Rassegna estiva
AgostOO7
Connery & Moore , vivete e lasciate morire Per ora, sia in Connery che in Moore , non c'è un capitolo della saga che sia decisamente brutto, tutti si barcamenano tra momenti straordinari a cadute di tono (eccettuato il mio preferito,
Una cascata di diamanti)
Hamilton proprio non ne vuole sapere (a parte
Una cascata di diamanti) di metterci la Spectre, con questo siamo già al terzo dove l'organizzazione criminale di Blofeld non compare (insieme a
Goldfinger e
Vivi e lascia morire, a firma di Hamilton appunto) e sceglie un carismatico Christopher Lee che c'ha tre capezzoli (fonte di notevoli prestazioni sessuali, secondo una leggenda orientale) con un cattivo (Scaramanga) piuttosto banale e convenzionale.
Curiosamente il Bond più sobrio, il primo che rinuncia ai pagliacceschi gadget forniti da Q, con l'azione meno fracassona e più moderata (il solito inseguimento in automobile per le strade di Hong Kong) e la totale mancanza di animali assassini che davano pepe alla serie (e che ne avevano fatto incetta in
Vivere e lascia morire)
Simpatico il nanetto (il futuro Tatù di
Fantasilandia) nei due momenti più deliranti e divertenti (nel giardino delle macabre statue nella dimora di Hi Fat, tra lottatori di sumo e lui mascherato da "diavoletto" armato di forcone, e nel finale sulla nave, dopo si prodiga in assalti tanto esilaranti quanto irresistibili) fido servitore di un Lee sempre elegante e raffinato che fa l'amore prima di uccidere.
Almeno tre parentesi indimenticabili: l'incipit nella stanza dei trabocchetti nella dimora futuristica di Scaramanga, con tanto di prospettive langhiane, effetti lisergici baviani e scheletri sghignazzanti che sembrano usciti da un film di William Castle, gangster di cera a cui si staccano le braccia artificiali e la statua di Bond a cui Scaramanga fa saltare le dita della mano a colpi di pistola.
L'altro è il relitto della Queen Elisabeth davanti al porto di Hong King, leviatano incancrenito che funge da base segreta per la MI6 bondiana, con scenografie sbilenche e distorte che assomigliano a quelle capovolte dell'
Avventura del Poseidon.
E bellissima tutta la parte finale sull'isola di Scaramanga, tra energie solari, duelli pre scottiani e centrali elettriche, con riverberi scenografici alla
Invenzione di Morel.
Un'innafiata di bruceploixtation (visti i tempi e dopo la blaxploitation di
Vivi e lascia morire) nel risibile scontro di karate nel tempio (non male le due finte ingenue ragazzine china che menano come Bruce Lee) e una dura colluttazione nel camerino della ballerina in quel di Beirut.
Ritorna, ahimè, lo sceriffo imbecille J.W. Pepper di
Vivi e lascia morire ( così come la corsa tra motoscafi, che, grazia santa, dura molto meno) per dare un tono comico (che comico non è), ma che risulta sempre più fastidioso e irritante, facendo tutto meno che far ridere o risultare simpatico. Totalmente inutile e infilato a forza pretestuosamente. Spero, nelle prossime avventure bondiane, di non ritrovarmelo più tra i piedi.
Bellissime le due Bond girl (noto che in Moore la componente femminile, come presenza, è ben al di sotto dei Bond conneryani, dove la bellezza muliebre pululava. Qui solo tre, includendo la danzatrice libanese) dove Britt Ekland (seppur pasticciona) risulta di una sensualità dirompente ( incantevole quando fa la gelosona imbronciata). Più algida la Adams, che finirà immobile su modello
Fabbrica delle mogli.
A dirla tutta, però, non sarebbero da sottovalutare le due ragazzette cinesi e la bellissima ragazza che nuota nuda nella piscina nell'immenso parco di proprietà di Hi Fat, invitanto Bond a unirsi a lei.
Anomalia bondiana, Moore non si porta subito a letto le sue girl, passa un bel pò prima che "consumi" con la Adams (con la povera Ekland chiusa in un armadio, in una situazione che, in altri contesti, non avrebbe sfigurato un perfetto triangolo al fulmicotone)
Notevoli i doppi sensi da caserma (Bond che dice a M , al telefono, che la Ekland sta "venendo" a rispondergli mentre se la sbaciucchia oppure, sempre Bond e nella medesima situazione "si sta alzando", riferito alla cassapanca che diventa una segreteria telefonica).
Da sottolineare , poi, un'attimo di gran tensione erotica con Scaramanga che passa la canna della pistola dorata sul viso, e sulla bocca, della Adams.
In ribasso gli ingegnosi titoli di testa di Maurice Binder. Questa volta piuttosto sciapi, solo silhouette di donnine "acquose" e poco altro, che nulla aggiungono ai precedenti.
Nel complesso si accoda al resto della serie senza sfigurare troppo e mantendo intanto il mood bondiano (con i sempre meravigliosi luoghi esoticheggianti da cartolina) e Moore che comincia a prendere confidenza con il suo personaggio.
Voto a Christopher Lee come cattivone **! (Indubbio il carisma e il fascino luciferino di Lee-leggesse anche solo le pagine gialle-ma il suo Scaramanga è fin troppo stereotipato come antagonista di Bond. Simpatico e tremendo il nanetto (di culto quando Bond le punta la pistola in faccia e le dice: "Non ho mai ucciso un nano").
Voto alla Bond girl di Britt Ekland ***! (Qui sono di parte, la Ekland-e la sua presenza nuda-è sempre stato un mio sogno erotico fin da ragazzino. La sua inettitudine come "agente segreto" amplifica la sua prorompente sensualità (uno sgherro di Lee non resiste alla tentazione di metterle le mani addosso, finendo nell'elio liquido). Maud Adams **!, seppur dotata di gran fascino, è fin troppo fredda e scostante (anche se dice a Bond "Non sono proprio da buttare").