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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Parodia molto precisa (e tutta al maschile) del celebre film di Garrone, SODOMA ne riprende i medesimi spunti per declinare in quattro segmenti intrecciati una comicità dissacrante molto partenopea affidata a protagonisti che si esprimono rigorosamente in napoletano (come nell'originale, anche se qui il dialetto è meno stretto e sommariamente comprensibile anche senza sottotitoli). Abbiamo quindi la storia del lavoratore in nero sfruttato biecamente dal padrone (Rizzo) che non gli paga lo stipendio, i tre scugnizzi mezzi scemi esaltati dal mito di Al Pacino in SCARFACE, gli smaltitori di rifiuti...Leggi tutto tossici che prendono in carico 30.000 barili di scorie prodotti da un imprenditore lombardo e un gruppo di famigerati scissionisti all'interno della camorra che non si sa quale faccia abbiano ma serpeggiano mascherati chissà dove. Dei quattro episodi (in realtà tre, l'ultimo si innesta su quello principale), che si alternano per dipingere una realtà criminale grave volutamente alterata dall'approccio parodistico, chi ha di gran lunga più spazio sono i tre ragazzi (Ardone, Peluso e Massa) che sognano di poter scalare le gerarchie dell'Organizzazione. Non ne combinano una giusta, naturalmente, ma riescono ad entrare in contatto con il figlio di un boss che un po' per disperazione decide di assumerli. Prima missione assaltare un furgone che consegna un carico d'armi. L'umorismo, in questo caso, fa ricorso a equivoci verbali e sciocchezze assortite che ben si sposano alla ricercata idiozia dei tre, timorosi e imbranati come da prassi. Quel che manca è un numero sufficiente di gag in grado di supportare le improvvisazioni paradementi dei nostri, costretti a ricorrere a incomprensioni vetuste (Coca Cola al posto di cocaina e via dicendo) e disguidi anche tra loro che li portano costantemente ad alzare la voce. Qualche idea c'è (il boss che sequestra e tortura l'arbitro chiedendogli conto di decisioni a suo dire sbagliate durante la partita del Napoli), ma nel complesso si procede con poche idee e molta improvvisazione. Più “professionale” l'episodio in cui Giacomo Rizzo imprenditore sfrutta i suoi lavoranti, uno dei quali (Lanzuise) diventa protagonista quando decide di accettare i soldi dei cinesi ansiosi di imparare il mestiere. Pochi interventi ma che talvolta funzionano (grazie anche all'apporto di un attore “vero” come Rizzo). Completamente autonoma la vicenda dello smaltitore di rifiuti (Porfito) che si porta appresso il ragazzino appena assunto (Di Gennaro). Divertente il colloquio “di lavoro” col cinico fabbricante lombardo e interessante capire dove a Napoli si possano interrare i rifiuti, pur in un'ottica comica; magari nei campi, dando vita a pesche esplosive (e qui si vira nel demenziale puro). Se insomma sulla carta gli spunti sembra non manchino, è soprattutto nel segmento principale (al quale si riallaccia poi quello degli “scissionisti”) che si prosegue per inerzia, puntando ad animati battibecchi in napoletano conseguenti a inconvenienti cui gli attori – peraltro adeguati e in parte – devono rispondere movimentando la scena quanto più possibile. Sullo sfondo brandelli di rap partenopeo scandiscono i tempi per provare a dare un ritmo di cui a lungo andare si nota l'assenza. Ad ogni modo si nota come a Napoli anche i film meno riusciti riescano quasi sempre a salvarsi per la simpatia del cast e per la naturale predisposizione locale alla recitazione.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 6/01/14 DAL BENEMERITO PAULASTER POI DAVINOTTATO IL GIORNO 20/03/19
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Paulaster 6/01/14 12:13 - 4373 commenti

I gusti di Paulaster

Parodia in salsa napoletana che segue pedissequamente la trama di Gomorra. Le situazioni vengono proposte come per esorcizzare la scoraggiante quotidianità tra camorra, rifiuti e crimini. Alcuni caratteristi di nome (tra cui Rizzo) ci mettono la faccia in una sceneggiatura dove ci sono solo un paio di battute decenti. Gag giocate sulla parlata che non fan né riflettere né sorridere. Contenti loro...

Pessoa 5/03/19 03:52 - 2476 commenti

I gusti di Pessoa

Commedia di derivazione televisiva in cui si cerca, senza successo, di parodiare il film di Garrone tentando di sfruttarne il successo. La sceneggiatura molto arrangiata limita drasticamente le velleità attoriali di alcuni comprimari mentre i protagonisti dimostrano di non essere maturi per il grande schermo e dispensano battute che in pochissimi casi strappano una risata. La regia poco curata completa un'opera dozzinale, che scivola via senza colpire quasi mai l'immaginario degli spettatori. Francamente, non se ne sentiva davvero il bisogno...

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