Reso celebre dalla citazione (assieme all’ESORCICCIO e a un inesistente LA POLIZIA SI INCAZZA) nell’episodio leggendario della corazzata Kotiomkin del SECONDO TRAGICO FANTOZZI, il film di Sergio Martino riprende l’idea dall’episodio “Eritrea” del film LA MIA SIGNORA (con Sordi e la Mangano), in seguito sfruttato pure nell’episodio di Calà in RIMINI RIMINI: in pratica un commendatore senza scrupoli (qui il grande e sottovalutato Gigi...Leggi tutto Ballista, nella sua unica parte da quasi-protagonista) avvicina un onorevole (Vittorio Caprioli) e per ottenerne i favori approfitta di una debolezza di quest’ultimo, che ama amoreggiare segretamente con le mogli dei colleghi. Non volendo tirare in mezzo la propria moglie, il cumenda mette in azione il segretario (Pippo Franco) per farsi trovare una moglie “fittizia”, che questi individua nella prostituta Cocò (Edwige Fenech), splendida ma assai rozza nel suo marcato accento marchigiano. Dopo un breve corso “educativo” i tre sono pronti a presentare Cocò all’onorevole. Ne nasceranno equivoci a catena e lunghi giochi vaudevilliani nello scambio di camere. Sergio Martino, pur con una sceneggiatura approssimativa (e che sfrutta male le potenzialità comiche del soggetto), dirige con una certa verve; Gigi Ballista, con la caratteristica voce roca e l’accento veneto, si inventa un personaggio divertente, Pippo Franco ce la mette tutta mentre Caprioli e la Fenech sono un po’ sottotono. La parte migliore riguarda il viaggio in autostop di Pippo Franco (prima con un pazzo in Maserati, poi con un carro funebre). Certo è che con un cast così ricco (ci sono anche Vincenzo Crocitti, Riccardo Garrone, Gino Pagnani….) si poteva fare di meglio.
Considerato alla stregua di una qualunque "commedia sexy all'italiana", il film in questione (a dispetto di un titolazzo volgare ed ammiccante) gode di una sceneggiatura, una messa in scena ed una caratterizzazione (notevole il cast) di alto spessore: non a caso la regia è siglata da Sergio Martino che qui peraltro anticipa il filone dandogli una connotazione politica lieve, ma importante ed un significato che trascende la pura (seppur presente) comicità. La Fenech è sublime, mai volgare, e il nudo (rarissimo e limitato ad un seno) è funzionale.
Commedia non troppo riuscita, né trash né tantomeno erotica. Infatti la mano di Martino garantisce un alto livello registico e le scene di nudo sono solo un paio: sicuramente memorabili, ma anche fugaci e mai integrali. Il film purtroppo soffre di un ritmo troppo lento e di una sceneggiatura poco convincente che ricorda in alcuni punti, quella del successivo Spaghetti a mezzanotte. Il cast comunque è notevole: simpatico Franco, stupenda la Fenech, bravissimo Ballista, bravo Caprioli. Simpatiche le musiche dei fratelli De Angelis.
La volgarità del film è indirettamente proporzionale a quella dell'orrendo titolo, comunque funzionale alla sua celebrità. Tutto sommato, ha pure un certo garbo, grazie ad un Pippo Franco in buona forma e ad una Fenech sempre lontana dal gratuito. Di culto per chi venera il grandissimo Gigi Ballista. Da non trascurare, nelle seconde file, la presenza di Patrizia Adiutori, magari qui non da urlo com'era in I corpi presentano... o in L'istruttoria...: ma è sempre un bel vedere.
Commedia molto gradevole con una inusuale Fenech (è forse l'unica volta in cui l'ho vista fare la "bambolotta"), un Pippo Franco che non tradisce le aspettative (attore molto sottovalutatao, secondo me) ed uno stuolo di attori (Caprioli, Garrone) e caratteristi (Ballista, Pazzafini) che aiutano a tenere alto il livello del film nonostante qualche effettivo calo di tensione (la notte nella villa, ad esempio). Si nota inoltre una certa cura formale che il filone tenderà a perdere per strada.
MEMORABILE: Pippo Franco percorre una strada deserta piena di prostitute: "Certo che queste ragazze stanno proprio su una cattiva strada... non passa mai nessuno!"
Classica commedia all'italiana Anni Settanta, di livello medio-basso. Completamente basata su situazione al limite del grottesco, dove l'equivoco fa da padrone. Un Pippo Franco in grande spolvero strappa diverse risate allo spettatore (scena del carro funebre), mentre la Edwige la si vede in un insolito ruolo "silenzioso". Tutto secondo copione insomma, compreso il gran finale dove tutti i nodi vengono al pettine e tutto finisce, come al solito, all'italiana.
Il titolo è di culto, il film decisamente meno. Volgarotto, ma non quanto i successivi che fecero la fortuna della Fenech, a tratti persino divertente, grazie a attori del calibro di Pippo Franco, Ballista e Caprioli, ma non così esaltante come molti dicono. Così così.
"Frizzante" film di Martino che non scade al livello delle soldatesse, consegnandoci un titolo epocale. E poco altro. Questa variante marchigiana di My Fair Lady/Eritrea non regge il confronto coi modelli, pur essendo quasi guardabile. Cast non sfruttato al meglio, specie Garrone e (soprattutto!) Caprioli. Pippo Franco ancora sopportabile, anche se molte gag non sono entusiasmanti. La Fenech mostra le tette una volta solo, ma come sempre è stra-mega-meravigliosa.
MEMORABILE: "Ammazza che due pompelmi e che cosce" "Nun pè ffà 'a superbia ma a lu paese mio me chiameno Giovannona Coscialunga".
Il genere commedia sexy all'italiana non mi va molto a genio, però devo ammettere che questo film non è affatto malaccio. Grande cast e alcune battute piuttosto spiritose, soprattutto da parte del buon Pippo Franco. Fenech non in formissima, ma sempre bella da vedere. Secondo me non è affatto volgare (anche se ho visto un passaggio tv e quindi il film potrebbe essere stato censurato).
Sempreverde commedia sexy, pluricitata, grazie ad un inconfondibile titolo. Me l'aspettavo più volgare; forse per l'epoca lo era, ma oggi, francamente, siamo abituati a ben altro. Scorre via senza sbadiglio, sino ad un imprevedibile finale, in cui troneggia un Pippo Franco convertitosi al "papponaggio". Anche il pre-finale, con tutti che cercano di trombarsi tutte, è stato orchestrato piuttosto bene (sempre considerando gli obbiettivi che il film si è prefisso). Edwige in un paio di scene si rifiuta addirittura di fornire i suoi servigi. **
Uno dei migliori titoli della commedia sexy all'italiana: l'erotismo è solo di facciata, visto che alla fine vediamo solo un seno, la comicità in compenso c'è e diverte. Frizzante, diretto bene e ben sceneggiato, si avvale di un ottimo cast. Giudizio positivo su tutta la linea.
Tra i primi film del genere "pecoreccio" all'italiana e diretto da uno degli specialisti del genere, racconta un ordinario episodio di malcostume (un industriale truffaldino che offre una finta moglie ad un politico corrotto). Il film gode di immeritata fama: trama e svolgimento (per non parlare della sceneggiatura) sono alquanto banali ed infarciti di volgarità gratuite. Si può evitare.
Da dove lo prendi un titolo brutto come questo? Cast ottimo per un risultato pessimo. Pippo Franco "onorevole" ha fatto di peggio, la grande Fenech è mal utilizzata, Caprioli è bravo, Gigi Ballista apprezzabilissimo. Martino sforna e sforma film con abilità inusitata. Sopravvalutatissimo film o grande presa per i fondelli? Inguardabile!
Cult movie dei film anni 70 che hanno molto contribuito a evolvere il costume degli italiani. Grande Vittorio Caprioli nei panni dell'onorevole. Trama non innovativa, ma a cui poi hanno attinto a piene mani nei successivi anni e a cui attingeranno nei prossimi. Bellissima la Fenech. Film nel complesso piacevole, anche da rivedere oggi nel 2011.
Più che discreta commedia sexy anni settanta, piuttosto garbata nei costumi, decisamente meno nel linguaggio sboccato. Pippo ce la mette tutta ma non è sempre divertente; molto meglio Garrone in un personaggio coattissimo e Ballista nella parte di un "cumenda" sui generis. La Fenech invece è un belvedere, carinissima anche con i capelli scuri. Trama minimamente funzionale e costruita soprattutto per dare luogo alle tipiche situazioni equivoche sul treno e alla villa di Pedicò. Non male, ancora divertente e gradevole.
MEMORABILE: "Me so fatto dare un passaggio da limortacci!"; "Lei non sa chi sono io!" "No stronzo!" "E chi gliel'ha detto?"
Titolo assurto all'Olimpo del cinema di genere soprattutto grazie a Salce e Fantozzi (insieme all'Esorciccio) ma indiscutibilmente notevole e fondamentale. Bellissima la Fenech prostituta dal cuore d'oro, superbo Gigi Ballista industrialotto dedito alle sofisticazioni alimentari, buono Pippo Franco segretario tuttofare. Non convince molto Caprioli nei panni dell'onorevole siculo col vizietto di insidiare le altrui mogli ma in compenso c'è uno strepitoso Garrone magnaccia che coniuga verbi a modo suo. Godibilissimo.
MEMORABILE: Il "Riposa in pace!" rivolto da Gigi Ballista alla dormiente moglie tutta casa e chiesa e le frasi numerate che impara a memoria la Fenech.
Pochade italica beneficiata dall'azzeccato quanto volgare titolo che ne ha decretata l'eterna notorietà; ma c'è di più: la bellezza dirompente della Fenech (doppiata con accento marchigiano, cosa che sarà replicata per il ruolo della Bellucci ne I mitici), la straordinaria verve comica di un allora giovane e scalpitante Pippo Franco e il grande Gigi Ballista (la sua voce gracidante!) danno manforte all'aspetto indiscutibilmente ridanciano dell'opera. Sceneggiatura ben strutturata, ma vi è un leggero calo di tensione nella parte finale del film.
Fortunatamente il titolo pecoreccio è fuori luogo e la commedia di Martino, priva di volgarità, regge per tutta la durata grazie all’energia con cui affronta un classico repertorio di equivoci e al valore dei suoi interpreti, tutti al posto giusto: anche la Fenech non subordina alle proprie virtù fisiche quelle comiche, e insieme all’imperioso Ballista, al vulcanico e catastrofico Franco, al sornione Caprioli e alla tramante Facchetti costituisce un vincente quintetto. Nei loro pochi minuti in scena non si fanno dimenticare la Adiutori, Dori, Bandini e Pazzafini.
MEMORABILE: La Adiutori segretaria procace; Dori automobilista pazzo; Franco magnaccia; «A Franceschì... non me menà!!!».
Intendiamoci, il film è sopra alla media di tutto il filone pecoreccio che nascerà qualche anno più tardi sotto il punto di vista della regia (una buonissima prova di Sergio Martino, che dirige con verve) e delle scenografie (apprezzabilissime). Purtroppo però alla fine il risultato è banale, molto banale, nonostante una sceneggiatura dignitosa, e ciò penalizza oltremodo un contorno molto buono. Anche il cast è di buon livello: Caprioli, un buonissimo Pippo Franco, la Fenech (sempre splendida). Peccato, ai due pallini non si arriva: *!
Vivace commedia dagli equivoci demenziale ma divertente che si svolge nel contesto di un’ambientazione sicula un po’ accentuata. Tra gli svariati film del filone della commedia pruriginosa all’italiana è uno dei meno peggio, con un risultato accettabile in rapporto all’esile sceneggiatura, adatto se si vuole vedere qualcosa di evasivo senza impegno. La parlata balbuziente che assume Pippo Franco aumenta la sua tipica simpatia e simpatica si rende pure la supersexy Edwige Fenech, qui meno nuda del solito.
Dal titolo che ha fatto storia, tra i primi a inaugurare la stagione della commedia erotica all'italiana in un periodo in cui la censura era sempre pronta a intervenire con potenti sforbiciate che riducevano il metraggio originale; si tratta di un film tutto sommato gradevole, con una comicità che, prevalentemente, si lascia apprezzare per la comicità spontanea di Ballista, Caprioli e altri caratteristi. Un palmo sopra la media volgare e ovvia che verrà dopo.
Tra i molteplici prodotti della commedia sexy all'italiana ha una buona cura formale e originalità (anticipa temi e situazioni che si vedranno in boiate successive); se poi non si dubita della potenza fisica (anche attoriale) di una Fenech nel periodo aureo e di un Pippo Franco in forma, il prodotto è notevole. Divertente lo è di sicuro e ci sono battute strepitose. Per Fantozzi è un capolavoro, altro che La corazzata...
Commediola per nulla volgare o scollacciata come lascia intendere il titolo fuorviante, ma nemmeno particolarmente frizzante. Il cast è di primordine, ma lo svolgimento non ha particolari sorprese e perfino Pippo Franco - il migliore del lotto è molto sottotono rispetto all'Ubalda. Simpatico e nulla più.
MEMORABILE: Le particine di Patrizia Adiutori (per me meglio della Fenech) e Vincenzo Crocitti, in quell'anno apparsi anche in I corpi... dello stesso Martino.
Indicato come film iniziatore della commedia sexy, contiene in realtà ancora un legame abbastanza forte con la satira e manca di vera trivialità (così come pochi sono i nudi della Fenech). Si ride comunque, soprattutto grazie alla verve dei protagonisti piuttosto che per un copione risaputo e che punta verso un finale un po' nullo. Bravo Pippo Franco, ma stupendi sono Ballista, Garrone e Caprioli, che arricchiscono i loro personaggi con indubbia professionalità. Ritmo svelto, regia di Martino adeguata.
Peccato per il calo nella seconda parte. I primi tre quarti d'ora rilevano come farsa divertente, condotta a basso ritmo ma con piglio inesausto. Martino (che scomoda pure Pigmalione) sfrutta la simpatia di tutti i caratteristi (compresa la Fenech, davvero simpatica) e riesce a far digerire persino le battute più trite (e a innalzare a rango di battuta delle sciocchezze: la parola "Robertuzzo", a esempio). Il film si compone, quindi, in una comica più prevedibile. Pippo Franco, imbranato e vittima degli eventi, è il più in palla di tutti.
Passa come uno dei titoli piu volgari della storia del cinema, ma in realtà è una classica pochade con scambi di persona e equivoci a catena e con Edwige Fenech che si spoglia con una grazia davvero straordinaria, quasi spirituale. L'apparizione finale di Nello Pazzafini nel ruolo del pappone manesco è poi da antologia, ma i personaggi secondari sono sempre all'altezza (ad esempio Sandro Dori automobilista folle). La commedia italiana in una versione volutamente bassa ma certamente non banale.
MEMORABILE: Pippo Franco che si inginocchia di fronte a Pazzafini.
Frizzante commedia, dotata di ritmo e molto piacevole. Non ci sono solo lo scatenato Pippo Franco e la (super) bellissima Fenech, ma anche validissimi comprimari che a volte assurgono al ruolo guida della storia. La vicenda in sé è abbastanza “ordinaria” ma è organizzata bene, sotto la guida scaltra di Sergio Martino. I nudi sono limitati e non si trascende troppo nel linguaggio, evitando almeno in parte quegli stereotipi cinematografici che caratterizzeranno l’evoluzione di questo tipo di cinema di genere italiano. Ancora (e forse discutibilmente) VM14.
MEMORABILE: La parte in treno; Il conducente pazzo, in macchina con Pippo Franco.
Una pellicola che,tirando le somme, offre veramente pochissimi momenti piacevoli sparpagliati qua e là in mezzo a un mare di battutacce talvolta grevi e scontate. Con un cast così era lecito aspettarsi molto di più. Si salvano giusto Ballista col suo mestiere e la stessa Fenech con la sua procacità. Sottotono Caprioli e Pippo Franco, seppur nel suo consueto ruolo di esagitato. Nulla di che.
Una delle prime commedie sexy all'italiana in cui, in realtà, la bella Edwige Fenech, che interpreta una prostituta, non si spoglia mai; ciò alimenta l'aspetto goliardico e grottesco, garantito dal trio Pippo Franco, Vittorio Caprioli e Gigi Ballista. Franco, nel ruolo di un impiegato di una ditta di formaggi, ha le gag più riuscite, anche se Vittorio Caprioli (l'onorevole Pedicò) ha il suo perché. La Fenech doppiata in ciociaro è uno spasso; riuscite le sequenze in treno, ma anche a casa Pedicò, divertenti i tre attori con toupet improbabili e bruttini in testa.
MEMORABILE: La gelosa e brutta segretaria di Pedicò e i suoi brutti tiri ai danni del suo datore di lavoro; Le scene fra mignotte e papponi.
Titolo cult per una commedia abbastanza divertente, sorretta da un buon cast (anche se alla lunga la caratterizzazione di Franco un po' stufa) e diretta con buon senso del ritmo da Martino. Non manca una dose di blanda denuncia sociale, anche se poi nella seconda fase la parte comica prende il sopravvento. Eccellente uso dei caratteristi (Ballista, Garrone e Dori su tutti), volgarità tutto sommato abbastanza contenuta soprattutto se confrontata con tanta produzione coeva. Titolo imprescindibile, per gli amanti del genere.
MEMORABILE: Franco a cui viene dato il passaggio in auto; Le lezioni d'italiano di Coco.
Film cui lo strampalato titolo ha dato una fama forse immeritata, è uno dei primi esempi della commedia sexy all'italiana di cui si porta dietro una certa trivialità (quantunque limitata rispetto ai prodotti successivi) e una serie di equivoci da albergo del libero scambio. Benché la trama sia più che scontata, la sceneggiatura riesce a strappare qualche risata senza quasi mai ricorrere a soluzioni pecorecce o scatologiche. Il buon cast tiene parzialmente in piedi la baracca, ma nella maggior parte dei casi si vola piuttosto basso. Consigliabile solo agli appassionati del genere.
Sergio Martino ha senz'altro girato di meglio, eppure questa commedia (sexy?) una sua dignità ce l'ha, merito anche di un cast in ottima forma (c'è pure Garrone, il secondo Calboni). La storia è semplice e non troppo originale, ma offre alcune situazioni divertenti, quasi tutte in mano a Pippo Franco, che per qualche ragione fa perdere la testa a una Fenech tanto bella quanto burina. Finale non esaltante, con accelerazioni slapstick in piscina e qualche sganassone. Commestibile.
Tra i film che hanno inaugurato la commedia sexy all'italiana. Non mancano le parti divertenti e brava è Edwige Fenech nella parte della sboccatissima prostituta che deve fingersi moglie di un industriale. Come tutte le commedie sexy ha fondamentalmente solo un'idea di base su cui il flm gira per un'ora e mezza. Infatti verso la fine viene a noia, ma per tutta la sua durata intrattiene e qualche risata scappa. Ottimo Gigi Ballista e bravo anche Pippo Franco, che però si porta dietro il solito difetto di essere sempre un po' troppo sopra le righe. Per gli amanti del genere.
Industriale assolda una prostituta per ottenere un favore da un politico. Sviluppi non certo originali per una commedia che ha il pregio di evitare il lato più becero. La prima parte ha i migliori spunti, soprattutto con l'educazione della Fenech. Dopodiché succede poco e le idee scarseggiano, tanto che il bailamme finale e un tentativo di mischiare le coppie non funziona. La Fenech si spoglia il minimo e Martino la mette sulla simpatia; Pippo Franco si sobbarca la maggior parte della sceneggiatura.
MEMORABILE: Le finte eruzioni; Le cabine scambiate in treno.
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Qualcuno non ha mai cercato di individuare la villa dell'onorevole Pedicò (Caprioli), che è una delle location principali del film?
Ricordo che nel giardino c'era una fontana molto grossa, dalla forma ottagonale, e collocata presso un belvedere panoramico. La villa era in Sicilia nella finzione, ma penso che la si debba cercare a Roma e dintorni.
Il dvd NoShame americano ha una durata di 1h33m48s
Formato: 2.35:1 Anamorfico
Audio: 5.1 Italiano
Sottotitoli: Italiano
Extra: Intervista alla Fenech, trailer,
e trailer dei seguenti film: Cornetti alla crema, Ricchi ricchissimi, praticamente in mutande, La vergine, il toro e il capricorno.
Video musicale della Fenech.
HomevideoGeppo • 1/04/16 12:26 Call center Davinotti - 4269 interventi
Scusami Ruber, anche io possiedo l'edizione NoShame di Giovanona e di Ubalda... ma in quelle che possiedo non ci sono le interviste alla Fenech... e neanche i trailer degli altri film... esistono per caso altre edizioni?
La trovi solo nella versione Noshame americana, in quella europea non c'è. In tutti i dvd noshame made in USA ci sono interviste non previste per le versioni europee non lo sapevi?
Infatti se noti i dvd noshame americani sono quasi tuti dvd9 ossia double perchè hanno extra in più, quelli europei sono quasi sempre normali dvd5 a singolo strato.
Il numero di Tarzan esposto nell'edicola in cui Mario Albertini (Franco) attende la cliente da portare a Don Pedicò (Caprioli) è Tarzan il re della Giungla, di Burne Hogarth e Edgar RiceBurroughs del 1971: