Figli di un Dio minore - Film (1986)

Figli di un Dio minore
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Titolo originale: Children of a Lesser God
Anno: 1986
Genere: drammatico (colore)
Note: Premio Oscar per Marlee Matlin
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TITOLO INSERITO IL GIORNO 26/01/08 DAL BENEMERITO GALBO
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Galbo 26/01/08 12:20 - 12372 commenti

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Storia d'amore ostacolata e sofferta tra una ragazza sordomuta e un insegnante anticonformista, Figli di un Dio minore è il primo film della regista Randa Haines che esordisce con una storia che parla di difficoltà fisiche che diventano ostacoli psicologici a una vita pienamente realizzata. Girato su una buona sceneggiatura, forse un po' "furba" nello sfruttare artisticamente l'handicap, il film è ben girato (alcune scene sono molto emozionanti) e si avvale delle belle interpretazioni di William Hurt e di Marlee Matlin.

Cotola 22/08/09 23:53 - 8998 commenti

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Opera prima di Randa Haines che vorrebbe essere impegnata e forse ambiziosa, ma che in realtà non è né più né meno che una semplice love story. Delle difficoltà della protagonista ben poco si dice e lo si dice in modo poco originale. Come spesso accade per questo tipo di film è sempre difficile stabilire dove finisca la sincerità ed inizi la furbizia. Bravi gli attori (lei, realmente sordomuta, ha vinto l’oscar). Risultato accettabile.

Daniela 10/04/11 09:24 - 12606 commenti

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Insegnante di un istituto per ragazzi sordi, conosce una inserviente con la stessa disabilità, che nasconde la propria fragilità dietro modi scostanti, ma lui saprà far breccia nel suo cuore... Gran bel titolo per una storia d'amore tutto sommato piuttosto convenzionale, più abile che ispirata. Bella e convincente Matlin, mentre il pur bravo Hurt è costretto a recitare anche tutte le battute mimate di lei, certo a beneficio di noi spettatori, ma con un effetto che toglie naturalezza al loro rapporto e ne fa un film anche troppo "parlato"

Mushroom 8/06/12 17:46 - 36 commenti

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William Hurt, dopo l'Oscar per Il bacio della donna ragno, ritorna in gran forma. Il cast di tutto rispetto riesce a far passare le due ore, che secondo me in questo caso sono troppe, come se niente fosse. Un po' melenso in alcune parti, commovente in altre, ma mai cadendo nel banale. Marlee Matlin, che ha vinto un oscar per la parte, recita in modo magistrale attraverso il linguaggio dei segni: si potrebbe capire benissimo anche senza il doppiaggio di Hurt. Il titolo è geniale, ma purtroppo il film non è all'altezza.

Nando 25/12/13 16:37 - 3806 commenti

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Un'interessante storia d'amore e comprensione tra un giovane docente e una ragazza sordomuta. I due protagonisti offrono una valida interpretazione con la Matlin sorprendentemente espressiva. Il messaggio è utile soprattutto per capire il problema dell'handicap e delle sue sfaccettature.

Paulaster 24/02/14 10:43 - 4375 commenti

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Il tema del polpettone amoroso trova nuova emotività nel campo ostico delle malformazioni congenite. Qualche pesantezza di rappresentazione dovuta a un contradditorio monco, a volte retorico, inframezzato con inserti musicali efficaci. La Matlin ha grinta e una bellezza spigolosa da contrapporre all'edonismo fastidioso di Hurt, beneficiati dalla liason avuta fuori dal set. La sceneggiatura delinea in modo elementare le fasi tipiche dell'incontro: scontato all'inizio ed enfatico in chiusura senza particolari idee.
MEMORABILE: La Matlin che balla; L'esibizione degli studenti.

Redeyes 26/03/19 12:28 - 2442 commenti

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Per dare nuova linfa al pluri-replicato gioco dell'amore "difficile" si finisce per ambientare la nostra liason in una struttura per sordomuti. Per quanto questo possa far pensare a una furbata, un po' come il titolo, si bilancia bene l'aspetto romantico con una delicatezza nel trattare il tema assolutamente lodevole. In questo senso Hurt è fin troppo eccellente come insegnante, pur senza risultare farlocco. Certo niente di nuovo ci dice, poco ci emoziona, ma si lascia guardare.

Noodles 20/02/20 16:08 - 2196 commenti

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Sommariamente quasi un buon film, permeato di grande lirismo. Ma è proprio quest'ultimo la sua arma a doppio taglio, perché appare a volte fuori luogo in una pellicola comunque tendenzialmente scontata, in cui accadono ben poche cose sorprendenti. Di storie d'amore difficili il cinema è pieno. Questa è impreziosita dalla straordinaria prova di Marlee Matlin, sorda anche nella realtà. Discreto, ma come detto l'alone poetico lo rovina un po'.

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  • Musiche Samuel1979 • 18/10/14 00:10
    Addetto riparazione hardware - 4153 interventi
    Nella scena del ballo fra William Hurt e Marlee Matlin c'è la meravigliosa "I've Been Loving You Too Long" di Otis Redding
  • Musiche Michdasv • 2/12/21 09:39
    Galoppino - 285 interventi
    Nella famosa scena dello "spettacolo di fine anno per i genitori", il gruppo di ragazzi sordomuti si esibiscono in un pezzo "cantato e ballato", suscitando stupore nei famigliari che credevano che non udissero nessun suono (mente invece odono ritmo a sufficienza per ballare a tempo) e che non potessero esprimersi (mentre, tra playback e linguaggio dei gesti, possono esibirsi almeno tanto quanto la maggior parte delle legnose popstar americane).
     La ragazza che si esibisce come solista è Lydia/Allison Gompf. Tutti e cinque soffrivano di vera sordità nella vita reale, sia pure a livelli differenti.
    La canzone era stata composta appositamente per questa scena da Michael Convertino, spesso sotto contratto anche in  parecchi altri film: si intitola "Boomerang" anche se più spesso citata come "Ba-boom-a-rang-rang" che è il modo  in cui viene pronunciato in scena. Si tratta di una musica molto ritmata proprio per essere agevole ai sordomuti, vagamente simile a un successo dell'anno precedente, "Freeway of Love" di Aretha Franklin (1985).

    Dalle sequenze di "ballo" (volutamente legnose e sgraziate, come si addice a un gruppo di giovani che "non" sono abituati a esibirsi) appare chiaro che la coreografia prevedeva la presenza di una terza ragazza, ossia la studentessa interpretata da Marlee Matlin - evidente, soprattutto, quando a fine canzone i cinque sul palco accennano a un brevissimo passo a coppie in stile country, ma ci sono solo due fanciulle di fronte a tre ragazzi.
    La maglietta indossata indica il nome del gruppo "the No-tones", parodiando tanti nomi di gruppi anni Settanta.

    In un'altra scena, l'aria di musica classica che William Hurt fa "ascoltare a una persona sorda" (sic!) è nientemeno che il Secondo Movimento "Largo ma non tanto" del Doppio Concerto in Re Minore per violini di J.S. Bach.