Un film non eccezionale ma di notevole importanza, per la storia del cinema erotico in Italia. Rappresenta infatti una duplice prima volta: è innanzitutto l'esordio del futuro superspecialista Joe D’Amato nell’erotico; conseguentemente è anche il primo film italiano ispirato alle gesta della celebre Emanuelle, che D'Amato (per motivi legati ai diritti d'autore) ha trasformato in Emanuelle preparando le basi per una saga sterminata, per lo più da identificarsi con la bella Laura Gemser. In realtà questo EMANUELLE E FRANÇOISE (inizialmente intitolato solo LE SORELLINE) ha ancora poco che vedere con l'icona classica della futura Emanuelle....Leggi tutto Qui Rosemarie Lindt è semplicemente la sorella di Françoise, una bella biondina portata al suicidio dal perfido Carlo (George Eastman/Luigi Montefiori, per una volta senza la barba), cui era legata al punto da subire per lui sevizie dai creditori. Emanuelle, saputo della morte della sorellina, organizza una feroce vendetta: seduce Carlo e lo incatena dietro uno specchio, dal cui interno si vede attraverso. Davanti a lui Emanuelle attira le sue prede (un meccanico, amiche lesbiche ecc.) e le seduce. Bruno Mattei dice di aver girato il film insieme a D’Amato ma che lo lasciò firmare a lui, il cui nome d'arte stava all'epoca facendo strada. L'idea base era presa da un film greco in bianco e nero che D'Amato e Mattei dovevano distribuire in Italia. Dal momento però che la censura non lo avrebbe fatto passare, i due in pratica lo rigirarono, arricchendolo molto. Il successo dell'opera è in parte meritato perché girato con gusto e con due scene splatter da ricordare: il pranzo cannibalico sognato da Carlo e il doppio omicidio a ripetuti colpi d'ascia. Eastman perfettamente in parte.
D'Amato storpia la serie privandola di una "emme" per questioni legali (il vero Emmanuelle è del 1974, anche se esiste un omonimo sessantottino), rendendola molto più pregna di scene erotiche, spesso ibridate con immagini di violenza (il cannibalico pasto orgiastico, i sogni premonitori, la vendetta finale). La sceneggiatura è firmata assieme a Bruno Mattei e, al di là del titolo, affronta tematiche molto tetre e quasi horror (c'è pure una citazione al "Gatto Nero" di Poe).
Vedere Patrizia Gori "vittima" di Eastman effonde malinconia al film.
Interessantissimo. Il primo tempo è un po' troppo lento ma il secondo è davvero notevole, con un susseguirsi di immagini oniriche-erotiche-trucide-deliranti assolutamente sorprendenti (e ancora oggi audacissime). La mano del regista si sente eccome, la fotografia è notevole, l'onnipresente colonna sonora è ottima e ricca di temi. Il cast sta bene al gioco. Indimenticabile (e oggi impensabile) la scena della cena. Tra i migliori film del regista, per gli appassionati una chicca imperdibile.
Strano mix fra thriller ed erotico, che risulta riuscito anche per l'interpretazione di ottimi caratteristi del nostro cinema. Più curato della media delle produzioni del regista, patisce però un pessimo doppiaggio. Se siete fan del regista non vi deluderà. Crudele e mai scontato.
Amaro thriller erotico con diverse sequenze splatter che emergono dai momenti allucinati della trama. Il tema predominante è la vendetta, condita da episodi in cui l'erotismo è funzionale ad essa. D'Amato è bravo nel dare il giusto grado di tensione che giustifica le pretese di suspence del film. Bene anche le "sorelline", con una spigliata Rosemarie Lindt che si abbandona anche a momenti lesbo. Epilogo disperato per il quale in fondo lo spettatore tifa dopo aver visto la faccia e l'atteggiamento di chi lo subirà. **!
Accompagnata da musiche melanconiche, la pellicola narra una storia furibonda, piena di amore, sesso e morte. Tre ingredienti graditi e congeniali al regista, che riesce a scolpire elementi scottanti dell'epoca, in un forte episodio di genere. L'apologia dell'essere donna, amante sensibile o essere consapevole della propria indipendenza economica e sessuale? Sembra autoreferenziale il comportamento della sorella maggiore, ma gli accenni iniziali al sentimento di donna più femminile che femminista, indicano un cambiamento volto solo alla vendetta.
MEMORABILE: La prigione per il bruto ed i tormenti erotici, tortura geniale!
Indicativo dei percorsi che il delirio cinematografico di D’Amato intraprenderà (e incrocerà) negli anni successivi: l’erotismo porno/soft del ciclo di “Emanuelle Nera” - corredato da rapidi accenni al mondo sommerso dei filmini hard - e la macelleria di Buio Omega con escrescenze antropofaghe; e quando nel sottofinale la Lindt viene braccata nella semioscurità, il furente e ciclopico Eastman incute timore come in Rosso sangue. Acerbo, lurido ed eccessivo, vanta gli ultimi minuti in purissimo stile thrilling.
MEMORABILE: Le umiliazioni psicologiche e sessuali subite dalla Gori; l’incubo orgiastico-cannibalico di Montefiori e il suo sogno premonitore.
Grande vendetta-movie, più horror lisergico che erotico. Lui (un palestratissimo George Eastman) maltratta Françoise, spingendola al suicidio e la di lei sorellina (si, avete indovinato, Emanuelle) mette in atto un diabolico piano per fargliela pagare (ma di brutto!). Drogatissimo, delirante, morboso, deliziosamente scorretto e di cattivissimo gusto. In una sola parola: irresistibile. C'è Luciano Rossi, una delle facce più belle del cinema mondiale di ogni epoca e latitudine.
Forse il capolavoro assoluto dello zio Aristide, quando la serie di Emanuelle incontra Buio omega. Si va dalle umiliazioni sessuali a cui è sottoposta la Gori da Eastman (c'è pure un filmetto porno girato in seppia, con salti di pellicola, stile Il pornografo di John Byrum) alle allucinanti visioni cannibaliche coprofaghe di Eastman, dalla Lindt stuprata con una bottiglia sopra il tavolo alle donne nude, come zombesse in preda a isteria sessuale colletiva, ai piedi di Eastman legato nella prigione bunker. Assolutamente indispensabile.
MEMORABILE: Le continue provocazioni sessuali della Lindt a Eastman rinchiuso nella camera insonorizzata; il banchetto cannibalico; il feroce e beffardo finale.
Incredibile parte finale dove il film decolla in maniera decisa e trascina lo spettatore nel delirio del pasto cannibale, fino al terribile epilogo letteralmente da incubo. La regia di D'Amato è notevole in certi frangenti; peccato per un primo tempo dalla sceneggiatura troppo sottotono. Personalmente non ho apprezzato molto l'interpretazione delle due protagoniste, in particolare della Lindt (un po' fuori luogo).
Un Massaccesi che associa al suo lucido cinismo una apprezzabile solidità narrativa, corroborata da alcune trovate che rimangono impresse. Anche il doversi limitare a pochi ambienti si rivela alla fine una carta vincente. Unica grossa ingenuità, oltre alla lentezza iniziale e ai visi dementi dei due guardoni, è immaginarsi che delle catene da pappagallo potessero trattenere la furia del possente Montefiori ma... è roba veniale per il genere.
Avendo apprezzato i vari horror di Massaccesi, sono rimasta incuriosita da questo film che, a dispetto del titolo, prometteva sangue, vendetta e violenza. Erotismo ce n'è, indubbiamente, e sorregge la trama dalle premesse allo svolgimento, ma il film è più una sorta di thriller e si districa abilmente tra una discreta tensione e qualche scena allucinata, con un finale beffardo.
D'Amato e Mattei, due tra le menti più fervide dell'exploitation nostrano, partoriscono un gioiellino sprizzante atmosfera seventies da tutti i pori che ridefinisce il termine torture-porn, poiché la tortura in questo caso È la pornografia. Eastman con la sua virilità è interprete perfetto per quell'uomo che la femminista Emanuelle vuole distruggere e i suoi deliri porno-splatter-lisergici rispondono da soli alla domanda "perché dopo 40 anni si parla ancora di questo filmetto fatto con due lire? ". Grandioso il (doppiamente) beffardo finale.
Malato, morboso, malsano e indimenticabile. D’Amato firma sicuramente uno dei suoi capolavori e si lancia per la prima volta nell’erotismo più sfrenato dando sfogo a tutto il suo estro creativo in una storia tesa e drammatica (ripresa da un film greco dal titolo “La calda vendetta del sesso”) che, soprattutto nella seconda parte, viene contaminata con un paio di scene orrorifiche e decisamente forti. Eastman, Gori e Lindt perfetti. Il banchetto antropofago e il finale cruento e angoscioso non si dimenticano. Imprescindibile.
MEMORABILE: La Gori usata per saldare i deibiti di gioco di Eastman; La visione antropofaga; L'urlo finale.
Il titolo (che lascia presagire un'ora e mezza di giochetti lesbici tra due incestuose) è tanto stupido quanto fuorviante: ci troviamo infatti di fronte a un gran bel film imperniato sulla vendetta di una donna (Lindt) verso un George Eastman in versione "cinica carogna". Massaccesi fortunatamente non ha mai disdegnato la componente orrorifica e in questo contesto la centellina seguendo una logica del tutto personale e piacevolmente imprevedibile. Attori in palla, colonna sonora ispirata... ma la vera garanzia è l'ottima fotografia.
MEMORABILE: Lindt: "Il tuo corpo è degno di un antico guerriero greco", Meccanico: "Son de Portogruaro".
Ohibò, forse è davvero il miglior film di Massaccesi questo concepito insieme a quell'altra cima di Mattei: girato bene, compatto anche nei momenti più pecioni (che non mancano, specie nella prima parte), e di grezza efficacia in tutta la metà thriller-giustizialista. Naturalmente sorvolando sulla verosimiglianza... C'è anche un villaggio western (quello di Gordon Mitchell, ben noto al regista?). Sorpresa positiva la colonna sonora.
Perché il primo film (un thriller) a sfondo erotico di un futuro specialista dell'hard appare, dopo quarant'anni, come un "grande esempio di cinema" (per dirla con la legenda)? Forse perché al di là dell'audacia dei nudi e delle anticipazioni pionieristiche (il banchetto cannibalico), al di là della simpatia cialtronesca con la quale l'autore si chiama in causa (il set del villaggio western), c'è una vena di cattiveria e pessimismo di fondo che lo rende un documento indiretto ma esplicativo sul malessere della sua epoca. Irripetibile.
MEMORABILE: Le torture di Eastman a Françoise; l'incubo cannibalico.
Mi ha sorpreso non poco; mi aspettavo un filmetto erotico, viceversa ho riscontato una certa cura nei dettagli e nelle inquadrature. L'erotismo è voyeuristico, come per ammissione dello stesso regista, non sempre funzionale alla messa in scena (nella fattispecie vedasi le sequenze lesbo) ma comunque di buon livello; inoltre la protagonista, audace nell'esporre e dimenare il proprio corpo, risulta assai convincente anche con la sua interpretazione. Spunti di thrilling, cannibalismo e gore e il piatto è servito. Sadico.
L’incipit certo non avrà ispirato ma pure presenta curiosi punti di consonanza con Omicidio a luci rosse di De Palma. Detto ciò, Aristide fa seguire a una prima parte piuttosto “orizzontale”, nello sviluppo narrativo come nello stile registico, una seconda metà in cui verticalizza tutte le premesse “dormienti” nel film, squinternando una escalation insana inarrestabile, in cui cinismo sessuale, rape & revenge, sadismo, allucinazioni perverse radono al suolo il machismo misogino dell’intagliato Eastman. Si rimpiange il poco carisma della Lindt. Ruvido.
MEMORABILE: Francoise costretta a prostituirsi col bavoso produttore per compiacer Montefiori; Montefiori costretto a guardar le scene lesbo; Il perverso finale.
Bel film di Joe D'Amato, tra i suoi migliori, dalla trama e ritmo costantemente alti. Notevoli i movimenti di macchina molto incisivi, che all'epoca del film erano una novità. Con questo film D'Amato sdogana l'erotico in Italia, non risultando mai volgare e le scene di nudo diventano una parte necessaria e integrante. Bellissime le visoni oniriche di sesso provocatorie e di cannibalismo: un punto aggiunto al film, arricchito da una strepitosa colonna sonora. Da vedere assolutamente.
Il primo film della serie “Emanuelle” c’entra poco o niente con il filone successivo. Joe D’amato dirige una pellicola erotica con forti venature thriller e horror, dai toni morbosi. Il risultato gli dà ragione. Vedere il gigantesco George Eastman incatenato fa un certo effetto. Alcune scene, come il banchetto antropofago o il finale, sono tra le migliori firmate dal regista.
Joe D'Amato (Aristide Massaccesi) HA DIRETTO ANCHE...
Forse non originalissimo come tema e messinscena, ma resta indubbiamente un buon film di genere, che mischia le carte del cosiddetto "rape and revenge" al morboso; il tutto reso invitante da un titolo che inevitabilmente volge al pruriginoso. Molto funzionale il "gigante" George Eastman, che nella vicenda viene martoriato da una donna fragile (un contrasto che può generare eccitazione e stupore). Nella folta ma non molto esaltante filmografia di Joe D'Amato, la pellicola risulta indubbiamente tra le sue migliori.
Capolavoro, questo disperato dramma/thriller/erotico. D'amato in stato di grazia presenta una storia nerissima, senza speranza. La componente drammatica avvinghia lo spettatore, che entra subito in empatia con i personaggi. Una intensa Lindt giustiziera, Eastman tra i più odiosi bastardi del genere, la Gori vittima, ma non mancano caratteristi come Capritti viscido produttore e Rossi voyeur. Fotografia stupenda, si passa dall'erotismo più raffinato (il trio saffico) al più disgustoso sesso, con incredibili punte splatter. Stupendo l'atroce finale.
MEMORABILE: Il pranzo; Il trio saffico con musica stupenda; Il finale che lo spettatore attende con ansia e che convince nella sua crudeltà.
Uno dei migliori film (se non il migliore) del versatile Massaccesi, che fonde armoniosamente seduzione, sesso, disperazione, violenza e morte. La tortura fisica e morale è un'arma a doppio taglio che si esplica prima nell'eccitamento e poi nel soffocamento della libido. Incatenati al palo come il protagonista diventiamo oggetti di pubblico ludibrio inebriati dagli "umori" della vendetta. Tutto funziona alla perfezione, dal malinconico inizio all'efficace finale.
Il film inizia convenzionalmente con una prima parte ben girata e fotografata, ma con una lentezza e con un sapore melodrammatico troppo ridondante. Il film esplode nella seconda metà con scene ardite e coraggiose per l'epoca e tocchi di puro genio (il finto porno in bianco e nero). Il finale beffardo indubbiamente colpisce, ma sono le scene oniriche (compreso un pre-finale di rara bellezza) che fanno respirare un'atmosfera di genere di primissimo livello. Considerando la pochezza dei mezzi, un piccolo miracolo. Attori potabili.
MEMORABILE: Il banchetto; La bottiglia; Il pre-finale.
Nessunissima elaborazione ma un'immediatezza e un'elementarità disarmanti: Certi bastardi esistono quando trovano quelle che gli lasciano esercitare un ruolo inqualificabile quasi con gioia. La vendetta di chi le sopravvive con una serie di ripicchine cammuffate da legge del taglione, condite di atteggiamenti stile "tanto l'ultima parola la dico io", le allucinazioni e il finale thriller molto discutibili e per di più infarciti di pietosi effetti speciali rendono l'opera ampiamente dimenticabile. Musica ok solo a sprazzi.
MEMORABILE: Lo specchio visto dagli inquirenti come una lastra non impressionabile è la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Non il migliore di D'Amato ma dei suoi erotici è uno dei più riusciti, grazie alla peculiare commistione di generi tipica del regista; se le scene erotiche, per quanto ben girate, annoiano abbastanza (specialmente nella prima parte), dal rapimento di Eastman le cose si fanno più interessanti grazie ad alcuni tocchi splatter e thriller, tra cui un finale davvero ben riuscito. Fotografato e montato bene, con una bella Ost e un Eastman (senza barba!) allucinato; sPFX ai minimi sindacali ma funzionali. Poco plausibile la trama, ma importa?
Splendido thriller erotico di D'Amato e apice, con ogni probabilità, del pluridecennale sodalizio con Eastman, qui impegnato negli scomodi panni di un laido criminale vittima di una sofisticata vendetta sessuale da parte della sorella della compagna suicida. Si tratta di una delle poche opere di Massaccesi in cui l'evoluzione narrativa, prima che quantitativa, è qualitativa: l'eccesso viene colorato di onirismo (il banchetto cannibalico) e la tensione si taglia letteralmente col coltello, sino al crudele finale a sorpresa. Ottimo!
Appartiene al sotto-sotto-genere "istigazione al suicidio and revenge (altrui)"; il che non ne cambia i connotati estetici. Una serie di vignette softcore a volte indovinate, altre condotte sul filo di un pretestuoso estremismo (il fiero pasto) che, inevitabilmente, cade nel risibile. Vale, forse, quale metafora metacinematografica autodistruttiva (il produttore che stupra Françoise, la carne come mercificazione) anche se a sorprendere è certo tono malinconico. Amato darà il massimo, comunque, nelle putrescenze di Buio omega.
A metà strada tra l'erotico e il revenge-movie: la prima componente desta poco interesse ed è abbastanza noiosa, la seconda invece riesce a dare brio alla morbosa (malata e sadica) vicenda che culmina in un beffardo finale. Buona la fotografia e notevole la soundtrack curata da Gianni Marchetti, ma i dialoghi e il doppiaggio sono imbarazzanti e gli effetti speciali dozzinali (sangue, colpi d'ascia...). Azzeccato Eastman per il ruolo, bella ma legnosa invece la Lindt.
MEMORABILE: L'alternativa al denaro per pagare i "buffi" del gioco.
Massaccesi realizza un ottimo remake di un altrettanto valido film greco e al tempo stesso inizia a esplorare la contaminazione di generi che sarà la base del suo cinema futuro: un mix di erotismo, horror, thriller e hard che non avrà pari in nessun regista italiano. Più orientato verso il thriller (con notevoli impennate splatter) rispetto all'originale greco, è permeato da cupezza e da un doloroso pessimismo. Qualche dialogo di matrice "femminista" (forse inserito per evitare accuse di maschilismo) è un po' datato, ma sono peccati veniali.
MEMORABILE: Il porno squallidissimo in b/n; Le visioni allucinate di Eastman; Lo stupro di Patrizia Gori davanti ai due voyeur.
Miglior film di Aristide? Forse (se la gioca con Buio omega). Certamente è un bellissimo erotico mischiato al thriller, con dinamiche tipiche da rape and revenge. Il nostro gira magnificamente, con una cura per le inquadrature davvero encomiabile. La parte iniziale non è delle più veloci, ma progressivamente la pellicola acquisisce mordente, con Eastman maltrattato e tenuto incatenato da una sadica Lindt e diverse sequenze splatter. Perdonabili alcune ingenuità (le catene fin troppo blande per tenere a bada un imponente Eastman).
Il titolo non rende pienamente giustizia a quello che, malgrado il budget ristretto, è probabilmente il miglior film di Massaccesi, che mescola l'erotico con il thriller per raccontare una vendetta che ha il sapore del contrappasso dantesco. Non tutto è perfetto (alcuni snodi di sceneggiatura paiono frettolosi e la sequenza della cena aggiunge poco), ma la tensione è palpabile, gli attori convincenti (bastardissimo Eastman, intensa la Lindt, Gori vittima sacrificale) e il finale non si dimentica. Bella colonna sonora di Gianni Marchetti.
MEMORABILE: La fisicità e l'espressività della Lindt; Il trio saffico; Il finale.
Emanuelle cerca vendetta per la sorellina scomparsa; il suo progetto riflette l'ambizione autoriale di Massaccesi e si rifrange sullo spettatore, inerme nell'angolo buio come Eastman in catene. L'occhio incarnato è quello della spettatrice: per lui invece, incubi di castrazione (vera o metaforica) e il sommesso piacere del softcore da dietro lo specchio. Pretestuoso? Forse, eppure la delicatezza della messa in scena non oggettifica e le protagoniste sono accolte in un'estasi erotica mai morbosa. Se anche non sempre equilibrato nella scrittura, la coerenza è il suo forte.
Riuscito erotico firmato D'Amato in cui si intravedono già tutte le tematiche che ritorneranno nel suo percorso artistico. Dopo il suicidio di Françoise il ritmo fatica a ingranare ma con il passare dei minuti il film cresce molto; dalla prigionia di Carlo in poi si innesta, infatti, una sessualità perversa e funerea, tra visionari banchetti cannibalici, voyeurismo forzato ed efficace splatter artigianale. Notevoli il finale e la colonna sonora di Marchetti. Emblema di un cinema libero che sopperisce al basso budget grazie alla capacità inventiva di chi lo ha creato.
MEMORABILE: Françoise costretta a pagare i debiti di gioco di Carlo; La visione cannibal/orgiastica di Carlo drogato; La sequenza saffica; Il finale.
Uno dei film migliori del grande Joe D'Amato, è un misto di tutto: drammatico, erotico, soft porno, thriller, giallo e chi più ne ha più ne metta. Si assiste, attraverso gli occhi di un monumentale George Eastman incatenato, a un susseguirsi di performance erotiche varie. Ma la cosa più straordinaria è la regia: in questo film Joe D'Amato dà veramente il massimo di sé. Bella la fotografia, ottima la sceneggiatura scritta con Bruno Mattei e un finale tra i più efficaci visti al cinema. Assolutamente imperdibile!
MEMORABILE: Il finale.
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la colonna sonora, durante il pasto cannibalico, magnetizza l'attenzione con un brano dal ritmo greco (che non parrebbe opera di Dynamo, alias Gianni Marchetti), che verrà riproposto da Massaccesi in due momenti nel successivo Le notti porno nel mondo n. 2.
Undying ebbe a dire: la colonna sonora, durante il pasto cannibalico, magnetizza l'attenzione con un brano dal ritmo greco (che non parrebbe opera di Dynamo, alias Gianni Marchetti), che verrà riproposto da Massaccesi in due momenti nel successivo Le notti porno nel mondo n. 2.
Deepred89 ebbe a dire: Undying ebbe a dire: la colonna sonora, durante il pasto cannibalico, magnetizza l'attenzione con un brano dal ritmo greco (che non parrebbe opera di Dynamo, alias Gianni Marchetti), che verrà riproposto da Massaccesi in due momenti nel successivo Le notti porno nel mondo n. 2.
Noto solo adesso che questo film è davinottato con il quadratino arancione, ma nonostante Massaccesi si sarebbe poi impossessato del franchising di Emanuelle nera con la Gesmer, questo non fa parte di nessuna serie. Forse sarebbe da togliere.
DiscussioneZender • 15/09/18 17:38 Capo scrivano - 47786 interventi
Piccola scoperta: il brano di Marchetti di cui si parla sopra, ascoltabile nella scena del cena antropofaga di Emanuelle e Françoise e riutilizzato in vari film di Massaccesi e Mattei e nella versione italiana dell'anime Arrivano i superboys, proviene dal film Nipoti miei diletti.