Intervista a Lucia Stara

5 Dicembre 2015

Attrice e caratterista romana dotata di una prorompente bellezza mediterranea, Lucia Stara esordì alla fine degli anni Ottanta in qualche commedia di Carlo Vanzina per poi proseguire la carriera negli anni a seguire fino e proseguendo fino ai giorni nostri. 

MARKUS: Ciao Lucia, innanzitutto grazie a nome mio e del “Davinotti.com” per questa intervista. Dicevo nell’introduzione che il tuo esordio al cinema è avvenuto sul finire degli anni Ottanta in qualche film dei fratelli Vanzina (a partire da Montecarlo Gran Casinò). Ma facciamo un passo indietro: qual è stato il tuo percorso precedente?

LUCIA: Ciao a tutti coloro che avranno la curiosità di leggere questa intervista. Ho iniziato a recitare in teatro in “Una stanza al buio” di G. Manfridi per la regia di Coltorti, ”Gli innamorati” di Goldoni, ”Chicchignola” di Petrolini per la regia di Scaccia, “Di che vizio sei?” per la regia di Lippi con Gigi Proietti (sette spettacoli dal teatro Verdi di Montecatini in diretta su RaiDue nel 1988).

MARKUS: Quindi il tuo esordio nel mondo dello spettacolo è avvenuto nella formula più classica del teatro. Hai fatto scuole di recitazione?
LUCIA:
La mia vera scuola in realtà l’ho fatta sul campo, con il palcoscenico e i set cinematografici e televisivi. Come ho detto prima ho avuto la fortuna di avere grandi maestri come Proietti e Scaccia nel teatro, con i quali ho potuto ammirare i più importanti teatri italiani e anche qualcuno “di provincia”; poi sugli svariati set dei diciassette film che ho fatto, alcuni internazionali in cui ho recitato in lingua italiana, inglese e in aramaico.

MARKUS: Arriviamo quindi al già citato
Montecarlo Gran Casinò (1987). Giovane, esordiente e bellissima, sei accanto a nomi altisonanti della commedia all’italiana di allora, in particolar modo col grande Christian De Sica.
LUCIA:
Sì, infatti è anche grazie a Christian De Sica (che mi notò mentre registravo in Rai “Cinema che follia” di Antonello Falqui con Sergio Rubini) che ho potuto fare il provino con Carlo Vanzina e, successivamente,  interpretare una delle protagoniste del film. Girammo per un mese a Montecarlo. Mi sono divertita tantissimo a interpretare il ruolo di Magda.

MARKUS: Ruolo peraltro da te interprato in maniera perfetta! Una combinazione tra bellezza esplosiva e spontaneità romana. Il personaggio ti fu cucito addosso, immagino…
LUCIA: No, perché quando Enrico Vanzina ha scritto la sceneggiatura non mi conosceva ancora; il merito del successo del personaggio di Magda (la fidanzata di Christian de Sica, nel film) è quindi suo, io ho colorito un po’ le battute rinforzandole con l’intonazione romanesca. 

MARKUS: Nel 1989 sei richiamata da Carlo Vanzina per la spassosa commedia Le finte bionde, dove è rinnovata la caricatura di “bella ma… molto romana!”. Stavolta sei la moglie di un ristoratore (il mitico Maurizio Mattioli).
LUCIA:
Sì anche il ruolo di Mara a fianco di Mattioli mi ha portato molta fortuna. C’è la scena di una festa in cui sono presenti nomi altisonanti della commedia di quegli anni come Cinzia Leone, Sergio Vastano, Francesca Reggiani, Paola Quattrini e il compianto Guido Nicheli.

MARKUS: Che ricordi hai di quel folto set?
LUCIA:
Un delirio! Quando metti nella stessa stanza tanti bravi attori succede di tutto… caos comico completo! Fortunatamente il regista Carlo Vanzina sapeva rimetterci in riga, ma sempre con garbo e simpatia ed era lui il primo a ridere delle battute.

MARKUS: Nello stesso anno incidi un 45 giri di genere italo-disco (il brano “No satisfaction”). Come mai questo - credo unico - slancio nel mondo della musica?
LUCIA:
In realtà oltre a questo ho anche inciso un altro disco in lingua spagnola; diciamo che mi sono messa alla prova con un’esperienza nuova. Qualcuno l’ha messo su Youtube, ma non so chi sia; mi fa comunque piacere.

MARKUS: Il 1989 è stato particolarmente favorevole per te: ti vediamo anche nel ruolo di Gisella Zagulin (la fidanzata di Scibetta, interpretato da Giampiero Ingrassia) nell’allora seguitissima serie televisiva Classe di ferro.
LUCIA:
Una serie molto seguita; è stato un vero piacere lavorare a fianco di Giampiero Ingrassia e di tutto il cast e soprattutto con il regista Bruno Corbucci.

MARKUS: Dove giraste?
LUCIA:
Roma e provincia, in varie caserme con i veri militari che ci guardavano incuriositi. Ancor oggi ci sono molti fan della serie (anche su Facebook). Spero che la rimandino in onda.

MARKUS: Nel 1991 sei Patrizia nel film di Christian De Sica Il conte Max (con lui avevi esordito quattro anni prima). Una coppia nuovamente riunita, insomma.
LUCIA:
Ho avuto il piacere di recitare con lui anche in Belli freschi di Oldoini e poi in Colpi di fulmine di Neri Parenti.

MARKUS: Belli freschi mi era sfuggito! Quindi siamo a quattro film con Christian. Ti chiedo, a questo punto, se hai mantenuto dei rapporti con lui.
LUCIA:
L’ho rincontrato a Trento sul set appunto di Colpi di fulmine e poi ci incontriamo di tanto in tanto alle prime di teatro e cinema. E’ sempre stato un gran signore, gentile e simpatico.

MARKUS: De Il conte Max cosa mi racconti?
LUCIA:
Di questo film lui era anche regista, oltre che attore. Mi richiamò dopo che avevamo lavorato insieme in Montecarlo Gran Casinò e la cosa mi fece molto piacere. C’era anche Antonello Fassari e girammo a Trastevere in estate con allegria e complicità. Antonello poi l’ho rincontrato sul set di Anni ‘50 di Vanzina (dove facevo sua moglie, Giovanna).

MARKUS: Nel 1993 ti vediamo in una parte accanto a Diego Abatantuono nel film di Marco Risi Nel continente nero.
LUCIA:
Sì, quasi due mesi indimenticabili, in Africa. Mi sono trovata benissimo con Marco Risi e Diego Abatantuono (che poi ho rincontrato sul set di Pupi Avati).

MARKUS: Come fu lavorare con Diego?
LUCIA:
Spassosissimo Diego… è una forza della natura! E’ così naturale quando recita che ti mette subito a tuo agio; poi con una cornice come quella di Malindi è più facile stare in armonia con tutti. Non ringrazierò mai abbastanza il regista Marco Risi di avermi scelto per questo film… mi sembrava tutto un sogno!                                 

MARKUS: Nel 1996 lavori con Dario Argento nel film La sindrome di Stendhal
LUCIA:
Ho recitato in inglese con l’attore tedesco Thomas Kretschmann, Asia Argento e Marco Leonardi in un ruolo particolare di una delle vittime.

MARKUS: Forse non è l’Argento dei tempi d'oro (i suoi anni Settanta sono inarrivabili), ma farsi dirigere dal maestro dell’horror all’italiana non è da tutti...

LUCIA: Ottimo il rapporto con Dario Argento, regista sempre molto creativo sul set.

MARKUS: Subito dopo, nel 1997, una parte nel blockbuster Fuochi d’artificio diretto ed interpretato dall’allora scoppiettante Leonardo Pieraccioni.
LUCIA:
E’ stato spassosissimo il set di Pieraccioni con tutto il cast. Spesso giravamo di notte con gli attori (come Claudio Santamaria, Massimo Ceccherini e altri) e finivamo tardi, ma nessuno si è mai lamentato e il risultato è stato ottimo, visti gli incassi stratosferici del film.      

MARKUS: Nello stesso anno sei richiamata dai fratelli Vanzina per la serie tv Anni ‘50 nei panni di una moglie vittima di relazioni extraconiugali da parte del marito (interpretato da Antonello Fassari).
LUCIA:
Sì, come dicevo prima nella bella Capri anni Cinquanta interpretavo la verace moglie di Antonello Fassari, dove lo sorprendo con un’altra donna e gli rompo un vaso in testa (per fortuna era di zucchero…). Anche qui devo dire ai grazie ai fratelli Vanzina che si sono ricordati di me.

MARKUS: Con i Vanzina in definitiva hai stretto una sorta di legame artistico
LUCIA:
Io spero di sì, i personaggi femminili che scrivono mi fanno esprimere al meglio e con tutta la veracità che il ruolo richiede; anzi, mi piacerebbe se mi scrivessero una parte adatta a me ancora di più.         

MARKUS: Nel 2004 prendi parte al film La passione di Cristo per la regia di Mel Gibson, dove recitasti in aramaico… LUCIA:
Sì, avevamo un insegnante di aramaico e io interpretavo la cortigiana di Erode.

MARKUS: Un’esperienza che ti fece respirare “aria hollywoodiana”, benché il film fosse girato in Italia.
LUCIA:
Altroché, con otto macchine da presa! Cinecittà stravolta dal set di Mel Gibson, fantastico regista premio Oscar… Mi sembrava di sognare! Sveglia prima dell’alba con l’autista che ricordo mi veniva a prendere alle quattro di notte, poi tre ore di trucco e tanta adrenalina.

MARKUS: Sostieni un ruolo in un’altra serie tv: Orgoglio, di Vincenzo Verdecchi.
LUCIA:
Qui ero una contadina con cinque figli. Un abbraccio al regista Vincenzo Verdecchi che è salito in cielo. Lo ricordo davvero con molto affetto.

MARKUS: Nello sceneggiato Questa è la mia terra (2006, regia di Raffaele Mertes) sei accanto a Catherine Spaak.
LUCIA:
Qui ero la marchesa Scirocchi, amica della Spaak nel periodo fascista. Una marchesa pettegola con meravigliosi costumi di scena d’epoca. Mi piace interpretare ruoli molto diversi da me.

MARKUS: Nel 2012 ti ho vista in una piccola parte nel film Colpi di fulmine per la regia di Neri Parenti.
LUCIA:
Esilarante commedia con Lillo e Greg girata a Trento (interpretavo una fruttivendola). Con Neri Parenti e tutti gli attori ci siamo divertiti tantissimo. Mi piacerebbe molto lavorare nuovamente con i magnifici Lillo e Greg, soprattutto a teatro.

MARKUS: Il “cinepanettone” è un sottogenere in cui avresti secondo me dovuto partecipare più attivamente, vista la tua innata vivacità romanesca.
LUCIA:
Amo molto la commedia e non credo sia un sottogenere, penso ci siano film più riusciti di altri. Io faccio del mio meglio, ma lo spazio in ruoli femminili si è molto ridotto in confronto alle centinaia di ruoli maschili.

MARKUS: Nella tua biografia compare una serie televisiva russa: Un anno in Toscana (2014). Di che si tratta?
LUCIA:
E’ una serie russa che andrà in onda prossimamente e io interpreto un’infermiera italiana.

MARKUS: Le fiction di oggi attingono spesso alla vita di tutti i giorni (le classiche “famiglie allargate” tanto care ai nostri sceneggiatori). La mia idea è che tu sia molto portata per ruoli riconducibili in questo contesto, ciò nonostante ho come l’impressione che tu non sia riuscita a cavalcare appieno questo filone.
LUCIA:
Non sono io che decido, lavoro solo con le mie forze, non sono figlia d’arte e ultimamente è difficile anche accedere ai provini. Che dire… è un mestiere da eroi!

MARKUS: Quando penso a te e al tuo modo di recitare mi viene in mente il fatto che tu sia spontaneamente collimante con la commedia leggera teatrale. T’interessa oggi il mondo del teatro?
LUCIA:
Sì, vado regolarmente a teatro a vedere i miei amici e non solo, poi sto leggendo un testo teatrale che mi sta stimolando. Vediamo, forse questa estate…

MARKUS: Nella tua professione hai qualche rimpianto?
LUCIA:
Preferisco concentrarmi su quello che posso fare in futuro che su quello che ho fatto in passato, lo trovo più costruttivo; per esempio mi piacerebbe interpretare un ruolo drammatico molto intenso, ricco di esperienza come me.

MARKUS: Progetti per il presente e per il futuro?
LUCIA:
Sto portando avanti alcuni progetti per delle serie tv che vorrei realizzare con un gruppo di ottimi professionisti entusiasti di compiere qualcosa in cui credono veramente e speriamo si concretizzi a breve; intanto vi mando un grosso bacio! Un abbraccio!

INTERVISTA INSERITA DAL BENEMERITO MARKUS

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commenti (6)

RISULTATI: DI 6
    Herrkinski

    7 Dicembre 2015 16:34

    Ottima intervista, bravo Markus :-)
    Geppo

    8 Dicembre 2015 07:49

    Bellissima intervista. Bravo Markus. Davvero interessante!
    Trivex

    9 Dicembre 2015 09:12

    Bravo! Lei carinissima...
    Caesars

    9 Dicembre 2015 11:50

    Complimenti Markus, ottima itervista.
    Capannelle

    10 Dicembre 2015 13:17

    Bel lavoro Markus. Posso correggerti il nome dell'attore Kretschmann nella domanda sulla Sindrome di Stendhal?
    Il Dandi

    17 Dicembre 2015 13:37

    Bel colpo, Markus!