Io rom romantica - Film (2014)

Io rom romantica

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Più che romantica chiamiamola ribelle. Gioia (Djordjevic), giovane rom che vive coi genitori nel quartiere periferico torinese di Falchera, non ha nessuna intenzione di seguire l'esempio dei suoi. Non accetta che le si scelga il marito (benché alla sua età venga quasi considerata una zitella!) e sogna di fare cinema. Non è insomma molto diversa dalle sue coetanee gegè (così i rom chiamano chi non è come loro) e la sua storia potrebbe essere quella di una qualsiasi adolescente italiana. Ha però la testa dura, le idee piuttosto chiare sul proprio futuro e riesce a farsi presentare, da un amico meccanico, al proprietario di un cinemino in bolletta. Certo, sa bene che non è così che potrà sfondare,...Leggi tutto ma intanto si porta a casa il dvd di MANHATTAN e s'innamora di Woody Allen e del suo cinema, di New York e della vita emancipata. Un'ammirazione che la spinge a continuare nella direzione intrapresa nonostante debba ogni giorno fare i conti con un padre preoccupato per lei, con una madre che prova a istradarla colle buone e persino con una nonna che non parla una parola di italiano (da cui l'abbondanza di sottotitoli). La bella Djordjevic ha una buona espressività, è piuttosto spontanea ma la recitazione va ancora affinata. Per questo è difficile allontanare la sensazione di un film imperfetto, che si cura di rendere quanto più possibile uno spaccato di vita rom lontano dagli stereotipi ma lo fa senza la necessaria convinzione, ricadendo in una rappresentazione standard della famiglia zingara fin troppo vicina alla nostra mentalità (con i dovuti distinguo, naturalmente, che fanno folclore e danno un senso all'opera). Leggermente ironica nella sua tradizionalità intransigente la figura del padre, più classicamente comprensiva e dolce quella della madre, risolta sbrigativamente quella dell'amica pronta al voltafaccia quando ignorata, più interessante quella del meccanico, forse unica a concedersi qualche sfumatura originale. Non succede molto e l'attenzione è rivolta ai pensieri e ai dubbi di Gioia, al suo relazionarsi con un mondo che vorrebbe capire, alla sua volontà di trovarsi uno spazio proprio, lontano dal grigiore di una vita programmata per esser consumata solo in famiglia. La sua fuga a Roma (dove di sfuggita intravede Woody Allen salire su un'auto e dopo essersi avvicinata cerca di parlargli attraverso il vetro senza ottenere risposta) è la sola risposta che riesce a dare, ma è la fuga ingenua di una ragazza che non è ancora una donna e sta gestendo il passaggio alla maturità, comprensivo di “ragazzo giusto” pronto a reinquadrarla. L'affezione per Allen che la regista aveva già dimostrato in precedenza non è facile da trasferire con naturalezza nell'animo della protagonista, a conferma di un certo distacco tra le intenzioni della sceneggiatura e l'interpretazione un po' bamboleggiante della Djordjevic. Ovvio il commento musicale gitano come molto altro, del resto. Risaltano comunque una certa delicatezza femminile nella messa in scena e una competenza registica che si fa apprezzare.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 24/06/18 DAL BENEMERITO DEEPRED89 POI DAVINOTTATO IL GIORNO 19/07/18
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Deepred89 24/06/18 16:32 - 3701 commenti

I gusti di Deepred89

Esilissima commedia iniziatica in salsa rom, con prevedibile visione folkloristica ed edulcorata (seppur con matrimoni combinati) del fenomeno resa parzialmente digeribile dell'ironia di fondo (godibile il personaggio del padre). Regia pure discreta ma penalizzata da ritmi da fiction televisiva e incapace di valorizzare le ambientazioni, mentre la giovane protagonista gestisce come può un personaggio che non spicca per carisma. Soggetto (autobiografico?) debolissimo, film mediocre, ma segnaliamo un sorprendente cammeo-fulmine di Woody Allen.

Pigro 2/03/20 11:55 - 9623 commenti

I gusti di Pigro

I rom italiani raccontati da dentro sono una grande opportunità, soprattutto se la narrazione evita di insistere su stereotipi folkloristici dilaganti nel cinema post-Kusturica: questo lo rende un film prezioso. Peccato che la storia autobiografica della ragazza aspirante regista contro gli schemi della famiglia e della società gagé sia esposta in modo poco stuzzicante (sceneggiatura non smagliante) e soprattutto che la recitazione sia sciatta. Comunque, a parte i difetti, merita soffermarsi su un’opera (un po' da cineforum) capace di incrinare molti pregiudizi.

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  • Curiosità Deepred89 • 25/06/18 22:08
    Comunicazione esterna - 1601 interventi
    La giovane Gioia sogna di lavorare nel cinema e di incontrare il suo idolo Woody Allen. Non svelerò troppo della trama, ma sorprendentemente il mitico regista di "Manhattan" e "Crimini e misfatti" (seppur per pochi istanti e giocando molto sul montaggio) appare davvero: