Dolls - Film (2002)

Dolls

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 14/05/08 DAL BENEMERITO UNDYING
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Deepred89 16/05/08 14:35 - 3701 commenti

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Probabilmente il capolavoro di Kitano. Una fotografia stupenda, ambientazioni indimenticabili e una regia straordinaria al servizio di tre storie che mescolano i temi dell'amore e della morte con fascino e leggerezza. Limitatissimi i dialoghi e perfetti gli attori. Assolutamente da non perdere.

Stefania 4/03/09 02:10 - 1599 commenti

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Tre storie d'amore la cui tragicità si ricompone nell'orizzonte fisso ed eterno del racconto teatrale Bunraku, personaggi il cui dolore si cristallizza nel loro divenire "bambole", maschere, in una dimensione atemporale. Lento, silenzioso, disperato e gelido, di indimenticabile bellezza.

Renato 2/07/09 12:12 - 1648 commenti

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Kitano era già approdato alla maniera col precedente Brother, ma aveva quantomeno evitato di annoiare il suo pubblico. Cosa che -purtroppo- non gli riesce più con questo film pieno di bei colori, eterni silenzi e lunghissime inquadrature di tristi personaggi che camminano lentamente affiancati. La sua programmaticità diventa irritante già dopo mezz'ora, e le lungaggini nella parte finale raddoppiano. Spiace davvero vedere un regista del suo calibro girare una roba così, ma del resto quando finisce la benzina anche le Bentley si fermano.

Cotola 28/02/10 02:41 - 8998 commenti

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Dopo il deludente Brother un altro film non all'altezza di Kitano. Diviso in episodi, nessuno dei quali particolarmente riuscito, ha la colpa principale di non riuscire ad emozionare lo spettatore. Il motivo è, a mio avviso, una mancanza di sincerità che spinge la pellicola sui territori della maniera. Forma ed eleganza non mancano ma non bastano. In ogni caso non un disastro.

Mdmaster 1/10/10 07:46 - 802 commenti

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Tra i migliori di Kitano, per lucida forza emotiva e poesia; sicuramente non adatto a tutti per i suoi tempi morti, la silente drammaticità e il fatto che, dopotutto, gli episodi non raggiungano mai una vera e propria conclusione. Eppure rimane sempre affascinante, un'osservazione e uno studio dei rapporti umani tracciato come fosse una rappresentazione Bunraku. Il dolore, la perdita e la tristezza rimangono onnipresenti nelle tre storie e anche quando si è finito di guardarlo. Impossibile non consigliarne la visione con la persona amata.

Pinhead80 23/10/10 20:36 - 4715 commenti

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Tra i film di Kitano uno dei peggiori in assoluto. A non convincermi (oltre alla struttura degli episodi) sono la lentezza esagerata delle scene e la ricerca di un film troppo patinato. Storie tra l'altro che a loro volta non convincono. Il confronto con altri film del regista risulta impietoso. Delusione.

Saintgifts 16/11/10 22:54 - 4098 commenti

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Le straordinarie marionette del teatro Bunrako hanno una sola espressione dipinta sul volto, ma sembrano vive quando sono mosse nelle loro rappresentazioni e riflettono sui loro volti di ceramica tutti i sentimenti umani. È un senso di grande angoscia e disperazione che ci fa provare Kitano nel mostrarci una splendida natura, attraverso le sue trasformazioni di nascita e rinascita, una natura che ripete con rispetto i suoi cicli, in contrapposizione agli errori che l'essere umano è libero di compiere e che lo portano a una sconsolata fine.
MEMORABILE: La splendida immagine finale.

Buiomega71 27/07/11 20:09 - 2899 commenti

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Assoluto capolavoro del sommo Kitano. Tre dolorose storie che si intrecciano, due amanti costretti a vagare con una corda legata alla vita, un capo yakuza e un amore di gioventù che dura nel tempo; ma il migliore è il fan di una rockstar, disposto a tutto per incontrare la sua "dea" della musica, ma il destino sarà crudelmente bizzarro. Tra genio e follia, amore, morte e solitudine. Splendidamente fotografato e raccontato da un Kitano estremamente poetico, lontano dalla furia di Brother. Immenso, travolgente e ipnotico, da non perdere.
MEMORABILE: La sparatoria nell'ascensore, così silente e cruda; tutto l'episodio della rockstar e del suo fan; i due amanti legati che camminano all'infinito...

Ryo 19/02/12 18:00 - 2169 commenti

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Un maestoso capolavoro di Kitano. Tre storie drammatiche che si intrecciano dando vita a personaggi interpretati dai bravissimi attori con molti silenzi, ma che possiedono un'enorme comunicazione. La fotografia perfetta crea delle vere e proprie opere d'arte di straordinaria potenza visiva. Estremamente commovente.

Mickes2 22/10/12 16:10 - 1670 commenti

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Bambole: bianche e graziose; burattinai: amorevoli e pazienti; entrambi capaci di internare il dolore dentro una carcassa dura e fragile, cristallizzandolo nell’anima, frantumata, sola, ricca d’amore non corrisposto o tradito. L’unico modo per cercare di sopportare un’atroce destino e sopravvivere, errando, nell’infinita elaborazione di una perdita. Di struggente lirismo e abbagliante bellezza simbolica, è uno tra i Kitano più sensibili, da accostare a Kikujiro per la delicatezza con cui si affrontano gli errori e gli amori impossibili di una vita.
MEMORABILE: La pallina rosa schiacciata dalla macchina e la successiva delusione della ragazza che esplode in un pianto tanto infantile quanto doloroso.

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Rebis 29/08/13 21:00 - 2331 commenti

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Come bambole del Bunraku, mosse da forze maggiori, condotte dall'amore, ferite, accecate, sospese sul baratro dell'esistere... Kitano e il melodramma, come in un teatro di marionette, emulandone l'essenzialità, la purezza del narrato e dei caratteri, l'approccio solenne e contemplativo, lo schematismo del racconto che esplode in un caleidoscopio di corrispondenze incessanti, assonanze atemporali. Dolls è il lato emozionale del regista che si emancipa dal cinema di genere e si dispiega come un origami, dilaga verso un'umanità derelitta, impotente d'innanzi alla struggente bellezza della Natura.

Capannelle 25/04/15 00:08 - 4394 commenti

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Sfiancante opera di Kitano che, pur mantenendo alcune qualità stilistiche del regista (tipo lirismo, simbolismo e cura dei personaggi), riesce a trascinarsi per interi periodi con immagini ripetitive e poco appassionanti (si pensi ad esempio al lento incedere dei due amanti legati). Meglio qualche tratto tra il boss maturo e la signora e, solo all'inizio, la simpatica goffaggine del fan della rockstar. Ma sono gocce in un mare di noia.

Samuel1979 27/12/15 00:46 - 546 commenti

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L'amore è l'asse portante di un film che, nonostante si basi su idee di fondo molto apprezzabili e nobili, ha nell'eccessiva lentezza e nella ripetitività i suoi punti deboli. L'opera divisa in tre parti riserva il meglio di sé solo nel secondo episodio, quello in cui emerge la sensibilità del vecchio boss la cui esistenza oscilla fra peccato e redenzione.

Almicione 9/01/17 02:46 - 764 commenti

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Imposizioni della società tradotte in tragedia, narrate dalla sapiente regia che sa infondere in modo placido ma intenso la drammaticità delle situazioni. Il parallelismo delle vicende, sempre complicato, non si armonizza in modo perfetto e talvolta si ha la sensazione di perdersi qualcosa; tuttavia la melanconia trasmessa, le sensazioni mai provate con altri film occidentali non hanno eguali e riescono a superare le eccedenze di un Kitano che osa davvero troppo. Ammirevoli certe sequenze accompagnate dall'ottima colonna sonora.
MEMORABILE: La figura dei vagabondi legati.

Paulaster 18/09/18 09:56 - 4375 commenti

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Triplice storia con alla base la sensazione d'impotenza che si può provare in alcuni casi di sentimento profondo. Attenzione all’espiazione della colpa e al senso di responsabilità, che però non riescono a scaturire un effetto emotivo, salvo l'essere catturati da buone immagini simboliche. La coppia legata da una corda rossa ha il maggiore impatto, la donna che aspetta il boss rasenta la follia e la popstar ha un fondo di delicatezza. Stile asciutto al quale manca una poetica alla Kim Ki-Duk. Grande chiusura ma che sembra a sé stante.
MEMORABILE: La corda attaccata al sedile della macchina; I boschi rossi autunnali.
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