Il triangolo circolare - Film (1964)

Il triangolo circolare
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Un grain de sable
Anno: 1964
Genere: giallo (bianco e nero)
Note: Film francese con partecipazione produttiva italiana (la Filmes).

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Muore in un incidente aereo (provocato) l'intermediario che teneva in mano il traffico mondiale degli acciai speciali e i pretendenti alla sostituzione sono due: Alain (Hubschmid) e George (Brasseur), con l'ambigua amante (Petit) del defunto che certo non disdegnerebbe di prenderne il posto a sua volta. La guerra di successione come prevedibile origina molteplici piani di omicidio e va detto che l'unica vera idea del film è quella del "delitto incrociato", a cui si arriverà solo in un secondo momento. Ma fin dall'inizio si capisce di aver a che fare con un intreccio molto macchinoso, che la sceneggiatura non aiuta troppo bene a comprendere nelle sue sfaccettature. Una simile concentrazione di accadimenti...Leggi tutto e colpi di scena frena la godibilità del film, in cui l'annullamento quasi totale dell'azione (c'è giusto un mezzo inseguimento tra i vicoli di Lisbona) e la particolare insipienza dei personaggi - più di quelli maschili che femminili, perché la Petit e la Koscina un loro fascino ce l'hanno - portano a un veloce affaticamento. La storia procede, fin troppo in fretta anche, ma il lavoro registico che dovrebbe accompagnarsi al disvelamento progressivo degli eventi non procede di pari passo, più teso a indugiare sui volti che si vorrebbero intensi dei protagonisti, sulle indagini fumose condotte da un diplomatico (Terzier) che vorrebbe apparire come il migliore del lotto, sugli ammiccamenti sessuali e gli scambi repentini di coppia. La stessa ambientazione nella Capitale portoghese viene sfruttata male, nonostante la si percepisca cogliendone l'inconsuetudine. Sarebbe stata più consigliabile una maggiore linearità nell'esposizione dei fatti con l'introduzione forse di qualche diversivo. Il desiderio di stupire con troppi capovolgimenti di situazione rischia di produrre soprattutto il desiderio di avere in mano una soluzione finale che riannodi i tanti dubbi lasciati in sospeso. Che arriverà, beninteso, ma sempre lasciando qualche piccolo interrogativo irrisolto alle spalle. Ad ogni modo il meccanismo che sovrintende all'ingegnosa quanto buffa doppia (e tripla) macchinazione avrebbe potuto alimentare per sua natura addirittura una commedia, mentre qui invece si ha a che fare con un maldestro utilizzo delle potenzialità umoristiche del tutto che produce un'ironia stucchevole, incapace di impreziosire l'insieme.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 16/06/09 DAL BENEMERITO RONAX POI DAVINOTTATO IL GIORNO 31/10/16
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Ronax 17/06/09 02:27 - 1253 commenti

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Bel noir francese anni '60 con una curiosa ambientazione nel Portogallo povero e arretrato di Salazar. Per quanto il motivo sia tutt'altro che originale - le solite lotte assassine fra i boss di un grande gruppo industriale e finanziario che si eliminano a vicenda - la vicenda è ben congegnata e non risparmia colpi di scena allo spettatore fino all'ultimo minuto. Regia serrata e buona prova d'attori con la Palmer, Terzieff e Brasseur. Puramente scenografica la bella Sylva Koscina.
MEMORABILE: Un fugacissimo capezzolo della Koscina (siamo nel 1965!). Che sia stata questa apparizione subliminale a motivare il divieto ai minori di 14 anni?

Il Gobbo 6/11/11 23:21 - 3015 commenti

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Discreto, malgrado qualche ingenuità e forzatura per far quadrare i conti. Meccanismo non freschissimo ma ingegnoso, ambientazione piacevole e un Guido Alberti insolitamente dinamico, nei panni (e gadgets) di un personaggio quasi alla Max Bunker - ma un po' tutto il film in altre mani avrebbe potuto virare decisamente al grottesco. Titolisti nostrani alla canna del gas (oggetto che peraltro nel film ha la sua importanza).

Galbo 25/04/13 17:55 - 12393 commenti

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Noir francese la cui trama non è particolarmente originale: un complotto intorno all'eredità di un ricco finanziere. La trama è tuttavia abbastanza ben congegnata, con i personaggi sufficientemente caratterizzati e qualche godibile colpo di scena. Gli attori fanno la loro parte ma nessuno brilla particolarmente. Discreto nel complesso.

Homesick 29/04/13 17:03 - 5737 commenti

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Giallo-spionistico come tanti se ne giravano negli anni Sessanta, rallenta per la trama complicata, la carenza d’azione e un Terzieff smorto e poco adatto al ruolo del detective di turno con immancabile doppiaggio di Pino Locchi; a ciò sopperiscono alcuni snodi umoristici quando sono di scena i vecchi marpioni Brasseur e Alberti. Koscina da portafoto e distensivo sottofondo di fiati di Duhamel. Complimenti alla fervida inventiva dei nostri traduttori per la calzante “contradictio in adiecto” del titolo italiano.
MEMORABILE: Brasseur e Alberti che si procurano il “materiale per sabotatori”; Alberti con l’hobby di ritagliare immagini di donne dai giornali.

Faggi 26/08/16 10:46 - 1549 commenti

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Complotti incrociati, belle donne, ambientazione insolita in un buon giallo arzigogolato, con toni qua e là grotteschi e umoristici. Non tutto funziona alla perfezione, ma se preso per quel che è può essere un gustoso intrattenimento sixties, grazie all'atmosfera sospesa tra serio e faceto e un intreccio che incuriosisce. Il titolo originale, che allude al granello di sabbia capace di far inceppare un meccanismo complesso, rende meglio il senso del gioco al quale si assiste.

Saintgifts 11/08/17 10:59 - 4098 commenti

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Ambientato a Lisbona in un discreto bianco nero con piccoli ma efficaci tocchi visivi quali la Jaguar spider di uno dei protagonisti (un Terzieff un po' troppo ingessato), "Un grain de sable" si rivela un giallo-noir abbastanza godibile. Più che l'intreccio, comunque non male, sono gli interpreti che, a parte il menzionato Terzieff, hanno il merito maggiore, con la fascinosa Lili Palmer (la Koscina ha dalla sua anche la giovinezza) perfetta per il ruolo. Piuttosto raffinato nei particolari come molti prodotti dell'epoca. Finale da commedia.
MEMORABILE: Il bazooka.

Rufus68 17/02/19 23:31 - 3842 commenti

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Una delusione. Il film si mantiene dignitoso dall'inizio alla fine e però nulla, a tirare le somme, convince a pieno. La storia, che pure parte bene, è sin troppo lambiccata e gli interpreti che dovrebbero portarla avanti (Terzieff in primis) si rivelano leggerini e dalle spalle fragili. Il vero leone della vicenda, Brasseur, solido e luciferino, si dilegua, purtroppo, a metà della fiera: il resto procede, quindi, abbastanza stancamente. Koscina bella e impalpabile. Una nota di merito per Alberti. Titolo meno immaginifico di quanto sembri.

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