Un giovane acquista una vecchia magione che, negli anni '20, sembra sia stata teatro di un efferato delitto passionale. Alcuni flash, riportano nel ragazzo momenti rivissuti nel passato, una serie di deja vù sempre più tangibili. La coppia che visse in quella casa (una soubrettina e un ex pugile), cominciano a tormentare l'uomo (che si reca pure da uno psicanalista), soprattutto Zelda, la soubrette, così simile alla sua ragazza, e passato e presente si mescolano ininterrottamente e pare che gli eventi che portarono la coppia al fattaccio di sangue, ora, si ripetano su di lui e la sua ragazza
Episodio loffio loffio, senza nerbo, scontato e parecchio noioso
La reincarnazione, i deja vù del passato, la gelosia, il tormentato rapporto di coppia, tutto già visto e rivisto e con ben pochi sussulti
Splendide feste di morte kinghiane (ma più allo
Shining voluto da King che non quello di Kubrick-la festa anni '20 in stile "gangsteritico"-) si mischiano a passato e presente, con le solite visioni premonitorie di coltelli e lavandini insanguinati
Il twist finale e telefonatissimo e l'episodio di Wainwright sembra più un misto tra il segmento di
Brividi di paura (quello della donna che soffre di visioni di sangue) e
Penny Farthing de
Il Baratro della follia.
Tra pupe viziate, civette e capricciose che nemmeno nei gangster movie anni '40, gelosie amorose, vendette d'onore e bellezze al bagno, non c'è molto altro e l'episodio scivola via senza lasciare emozioni o qualche, seppur minimo, guizzo.
A parte la bellezza della Guaty (quando impersona Zelda o che sfila i piedini dalle ciabattine col tacco) c'è poco altro da segnalare.
Forse l'episodio dove si cerca di calcare più sul sesso , rispetto agli altri, nel party (sia degli anni '20, poi ripetuto nel presente) che stà per degenerare in orgia, tra slinguazzate gay e lesbo.
Qualche raffinatezza registica di Wainwright, che si rifà alle stesse inquadrature e alla medesima fotografia "videoclippara" di
Stigmate (in certi attimi, la Guaty, aveva più di un punto in comune con la Arquette "in possessed"), così come anche l'illuminazione degli interni.
Ma Wainwright spreca il suo talento (
Stigmate non mi fece impazzire, il remake di
Fog sì, questo segmentino non le rende giustizia) per un raccontino di metempsicosi davvero poco entusiasmante.
Insieme a quello di Erickson il più debole della serie, dove Wainwright non riesce mai (seppur tecnicamente lodevole) a coinvolgere nella storia che racconta.
Da segnalare il BELLISSIMO commento musicale
Lie Lie Lie composto da Serj Tankian, che apre la serie e ti entra subito in testa