Canonico thriller paratelevisivo (a giudicare dalla quantità di scene d'interni e dalla fotografia) che affronta per l'ennesima volta il tema dello stalking ai danni di un noto personaggio pubblico. In questo caso la vittima è Lindsay Roland (Reed), psicologa che conduce una seguita trasmissione in radio. Beth (Nelson), prototipo di donna frustrata, crede di trovare in lei la persona che può aiutarla a ribellarsi da una condizione disagiata sia al lavoro (è commessa in una drogheria) che a casa, dove la madre malata la tratta senza rispetto alcuno. Grazie alle belle parole di conforto di Lindsay, Beth decide che è arrivato il momento di ribellarsi e di avvicinarsi quanto possibile proprio a lei,...Leggi tutto la donna che vede come amica ideale. Così, dopo aver lasciato morire soffocata mamma, che le chiedeva le medicine per respirare, Beth cerca di farsi assumere come centralinista della psicologa, posto che ottiene dopo aver investito brutalmente con l'auto una delle due ragazze che lì lavoravano. E' solo il primo di una serie di omicidi compiuti con l'idea di avere l'amicizia di Lindsay: chi si frappone alla loro "amicizia" va eliminato, nei pensieri folli di Beth. E così si procede, seguendo uno schema come detto assai abusato nel thriller, in cui la tensione viene generata automaticamente nel momento che si capisce quando il killer ha bisogno di eliminare qualcuno per poter perseguire impunemente il proprio obiettivo. In questi casi, in cui spesso sono le donne al centro dell'intreccio, a dare forza ai film sono le interpretazioni. Se la Reed è disegnata rispettando la caratterizzazione più tradizionale della donna impaurita ma solo progressivamente a conoscenza di quello che sta accadendo, la parte del leone spetta a Tracy Nelson, che il ruolo lo interpreta con il giusto grado di ferocia alternata alla lunarità tipica degli psicopatici. Il gioco però è sempre lo stesso e non si distingue rispetto a quanto già visto nel campo. La differenza la marca semmai l'ultima parte, con una fuga inattesa e un'avventura on the road in cui finalmente si prova a variare sul tema e si può lasciare più spazio alle mattane di Beth; che fin lì si limitava a veder comparire la madre morta, a contenersi e a rendersi servizievole salvo poi dare di matto all'improvviso. La tensione fatica a montare, la confezione è piuttosto povera e la sceneggiatura trova giusto qualche accenno ironico di tanto in tanto, limitandosi per il resto a seguire un canovaccio privo di grandi slanci, nemmeno nella furia di Beth. La quale comunque si cala discertamente nel ruolo riuscendo a rendere seguibile il tutto.
Una delle migliori dark lady in assoluto questa Tracy Nelson, che penetra inesorabilmente nella vita di una conduttrice di una trasmissione radiofonica molto seguita. Oltre a essere, al contrario, di una bellezza quasi angelica, è abile nell'equilibrare la lucida follia ai suoi impulsi e alla visioni delle vittime dei suoi misfatti; non si ferma di fronte a nessun ostacolo e colpisce le sue prede nel punto più vulnerabile condendo il tutto con l'ironia più sprezzante. Un film molto sadico, ma per niente scomposto o gratuito: tutto ha un suo senso compiuto.
MEMORABILE: "Che sete, ho la gola secca"; "Quanto è buona la ciambella con le noccioline su"; "Non fare la valigia, non serve all'inferno".
Un’affermata psicologa che cura una rubrica radiofonica si trova a dover fare i conti con un’ammiratrice la cui sanità mentale è compromessa. Thriller novantiano il cui principale pregio è riconducibile a Tracy Nelson, davvero brava nel ruolo della psicotica. La storia non è delle più innovative mentre gli sviluppi sono ampiamente prevedibili, ma il film ha ritmo e una tensione che cresce esponenzialmente fino al classico scontro tra vittima e carnefice. Niente di particolarmente rilevante, ma i fan di questo genere potrebbero gradire.
Discreto, ma è davvero troppo simile (sia nella trama, sia nel modus operandi della psicotica protagonista) al film dello stesso regista e dello stesso anno La collezionista di corpi. Bravissima l'attrice principale Tracy Nelson, molto calata nel ruolo della donna disturbata che vuole ottenere a modo suo la "amicizia". Fotografia e location scialbe, come è logico sia in una produzione televisiva. Poco originale.
Della serie psicopatici in the U.S.A., un thrillerino televisivo, in cui una donna disturbata mentalmente viene ammaliata dalla voce e dai consigli di una psicoterapeuta radiofonica. Introspezione psicologica e sociologica assenti, vivacità nello scorrimento narrativo pari a zero; solo un'inanellarsi di smorfie della protagonista, tutte uguali fra di loro. Piatto e naturalmente prevedibile, annoia anche per la scialba fotografia da telefilm.
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