Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Buon prodotto simil neorealista, il cui merito maggiore è sicuramente da ascrivere all'interpretazione sentitissima di Aldo Fabrizi, perfettamente calatosi nei panni del perdente sfruttato dai soliti individui senza scrupoli, identificati nell’amico Giulio Wanzer (Rodoldo Lupi) e la frivola Ginevra (Yvonne Sanson), destinata a diventare sua moglie. Tutta la storia racconta della difficile situazione in cui si viene a trovare Giovanni Episcopo (Fabrizi, per l'appunto), ragioniere archivista, da quando viene coinvolto, lui tanto serio e morigerato, nelle scorribande di Wanzer e dei suoi amici, tra i quali un giovanissimo Alberto Sordi, già in evidenza pur non potendo sfogare...Leggi tutto la sua strabordante verve per esigenze di copione (segue con diligenza le istruzioni di Lattuada rifacendo un po' il suo personaggio di CASANOVA FAREBBE COSI’, giocatore di biliardo dalla battuta facile). Dapprima affascinato dal mondo gioioso e spensierato dei “vitelloni” romani, Episcopo si troverà ben presto a fare i conti con le esigenze giovanili della bella moglie, decisamente in contrasto con le sue. Durante la festa di Capodanno, che saluta il nuovo secolo (il 1900) i problemi si acuiranno e non basterà la nascita di un figlio a risolverli. Così quando Wanzer tornerà a Roma dopo otto anni di esilio in Argentina... Ben fotografato da Aldo Tonti, saldamente diretto da Lattuada e superbamente reso da Fabrizi, il film sa commuovere senza far gridare al miracolo. Storia di sacrifici, di umiliazioni, ma sopportate dal protagonista con grande dignità. Recitato sottovoce, con amore.

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TITOLO DAVINOTTATO NEL PASSATO (PRE-2006)
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Renato 1/04/10 11:56 - 1648 commenti

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Buon film di Lattuada, che racconta della caduta di un uomo grigio, onesto, che ad un certo punto arriva a perdere persino la dignità. Personalmente non l'ho trovato emozionante, questo no, però il racconto procede con i tempi giusti e la parte tecnica (fotografia, scene) è ineccepibile. Sordi e Folco Lulli in due piccoli ruoli di contorno non dispiacciono; ma chiaramente è Fabrizi a giganteggiare nel cast, con una prova decisamente misurata.

Cotola 22/05/10 18:09 - 9039 commenti

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Da un romanzo dannunziano poco celebrato, un bel film di Lattuada altrettanto poco conosciuto, ma dai buoni ed interessanti risultati. E' una riuscita mistura di noir e neorealismo in cui si narra la discesa all'Inferno senza ritorno (o quasi) di un modesto impiegatuccio. Il tutto è reso bene dall'asciutta sceneggiatura in cui trova posto un vilain viscido e di rara antipatia che porterà alla rovina il protagonista. Alla fine sfocia quasi nel melodramma ma, per fortuna, riesce ad evitare le scene madri. In definitiva: un buon film.

Stefania 21/09/10 04:53 - 1599 commenti

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Prima di raccontare il suo delitto, Episcopo racconta, in prima persona, la sua vita, di cui quel delitto è l'epilogo, la dannazione e, insieme, la salvezza. Uccidere l'ammaliante e perfido Wanzer, corruttore e corrotto, consente a Episcopo di riappropriarsi di se stesso, quel se stesso che per anni l'ombra di Wanzer aveva oscurato, represso, umiliato. Noir-melò con dettagli neorealistici, con Fabrizi protagonista impeccabile, dimesso e fiero, fragile ed eroico.
MEMORABILE: La festa di Capodanno col piccolo ruolo del giovane Alberto Sordi. Fabrizi che si attarda a comprare le scarpe nuove al suo bambino, dopo il delitto.

Myvincent 1/02/12 22:02 - 3741 commenti

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Tratto da un romanzo di D'Annunzio, il film appartiene al filone neo-realista con forti connotazioni drammatiche. Un po' Lilì Marlene e un po' Madame Bovary, si caratterizza per scarsa dinamicità caratteriale dei personaggi, che sono o tutti buoni, o solo cattivi, perdutamente affidati a un destino senza via scampo. Aldo Fabrizi monocorde contro un'esplosiva Yvonne Sanson qui alla sua prima apparizione. Non sempre ciò che è antico è comunque valido.

Giùan 13/08/12 22:38 - 4559 commenti

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Tra i più sternberghiani film italiani degli anni '40, il migliore di quelli tratti da un'opera dannunziana. Lattuada quasi estorce al romanzo giovanile del decadente Gabriele l'anima russa in esso celata, trovandola nella figura di questo umiliato ed offeso travet che vende, al diavolo della mondanità e del sesso, il suo unico modesto bene: la dignità. Perfettamente resa (grazie alla livida fotografia di Tonti) l'angustia impiegatizia della Roma umbertina. Fabrizi, remissivamente contronatura, è perfetto, mentre Lupi è feroce quanto ne Il cappello da prete.
MEMORABILE: Sordi che in una particina con baffetto si fa sentire, in particolare nella scena al biliardo; Le forbici conficcate nella schiena di Lupi.

Homesick 12/03/13 17:46 - 5737 commenti

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Nella prima parte si ritrova l’essenza del primo Lattuada, quello più pessimista e sensibile alle triste sorti degli uomini troppo buoni (per non dire fessi, come nel caso del povero Giovanni Episcopo) sfruttati e schiacciati dai malvagi; la seconda invece eccede in un lacrimevole patetismo, conservando tuttavia il merito di spalancare le porte al melodramma matarazziano e alla sua attrice feticcio Yvonne Sanson, qui al suo esordio in Italia. Applausi ad Aldo Fabrizi in un’insolita veste seria e al mefistofelico Roldano Lupi, così come alla ricostruzione della Roma umbertina.
MEMORABILE: La festa di capodanno del 1900.

Saintgifts 20/05/13 15:39 - 4098 commenti

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Qualche digressione rispetto al breve romanzo di D'Annunzio, assieme alla fin troppo sottomessa interpretazione di Aldo Fabrizi, rendono il personaggio Episcopo ancora più fragile e diventa quasi insostenibile la visione allo spettatore che si cala nei panni (nuovi) del modesto impiegato. Quel fendente arriva perciò a essere liberatorio e a rimettere in giusto equilibrio tutta la vicenda, riportando una tragica calma dopo i frastuoni dei sogni campati in aria, all'inizio del ventesimo secolo. Girato con professionalità in un ottimo b/n.
MEMORABILE: La angosciosa passeggiata per Roma con il figlio, dopo il fattaccio.

Galbo 20/07/13 14:45 - 12390 commenti

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Da un romanzo di Gabriele D'Annunzio, un film non notissimo di Alberto Lattuada. Modesto impiegato vive oppresso dalla figura di un uomo malvagio contro il quale cerca un disperato riscatto. Molto ben caratterizzati, i personaggi si prestano in modo ottimale alle cupe atmosfere noir che il regista crea sapientemente. Suggestiva l'ambientazione romana. Godibile.

Crains 28/08/13 22:26 - 15 commenti

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Com'era già successo nel precedente Il bandito, Lattuada unisce le atmosfere del noir (nonostante sia l'adattamento di un romanzo di D'Annunzio, non sono poche le analogie con "La strada scarlatta", film precedente di appena due anni) all'anima neorealista del cinema contemporaneo. Il risultato è un melodramma talmente straziante da risultare, a tratti, molesto, grazie soprattutto alla speciale interpretazione di Fabrizi.
MEMORABILE: "Tutti gli uomini grassi sono uomini buoni"

Liv 9/02/16 10:13 - 237 commenti

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Di origine letteraria, il film è incentrato sulla tragedia di un "travet" (o Fantozzi, se vogliamo) romano di epoca umbertina (molto ben rappresentata nella scenografia). A differenza di Travet, Giovanni Episcopo non sarà ricompensato dall'autore perché si macchierà di un delitto. Tutti pagheranno le proprie colpe e quelle altrui in questo melodramma un po' torbido, ottimamente diretto da Lattuada, che amava il genere. Ottimi attori, compresa la debuttante Yvonne Sanson, che fa vedere le tette dietro tenue seta, come usava all'epoca.
MEMORABILE: "Tu non sai vivere!" ripete il rivale a Giovanni Episcopo.

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Daniela 3/06/18 23:31 - 12654 commenti

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Tranquillo archivista viene prima irretito da un mascalzone poi indotto a sposare l'amante di questi, andando incontro a umiliazioni e patimenti sopportati senza ribellarsi per amore del figlioletto... Da D'Annunzio, una storia di degradazione di un uomo onesto per colpa di una donna indegna che ricorda quella del Professor Unrat in Angelo azzurro, con la variante della presenza di un personaggio mefistofelico, ben reso da Lupi. Lattuada è abile nel dosare i toni melodrammatici, evitando il rischio, pur presente nell'epilogo, di eccedere con gli effetti sentimentali ricattatori.

Faggi 16/12/18 19:48 - 1549 commenti

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Il modesto impiegato Giovanni Episcopo cade nelle spire torbide di un demone parassita, divisivo: nella forma di un criminale che sulle prime apparirà mefistofelico e affascinante per poi rivelarsi di basso rango e meschino. Lattuada mette in scena con personalità da D'Annunzio, trovando la giusta cifra realista. Gli interpreti sono a loro agio nella melma psichica (magnifico Aldo Fabrizi); l'atmosfera è cupa, l'aria è percorsa da raffiche di vento emozionale sferzante e danneggiante; il bianco e nero ha suggestive inflessioni espressioniste.

Zampanò 26/02/21 18:06 - 381 commenti

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Fabrizi quasi magro sbriga con rigore persino eccessivo la non semplice pratica dannunziana. Il suo travet soggiogato e ammutolito dalla sorte e dalle cattive amicizie sale di grado in una patetica solennità. Lattuada è rotondo e sanguigno: sa esaltare come nessun altro regista del tempo la malizia femminile e non si esime con la generosa Sanson. Film di solida scrittura, il che gli evita svenevolezze matarazziane. Da riscoprire.

B. Legnani 15/03/22 22:18 - 5529 commenti

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Cast strepitoso. Aldo Fabrizi perfetto nei suoi misurati portamenti, tutt'altro che monotoni: sono solo allineati nella compostezza. Sanson brava e sensualissima (le si vedono, fasciati, i capezzoli!). Roldano Lupi perfetto nella sua alterigia. Nando Bruno posato e soffuso. Tutti i comprimari sono impeccabili. Il romanzo dannunziano subisce notevoli modifiche (con eccessi un po' forzati: sono il solo limite), ma il film mantiene gli spessori dei personaggi. Lattuada dirige con mano certa. La fotografia di Aldo Tonti fa il suo. Il bimbetto di Fabrizi era il figlio anche nella realtà.
MEMORABILE: La richiesta di matrimonio.

Maxx g 18/06/23 21:41 - 635 commenti

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Quarta regia di Alberto Lattuada (quinta, se si conta un cortometraggio del 1945), con storia presa dal secondo romanzo di Gabriele D'Annunzio intitolato semplicemente "Giovanni Episcopo". Un impiegato ha una vita piuttosto monotona: vive in una pensione ed è spesso solo. Un incontro casuale cambierà la sua vita. Magistralmente interpretato da Fabrizi, il film si vive con passione e ha il pregio di non scivolare nel melodramma. Validi anche gli altri interpreti, tra cui Yvonne Sanson e il sordido Roldano Lupi. Piccola parte per Alberto Sordi. Compare anche Galeazzo Benti.
MEMORABILE: La rissa al biliardo.
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  • Homevideo Zender • 18/10/23 09:11
    Capo scrivano - 47766 interventi
    Il film è uscito in bluray in Francia con traccia italiana per la benemerita studio Canal.
    Ultima modifica: 18/10/23 09:12 da Zender