Cobra Verde - Film (1987)

Cobra Verde
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Titolo originale: Cobra Verde
Anno: 1987
Genere: drammatico (colore)
Note: Ultimo film della collaborazione tra Herzog e Kinski.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 7/09/08 DAL BENEMERITO HERRKINSKI
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Herrkinski 7/09/08 15:15 - 8111 commenti

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Kinski è "Cobra Verde", un bandito sudamericano che viene assunto come supervisore degli schiavi dal proprietario di una piantagione. Successivamente viene spedito in una missione suicida in Africa, dove perderà la ragione e guiderà un'esercito di donne-guerriere in una rivolta popolare. L'intero film è tipicamente herzoghiano: un dramma su un antieroe dai sogni impossibili, abbandonato in una terra selvaggia e ostile. Propone un Kinski eccezionale, capace di un'interpretazione sopra le righe. Fantastiche anche location e musiche.

Pigro 11/11/08 09:26 - 9666 commenti

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Avventuriero in America, mercante di schiavi e condottiero folle in Africa. Il vagabondaggio psicogeografico proposto dal film si traduce in dispersione e impantanamento: più che un film complesso è un film slabbrato e malato come il suo protagonista (un Kinski esagerato). Fare un'opera insensata e disturbante per raccontare lo scontro tra una civiltà remota e un visionario nichilista non va: il rigore dei buoni Aguirre e Fitzcarraldo lo dimostra. Qui invece si rotola verso il caos e alla fine ci si chiede: perché?

Galbo 24/12/09 09:28 - 12392 commenti

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Termina con questo film la collaborazione artistica tra il regista Herzog e il suo interprete preferito, l'attore Klaus Kinski. Storia e personaggi sono quantomai congeniali ai due che realizzano un film visivamente affascinante ma ipertrofico ed eccessivo, privo del senso della misura ma che vuole mettere troppa carne al fuoco finendo per "saziare" lo spettatore anzitempo.

Homesick 19/01/11 18:30 - 5737 commenti

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Il fruttuoso sodalizio artistico Herzog-Kinski si conclude in un compiaciuto manierismo autocelebrativo: quello dell’immagine in sé, che scaturisce dall’abilità del regista a ritrarre in modo semi-documentaristico paesaggi e folklore di mondi lontani (Sud America, Africa) visitati da titanici emuli di Aguirre, e quella delle espressioni dell’attore, sempre più truce ed eccessivo ai limiti della credibilità. Tra gli interpreti di seconda fila ci sono i nostri Basile e Stefanelli e il brasiliano Lewgoy, che i più ricorderanno come l’Horácio Pratini di Dancin’Days.

Rambo90 24/02/11 01:12 - 7697 commenti

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Bel dramma avventuroso di Herzog supportato da una splendida performance di Klaus Kinski: è lui il punto focale del film, rabbioso e disilluso allo stesso tempo, capace di gesti d'amicizia come di grida furibonda ai limiti dell'isterismo. La fotografia è notevole così come i paesaggi e l'accurata ricostruzione storica. Indubbiamente è difficile però da seguire: molto lento, con pochi dialoghi e lunghe scene in cui i veri protagonisti sono gli schiavi e le tribù africane. Comunque da vedere.
MEMORABILE: "Non hai paura della morte?" "No, non l'ho mai provata"; Kinski che cerca di trainare la canoa in mare nell'intensa scena finale.

Minitina80 19/07/16 22:47 - 2984 commenti

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Sono pochi i registi che come Herzog hanno saputo mettere a nudo l’animo umano di fronte al mistero impenetrabile dell’esistenza. Cobra Verde è un bandito iracondo e avido di potere che vaga per il mondo rassegnato al peccato originale, finendo per collassare su se stesso di fronte all’ineluttabilità del destino che ci accomuna tutti. È un’opera profonda e sommessa in cui si avverte il forte realismo delle immagini e la spiritualità remissiva e decadente del personaggio. Il finale arriva come una liberazione a lungo desiderata dal profondo.
MEMORABILE: Cobra verde abbandonato alle onde dopo aver tentato invano di portare la barca in mare.

Hackett 25/11/18 17:45 - 1867 commenti

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Ultimo tassello del sodalizio Herzog-Kinski e inno alla lotta contro l'infamità umana celata dietro il fenomeno della schiavitù. Il film regala belle immagini, momenti intensi e la solita "vissuta" prova del buon Klaus che buca lo schermo in ogni apparizione. Da rilevare però che, nonostante la durata non eccessiva, la pellicola appare lunga, vittima di un eccessivo indugiare di alcune scene davvero infinite. Finale struggente, quasi testimone della fine di un sodalizio sofferto.

Pinhead80 16/04/19 17:58 - 4759 commenti

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Un bandito che si fa chiamare Cobra Verde si rende protagonista di una vicenda che lo vedrà prima alle dipendenze di un facoltoso produttore di zucchero e poi procacciatore di schiavi africani. Rivisto a tanti anni di distanza il film appare meno interessante e più lento, anche se ricco di citazioni importanti. L'uomo si confronta qui con una natura che fa finta di accogliere ma che poi alla fine respinge chi non appartiene allo stesso sangue. La scena finale potrebbe riassumere da sola l'intero film.

Rocchiola 14/07/19 09:15 - 966 commenti

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Ultimo dei cinque film scaturiti dal sodalizio tra Herzog e Kinski è forse anche quello meno interessante. Un film fiacco e privo della solita verve malgrado i mezzi messi a disposizione che permettono al regista tedesco di allestire un spettacolo più spettacolare e colorito del solito con scene di massa e battaglie. Il difetto maggiore sta nella sceneggiatura, che mette insieme una serie di situazioni episodiche non adeguatamente raccordate tra loro. Anche Kinski appare bolso e non mostra un briciolo dell’ingenua vitalità di Fitzcarraldo.
MEMORABILE: L’addestramento dell’esercito di amazzoni nere.

Paulaster 18/03/21 09:51 - 4419 commenti

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Bandito brasiliano traffica schiavi fino a perdere il lume della ragione. Lo stile di Herzog si denota nelle riprese realistiche (al limite del documentaristico), nelle scene di massa e nella sceneggiatura non sempre filante. Kinski è adatto a questi ruoli tra il demoniaco e l'invasato, anche se appare meno motivato ad esprimere le conseguenze delle sue azioni. Questa volta non si viene però particolarmente colpiti dalla vicenda, che si spegne in maniera più simbolica.
MEMORABILE: La fortezza fatiscente; Il serpente preso a calci; I canti delle donne di colore; L'addestramento con le lance.

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  • Homevideo Rocchiola • 14/07/19 09:21
    Call center Davinotti - 1255 interventi
    Riedito in DVD da Ripley's Film nel 2016 con un nuovo master in HD come riportato sul retro copertina. Immagine pulita, giusta nei colori e ben definita. Audio italiano rielaborato in 5.1 un po' basso ma chiaro e senza rumori di fondo ed un libretto a colori con informazioni varie. ottimo prodotto per un film minore poco apprezzato da pubblico e critica ma sicuramente affascinante per i fans del regista tedesco.