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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Tarkovskij è un'artista: non gira film ma opere d'arte, svincolate dalle logiche comuni che regolano la produzione - anche fantascientifica - “normale”. In questo senso è accostabile a Kubrick, che proprio nella fantascienza (con 2001 ODISSEA NELLO SPAZIO) ha trovato anch’egli il terreno più adatto a sviluppare la propria concezione di cinema: stesso stile (e)statico, medesimo approccio filosofico, la ricerca di una qualità visiva unica raggiunta attraverso movimenti lentissimi, consequenzialità imperscrutabili e musiche classiche solenni (in SOLARIS Bach la fa da padrone...Leggi tutto con temi per organo di raro fascino). Tarkovskij però, che ha adattato un romanzo di Stanislaw Lem, sposta il discorso dallo spazio esterno e quello interno; SOLARIS non conta alcun vero effetto speciale: niente modellini, computer giganteschi, tute spaziali e un oceano pensante a sostituire il monolite kubrickiano, ripreso mentre si avvita a spirale con gorghi ribollenti o soggiace placido agli sguardi degli “astronauti”. La stazione spaziale consiste, a quanto si vede, di un corridoio curvo percorso i innumerevoli volte e di camere assimilabili a quelle di una qualsiasi pensione di lusso, mentre il protagonista vi si aggira in maglioncino, gilet o addirittura giacca e cravatta. E’ chiaro che il regista russo ha puntato non sul look futuristico ma sullo stile personale, con una storia che - a ben vedere - è più banale e esile di quanto non si creda, stirata oltretutto per due ore e tre quarti col risultato di provocare inevitabilmente sonnolenza. Lo salva l'altissima qualità delle scelte visive e l’incedere ieratico del film, il misterioso alternarsi tra colore e bianco e nero. Dialoghi ridotti all'osso e tanta poesia.

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Caesars 21/12/07 11:56 - 3790 commenti

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Lanciato a suo tempo come la risposta sovietica a 2001 in effetti il film di Tarkowski ha poco a che spartire col capolavoro kubrickiano se non il fatto di usare la fantascienza per parlare di cose più profonde e relative all'essere umano. Film lungo e difficle (a suo tempo uscì in Italia troncato di circa 40 minuti) è però di una forza espressiva straordinaria e può essere considerato un vero culto per chi non si lascia spaventare da opere che richiedono un certo sforzo per essere assimilate. Il dvd ripropone la versione integrale del film.

Cotola 19/12/07 00:14 - 9043 commenti

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Meraviglioso film caratterizzato da una forte tensione lirica e da un bello stile visionario, in cui il genere fantascientifico è un pretesto che serve a Tarkovskij per analizzare, da un punto di vista filosofico, temi quali quello del desiderio e la parte oscura che alberga in ogni essere umano. Nonostante una certa ermeticità di significato ed i ritmi molto dilatati, il film avvolge lo spettatore in un clima etereo e misterioso. Come per altri film del maestro russo va detto che non è un’opera per tutti i gusti.

Pigro 4/05/09 10:27 - 9666 commenti

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In una stazione terrestre su un altro pianeta le immagini della memoria prendono forma concreta: inutile andare altrove perché l'uomo non sfugge al proprio sé. Il film non funziona, non tanto per un immaginario fantascientifico da anni 50 (ma siamo nei 70!), tecniche amatoriali, lungaggini retoriche e recitazione inadeguata (terribile il protagonista), ma perché accenna solo verbalmente a temi sublimi senza affrontarli mai davvero filmicamene (la vita, l'amore, l'umanità, il tempo...). Va visto in versione originale con sottotitoli.

Lucius 31/12/09 20:52 - 3015 commenti

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Un capolavoro assoluto, un film di fantascienza che travalica il genere, dello stesso livello cinematografico di 2001 Odissea nello spazio, se non addirittura superiore, visionario e diretto superlativamente. Le immagini e in genere tutto il girato colpiscono per la maestria con cui sono state realizzate. Le atmosfere misteriose (le stesse di 2001) rendono l'opera ancora più spettacolare. Impressionante.

Aal 16/08/09 17:15 - 321 commenti

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La fantascienza al suo apice. Tarkovskij va oltre Kubrick e fa ancora di più dello spazio un luogo interiore. L'oceano senziente del pianeta Solaris entra in contatto con la mente degli astronauti presenti sulla stazione orbitante e ne sonda i recessi, materializzandone in forme concrete i desideri, i sogni e gli incubi. La fantascienza diventa filosofia e poesia allo stesso tempo. Il film lascia senza parole per la sua struggente bellezza: inarrivabile.

Matalo! 26/11/09 19:19 - 1378 commenti

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Ingiusto paragone con 2001: Tarkovskii non reinventa il genere ma manipola il bel romanzo di Lem per parlare la lingua dell'umanesimo. Se l'uomo ritrova se stesso ritrova un'isola di coscienza. Il rapporto con la natura, la scienza che non prevarica la spiritualità. Girato in pochi ambienti e, nell'edizione integrale, in Giappone (dimodochè la troupe potesse uscire dal paese e aggirare le maglie sovietiche) ha avuto vita travagliata ma anche nella esecrabile versione mutilata manteneva un fascino e un uso dei tempi mirabile.
MEMORABILE: Fu riadattato da Dacia Maraini che donò voci dialettali agli interpreti (uno è doppiato da Pasolini): Tarkovskii, che sapeva l'italiano si incazzò.

Zaratozom 24/07/16 20:58 - 63 commenti

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La sciocca promozione italiana del film ("la risposta sovietica a 2001"), l’oltraggioso doppiaggio condito da accenti dialettali lombardo-friulani imbastito da Dacia Maraini e la mutilazione di quaranta minuti di girato avrebbero sancito la fine di qualsiasi pellicola, ma questo è un capolavoro di inarrivabile lirismo e profonda spiritualità. Si parte da Lem per arrivare ben oltre Clarke. La bellezza interiore supera il fascino delle galassie. Gli affetti e l’amore muovono gli astri e senza scomodare la cosmogonia o la teologia. Una meraviglia.
MEMORABILE: La sequenza finale, da Divina Commedia del cinema.

Capannelle 17/08/10 10:08 - 4411 commenti

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Le (mie) certezze: è un film che necessita del "libretto" per essere apprezzato. Non è infatti di facile fruizione, molto dilatato ma nemmeno il classico mattone vuoto perché Tarkovski sa costruire l'atmosfera. Il doppiaggio italiano curato dalla Maraini è da denuncia penale. Gli attori sono disadorni e spaesati: questo è sì funzionale per la narrazione ma quel Kelvin mi ricorda troppo Fantozzi. Le non certezze? Beh, l'intero film è una metafora sul reale/non reale e su come affrontiamo l'ignoto. Tre pallini, grazie/nonostante la Maraini.

Daleks 3/03/11 00:19 - 4 commenti

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Come sempre Tarkovskij ci affascina con questo suo mondo in bilico tra realtà e fantasia. Il film racconta il viaggio dell'uomo tra le certezze della vita terrena e i suoi simboli, verso l'ignoto che sta nel profondo delle nostre menti. Affascinante la recitazione degli attori con i loro sguardi che cercando conforto in ciò che ci circonda nel reale nulla possono contro le creazioni e i desideri del nostro cervello che è qui rappresentato dall'oceano di Solaris. Per meglio comprendere credo che una visione del film solitaria sia consigliabile.

Mickes2 3/02/12 18:19 - 1670 commenti

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Affascinante. Tarkovskij riesce ad avvolgere lo spettatore in riflessioni filosofiche sull’essere umano, il senso della vita, i ricordi e il tempo passato, la memoria che riaffiora e si concretizza in sentimenti profondi e prettamente umanistici. L’amore che travalica la scienza, i rapporti interpersonali che possono oltrepassare gli ostacoli più difficili. Ostico a tratti e più o meno complesso nel suo insieme, ma fortissimo nella sua espressività lirica e simbolica e arricchito da un intimismo che raggiunge vette di notevole intensità.

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Puppigallo 4/08/12 15:31 - 5275 commenti

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A volte è meglio crogiolarsi al caldo e accogliente fuoco di un'illusione, che vivere nella realtà. Ma le fiamme ti possono avviluppare; e a quel punto non si ha più scelta. E' questo il problema del protagonista, che purtroppo assomiglia a un ipotetico fratellastro di Villaggio. Detto ciò, la pellicola, soprattutto quando entra in gioco l'oceano, è affascinante. Per certi versi può ricordare i mostri dell'Id del Pianeta proibito, anche se il meccanismo è differente. Meno coinvolgente e evocativo di Stalker (dell'inizio colpisce solo la descrizione del volo sull'oceano), ma merita la visione.
MEMORABILE: La nebbia dell'oceano descritta come "sospensione appiccicosa di tipo colloidale", mentre la superficie si trasforma in sciroppo di zucchero bruciato

Hackett 11/11/12 18:45 - 1867 commenti

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Solaris è un fantastico viaggio che dallo spazio sconfinato trasmigra nell'infinito profondo dell'animo umano. Tarkovskij, con il suo consueto incedere lento, monolitico e visionario esplora la complessità delle relazioni personali e il loro confrontarsi con l'incertezza della condizione umana. Inno all'amore e a quel bisogno di essere amati che vince ogni scientifica e ottusa voglia di analizzare con razionalità ció che ci circonda. Da vedere assolutamente in edizione integrale. Toccante e profondo.

Furetto60 2/12/14 09:43 - 1194 commenti

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FS di non facile commestibilità: tempi lenti, assenza di azione, mdp che spesso si fissa su particolari insignificanti e incomprensibili (l’orecchio del protagonista!). Si basa sull’atmosfera creata e dialoghi che però non lasciano tracce significative; colpisce più che altro la cura dell’ambientazion,e che rende bene il senso di degrado e abbandono imperanti. Meglio il secondo tempo, con la presenza della copia fantasma di Hari, che un minimo di “friccicore” l’apporta. Comunque nel complesso definirlo capolavoro mi sembrerebbe coraggioso.
MEMORABILE: L’inguardabile canottiera a rete di Klein.

Rufus68 1/05/17 18:10 - 3842 commenti

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I simbolismi e gli interrogativi sollecitati sono così numerosi che si ha l'impressione che Solaris racchiuda non altre opere, ma interi mondi. Il rimorso perenne compagno, la poesia come canto dell'amore perduto, la coscienza generatrice di mostri (e l'incoscienza e il sonno quali medicamenti), i limiti della razionalità, la natura e l'infanzia quali piccole patrie a cui ritornare e che, forse, non sono che un'isola nel grembo di Dio. Difficile (e inutile) districare il groviglio. Doveroso soggiacervi.

Paulaster 24/07/17 11:45 - 4419 commenti

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In una malmessa stazione orbitante russa si materializzano davanti agli astronauti persone legate ai loro ricordi. Tarkovsky toglie ogni fascino del cosmo e pone i singoli di fronte a loro stessi: l’essenziale è capire le leggi di natura, inutile cercare altre forme di vita. Utilizzo dei suoni per regolare lo scorrere dei sentimenti all’interno della base, il film è scarno ma preciso nel dimostrare la piccolezza umana. Conclusione simbolica con l’acqua sempre presente come marchio di fabbrica del regista.

Ganimede 19/07/18 23:01 - 2 commenti

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Oltre che un film sensazionale è un'incommensurabile opera filosofica e umana su ciò che l'uomo pretende da sé e sui limiti in esso insiti, da cui non può prescindere; su quanto, necessitando e affascinandosi dell'ignoto, l'uomo si senta richiamare dal luogo e dagli affetti che ha lasciato dietro sé e che un giorno considerò non importanti.
MEMORABILE: Noi non vogliamo affatto conquistare il cosmo. Noi vogliamo allargare la terra alle sue dimensioni.

Myvincent 18/03/19 07:34 - 3741 commenti

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Un mare cosmico, ribollente, spiraliforme, gassoso e liquido, restituisce ai comuni mortali le anime di volti e corpi che furono, creando negli uomini stessi nuovi interrogativi circa l'aldilà e l'immortalità. Tarkovsky, al solito, porta sullo schermo tematiche senza tempo, invitando ciascuno di noi a guardarci internamente, un po' come si fa con la lettura di un salmo o il pensiero di un filosofo. A tratti fermo, invita continuamente alla riflessione e all'estasi spirituale.

Enzus79 24/11/19 21:48 - 2896 commenti

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"La risposta sovietica all'americano 2001 Odissea nello spazio", recita la locandina di Solaris: risposta di tutto rispetto, va aggiunto. Tratto dal capolavoro di Stanislav Lem, il film mescola fantascienza e filosofia con sfumature romantiche e gotiche. Visionario (come 2001) e zeppo di dialoghi che pongono l'interrogativo su come l'uomo possa vivere con i suoi simili. Regia a dir poco perfetta.
MEMORABILE: Il finale visionario e cupo.

Aco 14/01/20 13:13 - 215 commenti

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Tre scienziati vorrebbero studiare il pianeta Solaris, che invece li trasforma in cavie analizzando la loro mente e materializzando i sogni più reconditi. Kris Kelvin sarà l’unico che saprà accettare la sua manifestazione, la moglie morta anni prima, una situazione che spingerà i tre a interrogarsi su cosa caratterizzi un essere umano (Amore? Empatia?), fino a prendere atto dei propri limiti e dell’incapacità di comprendere altre civiltà, perché prima di viaggiare nello spazio l’uomo dovrebbe viaggiare dentro di sé, esplorare i propri pensieri più profondi e inconfessabili.
MEMORABILE: "Perché andiamo a esplorare l’Universo quando non sappiamo nulla di noi stessi?".

Bubobubo 19/07/20 01:39 - 1847 commenti

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Per mantenere intatte le verità fondamentali dell'essere umano, asserisce il protagonista nel finale, sono necessari i grandi segreti della vita, della morte, dell'amore. È tutto qui (si fa per dire) il peso e il senso dell'incursione tarkovskijana nella fantascienza d'autore: i limiti della conoscenza, l'impossibilità di un umanesimo universale, la morale e il progresso tecnologico, la memoria e la famiglia: tutto è legato in una narrazione che si fa a tratti sfuggente, priva della pregnanza di Stalker. Attenzione ai dialoghi italiani: spesso stravolgono arbitrariamente l'originale.
MEMORABILE: L'allucinato racconto di Berton; Viaggio per autostrade avveniristiche; L'apparizione della madre; Il beffardo finale.

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Magi94 22/11/20 22:15 - 952 commenti

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Arduo azzardare un giudizio, soprattutto con il libro come metro di paragone. L'impressione è di un'opera importante, ma che non raggiunge la forza e la profondità del magnifico Stalker. La lunghissima parte introduttiva pare onestamente un po' ridondante (interminabile la sequenza su strada), così come i primi passi nella stazione spaziale non hanno l'incisività del romanzo. La magia prende invece piede nella terza e ultima parte, con un paio di guizzi registici immortali fino ad arrivare a un finale da storia del cinema. Convincenti gli attori, tranne il protagonista!
MEMORABILE: La camminata con il bagliore accecante intermittente; Il finale da brividi.

Nosferatu 27/07/23 23:20 - 5 commenti

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Grande opera di Tarkovsky. Il ritmo è lento ma il film non annoia, tanto che alla fine spiace termini, nonostante le due ore e più di durata. La fantascienza è un pretesto per un'ampia riflessione sul senso dell'esistenza, attraverso il ricordo e il rimpianto: non si può tornare ad amare chi si è lasciato andare. L'immota, glaciale fissità della colonna sonora sospende lo spettatore in un clima visionario. Le pause ed i silenzi rendono intima la riflessione: solo qualcosa che va oltre questa vita può riempire l'uomo. Ne facessero ancora di film così.
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  • Homevideo Caesars • 5/11/13 15:15
    Scrivano - 16811 interventi
    Sempre per General Video dovrebbe uscire il blu-ray (versione rimasterizzata). (fonte: Il tempo del video)
  • Homevideo Poppo • 6/06/16 23:52
    Galoppino - 465 interventi
    Ieri sera ho rivisto il film in bluray: non avevo che una copia in vhs da tv (fuoriorario) e la videocassetta originale italiana (quella con i tagli e l'intervista a Dacia Maraini), quindi la qualità per me è ora eccellente. Ma chi possiede il dvd originale e il bluray può dirci delle eventuali differenze. C'è l'intro di Ghezzi (la stessa di fuoriorario) come bonus e null'altro.

    Ogni tanto l'impressione è che la traccia audio vada fuori sincrono con il video... da rivedere nelle varie opzioni/audio; anche se l'italiano ha dei tratti surreali (doppiaggio), è sicuramente interessante per capire la quantità smisurata di tagli della versione italiana.

    Mi pare di aver letto che i sottotitoli siano stati rieditati. Possibile?
    Ultima modifica: 6/06/16 23:54 da Poppo
  • Discussione Poppo • 7/06/16 00:00
    Galoppino - 465 interventi
    CAPOLAVORO ASSOLUTO. Cinque Stelle.
  • Discussione Caesars • 22/07/16 11:09
    Scrivano - 16811 interventi
    In teoria anche al film di Tarkovsky andrebbe messa la "R" di remake, in quanto nel 1968 fu fatto un film per la televisione russa tratto dal romanzo di Lem

    http://italian.imdb.com/title/tt1808482/?ref_=nm_flmg_wr_24
  • Discussione Zender • 22/07/16 14:34
    Capo scrivano - 47787 interventi
    Oddio, è vero. Anche se per una cosa così minima, che avran visto in sei e credo nessuno oltre i confini russi non so se valga la pena...
  • Discussione Caesars • 22/07/16 14:45
    Scrivano - 16811 interventi
    Beh, sul fatto che l'abbiano visto in sei penso che tu abbia pienamente ragione. Però c'è un settimo (e anche fuori confini russi) che sta pensando di vederlo:io (ovviamente con sottotitoli inglesi, non solo lingua russa). Chissà quando, ma prima o poi spero di riuscirci.
  • Discussione Zender • 22/07/16 15:01
    Capo scrivano - 47787 interventi
    Se riuscirai a vederlo metteremo certamente il simbolo, caro numero 7 :)
  • Homevideo Noncha17 • 5/10/16 19:33
    Magazziniere - 1068 interventi
    DVD

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    P.P.S.: Ovviamente, la durata del film è diversa: il DVD va 'solo' più velocemente!
    Ultima modifica: 6/10/16 13:40 da Noncha17
  • Homevideo Noncha17 • 5/10/16 20:02
    Magazziniere - 1068 interventi
    Poppo ebbe a dire:
    Ogni tanto l'impressione è che la traccia audio vada fuori sincrono con il video...
    Sì, il labiale sembra in ritardo!


    Poppo ebbe a dire:
    Mi pare di aver letto che i sottotitoli siano stati rieditati. Possibile?
    A me, paiono identici..


    Comunque, se vuoi ulteriori delucidazioni: AV MAGAZINE
    Ultima modifica: 6/10/16 13:37 da Noncha17
  • Curiosità Zender • 24/05/19 19:31
    Capo scrivano - 47787 interventi
    Dalla collezione "Sorprese d'epoca Zender" il flano del film: