Hereditary: Le radici del male - Film (2018)

Hereditary: Le radici del male
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Perfettamente inserito nella linea degli horror moderni (quella a cui James Wan ha saputo dare forma estetica ben precisa), HEREDITARY cerca di aggiungere qualcosa in più che possa nobilitare la formula uscendo dal solito gioco di apparizioni/sparizioni ectoplasmatiche che conducono progressivamente chi le osserva sull'orlo della pazzia. Così si riaggancia a complotti polanskiani vecchio stile e fa morire già in apertura quella che sembra di fatto la capostipite di una famiglia dai molti segreti. Ci verranno svelati, nel corso del film? Sì, ma solo marginalmente, perché poi a ben vedere tutto sa molto di facile pretesto...Leggi tutto per mettere in scena la consueta sarabanda di orrori condita da ottima suspense ed effetti speciali funzionali. Dopo il funerale dell'anziana donna, ad ogni modo, ciò che dà davvero il via all'inevitabile circo degli orrori è la morte della figlia adolescente (Shapiro), che dopo aver fortemente segnato le prime fasi con una presenza di grande magnetismo, perde la testa contro un palo (l'aveva sporta dal finestrino nel momento sbagliato) mentre è di ritorno in auto con suo fratello da una festa (incidente causato dal 482° cervo che in un horror zompa sulla strada a sorpresa). Qui l'impatto su madre (Collette) e fratello (Wolff) è devastante. Solo il padre (Byrne) sembra salvarsi da suoni sinistri (il caratteristico schiocco con la lingua della piccola) e fantasmi assortiti, tirato in mezzo suo malgrado e unico rimasto... ehm, colla testa sulle spalle (passa tutto il tempo a dire "Cara ti prego, cara ti pare il caso, cara non insistere..."). E' l'elemento razionale in un universo che tende sempre più a spalancarsi su una dimensione onirica all'interno della quale il regista Ari Aster (al suo esordio nel lungometraggio) mostra qualità straordinarie nel saper alzare la tensione a livelli altissimi (azzerando spesso le musiche) e nel giocare con fiochissime luci in condizioni di semioscurità (eccellenti certe “apparizioni” nascoste nella penombra); a dimostrazione comunque della precisa volontà di muoversi in ambiti horror assai tipici e legati alla rappresentazione cui il genere negli ultimi anni ci ha abituato. E' evidente infatti come tutto ciò che prenderà spazio nell'ultimo quarto d'ora rappresenti più che altro una coda (posticcia) necessaria a trovare uno sbocco per i pochi elementi inseriti precedentemente nella storia, che invece pareva più interessata a fondere nella complessa messa in scena le suggestive miniature di case e figure alle quali la madre lavora fin dall'inizio. Si punta insomma più alla qualità tecnica che alla storia, tanto che il finale – dove tutto tende a una sua logica, per quanto surreale - rischia di scadere più volte nel ridicolo intaccando raffinatezza e ambizioni, rese palesi anche dalla scelta di ritmi ampiamente più lenti della media nella gestione di ogni sequenza. La buona recitazione complessiva permette di apprezzare la bontà dell'operazione, assieme alla scelta di effetti talvolta insoliti (i fasci di luce che come colpiscono come laser semi-invisibili) e da valide intuizioni. Un buon esempio di horror d'atmosfera, con qualche momento memorabile che lo nobilita.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 26/07/18 DAL BENEMERITO COTOLA POI DAVINOTTATO IL GIORNO 16/08/18
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Daniela 5/09/18 23:48 - 12606 commenti

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Interessante esordio nel lungometraggio con un horror certo imperfetto, troppo "carico" di temi e suggestioni non sempre ben amalgamati, non esente dal ridicolo involontario, ma anche non banale o fotocopiativo, visivamente ricco di sequenze d'impatto, ben recitato da tutti (a parte Byrne che sembra sedato). Più riuscita la prima parte introspettiva, con una famigliola dilaniata da segreti e sensi di colpa, più caotico il seguito dominato dal soprannaturale, culminante in un epilogo che può lasciare perplessi ma ha un suo fascino visivo.
MEMORABILE: L'incidente in auto e la scoperta la mattina successiva, narrata con inquadratura fissa sul volto del fratello; Lo schiocco della lingua

Ryo 30/07/18 19:09 - 2169 commenti

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Ogni tanto qualcuno riesce a girare un horror come si deve, fuori da ogni struttura collaudata. Assenza totale di banalità scontate e di odiosi jumpscare e una regia che cerca di scavare nella psicologia dei personaggi (dando molto spazio ai silenzi) piuttosto che a scene d'azione o splatter gratuito. Dall'inizio alla fine si assiste a una sorta di incubo da cui non ci si può svegliare e le eccezionali prove del cast (ad eccezione di Byrne, poco ispirato) lasciano il segno, incutendo maggior timore nelle, già forti, scene.
MEMORABILE: L'incidente di Charlie; L'alternarsi del giorno e la notte in un frame; I modellini inquietanti di scene raccapriccianti.

Cotola 26/07/18 10:32 - 8998 commenti

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Un'occasione persa: quella di creare un grande horror. Ed è un peccato perché la qualità c'è e si vede. Dopo una prima parte da dramma psicologico che inizia a gettare qualche seme di inquietudine, l'orrore esplode (anche troppo) nella seconda. E così viene mostrato tutto ciò che fino ad allora era stato solo suggerito o evocato. Un male: nì. Perché forse nei minuti finali si eccede un po' con effetti di (quasi) ridicolo. Ma il neo principale è una sceneggiatura che mette troppa carne al fuoco pur prendendosi, senza riuscirci sempre, tutto il tempo per districare i vari nodi narrativi.
MEMORABILE: Lo schiocco con la bocca della sorellina.

Digital 31/07/18 10:52 - 1257 commenti

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Diretto maestosamente da un esordiente dal brillante futuro (almeno si spera) che pronti via ti tira fuori dal cilindro un horror di assoluto valore. Formalmente inappuntabile, con una fotografia di abbacinante bellezza e movimenti di macchina non banali. Forse gli si può imputare un ritmo che talvolta tende a rallentare un po’ troppo, ma è un “difetto” del tutto perdonabile a fronte di un finale realmente disturbante, foriero di brividi. Plauso anche per il cast con una Collette da Oscar, un sempre bravo Byrne e un’inquietante Shapiro. Ottimo!

Mtine 2/08/18 09:26 - 224 commenti

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Dopo aver preso atto che il repertorio horror fatto di streghe, demoni, medium e quant'altro è già stato usato e abusato, l'esordiente Aster sceglie di mettere un po' tutto nel calderone e di provare a superarlo. Ne esce un horror atipico soprattutto nella prima parte (che si basa sul non detto e sul non visto), forse la meno efficace ma anche la più raffinata. Nella seconda, quando viene svelato l'arcano, Hereditary perde un po' della sua magia a vantaggio del ritmo, ma è comunque curato e riuscito. Dice poco ma lo dice bene.
MEMORABILE: Le "lucette" e lo schiocco: la prova che per inquietare basta poco.

Corinne 3/08/18 11:15 - 420 commenti

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Un horror inquietante, cupo, claustrofobico, un crescendo inesorabile di eventi che non lascia scampo. Aster maneggia tematiche classiche del genere senza risultare derivativo, dando l'impressione di assistere a qualcosa di totalmente nuovo. Ogni dialogo, ogni scena, ogni dettaglio ha il suo perché, tessere di un puzzle da ricostruire insieme ai protagonisti. Fin dai primi minuti si percepisce un senso di tragedia imminente e quando sembra di essere arrivati all'apice si riparte, fino a un finale di forte impatto visivo.
MEMORABILE: L'incidente e i minuti successivi; La decapitazione col fil di ferro (quel rumore...!); "cluck!"; Nella casetta sull'albero.

Bubobubo 9/08/18 13:38 - 1847 commenti

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Horror contemporaneo sull'atavica inevitabilità della persistenza del male (da cui il titolo del film). Sviluppo narrativo suddiviso in due tronconi: nella prima metà, ottima, il dramma della famiglia protagonista esplode in tutta la sua virulenza e intacca quei rapporti di sangue che, nel ribaltamento horror della seconda metà, motivano alcune suggestioni paranormali sparsamente presentate in precedenza. Disomogeneo, ma con delle buone intuizioni e alcuni attori (Milly Shapiro su tutti) decisamente in parte. Ottima la O.S.T. di Colin Stetson.
MEMORABILE: La prima seduta spiritica con Joan.

Rambo90 21/08/18 01:41 - 7661 commenti

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Dopo una lunghissima (anche troppo) parte in cui si presentano i personaggi e le loro beghe familiari e in cui il film sembra alquanto originale seppur lento, il regista scopre piano le carte lanciandosi nell'abusatissimo filone di streghe e riti demoniaci (con saccheggi da The wicker man). Tutto prevedibile, ogni svolta è telefonata e negli ultimi venti minuti si assiste a una moltitudine di colpi bassi che invece di spaventare muovono al ridicolo involontario (tante risate in sala). Certo bella confezione, brava la Collette, ma è routine.

Cinecologo 28/08/18 12:18 - 51 commenti

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Se discrete sono idea e atmosfere, risulta comunque difficile commentare un film così pieno di contraddizioni: una buona prova attoriale della Collette viene inficiata da un Byrne che quando è al massimo dell'espressività si direbbe in stato catatonico; alcune scelte di regia azzeccate, inficiate da parecchie involontariamente ridicole - su tutte la scena finale (che non capisci se ti prendono per il culo o cosa). Grazie, se non altro, per avermi riportato agli anni della mia gioventù, ricordandomi la pubblicità "stappa un Crodino... POP!"

Rufus68 29/08/18 21:33 - 3819 commenti

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Più depressivo che perturbante nella prima parte dove si tenta il ritratto di famiglia da un interno; platealmente american horror la seconda quando il regista getta tutto l'arsenale a disposizione nella mischia (e qualche cartuccia spara a salve: vedi le morti dei protagonisti). Lo svolgimento non è del tutto perspicuo privilegiandosi l'esaltazione di certi risaputi effettacci la cui somma rischia di provocare sazietà. Un gradino sopra la media (infima) del genere, tuttavia. Brava la Collette.

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Friedrich 3/09/18 12:08 - 6 commenti

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Unisce l'atmosfera thriller paranoico-demoniaco alla Polanski - allegoria del male insito nella famiglia, nei rapporti parentali - a un vero e proprio horror "classico" di possessioni e sette sataniche che, pur apparendo criptico e misterioso, in realtà spiega fin eccessivamente e mette troppa carne al fuoco. Un po' sospeso tra questi due poli, il film è visivamente potente ma irrisolto. Resta un ottimo esordio: una regia pulitissima (troppo?) e soprattutto una Collette straordinaria.
MEMORABILE: Il finale, bellissimo.

Herrkinski 9/09/18 17:05 - 8052 commenti

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Se lo stile visivo e alcuni degli elementi soprannaturali richiamano invitabilmente al cinema di Wan (Insidious, L'evocazione), l'altra ispirazione è senza ombra di dubbio Rosemary's baby ma ricorda pure tanti altri film del filone satanico (dal Presagio a Le streghe di Salem). Aster ha comunque dalla sua un gusto macabro notevole, regalando più di un paio di sequenze memorabili, nonché abilità nel costruire tensione e atmosfera; ne risulta un film tetro, deprimente, con alcuni momenti di grande cinema horror. Straordinaria la prova della Collette.
MEMORABILE: L'incidente; L'inquadratura della testa con le formiche; L'auto-decapitazione; Lo sfogo a tavola.

Deepred89 17/09/18 20:44 - 3701 commenti

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Storia di disagio e depressione in cui, per una volta, il lutto ha il sapore misto di orrore, sconcerto e voglia di abbandono che ha nella vita reale. Estetica autoriale ma senza spocchia, grandi interpretazioni, credibilissimi tratteggi dei personaggi, un notevole colpo di scena a mezz'ora dalla fine che devia il film verso l'horror puro. Pur con qualche lentezza e qualche fugace caduta nelle convenzioni horror, un cupissimo viaggio nel vero inferno, che riesce proprio dove Antichrist fallì e spinge ad arrotondare il voto per eccesso.
MEMORABILE: Il volto di Wolff mentre la madre fa la tragica scoperta: l'orrore assoluto, la consapevolezza di aver fatto la più grande ca***ta della propria vita.

Giùan 29/11/18 09:44 - 4528 commenti

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Deludente in egual misura riguardo alle attese suscitate e alla sostanza dell'opera. Aster commette alcuni peccati veniali (certa catatonia della parte introduttiva, il finale che francamente borderlineggia il buffo) e almeno una colpa capitale (l'uscita di scena prematura di Charlie, unico reale elemento perturbante della rappresentazione). L'impressione è quella di un'idea potente malservita da una messinscena che in troppi snodi appare succedanea. Splendida la trovata del plastico proiezione delle tare familiari, metafora d'effetto. Collette invasata.

Kinodrop 10/12/18 19:06 - 2909 commenti

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Una misteriosa e inesplicabile maledizione si perpetua ai danni di una problematica famiglia e di altre vittime in un abusato intruglio di presenze più o meno latenti, pratiche occulte e morti diabolicamente prestabiliti. Un inizio dai piedi di piombo che non lascia intravedere la contorta, sanguinosa e gratuita sequenza di eventi che purtroppo non fanno nè caldo né freddo, anzi in più occasioni si rasenta la comicità, che esplode nella conclusione da saggio di liceo. La Collette sguaiata, sbraitante e sopra le righe, moscissimo e alloppiato Byrne.
MEMORABILE: I modellini della casa, belli ma senza seguito; Il crash in auto; La riunione dei traumatizzati; Neanche il fuoco scuote Byrne; L'autodecapitazione.

Didda23 12/12/18 09:34 - 2424 commenti

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Seppur cadenzata da un ritmo catatonico, la prima parte introduce bene i personaggi ed emerge la non banale vena registica di Aster, che confeziona sequenze dall'indubbio fascino visivo. Poi, non si capisce per quale astrale motivo, tutto inesorabilmente si sfilaccia per sublimarsi (in negativo) in un finale di rarissima bruttura filmica, che sfiora ripetutamente il ridicolo involontario. Una pellicola che crea la sensazione di un'occasione persa, perché il regista i numeri li mostra. Cast sopra la media del genere, con una Collette sugli scudi.
MEMORABILE: L'incidente; La soffitta; In negativo: l'ultima parte che scioglie disastrosamente i nodi narrativi.

Taxius 16/12/18 15:42 - 1656 commenti

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Affasciante opera prima di Ari Aster che mescola abilmente dramma familiare e horror. La prima metà gira intorno a un grave lutto subito da un nucleo familiare, mentre nella seconda si sterza improvvisamente verso l'horror. Il regista è bravo a disorientare lo spettatore e a rendere imprevedibile la trama con un finale davvero originale. Colpisce principalmente la bellissima fotografia, cupa e fredda. L'unico vero punto debole è l'eccessiva lunghezza della prima parte, quella drammatica, che appesantisce un po' tutto il film.

Capannelle 19/12/18 19:56 - 4394 commenti

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Si parte con molta calma e un taglio più psicologico ma tutto il primo tempo appare pesantino e incapace di tradurre gli spunti interessanti (che non mancano) in qualcosa di strutturato. La Colette ci saprebbe fare ma è costretta a molti straordinari sopra le righe, Wolff è abbastanza insulso, Byrne sembra capitato lì per caso. Nella seconda parte ci sono sequenze degne ma anche un epilogo da dimenticare. Aster dimostra qualità registiche ma è meno bravo a plasmare l'insieme e procede troppo per accumulo.

Jdelarge 27/12/18 00:55 - 1000 commenti

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Horror davvero ben girato, che riesce a coinvolgere e a far paura grazie al realismo con cui vengono presentate le scene più dolorose. La fotografia è di gran qualità e offre un contributo essenziale alla buona riuscita. Il finale, tecnicamente, è realizzato con maestria, un po' come tutto il film, anche se si ha l'impressione che siano state scelte troppe strade dal punto di vista della narrazione. In ogni caso il risultato complessivo è di alto livello, così come la prova dell'intero cast di attori.

Schramm 6/01/19 15:21 - 3490 commenti

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Talvolta dare troppo è anche più esiziale del dare troppo poco. Aster predilige riempire ogni pausa dandoci dentro di grancassa non bastassero le rullate H/M di un lutto che scatena fideismi sinistri e superstizioni esoteriche: queste purtroppo diverranno di imbarazzante e ingombrantissima letteralità in una seconda parte che seziona l’arancia in maniera parallela anziché equatorialmente, sabotando la spremuta di scavo psico(pato)logico e ultraterreno, strazio emotivo e pianura pagana, e mandando tutto l’unheimlich dove sappiamo. Peccato, il più letale potenziale psicobellico c'era in pieno.

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Pumpkh75 3/04/19 14:40 - 1736 commenti

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Occultando ohibò la trita e immancabile analisi sociale (la famiglia disgregata ha disgregato ogni tolleranza), a noi un sogno sudaticcio, diabolico e bizzarro: confusi senza meta come ominidi nella relatività di Escher, ci si risveglia storditi dalle immagini furiose e dai déjà vu di un incubo che, in quanto tale, non trova (per fortuna!) logica e completa spiegazione. Ari Aster è un esordiente eppure pare già un veterano con un gusto visivo delizioso. Non andrà sul podio di genere del decennio, ma almeno a punti ci va di certo.

Gabigol 5/04/19 19:39 - 569 commenti

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Dal punto di vista tecnico - regia, musiche - siamo a livelli superlativi (ed è un esordio, chapeau); sotto il profilo meramente narrativo qualcosa scricchiola e l'epilogo non viene supportato adeguatamente dai tanti dettagli sparsi nella storia. Ma non ha importanza: il film, a larghi tratti, terrorizza per la tensione depressiva che detta i tempi e impone silenzi laddove servirebbe il dialogo; la stessa regia costringe lo spettatore a diventare partecipante attivo nel decriptare manifestazioni sovrannaturali e rispettivo significato.
MEMORABILE: La reazione del ragazzo poco dopo l'incidente; Le apparizioni in penombra; La madre sul soffitto (e testate seguenti); Il riflesso sorridente.

Minitina80 10/04/19 17:53 - 2976 commenti

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Per quanto i temi affrontati siano sempre gli stessi, non si può dire che sia il solito horror banale. A fare la differenza sono l’interpretazione della Colette e la qualità della regia. Ari Aster, infatti, riesce a valorizzare benissimo la lentezza e i lunghi silenzi creando una tensione tale da trattenere il respiro. Si intravede l’ombra di Polanski, ma è una questione di approccio perché è stata rielaborata secondo un’estetica personale. L’impressione è che in mano a un altro regista il risultato sarebbe stato di gran lunga inferiore.
MEMORABILE: L’incidente in automobile.

Hackett 12/04/19 14:48 - 1865 commenti

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Un horror particolare e riuscito. Lo si può affermare anche ad alcuni giorni dalla visione perché si tratta di una di quelle pellicole che al primo sguardo spiazzano, magari possono anche non convincere del tutto, ma poi ti entrano dentro e ti fanno pensare, lasciandoti un senso di turbamento. Costruito con ritmo lento, sembra preludere in ogni attimo a un’esplosione che tarda ad arrivare ma poi nel suo insieme mantiene le aspettative in un finale beffardo e inquietante. Visivamente ottimo, recitato alla grande. Richiede più visioni.

Pesten 21/04/19 16:38 - 785 commenti

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Tantissima carne al fuoco per questo film, che butta in un ipotetico calderone fantasmi, possessioni, sedute spiritiche ma anche drammi familiari e problemi di carattere psicologico. L'impianto visivo è molto valido, così come il taglio delle riprese e il montaggio; nonostante l'andamento lento il tutto rimane interessante, oscuro e malsano. La parte finale purtroppo si avvicina troppo agli standard di questi giorni e fa decisamente perdere punti al voto globale, in quanto tende ad appiattire fin troppo l'impianto totale. Un vero peccato.
MEMORABILE: L'incidente con il palo.

Piero68 30/05/19 08:13 - 2955 commenti

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Horror di buona fattura che riesce a mischiare molti sottogeneri senza però far perdere qualità alla narrazione o alla credibilità della pellicola. Parte dal dramma familiare; poi sembra sterzi nel classico ghost-movie salvo arrivare verso la fine scoprendosi un horror classico con punte di possesion. La regia è quasi raffinata e alcune scene verso la fine sono davvero da antologia dell'horror. Forse un eccessivo minutaggio, con qualche scena in cui la regia indugia troppo su volti o azioni ripetute, ma nel complesso è davvero ben fatto
MEMORABILE: La fotografia che cambia le immagini improvvisamente dalla notte al giorno come fossero cartoline; Le acrobazie finali della madre "indemoniata".

Tarabas 31/07/19 15:10 - 1878 commenti

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Comincia abbastanza bene, poi precipita in una voragine (una dodicenne problematica a una festa di liceali in compagnia del fratello maggiore?) e da lì in poi è un saliscendi di cose interessanti (i rapporti interfamiliari) e paccottiglia (mostri e mostriciattoli, satanisti del dopolavoro, bicchieri che si muovono e libri magici ignifughi). Idee ce ne sarebbero, gusto visivo anche, un certo coraggio nei dialoghi (quelli madre-figlio sono molto ben scritti e francamente spaventosi, altro che mostri). Però la noia e il già visto hanno la meglio.

Enzus79 18/08/19 10:56 - 2864 commenti

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Notevole esordio di Ari Aster dietro la macchina da presa. Dirige questo horror che ha tutti i crismi per risultare quasi perfetto: spiriti, case e corpi infestati, morti efferate. Stupisce come l'evolversi della storia non cada nel banale, seppur si resti comunque nel già visto. Toni Collette in gran forma, al contrario di Byrne qui non al meglio.
MEMORABILE: L'incoronazione.

Il ferrini 9/09/19 23:17 - 2337 commenti

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Promette molto (fino all'"incidente" è davvero magistrale) e inevitabilmente non mantiene tutto, ma nell'ambito del suo genere è certamente un buon film. Gli attori sono tutti autori di prove straordinarie, in ispecie il ragazzino (Alex Wolff); lo sarebbe anche il padre (Byrne), ma per apprezzarlo c'è bisogno di guardarsi le scene tagliate. Soluzioni registiche eleganti, morti di grande impatto, molte le somiglianze ma nessuna copiatura. Opera prima interessante, di un regista che confermerà con Midsommar il proprio talento.
MEMORABILE: La "paralisi" di Alex Wolff in auto.

Fromell 23/11/19 23:23 - 77 commenti

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Ari Aster esordisce alla grande con un horror ricco di scene terrificanti e dalla sceneggiatura assai più complessa e stratificata di quanto non appaia a una prima visione. Il film infatti andrebbe rivisto dopo aver ficcato il naso in un buon testo interpretativo che ne svisceri ogni significato simbolico, poiché le metafore e le sfumature allegoriche legate allo satanismo sono molte e seminate con sapienza e culminano in un finale ascetico che per intensità ricorda quello di Rosemary's baby.

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Aal 1/01/20 19:38 - 321 commenti

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Un tentativo riuscito di fare dell'horror d'autore e di staccarsi da soluzioni visive e narrative che per quasi tutta la filmografia contemporanea del genere si aggirano dalle parti del cliché (e quindi della noia). Qui invece l'escalation verso l'orrore prende le mosse dal disagio psichico e dal represso di una famiglia peculiare, con ottime prove di attori (Byrne escluso), per poi sfociare apertamente in un soprannaturale classicamente satanico/demoniaco. Ma ci sono troppa enfasi, qualche lungaggine e un po' di presunzione.

Jandileida 4/02/20 19:37 - 1558 commenti

I gusti di Jandileida

Per chi non fagocita horror non ci sarà il fastidioso intralcio delle varie citazioni sparse a grandi mani un po' per tutta la pellicola. Ci si potrà quindi godere questo buon film che, forte anche di un'ottima eleganza formale, riesce a trasmettere un certo senso di inquietudine soprattutto nella prima parte, in cui l'inferno non sono gli altri ma la famiglia. Più demoniacamente istituzionale la seconda parte: piazza comunque un paio di scene che animeranno almeno una notte delle anime più candide. Al solito bravissima la Colette.
MEMORABILE: L'incidente; Toni Colette da terrorizzata a posseduta nella stessa inquadratura.

Gestarsh99 31/01/20 16:32 - 1395 commenti

I gusti di Gestarsh99

Per Aster ad Aster. L'esordio nel lungo del giovane regista americano è tutto forma e niente arrosto: tecnica d'alta classe, coaguli di inquietudine che non sanguinano, vuotezza d'argomenti egolalica. Una pellicola talmente seriosa e precisina nel suo sprezzo ostinato del ridicolo - via via sempre più in agguato -, da meritarsi un Razzie Award alla Perfezione. Ari è certamente un maniaco dell'impiattamento, sicurissimo e orgogliosissimo della magistralità del proprio mestiere, ma quella che serve a tavola è pietanza mùcida: un Bottura al servizio del manuale Artusi di fine '800, in sostanza.
MEMORABILE: Gli schiocchi linguali di Milly Shapiro; Il fuori campo dell'infausto ritrovamento del corpo decapitato...

Viccrowley 13/02/20 00:24 - 814 commenti

I gusti di Viccrowley

Per il suo esordio il promettente Aster mette in scena un quadretto familiare che gioca su toni angosciosi, spesso taciuti, ma pregni di risentimento, orrore e malinconia. Calato in una messa in scena che non sbaglia una virgola, cesellato da geometrie che scavano i volti e le emozioni dei protagonisti e li conducono in una abisso senza ritorno. Ottima l'idea di giocare sulle suggestioni, sul sussurrato, così da far deflagrare ancor più violentemente i picchi di orrore che si svelano piano piano. Cast eccellente, in primis la superba Toni Collette.
MEMORABILE: L'inquietante Charlie; Peter e l'autolesionismo sul banco; Steve e le fiamme.

Thedude94 6/04/20 23:46 - 1084 commenti

I gusti di Thedude94

Opera prima degna di nota del regista americano Aster, che dimostra sin dai primi minuti di avere un'ottima mano e una tecnica sopraffina. Intense le performance dei vari attori, in particolare di una Collette davvero sorprendente e ben in parte, così come lo sono Byrne e Wolff. La storia sicuramente non è tra le più originali del genere, ma tutto sommato risulta coinvolgente e ricca di tensione, specialmente nelle scene che riguardano le sedute spiritiche. Notevoli anche fotografia e colonna sonora.

Kikoz 20/11/20 14:57 - 23 commenti

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Classica storia di fantasmi e sette sataniche, Hereditary sarebbe solo un film scritto male, presuntuoso e ridicolmente oscuro, se non fosse girato in maniera magistrale. Ari Aster ha una rara padronanza del mezzo, dirige perfettamente gli attori (provateci voi a renderli credibili in quelle situazioni) ed è anche più furbo del 90% dei registi viventi. Un talento che riesce a tenere insieme una storia altrimenti priva di centro tematico, significato e logica. Mario Bava approverebbe.

Noodles 5/01/21 23:09 - 2196 commenti

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Nel desolante panorama dell'horror contemporaneo questo film si erge come esempio. È uno dei pochi lavori recenti capaci di creare veramente inquietudine e suspense. Ottime le location interne, claustrofobiche, che sembrano divorare i protagonisti, tutti molti bravi e credibili. Anche la storia presenta molti punti d'interesse e viaggia veloce tra tanti momenti inquietanti ben studiati. Efficace l'uso della musica. Forse un minutaggio più contenuto poteva essere una buona idea, perché la durata è un po' eccessiva e la tensione rischia di disperdersi. Resta comunque un ottimo lavoro.

Fedeerra 15/06/21 05:39 - 770 commenti

I gusti di Fedeerra

"Hereditary" è un atipico dramma familiare ben travestito da film horror, che a lungo andare si tinge di suggestioni ataviche e di atmosfere ancestrali. Forse un po' tirata per le lunghe la parte iniziale, ma la regia è minuziosa e con movimenti di macchina tipici di un cinema di genere ormai in disuso. Finale frammentato e spaventosissimo, bravissima Tony Collette.

Belfagor 30/06/21 23:19 - 2689 commenti

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La prima parte fa sperare in un horror più legato alla realtà rispetto ai suoi contemporanei: poche cose possono spaventare quanto una famiglia disfunzionale e lo spettro della follia. Purtroppo Aster non punta sulla carta vincente del film (l'esordiente Shapiro, davvero brava) e col passare dei minuti si trasulla in un citazionismo strabordante. L'ambizione c'è, la tecnica pure, ma la storia è così forzata da azzerare la suggestione, crollando su sé stessa in un finale forzato e ridicolo.
MEMORABILE: Lo schiocco con la lingua.

Pinhead80 10/07/21 01:40 - 4715 commenti

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Quella che all'apparenza sembra una famiglia tranquilla si vede poco alla volta inghiottire da una serie di eventi inquietanti e inspiegabili che divoreranno le loro esistenze. L'inizio abbastanza lento non deve ingannare perché poco alla volta il ritmo andrà in crescendo sino allo spaventoso finale. L'esordio nel lungometraggio di Ari Aster è folgorante e impreziosito dalle incredibili interpretazioni di Toni Collette e della piccola Milly Shapiro. Non tutto torna a livello di sceneggiatura, ma il film funziona a prescindere grazie alla sua natura altamente ambigua e simbolica.
MEMORABILE: L'incidente stradale; Il finale.

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Anthonyvm 8/12/21 02:22 - 5615 commenti

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Uno di quei casi in cui le ovazioni di critica e pubblico non suonano esagerate: Aster dirige un'opera inquietante e deprimente come poche se ne vedono. L'orrore aleggia silenzioso, distante, nascosto negli angoli bui e quando si palesa riesce (cosa rara!) a spaventare davvero. Antichi richiami tematici (le tragiche angosce familiari di Ballata macabra e Cimitero vivente, il clima minaccioso e intriso di mistero di The wicker man e Kill list) riecheggiano in un contesto originale e ricco di suggestioni visive difficilmente dimenticabili. Due ore sono forse troppe, ma rimane ottimo.
MEMORABILE: Lo schiocco di lingua della ragazzina; Le miniature della madre; L'incidente stradale; La seduta spiritica in famiglia; Lo sconvolgente finale.

Magi94 9/12/21 16:33 - 944 commenti

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Grande regia, ma sceneggiatura con poche idee o un po' sciocche o risapute. Un'unione più felice tra lo stile del regista e la storia che il film racconta si troverà solo nella successiva buona opera. C'è da dire che la tensione della pellicola è a tratti insopportabile e non cala mai, partendo dall'incipit con quella bambina così strana fino al bagno d'orrore finale. Ari Aster gioca al meglio le sue carte e ci regala alcune scene notevoli, aiutato anche da attori eccelsi tra cui spicca Toni Collette. Peccato per la storia insipida, che non si lascia prendere del tutto sul serio.
MEMORABILE: La scena dell'incidente al ritorno della festa, con orrore mostrato solo la mattina dopo, lasciando passare alcune ore di follia.

Straffuori 23/01/22 12:47 - 338 commenti

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Ottimo thriller/horror di Ari aster con una Toni Collette superlativa e perfetta nell espressività, dal volto nonché dalla professione inquietante. Poche ambientazioni e personaggi per un film introspettivo, oscuro e inquietante, con musiche perfettamente azzeccate e una fotograzia stupenda. Lo spettatore viene calato fin dall'inizio in un mondo oscuro e incomprensibile che si scopre poco a poco, in cui ogni scena va analizzata piu e piu volte per coglierne segnali e simboli.
MEMORABILE: La scena inquietante del figlio posseduto a scuola; La madre che si tappa la bocca subito dopo aver detto brutte cose al figlio.

Magerehein 3/08/22 10:12 - 977 commenti

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Già dal cast (un'eccellente Collette e un Byrne purtroppo un po' frenato) si intuisce che questo non è un horror moderno qualunque. Aster dirige con personalità e sceglie (giustamente) di prediligere un lento disgregamento familiare a una banale storiella tutta spaventi. Non è però tutto oro quel che luccica; non è bello che in oltre due ore di film certe cose vengano spiegate affrettatamente o in modo (volutamente?) nebuloso. Qualche passaggio è fine a sé stesso e le orrifiche sequenze finali risultano impattanti ma caotiche. Macabro e non malvagio, ma sin troppo arzigogolato.
MEMORABILE: "Non osare dire parolacce con me, str******o!"; Le testate alla botola; Quel rumore di collo segato.

Teddy 18/10/22 21:00 - 808 commenti

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Letteralmente governato da un’inevitabile sentenza atavica che odora di putrefazione, è un horror sinuoso e fortemente psicologico, con i suoi personaggi inquieti che fuoriescono dalle inquadrature, le sue geometriche soluzioni visive, le tare ereditarie che annientano l’istituzione della famiglia svelando un microcosmo anarchico e paurosamente dilagante. Spesso di sadica lentezza ma con un realismo drammatico da far gelare il sangue. Straordinaria Toni Collette.

Puppigallo 26/01/24 16:34 - 5251 commenti

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Pellicola che crea un'atmosfera via via più malsana dovuta a un male oscuro, che aveva già inquinato i protagonisti in tempi non sospetti per mano di insospettabili. È una sorta di macabro festival delle tragedie, che avranno un loro perché, aggiungendo lastre insanguinate alla strada di chi dovrà percorrerla per adempire al suo destino. Gli attori se la cavano piuttosto bene, anche se il padre è fin troppo ameba, persino quando la famiglia va in veri e propri pezzi. Ma la tensione è a buoni livelli; e il delirio finale ne è la logica conseguenza. Nel suo genere, riuscito.
MEMORABILE: Lo sfogo alla riunione; La testa piena di formiche; La miniatura dell'incidente definita "Veduta neutrale"; "Io non ti volevo come figlio"; L'epilogo.

Buiomega71 16/03/24 01:27 - 2899 commenti

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Geometrica e kubrickiana la regia sopraffina di Aster, che si muove tra lutti, piccioni decapitati a forbiciate, un'atmosfera malsana (come gli interni soffocanti della grande casa) in un gruppo di famiglia in un inferno, tra figlie "mostruose" e nonne dall'odor di zolfo. Presunta pazzia uterina, sedute spiritike e uno dei finali più blasfemi (la statuetta di Cristo con la testa in putrefazione), visionari, folli, destabilizzanti e surreali degli ultimi anni, che rimbalza tra Jodorowsky, Winner, Barilli e Polanski, spostando l'asse delle disfunzioni familiari all'orrore puro.
MEMORABILE: Le mosche dei solai che escono a frotte dalla soffitta; Le miriadi di formiche che eruttano dalla bocca di Peter; I visitatori nudi e sogghignanti.
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  • Discussione Didda23 • 3/01/19 22:09
    Contatti col mondo - 5798 interventi
    Grazie per la info. Si potrebbe aggiungere in note.
  • Discussione Zender • 4/01/19 08:18
    Capo scrivano - 47698 interventi
    Non capisco bene che significa "il corto che precede Hereditary". In tutti i cinema? In alcuni? Io non ricordo di aver visto nessun corto al cinema...
  • Discussione Capannelle • 4/01/19 09:21
    Scrivano - 3473 interventi
    Zender ebbe a dire:
    Non capisco bene che significa "il corto che precede Hereditary". In tutti i cinema? In alcuni? Io non ricordo di aver visto nessun corto al cinema...
    Intende questo https://www.davinotti.com/film/the-strange-thing-about-the-johnsons/44211
  • Discussione Didda23 • 4/01/19 09:40
    Contatti col mondo - 5798 interventi
    Credo che intendesse che precede Hereditary in senso strettamente cronologico.
  • Discussione Giùan • 4/01/19 09:52
    Controllo di gestione - 241 interventi
    Hola compagno Schramm: intanto esser chiamati (in correità?) da te è sempre un piacere. Quanto allo specifico filmico non posso che ribadire quanto scritto (per una volta mi pare non troppo evasisamente e poco ellitticamente) nel mio commento al film: Aster mi pare si sia in corso d'opera baloccato troppo su quel paio di ottime suggestioni cinematografiche (Charlie e il plastico) che non si perita peraltro manco di calare come assi nella manica, strascicando e dilatando in maniera insussistente il ritmo nella prima parte (inseguendo probabilmente fantasmi esorcistici) e scadendo poi in una parte finale in cui mi pare davvero plateale non sappia più che pesci pigliare.
    Quanto invece alle altre 2 "delusioni" contro le aspettative (The witch e Babadook) saròconciso ma non criptico: il secondo non presenta alcuna nvità ma è divertente e mi è parso in perfetta buona fede, il primo è a mio parere inquinato da velleità autoriali sovraesposte e sol perciò fastidiose
  • Discussione Zender • 4/01/19 13:52
    Capo scrivano - 47698 interventi
    Didda23 ebbe a dire:
    Credo che intendesse che precede Hereditary in senso strettamente cronologico.
    Ah ok, pensavo che quel precede intendesse in legame particolare che non conoscevo. In questo caso non metto nulla in note.
  • Discussione Schramm • 4/01/19 14:03
    Scrivano - 7693 interventi
    Bubobubo ebbe a dire:
    Se non altro, rispetto agli altri titoli che avete menzionato, questo ha una signora O.S.T.

    vero, segno decisamente più. il lavoro quasi olofonico sullo score e sul design sonoro, specie quando questo è granuloso (si veda l'accompagnamento glitch-scratch all'introduttiva carrellata avanti che trasforma il miniaturizzato plastico in set - forse la cosa più strepitosa di tutto il film, peraltro), è da loop di battimani.
  • Discussione Schramm • 4/01/19 14:12
    Scrivano - 7693 interventi
    Didda23 ebbe a dire:
    Più o meno concordo con quanto hai scritto. Babadook, The Witch e questo (per fare un esempio di film tanto osannati) mi hanno totalmente deluso e nessuno è riuscito a strappare la mia sufficienza.

    devo dire che non ci sono rimasto così scottato per nessuno dei tre. non ricordo quanto assegnai a baba, ma witch e questo si assestano sul giusto compromesso del bi e mezzo. se avessero tutti osato una sintesi superiore su aspetti invece tenuti pervicacemente aporetici parlerei di un critico aumento di stipendio e di una possibile rivoluzione copernicana nel genere. e forse - ma non posso scommetterlo - avrei di nuovo provato la paura con la p maiuscola.

    Didda23 ebbe a dire:
    Degli horror recenti il più calibrato è Autopsy

    ...che per varie contingenze ancora sta fuori dal mio mirino, ma anche questo allunga la coda dei più caldeggiati del biennio da amici e conoscenti.
    Ultima modifica: 4/01/19 14:22 da Schramm
  • Discussione Schramm • 4/01/19 14:21
    Scrivano - 7693 interventi
    Giùan ebbe a dire:
    Hola compagno Schramm: intanto esser chiamati (in correità?) da te è sempre un piacere. Quanto allo specifico filmico non posso che ribadire quanto scritto (per una volta mi pare non troppo evasisamente e poco ellitticamente) nel mio commento al film: Aster mi pare si sia in corso d'opera baloccato troppo su quel paio di ottime suggestioni cinematografiche (Charlie e il plastico) che non si perita peraltro manco di calare come assi nella manica, strascicando e dilatando in maniera insussistente il ritmo nella prima parte (inseguendo probabilmente fantasmi esorcistici) e scadendo poi in una parte finale in cui mi pare davvero plateale non sappia più che pesci pigliare.
    Quanto invece alle altre 2 "delusioni" contro le aspettative (The witch e Babadook) saròconciso ma non criptico: il secondo non presenta alcuna nvità ma è divertente e mi è parso in perfetta buona fede, il primo è a mio parere inquinato da velleità autoriali sovraesposte e sol perciò fastidiose


    juanito caro, a me la prima parte è parsa efficace, specie quando indulge nello scavo psicologico del lutto (in v.o. lo struggimento della colette per charlie fa il deciso paio emotivo con quello di maria per il figlio nel gesù zeffirelliano) e annesse superstizioni e suggestioni autoindotte a scopo consolatorio.

    è stato quando dallo scatolone è saltato fuori il libro mastro dello spiritismo che ho esclamato il primo "no, eh! te prego non mi scivolare anche tu su questa buccia". e invece patapunfete sempre più sonoro, il film capitombola quasi voluttuosamente fino all'ultimo gradino della prima rampa, proprio erigendolo a protagonista nella parte seconda, e agghindandolo peraltro con esagerazioni così multistrato che già mezz'oretta prima della chiusura si sbotta "signori, e con questa il banco chiude".
  • Discussione Buiomega71 • 16/03/24 10:12
    Consigliere - 25896 interventi
    Attritbuire il sottogenere a cui appartiene Hereditary sarebbe spoilerare maledettamente (perchè tutto si svela nell'incredibile e delirante finale, dove Aster dissemina di indizi-a volte impercettibili-durante la soffocante e plumbea visione, in questo caso occhio agli invitati al funerale all'inizio, un pò come fece von Trier in Antichrist)

    Geometrica e kubrickiana la sopraffina regia di Aster, che dopo un incipit straordinario (la casa di bambola che diventa la stanza da letto dove Byrne sveglia il figlio) comincia a martellare con segnali disturbanti (la mostruosa figlia ritardata che decapita i piccioni a forbiciate, le sue macabre creazioni, la presenza invadente e inquietante della nonna defunta in odor di zolfo e tomi satanici, il raggelante racconto del sonnambulismo, dei fiammiferi e dell'acqua ragia), fino al momento dello shock anafilattico e quella terribile dell'incidente notturno dove si scommette atrocemente la testa con il diavolo.

    Gruppo di famiglia in un inferno, tra incomprensioni, cattiverie, lutti, crudeltà bergmaniane, "tu che non dovevi nascere", dolore e sofferenza (l'urlo di disperazione di Toni Colette dopo la morte della figlia non è dissimile da uno straziante momento analogo in Fanny & Alexander), agghiaccianti incubi (le frotte di formiche che eruttano dalla bocca di Peter come le blatte del Signore del male, laddove Carpenter lambiva la pagliacciata, Aster ne aumenta il disagio e il macabro disgustoso), la Colette (che meritava almeno una candidatura all'Oscar) che sprofonda in una probabile follia uterina, dovuta alla catena di tragedie che invade il nucleo famigliare.

    Aster si prende i suoi tempi, i cadaveri decapitati marciscono in soffitta, dove fuoriescono sciami di mosche dei solai, sedute spiritike, desiderio malsano di "riabbracciare" la figlia defunta, la famiglia va in pezzi e Aster sposta l'asse da una sitcom necrofora (che ricorda, con le dovute differenze, il primo Ozon) e in via di decomposizione all'orrore puro.

    Orrore puro che arriva come un fulmine nel surreale, inaspettato e pazzesco finale (la torcia umana, i ghignanti "visitatori" nudi che escono dall'ombra e mettono davvero i brividi, così come la Colette che impazza come un cane rabbioso, muovendosi sulle pareti, tirando violente capocciate, squarciandosi la gola con nonchalance)  tra i più blasfemi (l'effige di Gesù Cristo con la testa in putrefazione), visionari, folli e febbrili mai girati, con cadaveri decollati svolazzanti e casette sull'albero che diventano centri nevralgici del male nella sua forma più viscerale e incubotica, che prendono di mezzo Jodorowsky, Ken Russell, Winner, Barilli e Polanski.

    Qualcosa rimanda anche al penultimo Amenabar, ma là era la paranoia e la menzogna a scavare nel quotidiano con le sue ombre e i suoi territori oscuri, quì si fa proprio carne parentale da plasmare (come i pupazzetti dei modellini in scala a cui lavora certosinamente Toni Colette), putrescente, luciferina e infine idolatrata.

    Basterebbe questa svolta da "movimento panico" arrabaliano (della serie, ma che cosa stò vedendo?) a far schizzare Hereditary nel pantheon del cinema dell'assurdo più dirompente e nichilista.

    Ma è soprattutto un viaggio oscuro e malsano nella disgregazione della famiglia, che trascina tutto all'inferno, senza possibilità di ritorno.
    Ultima modifica: 16/03/24 16:34 da Buiomega71