Da provocante danzatrice a saggia imperatrice: questo il destino di Teodora, moglie dell'imperatore Giustiniano, che Freda racconta utilizzando due insostituibili risorse: da un lato, la fotografia dalle rilassanti tinte pastello; dall’altro, i limpidi occhi e il corpo tornito della Canale, che si divide tra una sensuale danza in proto-bikini – per i tempi certamente scandalosa -, intrighi di corte e un'incalzante corsa delle bighe conclusiva. Un piccolo kolossal imperiale e insieme popolano.
MEMORABILE: Leoni e leopardi vengono liberati e aizzati contro i nemici.
Freda spadroneggia, inventa, abbonda e non si ritrae dal confronto con le scene di massa, le più pericolose per un film "da due soldi". Ne esce immortale vincitore, perché le scene della corsa all'ippodromo sono spettacolari, avvincenti e girate magnificamente e il finale del film, con la corsa folle dei cavalli sui soldati, è quanto di meglio ci si possa attendere da un peplum. A ciò non si può non aggiungere un ritratto femminile modernissimo e mai banale, sempre al limite tra verità e falsità, sincerità o inganno, amore o ambizione.
Tra i migliori film di Freda e senza dubbio uno dei pepla più riusciti del periodo. La figura di Teodora rappresenta uno dei personaggi più interessanti del genere, vista la sua ambiguità di fondo che spiazza continuamente lo spettatore (insieme a Giustiniano). Secondo protagonista del film, poi, non è il debole quanto onesto Giustiniano, bensì le sfarzose scenografie, impreziosite da un ottimo lavoro sul colore e sulla fotografia. Qualche pecca di sceneggiatura, ma si tratta di un film molto importante all'interno del cinema italiano.
Storia romanzata di Teodora, che secondo Procopio di Cesarea non era altro che una ninfomane, argomento tabù, in Italia, nel 1954... Così Freda narra la vicenda di una quasi brava ragazza... Al di là di ciò, lo fa con piglio sicuro e ci presenta persino, all'EUR, una corsa delle quadrighe (con falso storico femminile) che non può non colpire (e vale mezzo punto, nonostante non possa competere con l'avversario, nel campo, più noto. La Canale (qui una sorta di Evita e di domatrice di leoni) funziona, tranne che nella danza iniziale. Finale un po' forzato.
La storia viene messa da parte a vantaggio dell'avventura, ma si tratta di un film sontuoso nel quale si nota praticamente in ogni sequenza la passione che il regista aveva per l'attrice Gianna Maria Canale, sua compagna di vita. Le scene spettacolari (la corsa delle bighe in particolare) sono girate con grande maestria. C'è già Piero Capanna, in futuro grande cascatore.
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DiscussioneColumbo • 12/01/11 18:50 Pulizia ai piani - 1098 interventi
Qui ricordo una bellissima Gianna Maria Canale (che sposerà il regista durante le riprese).