La jetée - Corto (1962)

La jetée
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Titolo originale: La Jetée
Anno: 1962
Genere: corto/mediometraggio (bianco e nero)
Note: Aka "La pier". La voce narrante è di Jean Négroni.
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TITOLO INSERITO IL GIORNO 5/03/09 DAL BENEMERITO PIGRO
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Pigro 27/04/09 11:08 - 9624 commenti

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Nei sotterranei di una Parigi postatomica s'inventa un sistema di viaggio nel tempo per trovare le risorse per sopravvivere: un viaggiatore va nel passato e si innamora... Fulminante fotoromanzo composto di fermi-immagine (raffinando e potenziando in senso realistico lo stile già esplorato con Borowczyk negli Astronauti) che descrive una fantascienza con personaggi e ambienti estremamente quotidiani, eppure con una ipotesi vertiginosa che è quella del viaggio nel tempo con tutti i paradossi del caso. Immagini bellissime; storia suggestiva; finale sorprendente.

Kanon 18/05/10 20:51 - 604 commenti

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Trenta minuti che sono di un'intensità magnifica. Fotoromanzo con voce narrante che ci trasporta nel peregrinare desolato, estenuante e forzato dell'uomo prescelto per riuscire ad impedire che l'umanità si autodistrugga. L'amore, il destino, il paradosso, sono lì che lo aspettano per chiudere il cerchio. Un certo Terry Gilliam se ne ricorderà in futuro per farne praticamente un remake non dichiarato. Ma i risultati saranno ben altri.

Capannelle 24/05/10 10:59 - 4394 commenti

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Particolare come storia raccontata e nella forma espressiva scelta da Marker: una sequenza rallentata di fotogrammi che ci fanno entrare gradualmente in questo mistero post-atomico a cavallo del tempo. Una forma che secondo me ne costituisce anche un limite ma resta comunque un mediometraggio dai toni suggestivi e romantici.

Deepred89 3/12/10 00:44 - 3701 commenti

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Stupenda pellicola in grado di condensare in neanche mezz'ora un'enorme quantità di tematiche, optando per una forma tanto rischiosa quanto originale (il film è formato da un susseguirsi di immagini fisse). L'insolita regia potrebbe indosporre un certo tipo di pubblico, ma la sapiente struttura della trama, l'umanità del personaggio principale e l'ottima voce narrante (raramente così indispensabile) lo rendono comunque fruibilissimo, oltre che straordinario. Finale, col senno di poi, prevedibile, ma comunque stupendo. Capolavoro, senza dubbio.

Tomastich 28/05/11 14:18 - 1255 commenti

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Un capolavoro! Per un esame di arti multimediali mi sono trovato a visionare questo cortometraggio di Chris Marker (cosa che non avrei fatto se non fossi stato "costretto", lo ammetto) e sono rimasto affascinato da queste foto che emanano il profumo della morte e del non ritorno (anche se di un ritorno alla fine si parla). Eccezionale.

Cotola 1/08/11 12:23 - 8998 commenti

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Splendida "fotostoria" che si fa cinema: trenta minuti ad altà intensità emotiva, che intrigano sempre più lo spettatore e lo avviluppano profondamente nonostante il modo di narrare sia molto particolare. Dietro le immagini fisse pulsano carne e sangue come spesso non accade nemmeno nei lungometraggi. Contiene diversi topoi del genere fantascientifico e da esso in molti trarranno ispirazione in futuro, soprattutto per ciò che riguarda il geniale finale. Bellissimo ed imperdibile.

Il Gobbo 29/07/12 23:43 - 3015 commenti

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Raffinato esercizio di science-fiction metafisica, dalle vaste e durature risonanze dentro e fuori il genere, e dalla struttura singolare che ne rappresenta allo stesso tempo il fascino e il limite (come sarebbe venuto il film-film? Una risposta l'ha tentata Resnais). Però, nonostante l'apparente glacialità da resoconto, emozionante e suggestivo. Avanguardia con l'anima.

Mickes2 3/09/12 11:14 - 1670 commenti

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La 3° guerra mondiale incombe, Parigi è distrutta. In un mondo sotterraneo un uomo viene scelto per viaggiare nel passato e nel futuro alla ricerca della Vita per cambiare le sorti della storia. Incredibilmente suggestivo e forte di un linguaggio affascinante, emotivamente partecipe, è un bellissimo viaggio nel tempo della memoria, è un affresco inquietante e distopico sull’esistenza, è l’apocalissi declinata verso un destino arbitrato dall’umanità stessa, è l’esempio su come le cose semplici siano anche le più belle e indimenticabili. Enorme.

Rebis 5/07/13 14:36 - 2331 commenti

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Quali immagini sono "vere"? Quali ricordi? Quali azioni rimangono non predeterminate, non conseguenti, non preliminari, non desiderate? Quale margine di autenticità consente l'ordito dello spazio-tempo, il flusso in cui agiamo? Nell'estetica del fotoromanzo, un'opera narrativamente e concettualmente complessa, articolata, che rimanda ininterrottamente alla forma che la sostanzia, alle immagini congelate che scorrono irrefrenabili davanti ai nostri occhi. Marker evoca in soli 28 minuti la portata di un mondo in estinzione e trascina le speculazioni sci-fi nei turbini del melò. Geniale.

Rufus68 8/02/17 14:57 - 3819 commenti

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Una scheggia fantastica e poetica sostanzialmente misconosciuta in cui si ritrovano la distopia, l'apocalisse, la speranza e una storia d'amore impossibile. Solo il Tarkovsky di Solaris è riuscito a raggiungere queste vette lancinanti. Passato, presente e futuro s'intersecano fra loro, ma il destino dell'uomo è inchiodato da un Fato inscalfibile. Originale la struttura per fotogrammi; perfetto lo svolgimento, essenziale e, allo stesso tempo, capace di evocare maestose riflessioni sulla fallacia del desiderio e della volontà umane.

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Urraghe 21/02/20 15:32 - 78 commenti

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Meno di 30 minuti, una voce narrante, una serie di fotografie, un viaggio nel tempo per rivivere un evento drammatico. Un film affascinante, irripetibile (il remake di Terry Gilliam usa un approccio completamente diverso), rimane indelebile nella memoria. Lavoro pressoché unico del regista Chris Marker. Un viaggio nel tempo dalle visioni uniche sulla natura filosofica della memoria. Imprescindibile.
MEMORABILE: "L'uomo non muore, ne impazzisce. Egli soffre. Loro continuano".

Schramm 18/02/20 18:10 - 3490 commenti

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Forse sopravvivenza e ripristino della sub specie aeternatis covano il proprio uovo di colombo in qualcosa di anamnestico amniotico probiotico. Forse tutto si gioca in un ricordo-raccordo, anulare: un volto di donna e l'amore che dividerà ancora (la scissione dell'atomo?) riavvia il sistema. Forse la sola salvezza sta nel sonno quale malinconico e male iconico museo dello scibile planetario prima che il Troppo Tardi egemonizzasse il cosmo, Panta-Rem, pantascienza, fantabiografia. Marker secerne cinemalìa che è catapulsar catabasi catalessi, apologia-sinonimia del quasi e del quasar che siamo.

Bubobubo 18/07/20 20:28 - 1847 commenti

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In un tempo post-apocalittico (che, per definizione, non è tempo) si cerca di recuperare il tempo perduto viaggiando avanti e indietro nel tempo: in un tempo passato in cui si annidano ricorrenti memorie infestanti, in un tempo futuro da cui si è respinti e verso cui tuttavia si continua a tendere. Senza tempo non v'è successione, e difatti la camera cinematografica è qui la sovrapposizione aleatoria e arbitrariamente consequenziale di istantanee, suoni, impressioni. Il tempo, infine, quello uroborico, che inspiegabilmente torna attorcigliandosi su sé stesso. Capolavoro? Voi lo dite.
MEMORABILE: La quadra del finale.

Magi94 17/09/20 23:55 - 944 commenti

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Affascinante cortometraggio, tra le più alte vette espressive sulla paura della guerra nucleare. C'è da chiedersi se non appartenga a un'altra (forse nuova?) forma d'arte, non più cinematografica ma ibrida, tra il racconto narrato e la visione filmica. Eppure la genialità di Marker traspare dai più deliziosi accorgimenti registici: un ticchettio ripetuto, delle facce inquadrate in espressioni degne di un quadro, il ritmo del montaggio che trascina lo spettatore. La scena finale, oltre ad essere un piccolo capolavoro di fantascienza, non sfigurerebbe in un moderno film d'azione.
MEMORABILE: Il finale.
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