F.B.I. - Due agenti impossibili - Film (2012)

F.B.I. - Due agenti impossibili
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Mais qui a re-tué Pamela Rose?
Anno: 2012
Genere: comico (colore)
Note: Aka "FBI - 2 agenti impossibili". Sequel di "Pistole nude" (2003).
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Merad e Baroux, passati ormai undici anni, riprendono in mano i loro personaggi di PISTOLE NUDE e continuano sulla via del demenziale alla Zucker-Abrahams-Zucker scrivendosi con Julien Rappeneau il copione e occupandosi questa volta anche della regia. Come sempre, in questi casi, più di una direzione generale che poco può fare per sancire la validità del film (e comunque i due non sembrano particolarmente versati dietro la macchina da presa), conta la sceneggiatura; in sintesi la qualità delle gag, che è sempre complicato riuscire a mantenere ad alto livello. E infatti, per quanto non si possa negare che alcune di esse (ben sostenute soprattutto...Leggi tutto dalla bravura di Kad Merad, affinatosi negli anni e ormai decisamente più portato al comico rispetto al collega) stupiscano in positivo potendo ambire a gareggiare con quelle delle tante PALLOTTOLE SPUNTATE, troppe invece non solo non vanno a segno ma fanno cadere le braccia. Se per esempio la trovata dell'Air Force One con dentro interi supermercati, cinque brigate di quindici cuochi che si alternano e via dicendo riesce ad essere efficace (per quanto mutuata da battute stravecchie), le inquadrature dei due che fanno sesso sbattendo continuamente sui finestrini dell'aereo proprio non è più proponibile, senza un minimo di variazioni. La storia rimette insieme gli agenti Riper (Baroux) e Bullit (Merad) i quali, dopo aver collaborato per anni all'FBI, dovranno salvare la presidentessa degli Stati Uniti Barbara Applepie (Fleurot) dalla minaccia di un serial killer di loro antica conoscenza, tale Kowachek (Lecluyse). La corsa contro il tempo per comunicare alla donna del pericolo immediato porta i due ad ottenere un colloquio privato con lei, previsto però non prima di... sei mesi! Decisamente troppo. Urgono piani alternativi. L'occasione si presenterà durante un incontro di wrestling (per l'occasione Merad rivestirà i panni pure di un simil Hulk Hogan). Diventati eroi, i due accompagneranno la Applepie in Francia dove la donna dovrà presiedere la posa della prima pietra per il tunnel Parigi-New York, da completarsi nel 2456 (geniale, anche se poi i TG francesi varieranno drasticamente la data in 2046). La frequenza delle gag è notevole; se solo potessero essere in gran parte valide la confezione garantirebbe anche un ottimo risultato. Peccato sprecare Omar Sy in un ruolo non comico (la guardia del corpo della Applepie), ma a mancare è proprio la capacità di selezionare battute efficaci, se non divertenti almeno non votate all'agghiacciante o al sorpassatissimo (la moglie che si ripassa l'idraulico col marito a rimproverarlo per il non funzionamento del lavandino). Invece non lo si evita e tocca registrare il risultato finale come deludente, quando le potenzialità per una nuova replica europea al cinema degli ZAZ esistevano, considerata la qualità del predecessore. Qualche inevitabile problema nella resa italiana si ripresenta...

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 13/09/17 DAL BENEMERITO HACKETT POI DAVINOTTATO IL GIORNO 13/10/17
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Hackett 13/09/17 11:00 - 1867 commenti

I gusti di Hackett

L'inizio è promettente, con il tentativo di recuperare quello stile surreale e dissacrante delle commedie americane anni '80 della celebre triade produttiva ZAZ (Una pallottola spuntata). Purtroppo già a metà il film si perde e cala di ritmo, inizia a tirare per le lunghe certe situazioni e sembra in stallo. Tra forzature esagerate e qualche idea simpatica, alla fine lo spettatore scivola nella noia e accoglie con piacere il liberatorio finale.

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