche della mandria impazzita; Mitchum a Preston: "Neppure uno sciacallo vorrebbe essere tuo amico" e la successiva scazzottata
Rivisto da poco, l'ho trovato molto più cupo (sia visivamente, sia come contenuti) di quanto ricordassi. Tecnicamente è molto molto buono e gli attori convincono, ma l'ho trovato un po' macchinoso a livello di script; a ogni modo ha retto benissimo la prova del tempo e a tutt'oggi rimane un buonissimo western.
Western vecchio stampo, si stringe in un piccolo perimetro narrativo, offrendoci i soliti topoi classici: gli uomini duri, i bad boys, il riscatto morale e altro. Fra scatolette di latta e fuochi notturni si staglia la figura immensa di Robert Mitchum, mentre bisonti e mucche fanno il resto. Barbara Bel Geddes è una cow-girl di tutto rispetto.
MEMORABILE: Le tanto agognate pistolettate risolutive negli ultimi 15'.
Mancava all'appello questo western di Wise che, come osservato dai critici, è un noir con colt e Stetson. Non male, anche se è difficile riabituarsi a formati e metraggi così. Nel bel cast spicca il grande Preston. La scena migliore è la rissa in saloon, diversa dal solito e immersa in una penombra thriller. Mitchum sempre monolitico, meravigliosamente, perdente che sa riscattarsi dall'impiccio in cui è capitato per caso.
Western classico, dai toni cupi, severi, stemperati da calibrate dosi di romanticismo; diretto con espressività da Wise, mirabilmente fotografato con forti contrasti dal mago del bianco e nero Musuraca; interpretato con coinvolgimento da Robert Mitchum (certe sue mimiche restano impresse) e da tutto il cast. Ottima ambientazione (reale, niente trasparenti) tra fitte vegetazioni, rocce monumentali, una cittadina polverosa e bufere di neve. Buone le scene violente; notevole la sanguinosa scazzottata nel saloon, avvolta dalla penombra.
MEMORABILE: Sguardi ed espressioni di Robert Mitchum; La scazzottata; La frustata in faccia a Robert Preston dalla sua amante circuita; I paesaggi.
Buon western, che si avvale di un protagonista in parte, quasi monoesspressivo, ma in grado comunque di trasmettere lo stato d'animo, a seconda della situazione, fissando chi ha davanti e commentando, a volte sarcasticamente, frasi e sproloqui dei suoi interlocutori, amico di vecchia data compreso. Il vasto paesaggio aiuta a creare la giusta atmosfera del vecchio west; e alcune scene, come la carica della mandria, o l'escalation nel saloon, sono degne di nota. Meritevole di visione.
MEMORABILE: Lo scontro a fuoco con la ragazza, che prima spara e poi deve subire la reazione del protagonista che, a forza di fucilate, la spinge nel fiume.
Western classico, diretto con mano robusta da Robert Wise che si avvale di un ottimo Robert Mitchum contornato da un buon cast attoriale; belli i paesaggi, ben fotografati in b&n. La trama, pur non originalissima, riesce a tener desta l'attenzione grazie al ruolo non totalmente "positivo" del suo protagonista. Inevitabile, ma non necessaria, la love story che fortunatamente non ruba troppo metraggio alla storia. Non memorabile, ma comunque meritevole di visione.
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