La più bella serata della mia vita - Film (1972)

La più bella serata della mia vita

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Il racconto di Friedrich Dürrenmatt (“La panne”) dal quale Ettore Scola assieme a Sergio Amidei ha tratto il film finiva in ben altro modo, dando un senso profondo e compiuto al resto della narrazione. Avendolo profondamente modificato, i due autori l'hanno svilito trasformando il finale in qualcosa di posticcio e di altamente improbabile, confermando entrambi di non essere al massimo dell'ispirazione. Per fortuna c'è Sordi, che anche in un contesto tanto squallido (in cui le quattro vecchie glorie del cinema francese cui spetta il compito di dare spessore al film si muovono con pedante flemma) riesce comunque a lasciare il segno: deborda, accentua la teatralità...Leggi tutto dell'impianto scenico lasciandosi coinvolgere nel processo improvvisato nel quale è chiamato a fare l'imputato. Rimasto in panne in Svizzera, viene accompagnato in un cartello ove il proprietario e altri tre giudici in pensione giocano a fare quello che hanno sempre fatto in tribunale. Sordi diventa la vittima designata: trovatogli lo scheletro nell'armadio lo si processa per direttissima, mentre lui non capisce bene se deve divertirsi o meno. Scola dirige senza nerbo, s’impantana in una sceneggiatura farraginosa, si perde in lungaggini evitabili (il lungo, superfluo inseguimento iniziale, ad esempio), non riesce a dare continuità alla forza di alcuni dialoghi, che a tratti sembrano risollevare il film facendoci apprezzare l'originalità di una situazione straniante.

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B. Legnani 15/02/07 19:51 - 5519 commenti

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Film di livello non eccelso, ma decisamente gradevole (e non solo per la sfolgorante presenza di Janet Agren). Alberto Sordi in gran forma, in un ruolo per lui perfetto, che accelera e rallenta, rallenta ed accelera. Cast di gran classe, con Pierre Brasseur (morto a Brunico, durante una delle ultime riprese) ed altri mostri sacri del cinema francese.

Renato 1/04/10 19:03 - 1648 commenti

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La pecca principale, tanto per cambiare, è Sordi. L'attore romano esagera di continuo e sfiora il demenziale in più punti, con la sua solita parlata e la sua finta risatina infilata ogni 4 parole. Detto questo il film è piacevole, tenuto su un registro volutamente ambiguo che dona al tutto un'aria molto interessante. Tutta la parte centrale, col processo che entra nel vivo, è ottima; il finale è spiazzante ma solo fino ad un certo punto. E la Agren è qui più bella del solito, sempre che la cosa fosse tecnicamente possibile.

Von Leppe 25/03/11 22:37 - 1255 commenti

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Il personaggio Sordi dell'italiano mediocre e furbacchione in Svizzera, dove tutto funziona e dove viene sottoposto a processo. La vicenda si svolge tra le mura di un castello con un'ottima fotografia, che dal crepuscolo della cena passa alla notte, fino all'incubo. Il film procede in modo ambiguo tra le risate e le gag di Sordi alle arringhe dei giudici e Simonetta (ricorda quasi la bimba di Toby Dammit). Alberto Sordi, attore simbolo della commedia italiana, è inserito in un'atmosfera da incubo in un castello alpino. Esempio dell'esterofilia nostrana.
MEMORABILE: Gli italiani sono i clienti migliori.

Kanon 15/04/11 11:30 - 604 commenti

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Non aveva bisogno di essere modificata questa storia (tratta da un bel racconto di Dürrenmatt); sarebbe bastato riproporla così com'era, senza peraltro cambiarne il finale (peggiorandolo). Funzionano meglio i quattro giudici, veri protagonisti della vicenda, rispetto a Sordi che è sì adatto al ruolo del borghesuccio italiano ma gigioneggia troppo finendo per dare un'impronta troppo personale al suo ruolo. Comunque Scola riesce bene a creare quella giusta atmosfera di mistero mista ad allegria che aleggia per tutta la pellicola.

John trent 27/08/11 18:28 - 326 commenti

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Bello, bello, bello. Nonostante un Sordi un po' sottotono l'impianto generale del film è ottimo, merito delle quattro vecchie glorie del cinema francese nei panni del pubblico ministero, del giudice, dell'avvocato difensore e del cancelliere. Davvero splendida la Agren, motociclista demoniaca (forse). Finale un po' irrisolto ma non del tutto inappropriato, a mio avviso. Suggestiva l'ambientazione e ottima tutta la parte centrale del "processo". Ingiustamente tra le opere meno celebrate e conosciute interpretate da Sordi.
MEMORABILE: "Come se chiama quel Temistocle, quello che voleva tirare sul prezzo con le puttane? "

Rambo90 20/02/12 23:34 - 7659 commenti

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Un film davvero notevole, ingiustamente sottovalutato da troppo tempo. La storia è originale e coinvolgente, pur procedendo con lentezza e con qualche lungaggine e fino alla fine lascia lo spettatore sulle spine, sempre in bilico fra commedia e inquietudine. Sordi è bravissimo, rende perfettamente lo spaesamento del protagonista, che non sa se divertirsi o preoccuparsi; grandi anche i quattro attori francesi che fungono da magistrati in pensione, stupenda Janet Agren. Da vedere.

Pigro 4/06/12 12:24 - 9623 commenti

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Un apologo amaro sulla giustizia, guidato da uno sguardo tagliente sui mali di una certa Italietta cialtrona, allupata e arrembante (così attuale!), e venato autoironicamente da un’atmosfera gotico-grottesca. Il racconto originario di Dürenmatt mantiene qui tutta la spietata disillusione per la giustizia terrena esercitata in una società malata, ammorbidendo con accenti da commedia il rigore quasi sadiano dei 4 Signori-giustizieri reclusi nel castello. Un film dalla serrata teatralità per una inquietante e beffarda parabola morale.

Motorship 11/07/12 17:41 - 585 commenti

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Ottimo film di Ettore Scola il quale, ispirandosi a un romanzo di Durrenmant, tratta con ferocia l'atteggiamento dei furbi che portano soldi sporchi all'estero. A rendere il film interessante è anche un grandissimo Alberto Sordi, che riesce a dare un'ottima caratterizzazione al personaggio dell'Italiano altoolocato in Maserati, furbo e cinico verso il proletariato ("i poveri c'hanno a pelle brutta", dice). Dal processo in poi il film prende ritmo (un ritmo per la verità un po' blando inizialmente, anche se il film è godibile). Splendida Janet Agren.

Galbo 9/07/12 18:55 - 12372 commenti

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Nonostante la realizzazione sia del 1972, non è invecchiato molto questo interessante film di Ettore Scola (tratto da un racconto di Friedrich Dürrenmatt), che dipinge un ritratto dell'Italia e degli italiani cinicamente veritiero. Nessuno come Alberto Sordi poteva meglio interpretarne il protagonista e l'attore romano è affiancato da grandi interpreti francesi e da una fascinosa Janet Agren. Notevole la prova del regista; non eccelso il doppiaggio. Film senz'altro meritevole di visione.

Matalo! 12/07/12 11:16 - 1378 commenti

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Tra Durrenmatt e Scola passa un fiume in piena; tanto distaccato e implacabile è lo stile del grande scrittore, così eccessivo e semipopolare quello del regista. Un film curioso, con ambizioni di apologo; forse il cambiamento di rotta vale per mettere meglio in luce i difetti dell'arricchito "all'italiana" per cui non me la sento di condannare in toto il film, anche se Sordi fa sempre se stesso. Curioso rimando "di moda" ad Arancia meccanica nella scena del sogno. Qualche inquadratura wellsiana qua e là. Janet Agren in forma splendida.

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Pinhead80 27/07/12 20:24 - 4715 commenti

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Tratto da un racconto di Friedrich Dürrenmatt, questo film di Scola è stato per me una piacevolissima sorpresa. L'ambientazione è molto suggestiva e la messa in scena risulta essere in perfetto equilibrio tra commedia e grottesco. Il cast è ben assortito e davvero in gran forma. Janet Agren dimostra di avere un fascino fuori dal comune e Sordi riesce a farti ridere anche in situazioni drammatiche. Peccato per il finale che, diverso rispetto al racconto, non è sicuramente all'altezza del resto dell'opera.

Lupoprezzo 30/07/12 13:59 - 635 commenti

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L'idea di partenza è stuzzicante, il cast a disposizione del regista da oscar; ma il tono utilizzato allunga un po' il brodo con l'acqua, sprofondando in una farsa che alleggerisce la potenza del film. Un po' un peccato, perché questa grande abbuffata di giustizia manca della giusta cattiveria, soprattutto in chiusura, con un finale sognante che onestamente non convince del tutto. Comunque sia resta discreto e le interpretazioni degli attori soddisfacenti (meraviglioso Sordi; impagabili i tre grandi vecchi del cinema francese; da infarto la Agren).

Il Gobbo 16/04/13 09:13 - 3015 commenti

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Film con potenzialità in parte frustrate dal didascalismo di Scola, troppo tignoso nel piegare il racconto alle sue smanie moralistiche, e dal controllo non totale dei toni, goffe alcune sottolineature grottesche che tolgono aria. Nè la scelta dei pur valorosi gigioni d'oltralpe è priva di controindicazioni. Per fortuna c'è un Sordi gigantesco, e una Agren allucinante (in senso buono). Sufficiente.

Dusso 30/04/13 13:50 - 1565 commenti

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Mi ha lasciato molto perplesso questo film di Scola il quale, attraverso un soggetto interessante, realizza un'opera tutto sommato deludente per le potenzialità inespresse e nei momenti topici prende strade totalmente sbagliate (il finale telefonatissimo, il sogno...) o sbaglia i tempi delle rivelazioni (il momento della sentenza). Sordi esagera, meglio i francesi (straordinario Simon).

Liv 1/05/13 16:32 - 237 commenti

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Un paio di orette meglio spendibili altrimenti. Il film è greve, pedante, autocompiaciuto, moralista come solo gli italiani sanno essere quando non sono immorali, xenofilo come solo gli italiani possono essere quando vogliono elevarsi. Sordi gioca in trasferta ma con un personaggio che interpreta perfettamente. La farragine letteraria è portata al massimo da Scola, che allora era entrato, purtroppo, nella sua fase di cineasta impegnato (siamo nel 1972). Il finale è appiccicato, appiccicaticcio e non appartiene ai nostri gusti cinematografici.

Graf 6/09/13 02:43 - 708 commenti

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Ettore Scola, uno dei re della commedia italiana, questa volta sforna un film da cinema kammerspiel anni venti forgiato con il fuoco della deformazione grottesca, con la fiamma della distorsione onirica e finanche con l’ardore dell’atmosfera kafkiana. Oddio, un dubbio di sfoggio snobistico aleggia sull'intera operazione che rimane un magistrale esercizio di stile, ma “il processo” intentato da quattro magistrati svizzeri in pensione al ricco evasore italiano Sordi possiede tutta la rabbia, lo sdegno e la crudeltà del teatro elisabettiano del'600. Finale molto deludente.
MEMORABILE: Alfredo Rossi, l'evasore interpretato da Sordi, viene dissezionato durante il processo in modo rigoroso come se fosse un insetto.

Gugly 28/10/13 13:16 - 1184 commenti

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Buon film di Scola che offre un meccanismo perfetto sino alla requisitoria del pubblico ministero, poi il racconto si diluisce in minuscoli rivoli non esattamente indispensabili (la banda per il coro di addio!); allo stesso modo, Sordi è magnifico nella prima parte, poi viene lasciato libero di gigioneggiare mentre la misura della prima parte estesa all'intera vicenda avrebbe dato più corposità all'impronta drammatico-apologetica-surreale della pellicola. Janet Agren splendida come sempre. Ad avercene, processi così...
MEMORABILE: Il progressivo disvelamento delle magagne di Rossi, compiaciuto della requisitoria dell'accusa.

Daniela 4/03/14 12:00 - 12606 commenti

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Deludente se confrontato con lo stupendo racconto di Durrenmatt, di cui non conserva lo spirito oltre a stravolgerne il finale, il film di Scola acquista invece una sua godibilità come opera a se stante, ossia come ritratto di un mostro inconsapevole, a cui Sordi presta la sua maschera più meschina di borghese arrivato, soddisfatto di se stesso, grettamente benpensante, nell'occasione attorniato da tre mostri sacri del cinema francese, che gareggiano in finezza (Vatel), spirito (Brasseur) e gigioneria (Simon). 2+ che poteva essere 3 con una chiusa più secca.

Stelio 12/06/14 06:38 - 384 commenti

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È uno di quei casi in cui si oscilla tra il "poteva essere un capolavoro" e il "però, geniale". Direi che si può lasciar stare la prima lamentela concentrandosi sulla seconda. La struttura è veramente qualcosa di unico, le spalle svizzere di Sordi sono eccezionali, mentre Albertone dà una grande prova recitativa, anche se in certi frangenti va un po' fuori contesto con il suo stile recitativo prettamente comico.

Tomastich 2/07/14 16:38 - 1255 commenti

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Un film che è quasi un unicum nella cinematografia italiana. Fiaba nera, mystery, denuncia sociale, surreale e metafisico. La più bella serata della mia vita è tutto questo: un grande Sordi aiutato dai quattro francesi dà vita al ritratto gretto e meschino di un italiano arricchito alle spalle degli altri. Un processo farsa la cui condanna poi avrà riflesso reale sulla vita del povero "signor Rossi". Sicuramente un film da riscoprire.

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Homesick 18/01/15 17:05 - 5737 commenti

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Scola è più cinico e pessimista di Dürrenmatt: ne condivide la sfiducia per la giustizia tecnica, ma di punire le colpe incarica non i rimorsi di coscienza - estranei ad italiani arrivisti, corrotti e ruffiani che non si fermano davanti a nulla - ma la debolezza umana e il fato. Sordi e i quattro vecchi attori francesi tengono la scena da consumati mattatori in uno scoppiettante processo dai labili confini tra serio, faceto e grottesco su cui incombono minacce terrifiche (la motociclista, l'incubo, l'ex boia e lo stesso modo di fare dei quattro ex magistrati). Di bellezza sublime la Agren.
MEMORABILE: L'arringa di Sordi; L'incubo con la decapitazione; Il risveglio.

Il Dandi 19/05/16 13:43 - 1917 commenti

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Apologo grottesco in cui la maschera sordiana dell'italiano medio viene deformata sotto la lente d'ingrandimento di un vero e proprio processo che ne seziona vizi e intenzioni. Nessuno meglio avrebbe potuto prestarsi al ruolo meglio di Sordi che, unico personaggio umano in un'atmosfera surreale, di fatto tiene l'intero film sulle sue spalle. La regìa di Scola non convince appieno nelle fasi più oniriche (l'incubo in motocicletta e il finale) altrimenti avrebbe potuto essere un piccolo capolavoro.
MEMORABILE: Sordi applaude alla requisitoria del Pubblico Ministero.

Deepred89 4/07/16 23:28 - 3701 commenti

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Film insolito, sospeso, che gioca col grottesco e il kafkiano senza mai abbandonare il campo della commedia, pur gravitando sovente attorno ai suoi limiti. Il paradossale gioco giudiziario ha forse meno mordente del previsto, ma l'ironica soluzione giunge inaspettata e la stramba atmosfera funziona. Confezione professionale e funzionale, ottimo cast, belle ambientazioni montane ed ennesima prova dell'eclettismo di Trovajoli, che - tra le varie cose - tira fuori dal cilindro un sorprendente tema proto-carpenteriano. Imperfetto ma interessante.

Vitgar 16/04/17 18:42 - 586 commenti

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Buon film di Scola - non foss'altro perché realizzato per buona parte in ambiente chiuso - basato su un bizzarro e inquietante "processo" alle intenzioni. Vi sono comunque momenti un po' zoppicanti che sembrano messi lì per allungare la durata. Ottimo Sordi, more solito, alle prese con l'italico che si crede furbo. Ottimi anche gli attori francesi, bellissima la Agren. Consigliato.

Edo 9/05/17 01:11 - 12 commenti

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Il racconto “La panne” di Friedrich Dürrenmatt viene trasformato da Amidei e Scola in una intrigante commedia (all’)italiana in cui trovano posto anche citazioni da Cocteau e da Kafka. Alfredo Rossi, arrivista senza scrupoli, viene sottoposto per gioco a un finto processo che, a poco a poco, diventa un processo alla borghesia che si conclude con un verdetto emesso "In nome del popolo e di tutti i popoli": sogno o finzione? incubo o realtà? Imperdibile interpretazione di Alberto Sordi. Notevole.
MEMORABILE: Il (finto?) avvocato difensore descrive così Alfredo Rossi: "E’ solo una comparsa, un piccolo uomo: è un ameno villeggiante sulla spiaggia della vita".

Belfagor 3/07/17 19:59 - 2689 commenti

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Una critica agli italiani fatta da un italiano che resta ancora valida, al netto di un'impropria ma secondaria xenofilia. Durante il surreale processo, la maschera da divertente canaglia del protagonista (un Sordi in gran spolvero) viene progressivamente rimossa per rivelare i lati più turpi di una borghesia che si autocelebra e, con la medesima incoscienza, si autodistrugge. A studiarlo con perizia entomologica vi sono tre glorie del cinema francese e una misteriosa, splendida Agren. Finale tirato per le lunghe ma soddisfacente.
MEMORABILE: L'arringa finale dell'accusa; "Un ameno villeggiante sulla spiaggia della vita".

Il ferrini 14/12/17 23:42 - 2337 commenti

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Commedia grottesca che impiega qualche minuto a ingranare ma poi cattura completamente; merito del buon racconto da cui è tratta (che Scola modella sul Sordi piccolo borghese) ma anche delle grandiose interpretazioni del cast. Un film sorprendente, sia negli sviluppi che nel drammatico finale e che può contare su una splendida location, perfetta con i suoi anacronismi d'arredo per incorniciare una storia sempre in bilico fra il reale e l'onirico. Grande cinema, ingiustamente sottostimato.

Cotola 28/07/19 01:45 - 8998 commenti

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Lo splendido racconto di Durematt è l'occasione di mettere in scena un vero e proprio processo a certi italiani ed ai lori usi, costumi e mentalità. Per questo non disturbano troppo i cambiamenti rispetto al testo, ché sono funzionali C'è qualche lungaggine gratuita che ne appesantisce l'andamento, ma alla fine il risultato è buono. E come nel racconto è pienamente riuscita la sospensione tra scherzo e realtà. Buona la prova di tutto il cast, con un Sordi che a volte però eccede. Interessante la colonna sonora di Trovaioli, con gustosi e riusciti innesti elettronici.

Ryo 1/12/19 21:30 - 2169 commenti

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Ottima film di Ettore Scola. Impostazione da spettacolo teatrale ravvivata da buone idee e da un grandioso Alberto Sordi, protagonista molto presente, coadiuvato da un cast all'altezza che sa restituire una trama che sulla carta potrebbe essere statica. Curiosa l'aria assurda e inquietante che si respira e che raggiunge l'apice nella sequenza onirica prima della parte finale.

Rocchiola 18/02/20 09:20 - 952 commenti

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In un castello sperduto sui monti svizzeri quattro vecchi ex-magistrati si divertono a inscenare finti processi con i loro malcapitati ospiti. L'italiano Alfredo Rossi è convinto di passare la più bella serata della vita, ma il destino è in agguato. Insolita e interessante commedia surreale dagli echi kafkiani che resta la miglior prova del primo Scola. Sordi gigioneggia dal par suo nei panni di un arrampicatore sociale di umili origini disonesto evasore fiscale e donnaiolo, chiara allusione all'allora albeggiante figura di Silvio Berlusconi.
MEMORABILE: La cuoca dalla perenne e sguaiatissima risata; L'incubo della decapitazione; La presentazione del conto; La pergamena sotto il pedale del freno.

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Enzus79 4/01/20 11:48 - 2863 commenti

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Tratto dal celebre racconto dello svizzero Dürrenmatt. La storia di per sé è divertente ma la sua evoluzione non convince: alcune scene sembrano non finire mai. Purtroppo un Alberto Sordi davvero in parte non salva il film dalla mediocrità. Di conseguenza risulta essere uno dei punti più bassi del regista Ettore Scola. Nonostante ciò il film merita una guardata.

Zampanò 30/11/20 18:44 - 381 commenti

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Sotto la pelle del film scorre un cavo perturbante, che sulla gaiezza crapulona stende una brina di terrore. Merito della riscrittura maiuscola che Amidei e Scola fanno di Durrenmatt, giocando sul sicuro coi grandi attori francesi (tutti superbi) e d'azzardo con Sordi. E invece l'attore che incarna l'arcitaliano spicca un atout anche dai recessi più rimasticati: cialtroneria, gallismo, furbizia, sono legna che arde di più in un processo luterano. Il truffatore che ride della truffa fatale ai suoi danni è uno dei finali più sconvolgenti mai escogitati, degno di Clouzot.
MEMORABILE: L'anti-requisitoria di Alfredo Rossi; Il sogno del "condannato".

Keyser3 11/12/20 16:34 - 444 commenti

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Stranamente sottovalutato, in realtà è uno dei migliori film interpretati da Sordi nel decennio e semplicemente memorabile, per l'insolita ambientazione castellana e per la capacità di far sorridere e riflettere, come da buona tradizione della commedia all'italiana. Al fianco di Albertone, italiano medio che più medio non si può (fin dal cognome...), si muovono decani francesi come Simon e Vanel; la rappresentanza femminile è garantita dalla Agren, bella da mozzare il fiato.
MEMORABILE: La Agren nuda davanti allo specchio.

Paulaster 28/08/21 09:59 - 4373 commenti

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Italiano evasore va in Svizzera a depositare valuta. Quella che sembra la descrizione della classica furberia si trasforma in una interessante disamina di carattere giudiziario. La parte centrale è la migliore, al fantomatico processo. Ritmo vertiginoso e profondità di testo in cui Sordi riesce nei panni del sincero che si arrangia con l'affabulazione. L'inseguimento iniziale è tirato per le lunghe come la risoluzione finale, che ha anche un suo fascino onirico ma non rende particolarmente sullo schermo. La Agren riesce a ritagliarsi i suoi spazi senza apparire lasciva.
MEMORABILE: La requisitoria del pubblico ministero; Nel lettino di Napoleone; Sul patibolo.
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  • Curiosità Karim • 11/07/10 10:53
    Galoppino - 42 interventi
    L'auto che guida Alberto Sordi nella parte iniziale del film è una splendida Maserati Indy color aragosta. Questa auto fu prodotta dal 1969 al 1974. Spinta da un V8 di 4700 cm3, raggiungeva per l'epoca la ragguardevole velocità di 260 km/h.

  • Curiosità Karim • 11/07/10 12:18
    Galoppino - 42 interventi
    L'attore Pierre Brasseur che interpreta il Conte la Brunetiere, proprietario del castello, morì proprio a Brunico nel 1972, mentre stavano girando le ultime scene del film a causa di un'enfisema polmonare, lasciandoci un'ultima indimenticabile interpretazione!
  • Curiosità Zender • 18/03/13 20:53
    Capo scrivano - 47698 interventi
    Dalla collezione "Sorprese d'epoca Zender" il flano del film:

  • Musiche John trent • 19/07/13 21:23
    Custode notturno - 526 interventi
    Il tema della motociclista di Armando Trovaioli.

    http://www.youtube.com/watch?v=9vaxebPPlu4

    Io ci trovo qualche influenza di Wendy Carlos in stile "Arancia meccanica".
  • Homevideo Rocchiola • 18/02/20 09:24
    Call center Davinotti - 1236 interventi
    Ancora disponibile a prezzi decisamente bassi il DVD della Filmauro offre un ottimo restauro della pellicola originaria. Le immagini presentate nel corretto formato 1.78 sono pulite e brillanti nei colori. L'audio italiano dolby digital rielaborato in 5.1 è di ottimo livello e per una volta risulta decisamente superiore all'originale monofonico sia per potenza che per chiarezza.