Il professor Gabriele Luciani (Stany), direttore di una finanziaria, ha la moglie (Galgano) a letto malata senza speranza, con i giorni contati. Per tirarsi un po' su pensa così di accoppiarsi con qualsiasi donna gli passi accanto, dalla segretaria fino ad Anna (Benussi), la bella governante, senza limiti né vergogna. Ci prova pure con una delle cameriere di casa, appena può. Altrove, in contrapposizione, un vecchio Conte probo e in bolletta (Pisu) vive col fido maggiordomo (De Luca) in attesa che da Londra torni sua figlia. Il castello in cui questi abita, tuttavia, gli viene presto confiscato proprio da Luciani, il quale si dimostra, oltre che impenitente porcellone, un affarista gretto e senza...Leggi tutto scrupoli. Ci andrà a vivere proprio lui con la moglie e il relativo codazzo di servitù prima di conoscere, al mare, una nuova giovane biondina (Schürer) che cogli amici ha raggiunto la sua imbarcazione mentre era all'ancora. Anna, che sognava di poter sposare Gabriele una volta morta la moglie, capisce l'antifona e parte con le minacce, lui finge di cadere dal pero. Ce n'è abbastanza per capire quanto Alfredo Rizzo (ben più noto come attore che come regista) cerchi di mescolare eros e qualche innesto da facile gialletto senza pretese sfruttando la bella cornice di Ischia. In attesa del colpo di scena finale (non esattamente imprevedibile) ci si può consolare con una lunga teoria di seni al vento (soprattutto in barca) o con il volto imperscrutabile di una Benussi affascinante che sprigiona forte ambiguità. Stany, protagonista col compito di apparire più spregevole e meschino possibile, non fallisce e aggiunge al suo personaggio un'untuosità che lo carica di ulteriore, sordida viscidità, da uomo d'affari che non guarda in faccia nessuno e seppellisce di frottole chiunque pur di fare solo e sempre ciò che vuole. Pisu regala al massimo un sorriso per l'opposta rettitudine e nobiltà d'animo dimostrata dal suo Conte mentre è più spassoso De Luca, che asseconda il padrone in ogni modo mostrando un'umiltà tale da sconfinare nella piaggeria. La regia di Rizzo non fa miracoli, beninteso, e tutto resta nell'ambito della routine da blando erotico senza pretese, magari divertente per come eccede nel disegno spregevole del professore.
Rizzo non sa bene dove andare a parare: se al giallo dalle debolissime tinte gotiche – e con un colpo di scena finale assai prevedibile - se al soft-core – che costituisce comunque l’aspetto preponderante in virtù dell’ambigua Benussi e della nudissima stacanovista del sesso Schürer – oppure alla commedia attraverso i concisi interventi di Pisu e De Luca; in più, digressioni balneari con una giovanissima Sonia Viviani. Il tutto è dilettantesco e scorre via a fatica, senza lasciare alcun segno meritevole di essere conservato e ricordato.
Visti il cast e le premesse ci si poteva aspettare francamente anche di molto peggio. Invece il film di Alfredo Rizzo è un discreto erotico con qualche elemento legato al giallo. Buonissima la prova del cast: diabolica la Schürer, romantica la Benussi e mascalzone al punto giusto Stany. Un'opera da riscoprire, magari anche per le notevoli ambientazioni sul mare.
Se si può dire da un lato che il protagonista sia totalmente irriconoscente con tutto e tutti e un gran maiale, dall'altro bisogna ammettere che il pignoramento del castello aveva tutte le ragioni legali, anche se brutte. Certo che la Schürer fa qualcosa di fantastico che non si può non ammirare, ed è un merito del regista aver scelto un'attrice con una ghigna come la sua. D'altronde che fosse stratosferica l'avevo già visto in altre opere cinematografiche infinitamente migliori...
Interessante film di Rizzo. La Benussi eterna amante del protagonista molto brava, deliziosa la Schürer, evitabili ma simpatiche le brevi scene con Pisu, conte sfrattato, e De Luca suo maggiordomo. La Benussi risulta inquietante e triste allo stesso tempo: un inno alla sua prova d'attrice qui; cito la presenza della giovane Viviani. Curioso intreccio tra vari generi, merita la visione.
MEMORABILE: La Schürer per fare l'amore si distende sul tavolo della cucina rompendo tutti i piatti!
Sconfortante produzione di Rizzo, dall'inverosimile trama pseudo-gialla a parziale giustificazione di un susseguirsi di trombate (abbozzi di) dell'allupatissimo - financo quando non potrebbe proprio permetterselo - Stany, più o meno con chiunque. I momenti comici (Pisu con De Luca... ) non fanno ridere, il resto sì. Benussi sprecata, anche Savina poco in forma.
L'atteggiamento sordido del protagonista emerge in alcuni frangenti anche se complessivamente la carne al fuoco è pochissima e quindi le scene erotiche distribuite copiosamente diventano presto ripetitive e anche i momenti comici cadono nel vuoto e sanno di stonato. Per criticare una certa borghesia era necessaria una sceneggiatura con le armi più affilate e con il fiato meno corto. Discreta la regia di Rizzo, anche se ogni tanto fa capolino l'ombra dell'operatore per pochi istanti. Raffinate le musiche di Carlo Savina.
Terribile. Non è ben chiaro se questo attraversamento di generi vari sia stato voluto e se sia maturato mano a mano che facevano il film, perché la miscellanea fra giallo (lievemente lenziano, ma iper-prevedibile), erotico (Stany indomito peccatore), commedia (duetti Pisu-De Luca), "turistico" (vedute di Ischia) lascia quanto meno perplessi. Qualche buon nome usato male. Benussi bella come sempre, Schürer con qualche anno di troppo per il ruolo. Vistose presenze dei generici Nando Sarlo e Anna Maria Perego, di solito silenziosi, qui parlanti.
Un borghese con atteggiamenti da incallito dongiovanni fa fuori la moglie per opportunismo. Subentrerà un'altra donna, mansueta solo in apparenza... L'opera del veterano attore/caratterista Alfredo Rizzo, prestato talvolta alla regia, insegue la formula Anni '70 di mischiare giallo, erotismo e qualche scena umoristica di supporto. L'impasto dei generi a conti fatti è malamente amalgamato e alla fine prevale quello pruriginoso di fondo (su tutti, il vispo seno della Viviani). Belle le ambientazioni italiche 70s, ma la vicenda fa davvero acqua.
Un po' erotico, un po' drammatico e un po' commedia per una pellicola dal soggetto esilissimo ma girata, musicata e interpretata discretamente, con Erna Schurer che, a sorpresa, incide più della Benussi e del pur discreto Stany. Il livello del film, su cui inficiano varie lungaggini e ridondanze nella parte centrale, si rialza nella svolta ferreriana dell'ultima mezz'ora, con tanto di sorpresina finale. Trascurabile ma dotato di una sua dignità: chi ha amato il recente Saltburn e gli altri emuli di Losey potrebbe farsi coraggio e concedergli una possibilità.
Alfredo Rizzo HA DIRETTO ANCHE...
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"Di questo film ricordo solo la bionda Erna Schürer (Emma Costantino, n.d.r.), che interpretava la parte di una mia amica. Con gli altri non ho avuto rapporti. Un'altra cosa che ricordo è che non avevo, assolutamente, la cognizione della rigida divisione dei ruoli che vige sul set, per cui gli attori stanno a tavola con il regista e il direttore della fotografia, e il resto della troupe da un'altra parte.
Io, che allora era una ragazzina ingenua, ruspante, che si annoiava da morire, preferivo stare con i giovani, magari con l'aiuto-operatore.
Ricordo che qualcuno mi disse:
'Sai, non è bene che ti mischi con la troupe!'.
E questo non faceva che aumentare il mio disagio, perché a fingere di essere qualcun altro, rispetto a quello che si è veramente, al mondo da cui si proviene, io non ce la faccio proprio: mi provoca esaurimento, come poi infatti è successo".